CONFRONTO CON SAM

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TYLER

Non c'è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state.
(Fernando Pessoa)


Arrivammo a Las Vegas prima del previsto. Il cielo si stava colorando di scuro. Intorno a noi gli edifici brillavano di mille luci colorate. Un vero spettacolo.

-Che meraviglia!- esclamò Rosemy, lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

-Un luogo bellissimo da vedere- dissi con un sorriso. Era meraviglioso vedere la sorpresa dipinta sul suo volto. Era così incantevolmente ingenua.

-Aspetta, cerco il nome dell'hotel, Abby mi ha mandato un messaggio con il nome- disse, prendendo il cellulare dalla borsetta.

Annuii, le mani strette intorno al volante. Anche Sam mi aveva scritto dove si trovavano. Rosemy lesse il nome.

-Sai dove si trova?- chiese.

-No, ma per queste necessità hanno inventato il navigatore- lo azionai con una mano.

-Aspetta, digito io- disse Rosemy –non vorrei ritrovarmi schiantata contro un muro- aggiunse sarcastica.

Risi. –Piena di fiducia-

-Credimi, io mi fido di te-

Il modo in cui lo dissi mi strinse teneramente il cuore. Mi chiese se facesse realmente bene a fidarsi di me. Jessi si era fidata di me e ora era scomparsa, se non peggio. Non meritavo la sua fiducia.

L'hotel fu facile da trovare. Era vicino al centro di Las Vegas ed era un edificio molto alto, illuminato e sicuramente costoso. Quando entrammo in albergo decidemmo di dividerci visto  che Abigail e Sam erano in stanze diverse. Ci fermammo in mezzo alla hall, decorata con le tonalità del rosso e dell'oro, per metterci d'accordo.

-Dobbiamo farli riappacificare almeno per la durata del viaggio di ritorno- dissi. Non volevo certo che litigassero in auto.

-Io vado da Abby, tu vai da Sam- mi disse Rosemy.

-Aspetta- la trassi a me e la baciai –non scappare-

-Non ne ho nessuna intenzione- mi fece la linguaccia e corse via. La guardai salire le scale due a due, la minigonna blu scuro che si alzava a ogni scalino. Mi sfuggì un sorriso. Bellissima, ecco cosa pensavo quando la vedevo. Bellissima, una creatura uscita da un sogno. Sospirai. Ora però dovevo parlare con Sam e non sarebbe stato un compito divertente.

Bussai alla porta di Sam e sentii la sua voce, appena un sussurro. –Avanti, la porta è aperta-

Lasciava la porta aperta? Ma si rendeva conto dei possibili pericoli? Spinsi ed entrai. La stanza di Sam era grande, con un enorme letto a baldacchino, una vasca idromassaggio e alcuni divanetti, sembrava quasi il covo di due amanti, peccato che gli amanti si fossero divisi. Lui era seduto su una divano, lo sguardo perso nel vuoto, il viso pallido, pareva quasi invecchiato di anni e più magro. La televisione era accesa, l'audio era tenuto basso.

-Come stai?- gli chiesi, dopo aver indugiato un attimo su come esordire.

Lui si strinse nelle spalle. –Finita- disse solo, poi tornò a fissare il vuoto, come se non gli importasse che ci fossi. Esitai un attimo, non sapendo cosa fare.

-Lo sai che continuo a pensare a Jessica?- sussurrò.

-Perché?- chiesi, sedendomi sul divano di fianco a lui.

-Non lo so, forse è perché avevo promesso a Jessica che ci saremmo sposati qua a Las Vegas... non ti ho mai raccontato tutta la storia di quella sera, non ho mai voluto raccontartela- la sua voce era diventata poco più di un mormorio.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene. Mi avrebbe raccontato la storia di una confessione? Quella di Jessi che tradiva il patto e gli diceva che era venuta a letto con me e mi aveva chiesto aiuto per quel bambino che portava in grembo? Oppure c'era dell'altro? Il racconto di un assassino che io avevo difeso? Attesi senza parlare.

-Voleva sposarmi per i miei soldi, me lo ha detto quella sera, mi ha detto che amava un altro... ma non ha mai voluto fare il suo nome, altrimenti sì che quella sera avrei ammazzato qualcuno- sospirai –era distante già da tempo, io sapevo che amava un altro, ma non avevo il coraggio di affrontarla, credevo che avrebbe ricominciato ad amarmi-

-Avete litigato?- chiesi, cercando di fingermi indifferente.

-No, lei ha urlato, io me ne sono andato e quando sono tornato lei non c'era più, credo che sia scappata con quello di cui era innamorata-

Inspirai, cercando di assumere l'aria più indifferente possibile, mentre lottavo contro il senso di colpa. Avrei potuto dirgli tutto, ma alla fine avrei solo rischiato di perdere un'amicizia, senza contare che Jessi non era fuggita con me.

-Mi vergognavo a raccontare questa storia, io penso che sia con lui, chiunque sia-

-Non dovresti più pensare a Jessi- mormorai –dovresti guardare avanti-

-Facile dirlo- sospirò –forse se un giorno tornerà finalmente avrò pace-

Se mai fosse tornata, cosa che dubitavo fortemente. –Oppure ne sarai ancora più tormentato- le parole mi uscirono senza che le controllassi.

Sam mi fissò in silenzio.

-Credo che lei non ti meriti... se n'è andata, ti hanno accusato della sua sparizione e lei non ha detto una parola per difenderti... sinceramente se è viva e sta bene, beh, non sono sicuro di volere che torni- c'era una rabbia in me che non pensavo di avere.

Sam non rispose subito, si limitò a restare in silenzio per un tempo che mi parve infinito. Alla fine parlò. –Vuoi la verità?-

-Dimmi-

-Io credo che quello tra me e Jessica fosse un rapporto a tre- sussurrò tetro.

Sentii il sangue gelarsi nelle vene. –Cosa vuoi dire?- chiesi con un filo di voce. Lo sapeva, lo sapeva. Forse dovevo prepararmi a correre via.

-Io, te e Jessica... non ti sto dando la colpa, ma sembravamo più tre amici che una coppia di fidanzati... Abby voleva passare il tempo con me da solo, non con me e te, senza offesa-

-Non mi offendo- mormorai. Aveva ragione. Jessi non lo amava, forse non lo aveva mai amato.

L'espressione di Sam cambiò all'improvviso. –Ehi, quello è il campus- esclamò, indicando la televisione.

Mi voltai a guardare lo schermo e vidi il sottotitolo.

Scoperta l'identità dello scheletro della studentessa della New York University.

Restammo in silenzio, gli occhi sulla televisione. Il mio cuore era stretto in una morsa. Quando sentii il nome mi sfuggì un gemito.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate di questo capitolo? Quale sarà l'identità della studentessa defunta?

A giovedì ❤

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