04 - Cogli la rosa quando è il momento

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*ATTENZIONE, ATTENZIONE*
Questo capitolo contiene un piccola citazione che, sono sicura, chi ha letto "La Bella Addormentata Non Si Sveglia Più" sicuramente scoverà...😍

EDEN

Appena entro in aula, con le palpebre ancora assonnate dalla levataccia imposta dagli orari scolastici – speriamo di abituarmi presto alla routine invernale –, mi trascino verso la mia postazione.

Sollevo lo sguardo, quando, esattamente sotto il mio banco, scorgo due gambe discretamente muscolose che denotano la presenza di un ragazzo seduto sulla mia sedia...

«Adam Donati, che ci fai al mio banco?», eccepisco, dimenticandomi delle buone maniere o dei convenevoli, quali salutare, o cose così.

«Buongiorno anche a te», mi sorride sbruffone.

Incasso la ripresa, ma rimango muta. Così prende a parlare lui.

«"Al mio banco"?», riprende le mie parole facendomi il verso, con lo sguardo forzatamente accigliato, «Il tuo banco, dici? Pensavo che i banchi fossero di proprietà della scuola, ma forse mi sbagliavo...»

Prende a ispezionare in ogni suo angolo la superficie su cui, un attimo prima, poggiava i gomiti, e poi continua: «Come pensavo, appunto, non leggo "Di proprietà di Eden Neve" da nessuna parte... Piuttosto un "Sara e Daisy for ever", ma tu non sei né Sara né Daisy, vero?»

«Simpatico già di primo mattino», noto con una punta di acidità.

«Hai ragione, perdonami», mi stupisce lui scusandosi e alzandosi dalla mia sedia, «Tutto suo, mademoiselle. Si accomodi pure...», mi fa con aria di sufficienza.

Senza farmelo ripetere, prendo possesso del mio agognato posto e lui, non contento, si siede vicino a me.

Subito, sposto il mio sguardo sul suo volto, dei chiari punti di domanda impressi nelle mie pupille. Mai nella vita l'ho visto sedersi in un banco diverso da quello all'angolo vicino alla vetrata, tanto meno per prediligere proprio quello vicino a me – che di certo non figuro nel ventaglio degli interessi di Adam Donati.

«Mi sono persa qualcosa?», chiedo retorica, le sopracciglia sollevate.

«Dimmi, Maria, da quanto tempo ci conosciamo, io e te?»

Fingo di non aver sentito il nomignolo con il quale, per l'ennesima volta, ha scelto di chiamarmi e rispondo diretta: «Cinque anni da che ho scoperto della tua esistenza; tre da quando siamo compagni di classe. Questo sarà il terzo.»

«Ah!», esclama soddisfatto, «Quindi mi stai dicendo che io ero già nei tuoi pensieri ancora prima che finissimo in classe insieme, è così?», gongola.

Alzo gli occhi al cielo, insofferente a tanta strafottenza.

«Adam, arriva al dunque, per favore», la taglio corta, puntando i miei occhi severi nei suoi.

Il suo sguardo ha un qualcosa di magnetico. Le sue iridi sono nocciola, ma a volte, come ora, sembrano tanto scure da non permettere di riconoscere la pupilla al loro interno. Le ciglia e le sopracciglia folte, poi, ne acuiscono il senso di profondità. E, all'improvviso, è come un vortice che trascina, assorbe, ingloba.

«Sono tre anni – ops, cinque! – che siamo entrati l'uno nell'esistenza dell'altra e non ci siamo mai parlati per davvero...», esordisce a spiegare il suo comportamento bizzarro, utilizzando un volume di voce fin troppo potente, rispetto a quello imposto dalla nostra vicinanza, «Mai sul serio...», puntualizza.

«E proprio oggi hai scelto che dobbiamo iniziare?», gli chiedo sostenuta, quasi irritata dal suo improvviso interesse nei miei confronti.

Ma che cosa crede di fare? Che mire ha?

Lo so che lui porta solo guai. A me non mi inganna...

«È il nostro ultimo anno di liceo. Il tempo non è infinito, Eden»

Eden. Mi ha chiamato Eden?

«E, se continuassimo a rimandare e rimandare – come si fa quasi sempre – rischieremmo di non avere più occasione...».

Sposta il suo sguardo altrove da me, in un punto imprecisato nello spazio. Le sue pupille prendono a vorticare. «Io ho preso tante decisioni nella vita, alcune sono state cazzate, lo so, ma di una vado particolarmente fiero: ho deciso che non voglio permettere a me stesso di lasciare che i giorni passino, mentre io sto solo a guardare, perdendo, una dopo l'altra, le occasioni che la vita mi avrebbe potuto offrire, solo perché ho deciso di aspettare. Rimandare. Io non aspetto, Eden. Non sto a guardare. Io scelgo e mi prendo quello che voglio», e così dicendo i suoi occhi sono di nuovo nei miei, i quali, imbarazzati da un contatto così diretto, fuggono via.

Non so se sia consapevole dello spessore delle sue ultime parole ma, per un attimo, io ne rimango priva, perché lui me le ha tolte tutte. La schiettezza con la quale si è espresso è stato uno schiaffo diretto al cuore, o allo stomaco – io non lo so, perché è tutto in subbuglio.

«Carpe Diem, giusto?», gli chiedo, ancora assorta nelle sue ultime frasi.

«Cogli la rosa finché è il momento», inizia a recitare, «che il tempo, lo sai, vola, e lo stesso fiore che oggi sboccia...»

«Domani appassirà», concludiamo insieme.

Accenno ad un sorriso. «"L'attimo fuggente"», dico.

Lui, il labbro inferiore appena pizzicato dall'arcata superiore dei denti, scuote il capo.

«Robert Herrick», mi corregge, «Sono versi di Robert Herrick. Il famoso professor Keating li ha semplicemente citati, nel film che tu giustamente hai menzionato...»

Di nuovo, rimango senza parole. So che quei versi appartengono ad altri e non al personaggio che Robin Williams ha interpretato ne "L'Attimo Fuggente", ma possibile che Adam ne conosca addirittura la fonte esatta?

Lo osservo. Muta. E, per la prima volta, lo vedo sotto una luce nuova, più poetica, forse. Affascinante.

Mi guarda ancora, ma io questa volta non distolgo i miei occhi dai suoi.

«Ehi, cuggi!», ci sorprende Vivì, «Che diavolo ci fai seduto al mio posto?»

«Anche tu con 'sta storia del "mio posto"», mima gli apici con le dita, «quanto siete noiose e ripetitive, voialtre.»

«Ah. Ah. Ah.», ostenta Viviana. «Ma se sei il primo che dice agli altri di sloggiare se solo provano ad avvicinarsi al posto vicino alla finestra», gli fa giustamente notare.

«Beh», inizia canzonato lui, «Si cresce».

«E tu hai deciso di farlo in una notte sola?», lo rimbecca a tono.

«La vita è imprevedibile!», alza le mani. Poi continua: «Dato che sembra così importante... Ok, bambine!», si alza, «I vostri posti sono illesi!»

Fa qualche passo per allontanarsi e lo scorgo dare un'occhiata a Scar e a Giotto – con i quali credo sia amico da sempre – che dal loro posto sembrano aver assistito a tutta la scena, a giudicare dalle espressioni divertite che hanno dipinte in volto. Poi, Adam si ferma. Torna indietro e indirizza ancora una volta le sue pupille nelle mie.

«Sarà per un'altra volta», comunica, le sopracciglia sollevate. «E poi...», continua scandendo bene le cose che dice, «io ed Edy avremo momenti più propizi per approfondire la nostra conoscenza, vero bellezza

Io non rispondo, ma lui non si aspetta che io lo faccia. Prosegue invece oltre, fino a raggiungere il suo posto, quello all'angolo, sotto la finestra che dà sul cortile.

«Mi spieghi che cavolo voleva dire mio cugino, Eden?», mi chiede Viviana, più confusa di me, «C'è qualcosa che mi sono persa?»

Se tu ti sei persa qualcosa, credimi, io più di te...

«Non ne ho la più pallida idea, Vì. Appena sono arrivata, l'ho trovato seduto al mio posto... Ha insistito dicendo che sono tot anni che ci conosciamo, ma che non sappiamo niente l'uno dell'altra, così voleva rimediare. Non lo so... Non lo so davvero che diavolo gli è preso.»

Arriva anche Manu, ci saluta, noi ricambiamo e la discussione, gloria a Dio, cade lì.

Per qualche minuto – o, forse, solo secondi – mi impongo di non voltarmi, ma poi cedo. Mi volto. Lo trovo mentre già mi fissa. Sussulto, presa in contropiede, ma è troppo tardi per distogliere lo sguardo e fingere di non essermi mai girata.

Mi ha vista. Mi sorride. Solleva il mento e mi fa un occhiolino. Un occhiolino, come quello che gli ho visto riservare a moltissime delle ragazze con le quali è stato, che a me, però, non aveva mai sfiorato.

Che diavolo hai in mente, Adam?

















♡♡♡








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Ciao, meraviglie!

Come promesso, ecco il nuovo capitolo contenente la prima scena che vede Adam ed Eden insieme. Allora?! Commenti?? 😍

Se vi è piaciuto ciò che avete letto non dimenticatevi di lasciare una stellina, questo perché, così facendo, mi aiuterete a salire nelle classifiche conquistando un po' di visibilità in più.

*piccolo spazio informativo*
Le storie, su Wattpad, si  piazzano in classifica più o meno bene a seconda delle interazioni che ricevono (commenti, stelline, condivisioni e simili), in relazione anche all'arco di tempo in cui queste avvengono. Insomma: se una storia vi piace (non solo la mia), mi raccomando, cercate di segnalare in qualche maniera il vostro passaggio, questo non solo creerà un ponte fra voi e chi scrive ma, anche, aiuterà la storia che state apprezzando, tanto o abbastanza da leggerla, ad emergere in questo mare pieno di onde da cui è composto Wattpad.
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*fine spazio informazione*

Io continuo a ringraziarvi per il supporto che mi date e per l'entusiasmo con la quale continuate ad accogliere questi capitoli! 😍😭

Vi ricordo che il prossimo aggiornamento è previsto per sabato prossimo e, ancora una volta, sarà dal punto di vista di Adam. Ovviamente la presenza dei Fantastici è assicurata! 😎

Vi stringo forte.

Un bacio a testa,
S.C.

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