IPOTESI

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TYLER

L'amore è cercare ciò di cui siamo privi.

Aristotele


Fui svegliato dai raggi del sole che filtravano dalla finestra. Rosemy dormiva, tra le mie braccia. Le accarezzai i capelli, osservando il suo viso sereno, la pelle bianchissima, le ciglia lunghe e nerissime. Aveva ancora le orecchiette da gattina. Le stampai un bacio sulla fronte, quindi scivolai fuori dal letto e andai alla finestra. Il cielo era plumbeo e prometteva pioggia. Le strade del campus erano deserte. Una ragazza bionda apparve nel mio campo visivo e per un attimo credetti che si trattasse di Jessi. No, non era lei, anche se le assomigliava. Dick diceva di averla vista quella sera. Ma perché era tornata al campus? Mi appoggiai al davanzale. Mi rendevo conto che non avevo mai conosciuto Jessi. La ragazza con cui avevo riso, scherzato, passato i pomeriggi non era chi diceva di essere. Mi aveva ingannato e io non me ne ero mai accorto. Ma non stavo anch'io ingannando il mondo? Tyler Von Heller un tempo era solo un ragazzo che passava il tempo a leggere e a evitare i coetanei.

-Già sveglio?- chiese una dolce voce, impastata dal sonno.

-Sì, molto sveglio- mi voltai e le sorrisi.

Rosemy si stiracchiò, gli occhi socchiusi. Bellissima e perfetta. Si sollevò su un gomito, languidamente. –Progetti per oggi?-

-Qualcuno in effetti- la raggiunsi e mi sedetti sul bordo del letto.

-Non vedo l'ora di scoprirgli- sorrise, poi aggrottò la fronte.

-Tutto bene?- le chiesi.

-Stavo pensando a una cosa- mormorò.

-Cosa?-

-Forse è un'idea sciocca-

Le sorrisi. -Che ne dici se ti porto la colazione a letto? Mentre la preparo tu rifletti su questa cosa e poi decidi se dirmela o no, okay?-

-Come potrei rifiutare?- chiese ironica.

Arrivai con un vassoio, sopra il quale c'erano due tazze di caffè e dei pancake colorati. Avanzai, cercando di non far cadere nulla.

-Hanno un ottimo aspetto- esclamò Rosemy, tirandosi su. Lo sguardo scuro era brillante.

-E il sapore è ancora migliore- le garantii.

Rosemary allungò una mano e ne prese uno. Se lo portò alla bocca e gli diede un morsetto. -Buonissimo-

-Cosa ti dicevo?- mi sedetti sul letto al suo fianco.

-Avevi ragione- prese una delle tazze di caffè.

-Io ho sempre ragione... hai voglia di parlarmi delle tue idee?- chiesi, dolcemente.

Rosemy sospirò. Non sembrava molto convinta. Decisi di attendere in silenzio. Non volevo sfozarla.

-Forse Jessi quella notte è tornata al campus per prendere qualcosa- disse infine Rosemy, giocando con una ciocca di capelli.

-Okay, ma cosa?-

Rosemy osservò il vuoto di fronte a sé, l'espressione pensierosa. –Qualcosa di cui nessuno ha notato la mancanza... un paio di chiavi per esempio- sussurrò.

-Chiavi di cosa?-

-La sua casa delle vacanze per esempio, le ha prese, forse voleva andare lì, poi ha cambiato idea-

-Però alla fine in quella casa ci è andata- mormorai.

-Ed è morta... il sangue per terra-

-Forse il delitto c'è stato, ma non dove e quando crediamo noi-

Annuii. –Questa storia... è tutto così confuso-

-Sembra un film- Rosemy sospirò –lei si è nascosta da qualche parte, quindi è andata nella sua casa delle vacanze e si è nascosta lì, era l'unico posto in cui avrebbe potuto stare tranquilla, poi qualcuno è andato a trovarla, qualcuno che sapeva che lei era lì-

-Magari il padre del bambino-

Rosemy mi fissò alcuni secondi senza parlare. –Credi che sia Adam?-

-Chi altri? Sam sostiene di essere sempre stato molto attento-

-Direi che dovremmo parlarne con Adam-

-Già- mi sentivo tremendamente stanco.

Rosemy si sporse in avanti e mi prese una mano. –Io avrei un'altra idea, dovremmo capire se Adam si è assentato per un lungo periodo dopo la scomparsa di Jessica-

-Lui e Dick passano molto tempo insieme-

Rosemy annuì. –Sicuramente se si è assentato per parecchio tempo Dick deve saperlo-

-Già... oggi Dick è tornato a casa, che ne dici se lo chiamo un attimo?-

Rosemy bevve un lungo sorso del suo caffè. –Ho come l'impressione che tu faccia di tutto per evitare che Dick mi veda- mi disse con voce sarcastica.

-Per niente- mentii. Ero geloso, anzi, gelosissimo, ma non volevo certamente che Rosemy se ne accorgesse. Mi alzai. –Tu fai con calma, vado fuori, chiamo e torno- mi sporsi in avanti e la baciai sulla fronte.

-Geloso, secondo me sei geloso- mi provocò lei.

-Oh, cosa devo sentire- e ridendo uscii dalla stanza.

La confraternita era quasi vuota, c'erano solo un paio di ragazzi al piano terra intenti a ripassare per un esame. Percorsi il corridoio e uscii sul balcone. Fuori il clima era mite e il cielo era diventato sereno. Le nuvole si erano disperse. Si preannunciava una bella giornata. Mi appoggiai alla ringhiera e feci partire la chiamata.

Dick mi rispose quasi subito. –Ehi, capo-

-Solo una domanda... Adam si è allontanato qualche tempo fa? Magari un viaggio improvviso-

-Non che io sappia- borbottò Dick.

-Ne sei certo? Magari poco dopo la scomparsa di Jessi- lo incalzai.

-No, me lo ricorderei, passiamo sempre molto tempo insieme-

Mi ritrovai ad annuire.

-Perchè me lo chiedi?-

-Nulla d'importante- mentii.

-Oh, per caso c'entra Rosemy?-

Sentii la rabbia aumentare. Inspirai a fondo e cercai di mantenere la voce calma. -Perchè dovrebbe c'entrare Rosemary?-

-Era tanto per dire... state proprio insieme, vero?-

Ma lo faceva apposta? -Sì, stiamo insieme- sbottai -ciao- e riattaccai.

Restai fermo alcuni secondi, lo sguardo perso nel vuoto. Infine rientrai.

Rosemy stava mangiando un enorme pancake ricoperto di glassa rossa. -Buonissimo- commentò.

Mi sfuggì un sorriso.

-Che c'è?- chiese lei.

-Hai i denti rossi- esclamai ridacchiando.

Rosemy mi fissò un attimo sorpresa, poi scoppiò a ridere. -La glassa del pancake-

-Esatto- mi lasciai cadere al suo fianco e gli raccontai ciò che mi aveva detto Dick.

-Apparentemente potremmo escludere Adam- mormorò Rosemary.

-Non sei convinta però-

-Qualcosa deve essere successo, una persona non scompare nel nulla- sospirò -forse qualcuno che ha scoperto quello che ha fatto a Valery? Una vendetta-

Annuii. -Deve essere successo qualcosa in quella casa-

-Qualcosa di orrendo- e restammo in silenzio, incapaci di aggiungere altro.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Come vi è sembrato il capitolo?

A giovedì ❤

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