15. Photograph - Parte II

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Cari lettori ❤ 

Eccoci qui con un'altra parte del CAPITOLO 15 di BROKEN - Il passato tra noi   :)

Per questa parte ho scelto di inserire il video di una cover della canzone da cui il capitolo prendere il nome, una versione che personalmente ho amato particolarmente 

Come al solito vi ringrazio per tutto il vostro appoggio, per ogni voto e ogni commento che mi fanno sapere che là fuori c'è qualcuno che apprezza la mia storia 

Vi adoro ❤❤❤ 


Nella foto: Alessandro Mancini  


Quando Marco arrivò in dipartimento, trovò Cristian all'ingresso, intento a fumare una sigaretta e a flirtare con una ragazza dall'abbigliamento piuttosto provocante. Quando l'amico lo vide, si congedò dalla ragazza e gli andò incontro.

«Alla buon'ora, Marco! Che fine hai fatto? Contavo sulla tua compagnia stamattina, per affrontare quella palla del Prof di storia della filosofia Medievale» disse l'amico, in tono seccato.

«Ehi Cris, hai ragione, avrei dovuto avvisarti, ma ho avuto un imprevisto» si giustificò Marco, senza dare troppe spiegazioni.

Cristian lo squadrò da capo a piedi, sospettoso. «Un imprevisto, eh? E questo imprevisto ha per caso a che fare con il fatto che sabato sera eri completamente sbronzo?»

Marco fece un respiro profondo. Sapeva di non potergli raccontare di Aurora, non prima di aver parlato con lei di quello che era successo. Quindi decise di mantenersi sul vago.

«Sì e no. Direi che è complicato per ora. Ma non appena avrò la situazione più chiara ti spiegherò tutto, d'accordo?»

«Va bene, basta che non mi lasci più solo a lezione, sai che non le reggo. Ho bisogno della mia spalla» disse, passando un braccio intorno al collo di Marco e fingendo di strozzarlo.

Il ragazzo rise, divertito e sollevato che l'amico si fosse arreso senza fare altre domande.

Marco trascorse le ore pomeridiane di lezione con la testa altrove. Per quanto la bioetica fosse una delle sue materie preferite, quel giorno non riusciva proprio a concentrarsi. Continuava a pensare ad Aurora, a quanto era stato bello fare l'amore con lei. Ma soprattutto non riusciva a smettere di pensare a quello che gli aveva raccontato.

Prima di lui c'era stato un altro. Leonardo. 

Ma non era la notizia dell'esistenza di un ex a turbarlo. Era sapere quanto male le avesse fatto a mandarlo in bestia. Al solo pensiero di lei inerme, priva di sensi in un letto di ospedale, gli andava il sangue alla testa. Se lo avesse avuto davanti, lo avrebbe preso a pugni.

E quella sera, quando andò in palestra ad allenarsi, non pensò ad altro che a quello. A quanto avrebbe voluto essere lì per difenderla, proteggerla da tutto quel dolore, per salvarla.

E si sentì impotente, proprio come nove mesi prima. Il destino non gli aveva permesso di esserci per Aurora. 

Ma per Giulia sì. 

Eppure non aveva potuto salvare neanche lei. E tutto il dolore che aveva provato guardandola andar via fu di nuovo lì, in un istante, pronto a tormentarlo ancora e ancora. Marco prese il sacco a pugni e a calci per due ore, fino a quando non fu esausto. Ma non servì a niente. Quello sfogo non cancellò il dolore interiore, vi aggiunse solo quello fisico. E neanche l'acqua della doccia servì a lavare via tutto il male che Marco provava in quel momento. A quel punto non gli restava che fare un ultimo tentativo.

Non appena rientrò a casa si diresse in camera sua, chiuse la porta e, sedendosi alla scrivania, prese il diario dal cassetto e cominciò a scrivere.


Cara Giulia,

sono successe molte cose dall'ultima volta che ti ho scritto. 

Ho svelato il mistero che si celava nello sguardo di Aurora, e finalmente ho capito perché i suoi occhi mi hanno sempre ricordato i tuoi. Ho scoperto cosa intravedevo in quelle meravigliose e profonde iridi blu. 

Ed era dolore. Lo stesso dolore che c'era nelle tue poco prima che mi lasciassi. 

L'hanno ferita in tanti: il ragazzo che amava, le persone che la circondavano, la vita. Nessuno ha saputo proteggerla, nessuno ha capito a cosa stava andando incontro. E non era solo la sua incolumità ad essere in pericolo. 

Era il suo cuore la cosa più a rischio. Lo ha donato ad una persona e questa gliel'ha frantumato in mille pezzi. 

Come hai fatto tu con il mio. 

È per questo che comprendo così bene cosa ha passato, e il perché abbia avuto tanta difficoltà a fidarsi di me. E non la biasimo. Anch'io fatico ad aprirmi. 

C'è ancora troppa rabbia in me. E comincio a chiedermi se andrà mai via o se sarà la mia unica compagna per il resto della vita. Non è questo che desidero, e ancora meno voglio trascinare lei nei miei casini. Quando mi sono avvicinato ad Aurora, sapevo che nascondeva più di quanto mostrasse, ma mai avrei immaginato una storia tanto triste. Vorrei poterla tirare fuori da quelle macerie. Le ho promesso che le sarei stato accanto, che ci sarei stato per lei. Solo ora ho realizzato che non posso.

Perché sono intrappolato sotto le macerie anch'io.

E la verità è che, quando l'ho incontrata, speravo che lei potesse salvarmi, che potesse portarmi via da tutto questo. Ma dopo quello che mi ha confessato,ho capito che non posso chiederle così tanto. Se le raccontassi ogni cosa, la trascinerei a fondo con me e saremmo in due ad annegare in questo mare di dolore. 

Nonostante io la conosca da sole poche settimane, so di amarla. La amo come non pensavo si potesse amare un altro essere umano. La amo abbastanza da non volerla coinvolgere in tutto questo. 

La amo abbastanza da sapere che devo lasciarla andare. 

Pensavo di poterla salvare, speravo che lei potesse salvare me. Ma fino a quando non farò i conti con il mio passato, non potremo stare insieme. Le farei solo del male e lei non lo merita. Lei merita solo di essere felice.  

Giulia, ovunque tu sia, qualsiasi cosa tu stia facendo, spero che tu stia bene, e soprattutto che tu sia felice.

Con amore.

Non appena Marco richiuse il diario nel cassetto, sentì bussare alla porta.

«Ehi Marco, sei a casa... Non ti ho sentito rientrare...» disse Alessandro, entrando nella stanza.

«Ciao Ale. Sì scusami, avevo una cosa da fare. Tu come stai? Preparo qualcosa per cena?»

«Magari, oggi a pranzo ho mangiato solo un panino. Mi piacerebbe mettere nello stomaco qualcosa di più sostanzioso» rispose il fratello. Poi scrutò il suo volto con attenzione. «Ma stai bene? Non mi pare che tu abbia una bella cera...»

Marco fece un pensante sospiro, si stropicciò gli occhi con la mano destra, poi riprese il controllo. «Sì, tutto okay, sono solo stanco. Dammi una mezz'oretta e preparo la cena» disse. Poi mentre Alessandro stava per lasciare la camera, lo fermò. «Ale, aspetta. Devo chiederti una cosa. Sai qual è l'ultimo libro che ha scritto mamma?» chiese Marco.

Il fratello lo guardò perplesso. «Certo che lo so, e lo sai anche tu. È La voce del buio. Lo hai sul tuo comodino. Te l'ho visto rileggere almeno un milione di volte. Come mai me l'hai chiesto?» disse Alessandro, incuriosito da quella strana domanda.

Marco, comprendendo che il fratello non era a conoscenza del manoscritto custodito dal padre nello studio, decise di non dirgli nulla, preferendo prima scoprirne il contenuto.

«No, niente, hai ragione, è stata una domanda stupida. Pensavo avessi trovato altri suoi libri in giro, qualcosa che magari non avevi mai visto.»

«Mi dispiace Marco, ma tutto quello che si è lasciata dietro sono i suoi libri, quelli che abbiamo riletto così tante volte da consumare le pagine. Mi piacerebbe che ci fosse qualcos'altro di cui non sapevamo l'esistenza. Ma la realtà è che se n'è andata, Marco. E non tornerà. Devi fartene una ragione. Non puoi continuare ad aggrapparti ad ogni cosa che te la fa tornare in mente, ad ossessionarti in questo modo ,per il tuo bene...»

Dalla voce di Alessandro traspariva tutta la sofferenza nel dover affrontare quel discorso con il fratello, per l'ennesima volta. «Devi lasciarla andare, Marco, o questo dolore ci distruggerà tutti. Te per primo». Dopo alcuni secondi di pausa aggiunse: «E non dire niente a papà, starebbe solo peggio. Se verrà fuori qualcosa di nuovo in casa che finora non abbiamo trovato, te lo farò sapere» concluse.

«Grazie, Ale. Arrivo tra poco e preparo la cena.»

E mentre guardava il fratello uscire dalla stanza e avviarsi nel corridoio, Marco capì cosa fare. L'unico modo per andare avanti con la sua vita era ottenere delle risposte. Doveva leggere quel libro. Doveva scoprire ad ogni costo quale messaggio la madre gli avesse lasciato in quelle pagine. 

Era certo che Alessandro non avrebbe trovato niente in casa. Chiedere a lui era stato un tentativo disperato, se ne rendeva conto solo ora. Sapeva che non era stato pubblicato, altrimenti lo avrebbe già scoperto. E con molta probabilità la copia che suo padre custodiva nello studio era la sola. L'unico modo per poterne entrare in possesso era sottrarre a suo padre la chiave dello studio ed entrare mentre lui era a scuola. Non c'era altra soluzione. Non avrebbe atteso ancora per avere delle risposte.

Così Marco si alzò e si avviò in cucina. E mentre preparava la cena, quella sera, progettò il suo piano per poter rubare la chiave dello studio e recuperare il manoscritto inedito.

So che questa parte è stata un po' corta, ma il Capitolo 15 non è ancora finito! Prestissimo la TERZA E ULTIMA parte di questo capitolo sarà a vostra disposizione :D

A chi sarà dedicata? Parlerà ancora di Marco o l'obiettivo si sposterà di nuovo su Aurora?

Io come sempre ho la bocca cucita! ahah

E se vi piace la storia lasciate un commento e una stellina, lo apprezzo moltissimo 

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