79 - Fottuto per davvero

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ADAM

Fottuto. Fottuto per davvero, cazzo.

Stava andando alla grande tra me e Eden ma ho fottuto tutto, come il più abile dei cazzoni.

'Che poi... Quante volte, prima di oggi, ho diviso il letto con qualche ragazza? Quante volte ho fatto cose senza occuparmi delle conseguenze? Quante volte ho trovato giustificazioni a legittimare le mie azioni? Quante volte non ho nemmeno sentito la necessità di trovarne?

Forse dovrei davvero provare a seguire il piano di Manuela, non pensarci, fingere che tutto questo non sia mai esistito e aspettare che passi, in qualche modo.

Alla fine è stato solo sesso, no? Solo del fottutissimo sesso disinteressato, senza conseguenze, come è stato altre mille volte per me.

Basterebbe non farne parola con Eden e nessuno lo saprebbe mai.

Basterebbe. Se non fosse che, prima di oggi, il sesso non aveva mai avuto il gusto amaro del tradimento.

Vorrei sparire.

Dio, ti prego prendimi ora è facciamo finire questo scempio.

Forse me lo meriterei.

Eden mi amava, si fidava di me. E io ho preso tutto il suo amore, tutta la sua fiducia, le ho appallottolate per bene insieme e bam! Le ho scaraventate a terra pisciandoci sopra.

Mi sono dimostrato il cazzone senza possibilità di redenzione che ero. E che sono, evidentemente.

Come ho potuto? Prendere la cosa più bella che avevo e rovinarla così...

Eden mi amava, si fidava. E io l'ho tradita, con Manuela poi.

Ok, eravamo entrambi ubriachi, ma questa non può essere una giustificazione.

Non mi sono mai, mai, sentito tanto sporco in vita mia.

Preso da uno scatto d'ira, lancio la lattina di birra che stavo bevendo a terra, schizzando ovunque con quel poco di liquido che ancora conteneva, e non contento mi precipito sulla stessa calciandola con violenza.

Osservo il movimento della lattina scagliata verso l'alto che ricade qualche metro più avanti rispetto a me e poi rimango a guardare la sua scocca vuota e ammaccata, che in questo momento scopro somigliarmi terribilmente.

Passano diversi secondi, minuti forse, durante i quali la mia mente si svuota.

Rimango lì, immobile, a contemplare il corpo martoriato della lattina che ho distrutto.

Sono stato proprio bravo. Sono bravo a distruggere le cose. Il migliore.

Trattengo a stento le lacrime e cerco di cacciarle via scuotendo la testa e premendo con una mano sugli occhi. Poi cammino verso la lattina, la recupero da terra e la butto nel bidone vicino.

Proprio in quel momento, sento il cellulare vibrarmi nella tasca.

È un suo messaggio.

EDEN: ehi amore... Com'è andata alla fine ieri? Mi manchi.

Guardo i caratteri scuri che compongono quella scritta come fossero privi di significato, quasi fossi anestetizzato a un dolore che altrimenti sarebbe troppo, davvero troppo, per me.

Senza rispondere, ripongo il cellulare nella tasca e cerco di mandare giù il nodo che mi si è formato in gola.

Il cellulare vibra di nuovo e io d'istinto lo riprendo.

È sempre Eden. Mi ha inviato una foto questa volta. Il commento cita "Guarda che bella! Me l'ha inviata Vì".

La foto ritrae me e lei abbracciati rivolti verso il mare. Mia cugina ce la deve avere scattata ieri sera, mentre non ce ne accorgevamo. Ed è vero, è una foto davvero bellissima. E fa malissimo guardala ora, cazzo.

EDEN: non è troppo dolce?

Lo è. E lo dovrebbe essere anche il ricordo di quel momento tanto bello passato insieme, così come tutti quelli che ho passato con lei. Ma allora perché il sapore che ho in bocca è tanto amaro?

Ripongo di nuovo il cellulare nella tasca, non voglio pensarci ora. Fa troppo male. Troppo, cazzo.

Dovrei fare finta di niente, no? Ma come è possibile fingere di non essere un povero idiota che ha rovinato tutto?

Cerco di non pensarci. Cerco di non pensarci e di fare passare le ore. Ci provo, con tutte le forze che ho, con ogni fibra del mio corpo, ma non funziona. Perché ci penso. Ogni minuto. Ogni respiro.

In ogni fottutissimo secondo quella foto, ormai impressa nella mente, mi ricorda ciò che eravamo e ciò che io ho magistralmente distrutto.

L'accrescere del tempo che passa senza che io sia capace di fornire ai messaggi di Eden di una qualsiasi risposta deve iniziare a diventare troppo per poter passare inosservato, tant'è che i messaggi di lei si fanno più apprensivi: "Ehi..."; "Ci sei?", "Ma che succede?"; "Sei sparito..."; "È successo qualcosa?".

"Ehi, amore, scusami stavo solo dormendo, non è successo niente. È vero siamo bellissimi. Ti amo. Ti prego continuiamo a farlo. Ad amarci, tutti i giorni". Così dovrei scrivere per seguire il piano di Manuela e fare finta che non sia successo niente, fiducioso nel fatto che, così come sembrava convinta lei, domani andrà meglio.

Ma non lo scrivo, perché qualcosa dentro di me mi dice che se voglio essere l'uomo che si merita Eden devo avere il coraggio di prendermi carico delle mie azioni ed essere disposto ad accettare le conseguenze.

Infilo e sfilo lo smartphone, aprendo ogni volta la chat che condivido con lei e ritrovandomi puntualmente incapace di digitare alcunché sulla tastiera per una quantità di volte imbarazzante.

Una parte di me è mossa dal desiderio di svuotarmi da tutto questo senso di colpa, magari confessandole tutto e implorando il suo perdono, perché è intollerabile per me l'idea di mentirle ancora dopo che le ho promesso di non farlo mai più.

L'altra parte invece è terrorizzata. Terrorizzata all'idea di non essere meritevole del suo perdono e di nessun altro.

Ci stavo provando, cazzo. Ci stavo provando a essere una brava persona e tutto il resto. Ci ho creduto, ci ho creduto davvero, ma ho rovinato tutto.

Mi viene da piangere. Mi viene da piangere e vomitare insieme.

Dio, cazzo, che cosa devo fare? Che cosa devo fare ora per non sbagliare ancora?

Afferro per l'ennesima volta il cellulare, finendo inevitabilmente sulla chat incriminata, sperando immotivatamente che le parole giuste mi si materializzino come d'incanto nella mente e che io possa scriverle. Ma non funziona, come presumibile da tutti gli altri tentativi.

Però, questa volta, lo schermo si anima con un'altra notifica. È l'app della Bibbia che mi ha consigliato di scaricare Eden che mi propone il versetto del giorno, quasi a conferma del fatto che ci sia davvero qualcuno che mi ascolta dall'alto.

"Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell'amore." (1 Giovanni 4:18)

Leggo e rileggo quel suggerimento inaspettato e all'improvviso è come un'epifania. Una forza che prima non mi apparteneva mi possiede e mi convince che è vero: non devo temere il castigo delle possibili conseguenze, se davvero voglio amare di un amore perfetto Eden.

Mi precipito fino alla macchina e la metto in moto.

Mi dispiace, Manu, ma non posso fingere.

Inizio a guidare mosso da un'inedita certezza: voglio amare e voglio imparare a farlo in un modo in cui non l'ho mai fatto.

"L'amore perfetto caccia via la paura". Questo mi rimbomba nella mente mentre guido, guido, guido fino ad arrivare di fronte a casa di Eden, dove annunciata la mia presenza le chiedo di uscire e lì dove lei mi viene incontro, sorridendo felice della sorpresa di trovarmi lì.

Sono davanti a casa di Eden mentre lei mi bacia e io non la scoraggio, cercando di trarre da quel baciò tutta la forza che mi serve per essere l'uomo che merita, e dal quale fatico a separarmi temendo possa essere l'ultimo.

"L'amore perfetto caccia via la paura".

Sono lì, di fronte a lei, quando in uno slancio di coraggio le dico: «Eden, dobbiamo parlare».






❤️❤️❤️






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Ho appena riletto il capitolo prima di metterlo disponibile su Wattpad e mi manca il fiato. Mi sono così trovata a chiedermi se sia un'emozione condivisa. Anche voi avete letto tutto il capitolo con un certo senso di precipitazione che, appunto, vi a tolto il fiato sulle ultime battute? 🥺

Mi affascina poter conoscere le vostre emozioni e i vostri pensieri a riguardo.

Fa tremare dirlo, ma siamo giunti al penultimo capitolo. 😳

Ho atteso prima di fornirvi il mio punto di vista a spiegare il perché di una decisione tanto sofferta come quella che ha definito l'ultimo capitolo che avete letto prima di questo.

Ma ora, avendovi concesso il giusto tempo di digestione individuale e senza interferenze, a distanza di una settimana, ci siamo.

Perche ho optato per una svolta tanto dura?

Come premessa voglio far notare che, come avete potuto leggere in questo capitolo, è indubbio che Adam non sia più quello di prima. Un cambiamento c'è stato. L'Adam dei primi capitoli non avrebbe mai provato vergogna o senso di colpa dopo aver fatto quello che a fatto. E ancora meno avrebbe ritenuto necessario confessare il misfatto, specie considerati i danni che tale confessione avrebbe potuto arrecargli.

E allora perchè, direte voi.
Ecco la risposta (che ho già avuto modo di condividere con Elijem86 , partita come semplice lettrice e presto diventata amica): non volevo rischiare che questa mia storia tendesse il tranello di lasciare credere che la brava ragazza possa "salvare" il bad boy di turno - passatemi gli appellativi generici - come altre centomila storia che, sotto un certo punto di vista, fanno più male che bene.

Non fraintendetemi, io credo fermamente nel lieto fine, e questo anche nella vita. Credo fermamente che le cose e le persone possano cambiare, sempre.

Ma, ascoltatemi bene, si salva solo chi vuol essere salvato e, in ogni caso, ci si salva da soli (nel senso che è una decisione fortemente intima e individuale che non può trarre la sua linfa dalla speranza o dalla forza altrui).

Alla luce di questo, non volevo dare l'idea che Eden abbia "salvato" Adam. Non sarebbe stato giusto, secondo il mio punto di vista. E, per come li ho pensati, questi due protagonisti sono ancora troppo giovani, troppo poco maturi per riuscire a sancire un lieto fine che non sia adombrato dai dubbi sul loro futuro. Hanno ancora bisogno di tempo per evolversi e crescere e non bastava un libro per poter delineare il loro arco evolutivo, perché altrimenti sarebbe stato troppo sommario e inverosimile. E io ci tengo che ciò che scrivo abbia adiacenza alla verità, seppure scrivo di opere di finzione.

La vita, spesso e (mal) volentieri, non va come avevamo previsto. È una lezione che volevo che i miei due protagonisti imparassero. E per farlo non volevo qualcosa di edulcorato. Mi serviva una botta violenta, una facciata in piena regola, perché niente più di una botta data bene spinge ad aprire gli occhi e a far "cambiare strada".

Non potevo, perché non volevo, che questo libro finisse con un semplice e "piatto", sebbene ben più sperato, lieto fine perché la realtà sarebbe stata troppo ingiustamente edulcorata. Ma neanche mi piace l'idea di bloccare questi due personaggi in un momento di "fallimento" tanto grande, vanificando tutta la loro evoluzione.

È così che, nel momento stesso in cui ho pensato a questa fine che state leggendo (tranquilli, avete ancora un capitolo! ❤️), ho anche iniziato a pensare alle possibilità che mi avrebbe offerto scrivere un secondo libro che interessi i protagonisti a cui tutti qui siamo affezionati, e ne sono rimasta entusiasta!

Quindi, ecco, nell'avervi esposto il mio punto di vista circa la questione (se avete ulteriori domande, non trattenetele, sarò lietissima di rispondervi!) vi ricordo che le vicende di Eden e Adam non si esauriranno con il prossimo capitolo ma rispiccheranno il volo con il nuovo libro che credo amerete almeno come avete amato questo! 🥰

Questo spazio autrice sta diventando troppo lungo e io mi sento costretta a darmi un limite. ✂️

Questo non senza prima ringraziare ovviamente MC_Peregrine per ciò che sapete già e, ringraziamento inedito, brAdniss per il motivo che vi racconto di seguito, perché mi fa piacere farlo.

Chiara è una lettrice con la quale mi sono sentita in più di un occasione e proprio ultimamente, mentre stavo ancora scrivendo questi capitoli, mi ha girato su Instagram l'immagine che vi lascio subito qui sotto dicendo che nel leggerla aveva pensato a me e ai miei protagonisti.

Cosa vi ricorda? Esatto, avete appena letto questo passaggio all'interno del libro.
Ma sapete una cosa? In questo capitolo, nella sua prima versione, non avevo pensato di inserire nessun versetto!
Poi però è arrivata Chiara, che con la sua condivisione mi ha acceso la lampadina. 💡

Ora questo capitolo mi sembra completo, come forse non lo sarebbe stato privato del versetto che ha dato la spinta definitiva ad Adam. 💪

E la cosa più bella è che se questo è successo è grazie a uno di voi. 😍

Non è la prima volta che parlando con qualcuno di voi lettori, o a volte leggendo alcuni commenti particolarmente ispirati, mi viene in mente qualcosa da scrivere, per questo non smetto di ringraziarvi ogni volta che scegliete di scrivermi e di relazionarvi con me. 🤗

Ogni scambio che ho con voi è prezioso e a volte può cambiare il corso delle cose, o almeno contribuire, così come è stata con il piccolo aneddoto che vi ho raccontato. 💝

Sono una persona che crede fortemente nella potenza delle relazioni.

Così, a coloro che vorrebbero scrivermi ma pensano che non ne valga la pena o che sia troppo sciocco ciò che volete dirmi dico: vale la pena (la valete sempre)! 💘

Detto questo, spero che coloro con cui ho avuto diversi scambi anche piuttosto proficui non l'abbiano a male, ma ciò che è successo con questo capitolo è stato speciale e andava riconosciuto. ❤️

Comunque...

-1🤯

Un bacio a testa,
Sharon

P.S. Ah! Quasi dimenticavo. Come ormai è consuetudine saluto in questa sede le nuove Lilypuziane (sì, il gruppo Telegram ora ha un nome 🤩🥳😎), Victoriaaru, ilaria732002, _Eleonora_88, nom3utente e AstridVonHardenberg ! 🖐️😍💘
... Quante nuove aggiunte, questa settimana! Cioè, abbiamo raggiunto i numeri a due cifre... Tanta roba! 😜 Se qualcun altro di voi volesse aggiungersi, scrivetemi in privato che vi giro il link oppure cercate direttamente su Telegram il gruppo "Le Lilypuziane" (al momento ci chiamiamo così, ma stiamo valutando di passare a "Le Apostole" non appena arriviamo ai 12 e fino a che non arriviamo a 14 - ci teniamo come bonus la figura di Gesù, ai fini del conteggio! 😂).

P.P.S. Di farmi sapere che ne pensate del capitolo ve l'ho chiesto? Dai, che Adam ha tirato dritto 'sta volta... ❤️

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