Capitolo 13

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Emily's Povs
Ok, sono passate tutte le ore di lezione e praticamente Ken è stato con me in tutte queste ore, perché, ovviamente, per farmi innervosire sempre di più, si è preso i miei stessi corsi...
Quanto lo odio, è uno stronzo, non so nemmeno perché sono stata la sua fidanzata per tanti anni...
**
Finalmente è l'ora di tornare nei dormitori e sinceramente incomincio a sentirmi meglio.
La giornata passa molto velocemente, tra compiti e Martha che non fa altro che lamentarsi per il mal di testa che ha e io cerco di fare più silenzio possibile per non farglielo aumentare. Mi chiedo quanto abbia bevuto ieri sera, quando sono uscita da casa di Kelly sembrava già ubriaca fradicia....
A metà pomeriggio ho già finito di studiare e Martha è caduta in un sonno profondo sul letto, russa profondamente...
Chiamo Kelly per chiederle che fa ma mi risponde la segreteria telefonica, così riprovo altre due volte, ma è sempre la stessa storia...
Penso di chiamare la ragazza nuova, Lucinda, ma poi ricordo che sta mattina ero talmente nervosa e arrabbiata per via di quello stronzo di Ken che mi sono perfino scordata di chiederle il numero di telefono.
Fottuto Ken !!
Decido che, dato che non posso stare in compagnia di nessuna delle mie nuove amiche, beh... mi vesto super sportiva ed esco a fare una bella corsa qui in giro, con gli auricolari e il telefono in tasca, uscendo dal dormitorio.
**
Dopo aver corso in giro per strada nel centro di New York, eccomi di ritorno alla porta dell'edificio del dormitorio, quando qualcuno mi chiama «Ehy Emily... Si ci rivede eh? Oggi è la seconda volta, che coincidenza...»
Riconosco subito questa voce.
Cazzo.
Già mi perseguita alle lezioni, anche durante il tempo libero? Che palle che è... Non ha ancora capito che voglio voltare pagina, che lui non mi interessa più. Insomma, che lui per me non esiste più.
«Vaffanculo, Ken. Lasciami in pace e vattene. Ci siamo lasciati e, stavolta, per sempre. E non mi farai cambiare idea di punto in bianco.» rispondo senza guardarlo, fredda come il ghiaccio.
Mi prende per un braccio e mi fa voltare per guardarlo e mi spinge verso il muro dell' ingresso del dormitorio.
«Senti, puttana, non mi interessa se mi hai lasciato o no. Io di te posso farne quello che voglio. Abbiamo un figlio in comune.» urla come un pazzo e mi fa venire i brividi. Sento già la paura... si sta dimostrando una bestia.
Per l'ennesima volta.
E la cosa peggiore è che non riesco proprio a difendermi. Non so che fare o che dire.
Ma poi prendo tutto il coraggio che ho, metto la faccia più sprezzante che riesco a mettere e gli rinfaccio la prima cosa che mi viene in mente «Non è così. Ti ricordo che me l'hai tolto tu portandolo di nascosto in un'orfanotrofio...»
«Sta zitta puttana. Non me ne importa un cazzo di quel coso schifoso. Con o senza figlio in comune sei comunque la mia puttana e io faccio di te quello che voglio. O ti sottometti o ti farai sottomettere.» mi interrompe urlando più forte di prima e incomincia a spogliarmi e a violentarmi e, come i vecchi tempi, non so che fare... riesco solo a piangere e urlare richieste di aiuto.
La paura cresce sempre più. Mi sta distruggendo. Come se non bastasse avvolte mi spinge fortissimo verso il muro e io sento fitte fortissime alla schiena e alla testa.
A un certo punto le mie grida di aiuto vengono attraversate da qualcuno «Lasciala, figlio di puttana!»
Riconosco questa voce... È Nicholas!
Poco dopo Nicholas si avvicina a Ken lo prende per un braccio e lo fa staccare da me riempiendolo di botte, ma, nel farlo, sbatto la testa al muro talmente forte che poco dopo mi accascio a terra e incomincio a vedere tutto sfocato, fino a quando non vedo più niente...
Riesco solo a sentire Nicholas che inveisce contro Ken e il suono delle sirene...

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