Capitolo 1

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I campi in fiamme e l'odore acre del fumo. Le fiamme che mi lambivano i fianchi, senza fare danni, ma bruciando comunque le scaglie che mi piacevano tanto, di un azzurro chiaro come il cielo estivo. Lacrime ardenti scendevano dai miei grandi occhi verdi, proprio come i campi che bruciavano. Perchè a noi? Perchè gli umani ci avevano attaccati? I Draghi, creature leggendarie che non piangevano mai, avevano versato fiumi di lacrime, quel giorno. E sarà proprio quel giorno che si stamperà a fondo nella nostra storia: quando gli umani hanno cercato di cacciarci via.
Volavo da così tanto tempo che i sensi mi si erano offuscati, e le mie ali avevano smesso di battere. Guardavo disperata a destra e a sinistra, senza però riuscire a vedere uno spiazzo libero in quella coltre di fumo. Vi spiego: le nostre scaglie sono resistenti al calore, però atterrare in mezzo ad un incendio non era una buona idea. Con le ultime forze rimaste avevo trovato uno spiazzo molto lontano dal fumo, accasciandomi su un fianco e gemendo, come un cane ferito da una freccia. Gli occhi erano diventati pesanti, ed ero sprofondata nell'abbraccio del buio.
Mi ero svegliata a fatica, con un senso di stanchezza enorme. Cercando di muovermi, mi ero accorta di essere stata spostata in una piccola grotta buia, con il pavimento ricoperto di muschio. Mi ero guardata le ali: la maggior parte delle ferite era guarita, mentre sulle lacerazioni più profonde brillavano degli impacchi di erbe. Avevo iniziato a muovermi a tentoni, sbattendo ad ogni centimetro percorso contro un muro. Avevo iniziato a sibilare infastidita, quando una luce improvvisa aveva illuminato la caverna. Era una luce fioca, ma feriva comunque gli occhi, dopo l'oscurità di prima. Una voce aveva chiesto:" Adesso la smetti di sbattere contro i muri? Sto cercando di dormire". La voce apparteneva ad un giovane Drago grigio, di circa vent'anni umani. Pensare che io ne avevo circa diciannove... Differenza enorme, vero? "Chi sei tu?". La mia domanda era stata accompagnata dallo sbuffo del mio nuovo amico, e poi da una risposta:"Dust, Drago della Luna". Io avevo ridacchiato, dicendo a mia volta:" Astral, Dragonessa del Cielo". Dust si era girato lentamente verso di me, per poi dire:" Benvenuta, dolcezza, a Roma. Più precisamente, nei suoi sotterranei". 

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