CAPITOLO EXTRA: UNA FIABA OSCURA (QUINTA PARTE)

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ROSEMARY

Come ti vidi mi innamorai. E tu sorridi perché lo sai.
(Arrigo Boito)

-Stanno arrivando- mormorai. Mi guardai intorno, il cuore in gola. Non c'era nessun posto in cui saremmo stati al sicuro. Arretrai, ascoltando il rumore degli zoccoli contro il terreno. I cavalli della Caccia. Non c'era scampo, sarebbero entrati, ci avrebbero presi...forse ci avrebbero portati via con loro per sempre.

-Stai dietro di me- e Tyler, inaspettatamente, si frappose tra me e la porta, spingendomi verso l'unico punto in cui non c'erano finestre.

-Cosa facciamo?- chiesi in un sussurro.

-Li combattiamo, non si può fare altro-

Non gli chiesi come, non avevo la più pallida idea di come si potesse combattere qualcosa come la Caccia ed ero certa che neppure Tyler lo sapesse. E poi, non so come, ci stringemmo la mano. Un gesto semplice ma che dava a entrambi più forza, che ci unì, che ci diede la speranza. Inspirai a fondo. Ero una strega, io avevo il potere e lo avrei usato per salvarci.

-Cosa stai facendo?- mi chiese Tyler.

-Il potere- mormorai, sentendo la magia che mi percorreva completamente, che mi faceva tremare, che quasi mi faceva male.

-Credi di riuscire a...-

Il pavimento tremò e le finestre andarono in mille pezzi. Tyler si gettò su di me per proteggermi dai vetri che volarono ovunque. I nostri corpi si toccarono e io la sentii ... la magia, che ora non era solo più in me, ma si diffondeva anche in Tyler, lo percorreva completamente, lo sentii irrigidirsi, mi aggrappai a lui, condivisi il mio potere con lui e desiderai semplicemente che la Caccia non ci prendesse. Lui mi strinse a sé e affondai la testa nel suo petto. Sentivo il calore del suo corpo, non credevo che un vampiro potesse essere così bollente. Non avevo mai condiviso la magia con nessuno, normalmente non era semplice condividerla, spesso ci voleva la persona giusta per poterlo fare, un po' come per l'amore. Scacciai questo pensiero. Non amavo Tyler, non potevo amarlo, eppure ora il nostro potere era unito e nel mondo magico non c'era nulla di così intimo come la condivisione del potere. Sentii i suoi pensieri, le sue sensazioni, i suoi desideri, le sue paure, sentii lui riversarsi dentro di me e sapevo che lui sentiva me. Era tutto confuso e irruente, non sapevo che Tyler fosse così, provai la sua paura, la sua rabbia, la sua solitudine, il suo desiderio. Immagini sfocate mi passavano davanti: un bambino seduto in un angolo, un ragazzo senza amici che legge un libro, un giovanotto che osserva il mondo con una certa invidia. E poi tutto finì. Aprii gli occhi. La Caccia era intorno a noi, ma pareva che non ci vedesse, ci passò accanto, quindi uscì. Esseri scheletrici in sella a cavalli scheletrici, strane creature dalle forme più strane, anime che parevano quasi essere state un tempo umane ma che ora erano qualcosa di tremendamente diverso. Sentii il potere diminuire, lentamente, le gambe minacciarono di non reggermi e fu solo grazie a Tyler che non caddi per terra. Senza dire una parola mi prese in braccio e mi portò fino al divano dove mi adagiò con una tenerezza di cui non lo credevo capace.

-Se ne sono andati- sussurrò. Lottai contro la voglia di sfiorare il taglio che aveva sulla fronte.

-Dobbiamo trovare Abby e Sam- mormorai.

-Devi riposarti ora ... quello che hai fatto è incredibile, non ho mai visto una cosa simile- scosse la testa –ci hai salvati, io non credevo che una strega così giovane potesse avere tanto potere-

Neppure io lo credevo possibile. Deglutii. Avevo la gola secca.

-Sam sa badare a se stesso, credimi-

Annuii. -Hai mai affrontato qualcosa di simile?- gli chiesi.

Tyler mi sorrise. -Tantissime cose-

E fu allora che sentimmo l'urlo, un urlo acuto e agghiacciante. Spalancai lo sguardo e fissai Tyler mentre una parola di formava sulle labbra di entrambi: -Abigail!-

Mi alzai e barcollai, presa da una vertigine. Tyler mi afferrò, impedendomi di cadere.

-Aspetta un un attimo- mi disse, facendomi sedere di nuovo sul divano.

Mi appoggiai allo schienale e posai un braccio sul bracciolo, la testa che mi girava. -Abby, non posso lasciarla sola-

-Aspetta qua, vado a vedere dalla finestra-

Annuii debolmente.

Tyler andò alla finestra, guardò attraverso, poi l'aprì e mise la testa fuori, attento a non toccare i pezzi di vetro che erano rimasti attaccati.

-Non si vede nulla- disse -la nebbia è molto fitta- si tirò indietro e rapido richiuse la finestra.

-Si sentono delle voci?- domandai.

-Nulla-

-Dobbiamo andare- mormorai.

Tyler sospirò. -Non avrei dovuto fare questa festa-

-Sono proprio d'accordo con te-

Tyler mi fissò un secondo poi scoppiò a ridere. Era bello sentire una risata in un momento così brutto. E poi un altro urlo squarciò l'aria.


NOTE DELL'AUTRICE:
Ecco il penultimo capitolo di questo racconto ❤
A presto!

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