Rigor mortis

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Dopo circa tre ore dalla morte, un corpo inizia ad irrigidirsi. Questo fenomeno è determinato dall'abbondante presenza di calcio nei muscoli ed è chiamato 'rigor mortis'. Non so dire perché questa informazione mi venne in mente proprio in quel momento.

Quando riaprii gli occhi capii che non riuscivo più a muovermi. Mi guardai il corpo ma non ero legato. Ero sdraiato su un letto e tutti i miei parenti erano intorno a me. 

Provai a gridare ma niente.

Tutti piangevano, tutti erano tristi. Potevo sentire frasi del tipo: "Condoglianze." "Mi dispiace, era un così bravo ragazzo." "È così freddo e rigido." 

Forse iniziavo a capire qualcosa. Ma come poteva essere possibile? Come potevo essere morto? Ero ancora cosciente, potevo vederli, potevo sentirli... ma non potevo dirglielo. 

Dopo diverse ore passate in questo inferno provando a gridare ma non riuscendoci, arrivarono degli uomini in giacca e cravatta, mi sollevarono e mi misero in quella che doveva essere una bara. 

Per tutto il tempo avevo agitato gli occhi, com'era possibile che nessuno li avesse notati? Eppure sono sicuro che più di qualcuno mi abbia guardato negli occhi.

Per tutta la veglia funebre tennero la bara aperta e io continuai ad attirare l'attenzione con gli occhi e provando a gridare. Ancora niente.

Alla fine di tutto chiusero la bara e io, nonostante continuassi ad agitarmi, avevo ormai perso le speranze di essere visto. Ormai era troppo tardi.

Ora ho capito, il rigor mortis non è solo quello che pensano i vivi, è una condizione per la quale nessuno si accorge che un morto è ancora conscio di ciò che avviene intorno a lui ma è solo incapace di muoversi. 

Tutti mi credevano morto, ma io ero ancora cosciente e avrei passato l'eternità chiuso in una bara sottoterra sapendo di essere ancora vivo.


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