1 - Will I ever learn?

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La finestra che dava verso l'esterno restituiva un cielo terso e senza nuvole, tipico delle giornate calde di quel periodo dell'anno, quando tutto scorre lento e la noia non è solo cattiva consigliera, ma anche una buona amica nelle cui braccia ci si può abbandonare senza troppe remore.

Alice era seduta in sala riunioni con il team ed il loro capo, con lo sguardo fisse verso il cielo, quasi fosse un povero uccellino in gabbia, una gabbia dorata che le permetteva di fare della sua passione il suo lavoro, che tristezza eh?!

Quella era la prima volta che lei avrebbe avuto del tutto carta bianca, le aveva detto che era un cliente importante e che avevano firmato un contratto per sette videoclip.

David, il suo capo, era stato molto misterioso con tutti riguardo il nuovo cliente, era un comportamento molto strano dato che quando si era trattato della collaborazione con Lana Del Rey, per poco non aveva fatto fare le magliette per tutti. Il team di lavoro era composto da persone che veniva da parti diverse del mondo, Stati Uniti, Brasile, Europa, e Cina. David era diventato un produttore di successo nei primi anni '80 in Texas, e dal 2010 si era buttato nel mondo dei videoclip musicali, quando Alice aveva iniziato a lavorare per lui la sede Europea era a Londra, per sua grande fortuna, lui si era sposato con una romana, molto legata alla famiglia ed aveva deciso di trasferire la sede in Italia, mantenendone però sempre una anche a Londra.

Si mise a tamburellare nervosa le dita sul suo pc, cercando di non innervosirsi ulteriormente, era contenta per quell'occasione, ma il ritardo del cliente iniziava a darle sui nervi.

Il silenzio della sala venne interrotto da una ragazza dai lineamenti asiatici che entrò trafelata dalla porta, per poi scusarsi del ritardo, dicendo che avevano trovato traffico.

«È Roma, bambolina...cosa ti aspettavi» disse Alice con la sua consueta aria di sufficienza.

David si limitò ad ammonirla con un veloce sguardo, quella ragazza era un vero talento, ma aveva l'incapacità di saper essere gentile o quantomeno diplomatica in situazioni che lo richiedevano, come quella in cui si trovavano, nessuno era felice del ritardo e essere rimasto per quasi un'ora ad aspettare, ma lei doveva farlo pesare, era più forte di lei.

«Non si preoccupi, li faccia accomodare» disse David sorridendo.

«certamente» rispose lei, aprendo nuovamente la porta.

Alice era seduta come una tredicenne, con una gamba che penzolava appoggiata ad un bracciolo ed il capo sorretto dal braccio posato sul bracciolo opposto della sedia.

Davanti a lei iniziarono a sfilare dei ragazzi che sembravano usciti da un manga tanto erano perfetti, lineamenti puliti, vestiti e capelli impeccabili, dei cyborg. Mentre lei aveva più di trent'anni ed era vestita come se stesse lavorando da casa, con pantaloni della tuta ed una maglietta dei Metallica che aveva visto momenti decisamente migliori. Guardando i suoi colleghi si accorse di essere l'unica a non averli riconosciuti, ovviamente conosceva l'esistenza dei gruppi K-pop, ma non si era mai interessata al genere, troppo costruiti per i suoi standard.

«Chi sono?» si sporse a chiedere a Kat che era seduta accanto a lei.

«I BTS, davvero non li hai riconosciuti?!» le rispose lei incredula e con una punta di rimprovero nella voce.

Alice abbozzò una smorfia di insofferenza e decise di sedersi quantomeno composta, in fondo quelli appena entrati erano quelli che avrebbero pagato il suo lavoro per il mese successivo.

Quando David si rivolse a lei per presentare le idee che aveva preparato, si sentì per la prima volta in imbarazzo, in anni di lavoro con gli artisti più diversi non le era mai capitato, si sentiva sotto giudizio davanti a quei sette ragazzini così perfetti; decise di optare per il suo sguardo indifferente messo a punto in anni di bullismo subito a scuola a causa dei suoi chili di troppo.

Durante la presentazione la ragazza che faceva loro da interprete tradusse tutti i commenti entusiasti e le battute dei ragazzi, quello che nessuno dei suoi colleghi sapeva era che lei conosceva la lingua, era infatti da sempre una fan dei drama orientali e nel corso del tempo aveva imparato il giapponese ed il coreano, le sue tendenze all'asocialità e all'auto isolamento l'avevano aiutata ad imparare molte cose, si limitò a stiracchiare le labbra rivelando dei mezzi sorrisi di circostanza per non risultare troppo distaccata e concluse.

Quando David invitò il team a lasciare la sala, per definire la parte burocratica ne fu talmente sollevata che quasi saltò sulla sedia alzandosi e si rovesciò il termos di caffè sulla sua maglietta preferita, lasciandosi scappare un'imprecazione, si scusò velocemente ed iniziò ad asciugare dove aveva sporcato con dei fazzoletti di carta, che erano apparentemente buoni a tutto, tranne asciugare liquidi.

Sollevò lo sguardo in cerca di altri fazzoletti di carta e si ritrovò davanti uno dei ragazzi che le offriva il suo fazzoletto di stoffa, volendo evitare di sembrare più stronza del solito decise di accettare, lo guardò attentamente in viso per cercare di ricordare a chi lo avrebbe dovuto restituire una volta lavato.

Namjoon si risedette al suo posto accanto a Jimin e sorrise sollevato, gli era parso che Alice non fosse troppo entusiasta all'idea di lavorare con loro, probabilmente era solo nervosa, immaginò accavallando le gambe per prestare attenzione a quello che stava dicendo David.

Una volta arrivati a quella che sarebbe stata la loro casa italiana per i giorni seguenti in attesa di girare quello che avevano patteggiato sul territorio che li ospitava i ragazzi si concessero finalmente un po' di relax.

«Certo che decisamente non stiamo simpatici alla nostra regista» disse Suga passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli leggermente.

«Per me era solo nervosa» disse Namjoon sperando di essere dalla parte della ragione dato che avrebbero dovuto lavorare insieme a lei per un periodo di tempo neanche troppo breve.

«Io non l'ho trovata così male, mi è sembrata molto competente, anche se di certo la diplomazia non sembra essere la sua qualità migliore» sentenziò Jungkook prima di prendere un sorso del suo succo d'arancia.

Alice rientrò tardi come sempre, si buttò sul divano con un piatto di insalata di pasta comprato poco prima ed il suo pc, era intenzionata a colmare per quanto possibile le sue lacune nei confronti dei BTS, così iniziò a guardarsi interviste, video musicali e tutto ciò che internet avesse per lei. Il mattino seguenti si risvegliò col pc accanto a sé ancora sul divano, si era sicuramente addormentata per la stanchezza e la sua schiena da trentenne non era contenta della cosa considerando quanto si sentisse dolorante in quel preciso momento.

Arrivò in ufficio con un leggero ritardo, ma pur sempre in anticipo rispetto al resto del suo team, decise di fare qualche esercizio di stretching per ingannare l'attesa e cercare di alleviare i dolori, dato che gli antinfiammatori non erano intenzionati a fare il loro lavoro quella mattina, con suo enorme disappunto.

Era seduta sul pavimento al termine di quella sessione inutile e sentì partire gli Oasis dalle casse del suo pc, la musica non era mai opzionale per lei, specialmente la mattina. Si lasciò andare sul pavimento canticchiando rilassata.

David fece capolino sulla porta del suo ufficio e lei si rimise a sedere.

«Puoi venire di là un secondo?» le chiese.

«Certo, se riesco ad alzarmi da terra» rispose sorniona.

Vide che alle spalle del suo capo c'erano un paio di membri del gruppo, come volevasi dimostrare non ricordava affatto i nomi, nonostante tutti i video della notte precedente.

Namjoon e Taehyung si fermarono un attimo ad osservarla prima di seguire David nel suo ufficio, anche quel giorno sembrava appena scesa dal letto, con i riccioli rosso fuoco raccolti in uno chignon scomposto e gli occhi arrossati, che rendevano il verde delle sue iridi ancora più vivido. Namjoon guardò il fisico della ragazza ancora per qualche secondo, non aveva mai amato troppo squadrare le persone, era sicuramente pienotta, e l'abbigliamento non faceva che mortificare ulteriormente la sua figura, "come se volesse nascondere sé stessa al mondo" pensò tra sé.

Alice appoggiandosi alla sua scrivania non riuscì a nascondere una smorfia di dolore causata dalla schiena.

«Stai bene?» le chiese David preoccupato.

«Certo» si affrettò a rispondere, mentre con una mano stava scandagliando il fondo del suo cassetto in cerca degli antidolorifici più forti, «una volta trovati infilò in tasca il blister e prese la bottiglietta d'acqua posata sulla scrivania, per poi seguire David.

Namjoon le rivolse parecchie domande sulle location che aveva proposto per le scene da girare in Italia, voleva essere sicuro che la loro presenza passasse del tutto inosservata, non volevano incorrere nelle fan rischiando una fuga di notizie riguardo i loro nuovi video in registrazione. Notò che lei era molto più accomodante del giorno precedente e questo lo rallegrò, era sempre felice di lavorare con persone stimolanti e pronte a confrontarsi.

«È molto più simpatica quando sta male- disse Taehyung tranquillo del fatto che i loro interlocutori non conoscessero il coreano.

«Hai ragione» rispose Alice, guardandolo dritto negli occhi e facendo arrossire sia lui che Namjoon per l'imbarazzo.

Alice notò che nessuno dei due ragazzi la guardò più per tutto il resto della chiacchierata e sapeva bene che ora si sarebbero trattenuti nel dirsi ogni cosa, soprattutto in sua presenza, ma era stato come sempre più forte di lei.

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