30 - Sentimentalismi e Darkwing Duck

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

*piccolo spazio autrice abusivo*
A tutti i giocatori di Indovina Chi (sì è tornato!), ricordo che la frase era: "Io sono il terrore che aleggia nella notte [...] sono Darkwing Duck!"
Buona lettura!

♡♡♡

ADAM

Ho una morsa allo stomaco, appena la vedo scendere dalla vettura fermatasi in stazione. Mentre mi viene incontro, la saluto citando la frase che le dissi la prima volta, nel giorno eminentemente dopo a quello della sfida che mi hanno lanciato i Fantastici – riuscire a portarmela a letto –: «Buongiorno, meraviglia del paradiso!»

Il sorriso ampio le illumina il viso mentre mi risponde a tono: «A te, creatura terrestre!»

È bello vedere come questa volta sembri più a suo agio nel ridire la stessa frase pronunciata all'inizio della scuola.

«Come stai?», vuole sapere. È la classica domanda di circostanza, ma lei sembra essere realmente interessata alla risposta.

«Non c'è male», le dico. «E tu?»

«Idem». Mi sorride. «Grazie di avermi aspettata!»

«Ma di che. Almeno andiamo in là insieme»

Sebbene abbia preferito festeggiarlo prima, oggi è ufficialmente il compleanno di Viviana e, per l'occasione, ha invitato me e le sue amiche a incontrarci un poco prima rispetto l'orario dell'inizio delle lezioni perché ci teneva a offrirci la colazione.

Il bar stabilito per il nostro appuntamento dista a soli pochi minuti di cammino, ma sono felice di aver aspettato il treno di Eden per poterlo raggiungere insieme. È sempre un'occasione in più per avvicinarmi al mio obiettivo e poi, devo ammetterlo, la sua compagnia sembra dispiacermi molto meno di quello che avevo preventivato... È come se dopo la festa di Viviana la vedessi con occhi nuovi. Chissà, magari lo schiaffo che ho ricevuto mi ha fatto bene...

Ieri le ho scritto, l'ho fatto per assicurarmi che oggi ci fosse, ma ne ho approfittato per chattarci un po'. Non c'è stato niente di particolare o degno di nota, abbiamo scambiato solo qualche chiacchiera innocente, ma quanto basta per chiederle: «Allora? Come è andata ieri con la tua migliore amica?»

«Molto bene», mi risponde gioiosa, «Con Rebecca va sempre molto bene. Grazie di avermelo chiesto.»

Le lancio un'occhiata furtiva, ma faccio in modo che lei lo noti. «Le hai parlato di me?»

Per un attimo, la sua camminata perde il ritmo, poi sembra riprendere l'andatura più veloce di prima.

«Io... perché me lo chiedi?». La sua è una domanda retorica che quasi sembra più un'esclamazione, per la velocità con cui l'ha pronunciata. Mi viene da sorridere tra me e me: Eden è la ragazza che forse più di tutte le altre che conosco o che ho conosciuto è meno in grado di dissimulare l'imbarazzo. «Comunque, beh... gli ho parlato della festa di Vì e tu eri alla festa, per cui...»

Cerca evidentemente di minimizzare, pronta a percorrere qualsiasi via di fuga possibile, ma io non ho intenzione di lasciarle scampo... «Mi hai tirato uno schiaffo e abbiamo ballato insieme», le ricordo, desideroso di potermi gustare la sua reazione a riguardo.

«Sì, e le ho raccontato anche questo ovviamente», mi comunica piatta, ma io so che quel suo modo è solo il suo goffo tentativo di non far percepire la tempesta che ha dentro.

«È stato bello», le dico, insistendo a rimanere sull'argomento.

Lei cede. «La seconda volta che abbiamo ballato di più», mi dice, «sulla prima caliamo un velo pietoso...», aggiunge, il sorriso ironico stampato sul viso.

«Colpito e affondato!», alzo le mani in segno di resa, «Ho già fatto la mia sfilata della vergogna e ho fatto ammenda per i miei peccati!», scherzo, «Ma, come dici tu, la seconda volta... la seconda volta mannaggia a quelle due ficcanaso di mia cugina e Manuela... se non fosse stato per il loro arrivo, io...», lascio il discorso sospeso volutamente, voglio che sia lei a immaginare quello che avrei potuto farle, che avremmo potuto fare. Volevo impossessarmi delle sue labbra, in quel momento, e probabilmente il mio desiderio non si sarebbe arrestato a quel punto...

Il Karma mi deve essere avverso perché «Siamo arrivati» mi fa notare lei.

Mannaggia il tempismo...

«Riprenderemo questo discorso, prima o poi, sappilo», le riferisco deciso.

«Chissà...», fa la vaga, già con un piede all'ingresso del locale.

Quando entriamo, Vì e Manu sono già lì, sedute attorno al tavolo che si sono premurate di riservare per noi.

«Buongiorno!», ci salutano quasi all'unisono.

«Siete arrivati insieme...», è la constatazione di mia cugina, che sembra stupita di apprendere questo dato.

«Ci siamo beccati in stazione», si giustifica subito Eden.

«Sai com'è, pendolari entrambi...», decido di darle man forte.

«Tanti auguri, cucciola!». Eden si getta al collo dell'amica, fugando così ogni altra forma di imbarazzo, «Come ci si sente ad avere 18 anni?», le chiede prima che l'amica abbia il tempo di iniziare con il suo terzo grado volto a scovare qualsiasi retroscena che abbia portato me e la sua amica a fare quel breve tratto di strada insieme, come fosse chissà quale cosa compromettente o che ne so – conosco abbastanza bene mia cugina per dire che, sì, sarebbe in grado di farlo, e probabilmente non vede l'ora...

«Esattamente come ci si sente quando se ne hanno 17». Pericolo scampato, Viviana sceglie di rispondere alla domanda, senza raggirare l'argomento.

«Solo che, adesso, si rischia la galera... eh, cuginetta?!», intervengo divertito.

«Ah. Ah. Ah. Tu e le tue tristissime battute», mi fa lei, mentre fa roteare gli occhi con fare drammatico.

«Buon compleanno, comunque». Mi avvicino a lei per stringerla forte tra le braccia. «Ti voglio un sacco di bene, cuggi...», le ricordo all'orecchio.

Lei si separa da me rispondendomi: «Te ne voglio anche io... e meno male per te!», ride.

«Sono un uomo fortunato!», sto al suo gioco.

«L'hai detto!», conferma ciò che ho detto io, «Ma ora... cappuccio e brioches anche voi?», ci chiede, con l'intento di farlo sapere alla cameriera che si è apprestata al nostro tavolo e che probabilmente ha già le altre due ordinazioni.

«Ovvio», rispondiamo all'unisono io e Eden, che subito ci scambiamo un'occhiata divertita e sorpresa al contempo per poi scoppiare a ridere come scemi.

«Da quando in qua siete telepatici?», chiede Manu, retorica, mentre la ragazza infila blocchetto e penna nel piccolo grembiule e va dietro il bancone, « Dobbiamo iniziare a preoccuparci?»

«Ovvio» le rispondo furbamente io.

Subito mi giro verso Eden, le lancio uno sguardo d'intesa e le faccio l'occhiolino. Lei mi sorride e, in tutta risposta, abbassa di poco il capo, pizzicando appena il labbro inferiore fra i denti.

«Voi due non ce la raccontate giusta... Eden...?!»

Il chiaro appello di Manuela volto all'amica al fine di sapere ogni cosa che lei immagina di dover sapere – che cosa poi lo sa solo lei – non trova riscontro: «Non è successo né più né meno di quello che già sapete», le dice infatti Eden.

«Ma non è ancora detta l'ultima...», aggiungo astuto io.

«E cosa mai potrebbe succedere?»

«Eden, non fare 'ste domande, per favore...», inizia Manuela con il suo solito tono piccato, «Tante cose, Eden. Potrebbero succedere tante cose. Non è poi tanto difficile da immaginare...»

Dopo quell'ultima insinuazione, posa i grossi occhi verdi e maliziosi su di me, e sono sicuro che in quel modo cerca di richiamare in me il ricordo di noi due insieme. Non mi faccio pregare troppo, al suo primo battito di ciglia la mia mente è già riallacciata ai flash che ci vedono protagonisti. Devo darle credito, lei è stata una delle ragazze con la quale mi sono divertito di più. Manuela è più pazza di quello che si potrebbe immaginare e già lei non è una che non lo dà a vedere...

Mi trattengo dal strizzarle l'occhio in segno d'intesa, ma solo perché so che Eden è vicino a me e ci sta guardando. Non voglio mandare all'aria i passi avanti che abbiamo fatto negli ultimissimi giorni, proprio ora che sento che si è creato un ponte, seppur labile, tra di noi.

«"Se son rose fioriranno", si dice, non è così?», ribatto io, «In ogni caso adesso, come giustamente diceva Eden, non c'è niente di cui discutere, quindi possiamo chiudere qui il discorso e dedicarci alla nostra festeggiata». Non che non trovi stimolante o divertente il gioco lanciato da Manuela, l'idea di mettere in imbarazzo la verginella della scuola continua ad eccitarmi, ma voglio darle prova che sono dalla sua parte, che lei, Eden, può fidarsi di me adesso.

«Ecco la nostra colazione», la ragazza che ci serve posa sul tavolo la nostra prenotazione proprio al momento giusto.

Infilo una mano nella tasca del giubbotto e tiro fuori la piccola candelina rosa che ho recuperato quella mattina da casa proprio per l'occasione. La posiziono sulla brioches di Viviana, rigorosamente alla cioccolata, e la accendo sotto lo sguardo stupito di tutte.

«Wow! abbiamo gli effetti speciali!» è il commento compiaciuto di Viviana.

«Questo e altro per la mia cuginetta preferita», le dico stucchevole.

«Sei il migliore», mi sorride. Vedere Viviana piena di gioia e gratitudine mi riempe il cuore di gioia.

«Lo so», gongolo io.

«Ora devi esprimere un desiderio», le ricorda allora Eden, che subito dopo aver pronunciato quella frase mi guarda per un istante, sorridendomi con occhi colmi di approvazione.

La festeggiata rimane per qualche istante in silenzio. Poi soffia sulla candelina.

«Fatto», esulta.

«Non è così che si fa, Adam, per favore riaccendi la candelina», mi ordina Eden.

Io faccio come dice, incuriosito dalla sua intraprendenza.

«Prima dobbiamo cantarti "Tanti auguri"», spiega ovvia. «Avanti, ragazzi», ci invita a fare come dice.

Non ce lo facciamo ripetere due volte, io e Manu iniziamo a cantare a squarciagola incuranti del fatto di trovarsi in un bar pieno di gente, ed Eden con noi. Stoniamo volutamente la canzone fino al suo epilogo, il momento in cui, di nuovo, Viviana soffia sulla candelina.

«Ecco, così si fa ...», è il commento soddisfatto di Eden. «Che cosa hai espresso?»

«Ma non si dice!», protesta Manuela, «Porta male!»

«Dal mio punto di vista, invece, tutto il contrario », risponde Eden, «Se uno è a conoscenza del desiderio espresso da un altro, può adoperarsi per favorire il suo adempimento... si moltiplicano le possibilità che questo riesca ad essere esaudito, no? Altrimenti come si fa a far si che succeda, se è un segreto per tutti ad eccezione di chi ha espresso quel dato desiderio?»

È semplicissima la cosa che ha detto, ma rimango incantato nell'ascoltarla... la verità è che non ci avevo mai pensato...

«Eden non ha tutti i torti», ammette Viviana, «Ve lo dico, tanto...», si stringe di poco le spalle e puntando gli occhi in un punto indecifrato del tavolino ci comunica: «Ho desiderato di non perderci mai. Amo noi e la nostra amicizia e l'idea che la scuola finisca e che tutto possa cambiare mi fa tanta paura... Non sopporterei non avervi più nella mia vita...»

Penso che questa svolta così sentimentale non se l'aspettava nessuno. Manuela, Viviana e Eden hanno tutte la stessa medesima espressione malinconica, con gli occhi pronti a straripare da un momento all'altro.

Sento di dover fare qualcosa prima di lasciarmi coinvolgere dallo stesso moto anche io, così la butto a ridere: «Per quanto riguarda me, non ti preoccupare, cuggi: sei sangue del mio sangue, avrò tutta la vita per tormentarti. Perché, ricorda», e qui cito una battuta di un cartone che guardavamo sempre insieme, da piccoli, «Io sono il terrore che aleggia nella notte, sono il brivido che corre per la tua schiena, sono... sono Darkwing Duck!»

















♡♡♡



















//
Ciao a tutte le meraviglie che leggono!

Dopo il ritardo con l'ultimo capitolo, sono ritornata in riga e puntualissima! 😎

Allora? Che ne pensate di questo nuovo capitolo? 😍

Sono felice di annunciarvi che in pratica ho già pronto anche il prossimo (che è poca cosa, ma è già qualcosa). Tanto per cambiare, inizieranno per me una serie di giornate da panico (vi dico soltanto che parto oggi per Milano, lunedì riparto direttamente da lì per scendere in Puglia, da dove ripartirò per la volta di Firenze nella notte del venerdì (e sabato o formazione. E domenica pure...). Poi torno a casa, ma già il mercoledì successivo dovrò tornare nei dintorni di Milano. Come sempre, tutto molto bello, ma... 😴😴😴

Ma questo spazio non è fatto per piangermi addosso.

Auguratemi tante cose belle!

Vi voglio bene. 💕

Fra pochissimo questa storia raggiungerà le 35mila visualizzazioni e siamo a 3mila voti, certo il dislivello fra un numero e l'altro è molto, ma in linea generale ho visto che questa è la proporzione (lettori silenziosi, manifestatevi! Le stelline non mordono - e non lo fanno neanche gli autori -, semplicemente fanno sentire la vostra presenza, e non è poco avendo solo questo mezzo a disposizione)... In ogni caso, grazie! Grazie di cuore per come supportate questa storia e per come mi sopportate nei miei logorroici spazi autrice. 😅💝

Vi voglio bene, ma ve l'ho già detto. 😜

Un bacio a testa,
S.C.
😘

P.S. Nomino qui @MC_Peregrine, perché non l'ho fatto altrove. Sapete tutto di lei, e io non ho finito di dirle i miei grazie! 💓

P.P.S. Ahimè, citando Darkwing Duck, mi sono resa conto di essere di un'altra leva rispetto a alcuni  - ammettiamolo: molti - di voi... per ovviare a questo gap generazionale (😅), vi lascio il link della sigla di Darkwing Duck, cartone animato che da piccola guardavo sempre con mio fratello...
Buona visione/buon ascolto!

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

Concludo con un "che bei tempi" che mi farà sembrare molto più vecchia di quello che sono in realtà... 😜

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro