75 - Gelosa di Dio

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ADAM

Mi fanno quasi male gli addominali per gli spasmi, ma non riesco proprio a smettere di ridere. L'espressione di profonda umiliazione con la quale Eden mi guarda, poi, contribuisce a rendere il tutto ancora più divertente ai miei occhi.

«Smettila!», cerca di scoraggiare il mio moto di risa, «Non è poi tanto divertente».

«Sì che lo è!», ribatto tra una risata e l'altra. Cerco di prendere fiato. «Cioè, in pratica... si può dire che tu sia gelosa di Dio?!». A quella supposizione scoppio a ridere ancora più forte.

«No! Cioè... sì, insomma...».

È adorabile quando così imbarazzata non riesce a trovare le parole con le quali tirarsi via dalla situazione che le crea disagio.

«Non è che sono gelosa di Dio, solo che io...». Si blocca senza sapere come continuare, mentre con una mano si scosta una ciocca di capelli dal viso per metterla dietro l'orecchio e si gratta il capo con fare nervoso.

La amo!
No, aspetta... che cos'è che ho appena pensato?

Cerco di rimettermi in sesto, smettendo di ridere perché certi pensieri si spiegano solo a causa degli ormoni ancora in circolo e dello stato di iperventilazione dovuto dalle risate. Un pensiero del genere, prima di Eden, non l'ho avuto per nessuno nella vita ed è troppo grosso, troppo presto. Ammettere di amare qualcuno fa paura.

La mia ragazza mi guarda accigliata. «Hai finito?», mi chiede severa.

«Forse», scherzo ancora io. «Te l'ho mai detto che sei buffa?».

«Più volte del necessario», si finge offesa.

«Ma guarda che quando te l'ho dico è un complimento per me. Io ti trovo adorabile!».

«Sará...», ribatte poco convinta.

Poso la mia chitarra e sedendomi in modo tale da creare uno spazio tra le mie gambe la invito: «Avanti vieni», batto con una mano sul posto che ho creato per lei.

Dapprima reticente, si piega al mio invito, accoccolandosi tra le mie gambe e poggiando la schiena sul mio addome, quasi come se il mio corpo potesse essere una poltrona per lei. Prendo a giocare con i suoi capelli e il suo profumo che sa di fiori e agrumi mi invade.

«Sai, se ci pensi bene», inizio addolcendo il tono e cercando le parole giuste per esprimere al meglio il mio pensiero, «il fatto che io abbia scritto una canzone per Dio è la migliore dichiarazione d'amore che potevo farti. Cioè, vuol dire che sto facendo sul serio, capisci? Con te e con Dio. Era qualcosa di fondamentale per te che il tuo ragazzo condividesse con te la tua fede, no? Ecco, questa mia canzone - se così la possiamo chiamare - è la prova del fatto che voglio essere io quel ragazzo, il ragazzo giusto per te».

Gli occhi di Eden si fanno improvvisamente più lucidi e un timido sorriso fa capolino sul suo viso.

Con un movimento del capo, fissa i suoi occhi nei miei. «Davvero?», sembra voler avere conferma della sincerità del mio discorso.

«Davvero».

«Lo sai che non devi venire in chiesa e comportarti da bravo cristiano soltanto perché lo voglio io, vero?», mi chiede con tono attento. «Cioè se è solo per quello non ha senso, cioè-»

«Non è solo per quello», mi appresto a rassicurarla.

Ultimamente ho avuto modo di riflettere proprio su questo tema. È vero, l'unico motivo per il quale all'inizio ho messo piede in chiesa è lei. Ma ci sono tornato perché, sorprendentemente, mi andava. Perché, non so spiegare come, ma ogni volta che tornavo ne uscivo come ristorato. Da diverse settimane sto frequentando le varie funzioni con abbastanza assiduità.
Ho avuto modo di conoscere tutti i suoi amici, che mi hanno accolto nel loro gruppo e nelle loro case come fossi un fratello, e con i quali ho scoperto di avere in comune molte più cose di quelle che pensavo. Le primissime volte, ho reagito con stupore nel constatare che la loro compagnia e gli stessi incontri fossero imprevedibilmente piacevoli per me. Non è gente bigotta e noiosa, come credevo, al contrario, mi sono sempre sentito libero di parlare senza tuttavia sentirmi giudicato, anche quando le cose che dicevo contrastavano con ciò che affermavano loro. È vero che, sebbene si riesca a parlare di un po' di tutto, le tematiche principali vertano tutte sulla Bibbia e sulla figura di Gesù, ma a me non dispiace alla fine. Sto scoprendo un sacco di cose interessanti e rivalutando diverse cose nella mia vita e nel mio modo di pensare. Mi sento stimolato al miglioramento. Quindi, sì, sicuramente ho iniziato a frequentare la chiesa per Eden, ma ci rimango perché in qualche modo fa bene a me.

«Mi piace venire in chiesa», la rassicuro, «mi sento sempre bene quando ci vengo», aggiungo.

«Peró...», questa volta è lei a intuire che c'è dell'altro.

«Nessun però», ripeto le stesse parole che poco fa aveva pronunciato lei.

Lei mi guarda di sbieco. «Avanti, parla. Lo sai che mi puoi dire tutto», mi incoraggia. «Ti senti sempre bene quando ci vieni, ma...?».

«Eden, perché non possiamo fare l'amore?», il quesito insoluto che mi martella la testa da giorni esce da me senza filtri, in un unico blocco, veloce.

Lei si gira di scatto e, presa in contropiede, cerca di liquidare il discorso. «Adam, lo sai... non voglio fare sesso prima del matrimonio».

«Non ho parlato di fare sesso, ho parlato di fare l'amore», specifico.

«È la stessa cosa!», cerca di tagliare corto lei.

«No, non lo è», ribatto lievemente risentito. Faccio un lungo respiro cercando di riordinare i pensieri. «Io non ho avuto problemi a lasciare certe cose nella mia vita, lo sai anche tu che ho smesso di ubriacarmi e che sto pure cercando di smettere di fumare», cerco di spiegare, «pure le parolacce cerco di non dire più perché, come abbiamo letto nella Bibbia non ricordo neanche più quando, non è bello che da un'unica fonte, la nostra bocca, esca sia il dolce che l'amaro, sia il bene che male. Lo capisco! E capisco anche che non è stato bello come mi sono comportato con le ragazze prima di te, o meglio, che non è buono portarsi a letto chiunque, ma...», trattengo il fiato prima di continuare, «con qualcuno di speciale? Qualcuno che ami...?».

Probabilmente, con questa ultima pseudo affermazione mi sono compromesso, facendo intendere che io ami lei, ma ormai è troppo tardi per ritrattare e ora che ho iniziato il discorso sono determinato a concluderlo. «Ok. È giusto aspettare la persona giusta, lo capisco, ma una volta che l'hai trovata... non c'è niente di sbagliato nell'amare, senza riserve, qualcuno, no? E io vorrei solo questo, poterti amare con tutto me stesso - tutto, Eden - come non ho mai fatto con nessuno».

Guardo i suoi occhi incerti tremare nei miei. Sembra trattenere il respiro, ma inondata dalle parole che io ho versato su di lei e che non ha avuto il tempo di elaborare non ribatte. Il suo silenzio mi fa impazzire, ma ancora di più i suoi occhi, i suoi capelli, la sua pelle, le sue labbra.

«Cristo, Eden...», faccio dei lievi cenni di diniego per scoraggiarmi a continuare, ma le parole escono fuori da me prima che io possa bloccarle: «Io ti amo!».




❤️❤️❤️




//
Ci siamo, ci siamo. È stata dura, ho rischiato di non farcela, mi sento come dentro una centrifuga, ma anche quest'oggi riesco ad aggiornare in tempo! 🥳

Quindi... Ciao a tutte le meraviglie che leggono! Come state quest'oggi?

Io, come potete intuire dall'introduzione che ho fatto, abbastanza presa, diciamo stancamente bene! Sono giorni frenetici e non esenti da contrattempi piccoli e grandi (l'ultimo è che oggi, dopo una tappa necessaria a Genova, saremmo dovuti partire per andare in Puglia a trovare la famiglia da parte di mio marito, ma - questa è la storia brevissima e priva di dettagli - alla fine ci tocca tornare per sbrigare alcune cose burocratiche e ripartire domani 😅). Fortunatamente però, come vi dicevo, ho già tutti i capitoli pronti, quindi eccoci qui...! 💪

Io non so voi, ma io fossi al vostro posto mi odierei per come ho fatto finire il capitolo... 😅 Voi mi odiate? Cosa ne pensate di tutto? Cosa vi aspettate dal prossimo?

Io friggo - FRIGGO - per sapere cosa ne pensate di tutto, e anche della fine che verrà... Ma ci siamo quasi.

Ci siamo quasi. ❤️

Vi abbraccio forte.

Un bacio a testa,
Sharon
😘

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