1 - Reggere il ritmo

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Blake

«E... stop!»

Esco dalla bocca di Savannah e prendo le salviettine che mi porge Denise, l'assistente del set.

Mi allontano da tutti con un sorriso e mi rivesto, sistemandomi alla bell'e meglio.

Quando, però, sto per rimettermi la maglietta, Julian, il regista, mi ferma.

«Permetti una parola nel mio ufficio, Blake?»

«Arrivo.»

Mi aggiusto la maglietta e mi guardo nello specchio che c'è all'ingresso della sala registrazioni.

Sono bello, forte, aitante. Sono prestante e a letto sono un vero asso.

Vengo bene nella videocamera... beh... ogni parte di me viene bene!

Ho una vita dinamica, conosco gente, vado a un mucchio di feste, non mi fermo mai. La noia non so nemmeno cosa sia perché ho sempre la giornata piena.

Sono l'uomo perfetto, apparentemente, eppure... eppure sono un po' stanco di questo mondo finto, di questo mondo dove anche il sesso, che dovrebbe essere una cosa bellissima, diventa un fatto meccanico.

Stringo gli occhi davanti allo specchio e mi punto il dito, come a dire alla parte più sciocca di me stesso di piantarla.

Decido di raggiungere il regista e busso alla porta del suo ufficio.

«Avanti!» tuona lui.

«Eccomi, capo» dico, sbucando con la testa all'interno del suo ufficio.

Lui mi fa un cenno con la mano e io entro chiudendo la porta.

Mi accomodo sulla comoda poltrona che è lì, davanti la scrivania, e lo guardo col mio sguardo truce da bello e dannato.

«Dimmi tutto, Julian.»

«Tu lo sai che il big boss sta facendo nuovi provini per attrici porno, mentre per gli attori dice di essere al completo perché ha te che sei la sua punta di diamante?» domanda.

Annuisco, sorridendo. Liam Cavendish possiede la più grande agenzia di produzione di porno del continente.

È un uomo ricco e vanesio che si accompagna ogni mese a una donna diversa, sempre più bionda e sempre più giovane.

«Sì, certo.»

«E sai anche che io non voglio deludere il big boss?»

Annuisco, non capendo dove vuole andare a parare.

«Blake, tu sei il migliore qui in mezzo, davvero. E non lo dico perché lo pensa il capo.

Voglio dire... sei un bellissimo ragazzo, molto fotogenico, hai un arnese che... beh, diciamo che oltre ad avere delle dimensioni importanti viene anche molto bene in camera e...»

«Possiamo evitare di parlare del mio cazzo?» dico, scuotendo il capo disgustato.

«Cerco solo di dire che tutte le qualità che un attore porno deve avere ce l'hai. Oltre a tutto questo hai una resa ottima quando scopi ed è quello che ci serve per attirare la gente.

Quanti followers hai raggiunto su Instagram?» chiede, prendendo il suo cellulare.

«250.000» dico e lui annuisce soddisfatto, guardando lo schermo del suo cellulare e poi piazzandomelo davanti alla faccia.

Ci sono io sullo schermo, in una mia foto Instagram. Sono seminudo, coperto solo da una ridicola piantina in un vasetto da giardino.

«E sai cosa la gente ama di te?»

«A parte il mio grosso cazzo e il modo assolutamente perfetto in cui scopo?» mi vanto e lui sorride, annuendo.

«Sì, a parte quello.»

«No. Che cosa?»

«La tua ironia, il tuo sembrare una persona così... così... normale. Come se fossi il ragazzo della porta accanto che qualsiasi donna potrebbe ritrovarsi nel proprio condominio.

L'amico a cui chiedere piccoli lavoretti di manutenzione come... aggiustare una lampadina, riparare un tubo rotto o...»

«O qualsiasi cosa che preveda il finale di lei a novanta e io che la scopo senza pietà.»

Julian sbuffa e mi rimprovera.

«Sono serio, Blake.»

«Oh, ma anch'io» replico, sorridendo come uno scemo. Adoro quando Julian si spazientisce.

«Quello che cerco di dire è che tu sei il nostro fiore all'occhiello per un milione di motivi e non possiamo assolutamente perderti.» Lo dice con sguardo serio. Serissimo.

Non capisco perché fa un discorso del genere!

«Ma io non vado da nessuna parte, capo.»

«La tua testa a quanto pare sì, Blake. Ultimamente sei come... assente. Come se fossi qui ma non ci fossi davvero.

Voglio dire, scopi sempre da dio, sia chiaro, ma i tuoi occhi... è come se mi sembrassero spenti, come se avessero perso quella luce che avevano fino a poco tempo fa.

Ti preoccupa qualcosa, figliolo? A me puoi dirlo.»

Scuoto il capo, sorpreso dalle sue parole.

Come cazzo si permette? Io sono sul pezzo e sono sempre stato sul pezzo.

Non sono assente, ci sono eccome, dannazione!

«Ti sbagli, Julian. Sarà stata solo una tua impressione. Io ci sono e ci sono al mille per mille.»

«Blake, non voglio farti sentire in difetto, ma se hai un problema voglio che lo risolvi perché ho bisogno di rivedere il Blake di qualche tempo fa, lo stallone che le attrici mi pregavano di incontrare per recitare una scena assieme.

In questo lavoro bisogna sempre stare al passo coi tempi, adeguarsi, non mollare mai e, soprattutto... reggere il ritmo!»

«Reggere il ritmo? Io non reggerei il ritmo, scusami?»

«Non come un tempo. Prima riuscivi a garantirci 15 video a giornata, adesso se arriviamo a dieci è pure assai.»

«Non è mica colpa mia! Siete voi che volete che ogni scena duri sempre di più. È ovvio che poi il tempo non basta per farle tutte.

Non passare la palla a me, Julian, non te lo consento!

Ho sempre dato il massimo in questo lavoro, in tutti i modi e i sensi possibili.

Per voi ero... il Rocco Siffredi degli USA, la nuova promessa del porno. E lo sono ancora.

Perciò, mio caro, non permetto a nessuno di dirmi che io, Blake Lewis, il re del porno, non reggo il ritmo. Nemmeno a te, mi dispiace.»

Mi alzo di scatto, arrabbiato, con due occhi che sembrano possano trasformarsi in due palle di fuoco.

«Blake, aspetta, non volevo...»

«Devo andare, Julian, ho un appuntamento con una collega e non per fare quattro chiacchiere.

La scoperò per tutta la sera, anzi... per tutta la notte! Perciò, mio caro, non permetterti più di dirmi che io non reggo il ritmo!»

Sposto bruscamente la poltrona ed esco di lì, furioso come mai ero stato prima.

Vado via dallo studio di registrazione senza guardare in faccia nessuno e prendo subito il cellulare per chiamare Vannah Semil, mia collega e amica dentro e fuori dal set.

«Blake!» risponde con voce squillante.

«Tesoro, sei impegnata, adesso?» chiedo, col fiatone.

«Sono dall'estetista, mi libero tra dieci minuti. Perché?»

«Ho bisogno di scopare. Con te. Mi raggiungi da me?» chiedo, scendendo le scale dell'edificio in cui mi trovavo, uno dei vari studi di registrazione della Cavendish Productions.

«Chiaro. Sicuro di stare bene? Hai il fiatone!»

«È perché sto scendendo le scale di corsa. Ci vediamo tra poco.»

Attacco la chiamata senza darle possibilità di replica.

Nessuno può dirmi che non reggo il ritmo, nessuno può gettarmi merda addosso!

Dimostrerò a quello stronzo di Julian e a tutti quanti che nessuno è meglio di me.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro