Atto I - Ritorno a casa

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Lo spazio, per quanto sia affascinante ed immenso, a me sembra tutto uguale.

Un distesa nera infinita, in cui ogni tanto si può incrociare qualche astronave e qualche pianeta. O qualche asteroide.

Sgranchisco le braccia verso l'alto, per quanto possibile nell'abitacolo, i miei occhi inevitabilmente cadono oltre l'abitacolo dell'ala-X, verso lo spazio notando un Raider classe Corvette fin troppo familiare.

-Che ci fa il Corvus qui?-

Siamo nell'orlo esterno, lontano da tutto e da tutti, qui la fanno da padrone criminali e fuorilegge.

Il mio Ala-X da segnali di cedimento, noto la spia del carburante che si accende e R3D3 che inizia a produrre diversi bip fin troppo assordanti.

È un Astromecca simile all'unità R2, ma oltre al colore rosso e nero, a differenziarli sono i mini laser ed il folgotatore che il tipo R3 ha negli optional. Che ovviamente ho fatto installare, insieme ad un propulsore extra.

-Lo so hai ragione, potrebbe non essere il...- -ZITA- le urla di Zay mi riempono l'abitacolo.

È decisamente il Corvus, ed una volta più vicina noto i segni di una recente battaglia sullo scavo e sulla fiancata.

Uno dei portelloni laterali viene aperto per farmi entrare con l'Ala-X e poi richiuso all'istante, alle mie spalle.

Non appena sono libera di scendere, piantando i piedi per terra dopo tanto tempo, mi tolgo il casco lanciandolo all'interno del caccia.

Mi passo una mano tra i capelli corvini, in un caschetto che arriva a malapena alle orecchie, con un unica ciocca lunga che arriva a toccare la spalla sinistra, una treccina con una serie di perline sul fondo.

-Ora si che sono a casa- sussurro, abbozzando un sorriso.

Il Corvus è diventato la mia casa, così come Zay ed i suoi genitori sono diventati la mia famiglia.

L'Hangar del Corvus sembra stranamente silenzioso, non sento il tipico rumore provocato dagli attrezzi di Del, sempre impegnato a trafficare su qualcosa.

O Le risate di Iden, ogni volta che Zay per prenderla alle spalle finiva per terra, quando le insegnava come non farsi prendere alle spalle.

Zay mi viene incontro e mi abbraccia, mi stringe come a voler essere sicura che io sia davvero qui. La sento turbata, arrabbiata e piena di dolore, dolcemente la sposto per porterla guardare negli occhi.

-Cosa è successo?-
Basta quella semplice domanda, per farla crollare, Zay scoppia a piangere stringendo ancora più forte le braccia intorno al mio collo.

-Non ci sono più- è un sussurro, lieve come una piuma, ma pesa quanto un macigno sentire quelle quattro parole.

Osservo per un attimo il vuoto, non riesco a guardare Zay, il mio primo istinto è quello di urlare con tutto il fiato che ho in corpo.

Le due persone che hanno rischiato la vita per me, che sono diventati dei genitori per me. Sono morti.

Stringo le dita, in entrambe le mani, a pugno con rabbia.

Un fremito, un tremolio, ed alcuni oggetti che si agitano attorno a me, come se avessero tutta l'intenzione di  staccarsi dai loro posti abituali.

Sento delle dita avvolgersi intorno alle mie, stringe la presa gentilmente e la rabbia si mitiga giusto un po'.

Zay mi osserva, sorride ma si vede lontano un miglio che soffre, e mi do mentalmente della stupida.

E poi mi rendo conto che se io sto così, Zay si deve sentire anche peggio.

Sottobraccio ha il casco di Iden, quello  usato quando ancora era nella Inferno Squad.

Osservo l'elmetto nero, così simile a quello degli Stormtrooper, le dita passano sul cerchio rosso e sulle tre linee, due corte e quella centrale più lunga all'interno del cerchio, il loro stemma.

 Alzo gli occhi, Zay fissa con sguardo vacuo l'elmetto appartenuto a sua madre.

-Zay...-

Scuote il capo -sto bene- le sento dire, ma si nota che non sta bene, ha gli occhi rossi nonostante lo nasconda.

Avrei dovuto esserci, fare qualcosa, qualunque cosa ed invece ero in missione, sto maledicendo il Generale Organa.

Ed una rabbia cieca mi assale, pensando che se fossi stata qui, avrei potuto fare qualcosa, avrei potuto aiutare.

Ed invece no, non sono pronta, dice Leia, sono ancora piena di rabbia, finché non imparo a gestirla sono un pericolo per gli altri.

Gliela do io la rabbia, gliela ficco su per il culo, a lei ed a quella brutta copia mal riuscita di un accattona.

-Non sarebbe cambiato nulla- è un sussurro quello di Zay, ma lo sento comunque.

-Avrei potuto fare qualcosa! QUALUNQUE COSA!-  do un colpo all'elmo e questo finisce per terra, dal suo interno schizza fuori un Holocron rotondo e piatto.

Io e Zay ci guardiamo.

Zay lo afferra, rigirandoselo tra le mani, per poi azionarlo.

Iden Versio, la madre di Zay, con gli abiti da Ribelle fa mostra di sè.

E decisamente giovane, ed è vistosamente incinta.

"Zita se stai guardando questo messaggio, vuol dire che l'hai trovato nascosto nel mio casco dopo uno dei tuoi attacchi di rabbia" sento Zay che mi fa notare che -mi conosce bene- ma la zittisco per sentire il resto "e vuol dire che sono morta" inizia stando in piedi davanti al proiettore.

-Deve averlo registrato dopo il tuo arrivo- sussurra Zay, con le lacrime agli occhi.

Zay, non era ancora nata quando Iden e Del mi salvarono, ed i genitori le hanno sempre detto la verità, ma Zay mi tratta come se fossi davvero sua sorella.

Facendo due calcoli, deve averlo registrato mesi dopo il mio arrivo, e visto che era nel suo casco, nemmeno a Del deve averlo detto.

"Avrei voluto dirtelo di persona e non così, ed avrei voluto che le cose fossero andate diversamente..." La Iden-Ologramma si volta come se l'avessero chiamata, tornando in secondo momento a concentrarsi "abbiamo promesso a Leia che avremmo mantenuto il segreto, per qualche motivo non vuole che nessuno sappia di te e dall'altra ragazzina su Jakku" lo sguardo di Iden mutò subito "come se la vostra esistenza sia un anomalia" Iden tentennò per un momento, indecisa se proseguire oppure no "a noi non importa, cosa sei, ti vogliamo bene sappilo Zita" Iden rimase in silenzio un minuto buono "Che la Forza sia con te, sempre" ed il messaggio si interrompe.

Il silenzio cala nell'hangar, ne io ne Zay diciamo nulla, osserviamo l'Holocom.

-Quale altra ragazzina su Jakku?- domanda Zay stranita.

Io so di chi parla, ma rimango in silenzio, serrando la mascella.

Non crucciarti, Zita, hanno salvato te non lei, tu a differenza sua sai chi sei e cosa sei capace di fare.

La prima volta che l'ho vista è stato in un sogno, con il senno di poi e dopo essermi documentata, quasi sicuramente era una visione.

Uno scorcio di futuro. Una spadalaser in mano, quella di Luke Skywalker, ed  affrontava Kylo Ren.

Leia ingenuamente ha pensato fossi io, non che io gli abbia detto di no, mandandomi a cercare qualcuno che potesse aiutarmi per l'addestramento.

Quando tornai la prima volta da uno dei miei allenamenti, mi ritrovai ad faccia a faccia con la raccoglitrice di rottami, sembrava di guardarsi in uno specchio, solo poche cose ci differenziavano.

L'unica nota positiva, è che feci pratica su di lei, imparando il trucchetto mentale Jedi. Leia, quasi sicuramente si è pentita di avermelo mostrato.

-Ora come ora, la Inferno sarebbe utile alla Resistenza- le parole di Zay, mi riportano alla realtà.

Tutti conoscono la storia di Iden Versio e Del Meeko, loro sono stati la prova vivente che c'è speranza per tutti.

Una speranza, che ora è ancora più traballante...

-E allora è quello che gli daremo-  inizio convinta, Zay mi osserva, in quel modo penetrante che mi ricorda tanto Iden.

-Shriv- chiama Zay, da sotto il mio Ala-X spunta un Duros dalla pelle azzurra con una casacca da meccanico -tu ci stai?-

Il Duros osservò Zay e poi me -sono troppo vecchio per questo, devo ancora riprendermi dall'ultima missione- borbottò.

-Che missione?- chiedo, però mi pento quasi subito della domanda, noto gli sguardi che si scambiano.

-Stavamo operando per conto della Resistenza, quando Iden ha perso la vita...è morta davanti a Zay- Shriv mi osserva per un momento, pensieroso -nei tuoi vagabondaggi, hai sentito parlare del Progetto Resurrezione?-

Purtroppo lo conosco bene, anche se non avrei voluto, è fin troppo vivido come ricordo.

Se non fossero venuti a salvarmi Iden e Del, che ne sarebbe stato di me?

-Strappano i bambini alle famiglie per crescerli come Assaltatori, macchine da guerra agli ordini del Primo Ordine- sibilo tra i denti.

Shriv, mi da una pacca su una spalla è il suo modo per confortarmi, ma va bene così.

-Avete già una missione, Squadra Inferno- Shriv sorride, lanciandomi un casco.

 Il casco di Del.

-Il Generale Organa ci ha mandato nell'orlo esterno alla ricerca di Alleati- 

Il che spiega la loro presenza qui, mi sento osservata e trovo Zay ad osservarmi.

-Tu invece non dovevi essere su Naboo?- domandò Zay.

Ero in teoria su Naboo, quando Leia mi ha avvisato che aveva una missione per me.

Sono dovuta andare fino a Dagobah, quel posto è una giungla intricata, anche se quello che è successo lì non me l'aspettavo.

-Quando il Primo Ordine ha sfoderato l'artiglieria pesante, io sono scappata- mi limito a dire.

Shriv mi osserva -è sempre pessima a mentire- Zay non lo sente per fortuna -sono contento che ne sei uscita viva-

-Ne avete trovato?- la mia domanda viene accolta da un silenzio tombale, il che equivale ad un no.

-Shriv, prima che arrivassi tu, stava suggerendo di andare da Lando Calrissian, che si trova su Bespin- Zay sussurra poi -se esiste ancora-

Quindi, ho avuto fortuna nel trovarli ancora qui, avrei potuto benissimo mancarli.

Ho sentito qualcosa, ed è stato quello a spingermi qui, ed ora mi chiedo se sia un segno.

Ho sentito che Zay aveva bisogno di me? Oppure c'è altro sotto? 

-L'unico modo per verificare è andare a controllare di persona-  

Shriv e Zay, iniziano a parlare di ricognizioni e di strategie allontanandosi verso la Sala di Comando, io faccio qualche passo verso il mio Ala-X.

L'abitacolo è rimasto sollevato quel tanto per permettermi di allungare una mano, sentendo il freddo del metallo, quando mi vola tra le dita.

Un cilindro nero come la notte, che stona così tanto in contrasto con ciò che dovrei essere, così poco Jedi e così tanto...

-Zita? Ci sei?- la voce di Zay mi riporta con i piedi per terra.

Mi aggancio il cilindro alla cintura, e mi volto per raggiungerli.

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