VI.

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Una settimana dopo....

Sono le sette di sera e sto ripensando a quello che io e la mia famiglia abbiamo passato l'anno scorso, poi fortunatamente siamo diventati di nuovo felici, anche se mio padre si è allontanato molto quest'anno senza un motivo ben preciso.

Nostra madre non sta molto bene, è ricoverata all'ospedale e ho davvero troppa paura che quella bestia possa ritornare, ho deciso di chiamarlo così, bestia, non ci sono altre parole per descriverlo, è una bestia che ti logora sia dentro che fuori.

Basta pensare alle cose brutte, da oggi sarò sempre positiva.

Sono seduta sul letto e mi raggiunge Neve scodinzolante, io lo abbraccio e lo coccolo un po'.

Decido quindi di portarlo un fuori per fare una passeggiata: prendo un bomber, gli auricolari, le chiavi, metto il guinzaglio a Neve ed esco di casa.

L'aria è piacevole, né troppo fresca, né troppo calda, il giusto.

Mentre cammino osservo le foglie che iniziano a cadere dagli alberi prematuramente e osservo il viale un po' troppo affollato per i miei gusti.

Due bambini stanno giocando con la palla all'angolo, una signora sta leggendo sul porticato di casa sua e un ragazzo sta camminando verso una macchina nera.

Lo guardo meglio... oh no.

Cerco di non farmi vedere perché non ho intenzione di parlare con lui, ma il mio cane mi odia a quanto pare infatti decide di andare verso la sua direzione... ma seriamente?

Neve è talmente veloce che mi fa scivolare e cadere a terra, oh cavolo.

Ryan si gira e guarda la scena in modo divertito.

«Serve una mano?»

«No, mi piace strisciare.» dico in tono sarcastico e alzo gli occhi al cielo.

Mi da una mano e mi aiuta ad alzarmi, i nostri volti sono vicini, troppo per i miei gusti.

Dico semplicemente grazie e cerco di allontanarmi, ma il mio cane non me lo permette.

«Dovresti tenerlo a bada... come si chiama?»

«Neve.» rispondo, lui ride.

«Perché è bianco? Hai tanta fantasia...» ride.

«E' un nome che gli ho dato quando ero piccola, non giudicare.»

Ci accompagna un silenzio imbarazzante e finalmente viene interrotto dallo squillo del mio telefono.

Effy, dove sei? Sei fuori da tanto!

Sì lo so, sto arrivando.

Amo mio fratello.

Saluto Ryan un po' imbarazzata e finalmente vado a casa.

Decido di fare due panini con lattuga, formaggio e pomodoro, uno dei miei preferiti.

Mio padre è all'ospedale con mia madre, o almeno dice così, è da un po' che esce la sera in modo sospetto.

Do' uno dei panini a mio fratello e ci sediamo sul divano per guardare un film, ma come sempre non c'è niente di nuovo.

«Dove sei stata?»

«Da nessuna parte, ho portato fuori il cane e sono anche caduta.»

«Come sei caduta?» ride.

«Sì, Ryan mi ha dato una mano.» rispondo in tono sarcastico.

«Che ci faceva Ryan con te?»

«E' il nostro vicino di casa, che fortuna...»

Continuiamo a vedere un film e dopo un po' decido di andare a dormire, magari riesco a smettere di pensare a mia madre.

PAM! Apro subito gli occhi, porto una mano sul cuore che ha aumentato i battiti e mi metto seduta sul letto con le gambe incrociate.

Ma che è stato? Ho sentito un palloncino scoppiare!

PAM!

Ok, che cavolo sta succedendo?

Accendo l'abat-jour che ho sul comodino e prendo il telefono per guardare l'ora.

Sono le due e nove del mattino... chi diamine sta facendo scoppiare dei palloncini?

Con la faccia assonnata mi alzo dal letto e mi affaccio alla finestra.

Non ci credo... mormoro tra me e me ed esco dalla mia stanza.

Apro la porta della camera di mio fratello, lui non c'è... scendo le scale come una furia e giro lo sguardo verso il soggiorno, Steve non è ancora tornato.

Alzo gli occhi al cielo, prendo una giacca da mettere sopra il mio pigiama con le stelle ed esco di casa.

Vado in giardino e la scena che mi ritrovo è alquanto scioccante.

Ethan a petto nudo, pantaloncini neri e ciabatte rosa (tocco di classe), che gonfia con la bocca un sacco di palloncini colorati.

Ha le guance talmente rosse che credo stia per svenire a causa di tutto il fiato perso.

A parte il fatto che questa scena è divertente di suo, la cosa che mi sconvolge più di tutte è che il mio povero piccolo cucciolo Neve, è praticamente bloccato su una staccionata a causa del guinzaglio che lo tiene fermo.

Io guardo la scena allibita, ma che ha intenzione di fare?

Mi avvicino a lui con le braccia incrociate al petto.

«Scusa, ma ti sembra il caso di gonfiare dei palloncini alle due di notte?»

dico io sconcertata.

Lui alza lo sguardo e rimane per un po' a fissarmi come scandalizzato dalla mia presenza, seriamente non si è accorto che lo stavo fissando?

«Ma poi, perché Neve è attaccato alla staccionata!»

Urlo, passando una mano sul mio viso esasperata da questa situazione.

Dopo un momento di riflessione dice:

«Tu non mi hai mai visto qui... stai sognando Eva, stai sognando.»

Ma è ubriaco?

«Stai cercando di ipnotizzarmi?»

«Tu stai sognando... torna in camera tuaa!»

Dice con tono macabro.

«Ma sei scemo? Ethan, che cazzo stai facendo!»

Lui sgrana gli occhi, ma non molla.

Posa il pacco di palloncini colorati a terra e mette le braccia in avanti chiudendo gli occhi.

Inizia a camminare come se fosse sonnambulo, io sono sconcertata.

«Non dovresti svegliare un sonnambulo, è pericoloso.» bisbiglia.

«Torna in camera tua, dimentica di avermi visto.»

Ok, è stupido.

«ETHAN!» urlo io facendolo sobbalzare.

«Adesso tu mi spieghi perché stai gonfiando dei cazzo di palloncini alle due di notte e perché Neve è legato alla staccionata come se fosse in ostaggio!»

praticamente urlo.

Ethan fa una risata a disagio e strofina la mano dietro la testa con fare imbarazzato.

Sbuffa, ma poi si decide a parlare. «Ok, ok... volevolanciareNevenellospazio

dice questa frase velocemente, tutta d'un fiato.

Per una frazione di secondo, cerco di capire cosa abbia detto.

Quando però realizzo, spalanco la bocca.

«Ma sei impazzito??»

Lui alza gli occhi verso il cielo e inizia a fischiettare con fare innocente.

Vado immediatamente verso la staccionata per liberare Neve che in tutto questo, è tranquillo e beato.

Vado verso casa con Neve in braccio, apro la porta e lo lascio dentro, ma prima di entrare, mi giro verso Ethan.

«Aspetta un attimo...»

Lui mi guarda con un po' di paura.

«Perché volevi lanciare Neve nello spazio

Lui fa un sorrisetto sghembo e poi risponde: «Quella piccola bestia malefica è entrata in camera mia in piena notte, si è messa ai piedi del letto e ha iniziato a MANGIARE le mie ciabatte!»

Io lo guardo divertita.

«Ho dovuto mettere queste ciabatte rosa che ho preso dalla tua scarpiera!»

«Però devo ammettere che il rosa ti dona...»

«Quel cane ha mangiato le mie fottutissime ciabatte, quindi io volevo mandarlo via e non vederlo mai più!»

dice con tono serio, anche se a me scappa una risata.

«Ma con quale legge fisica vorresti mandare un cane nello spazio con dei semplici palloncini?»

«Non lo so, basta che se ne va.»

«Ma io manderei te nello spazio.» borbotto.

«Comunque non è colpa mia se ti puzzano i piedi, si sa che i cani hanno un forte olfatto!»

«I miei piedi non puzzano, emanano odore.»

«Sì... di fogna.»

Alza gli occhi al cielo.

«Vabbè, sono stanca vado a dormire... tu sistema immediatamente tutti sti palloncini a terra.»

Sbuffa e annuisce.

Entro in casa esasperata, accarezzo Neve che è sdraiato nella sua cuccia e vado in camera.

Mi butto sul letto, prendo il telefono e guardo l'ora: sono le due e quaranta.

Mio fratello mi ha fatto passare il sonno.

Ogni volta che mi sveglio nel bel mezzo della notte, poi ci vogliono ore per riuscire ad addormentarmi, anche se so che il giorno dopo morirò di sonno.

Sblocco lo schermo del telefono e apro Wattpad pronta a leggere qualche fanfiction strana giusto per farmi due risate.

A un certo punto qualcuno apre la porta di camera mia.

«Non si usa bussare?»

dico io rivolta a mio fratello.

«Shh non fa nulla, posso sedermi?»

Io annuisco e lui si fa spazio nel mio letto.

Abbiamo entrambi gli occhi rivolti verso il soffitto.

«Sai, certe volte mi capita di pensare a quando da piccolini avevamo la stanza insieme e avevamo dei letti singoli separati.»

Io giro lo sguardo verso di lui, osservandolo di profilo.

«Molte volte poi, chiedevamo alla mamma se potevamo unire i letti cosí da creare un unico letto grande e pieno di cuscini e peluche.»

Io accenno una risata.

«Sì, poi mi ricordo anche quando una volta tu sei caduto nel mezzo dei due letti mentre dormivi, ho riso per ore.»

Scoppiamo entrambi in una buffa risata.

«Sai... anche se volevi spedire il mio cane nello spazio, ti voglio bene.»

«Sì, anche io.»

Ci addormentiamo insieme, sommersi dai ricordi.



Ciao amici! Scusate per il giorno di ritardo, ma sono stata impegnata con la scuola! Voi come state messi a compiti?

Vi piace il personaggio di Ethan?
Fatemi sapere!

Se vi è piaciuto lasciate un commento e una stellina!✨
Baci <3.



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