Sulla vanità delle cose terrene.

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Non è il mondan romore altro ch'un fiato di vento, ch'or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato. Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e 'l 'dindi', pria che passin mill' anni? ch'è più corto spazio a l'etterno, ch'un muover di ciglia al cerchio che più tardi in cielo è torto.

(Ovvero la fama terrena non è altro che vento, se morirai da vecchio non avrai più gloria che se fossi morto bambino dopo che saranno passati mille anni, perché mille anni in confronto all'eternità non sono che un battito di ciglia).

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