SAM RACCONTA TUTTO

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ROSEMARY

"Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi" – Franz Kafka 

Sam era di fronte a noi. Pallido, i capelli biondi spettinati. Se ne stava seduto sul suo letto, lo sguardo basso. Era il caso di dirgli quello che avevamo scoperto su Jessica? Con Tyler avevamo deciso di non dire tutto, ma solo accennargli che Jessica non era stata sincera sul suo passato. In seguito gli avremmo detto il resto. Un passo per volta. L'ultima cosa che volevamo era che Sam soffrisse ancora. Sfortunatamente era inevitabile.

-C'è qualcosa che non va?- ci chiese, preoccupato.

Mi morsi le labbra, non sapendo cosa dire. Fu Tyler a prendere in mano la situazione.

-Si tratta di Jessi... è una cosa lunga e complessa, ma dobbiamo dirtela-

Sam guardò prima Tyler, poi me. –L'hanno ritrovata?- chiese speranzoso, gli occhi brillanti.

-No, mi dispiace, si tratta di chi era Jessi quando andava al liceo- e con voce atona iniziò a raccontargli ciò che avevamo scoperto.

Osservai il viso di Sam che cambiava. All'inizio era incredulo, poi la delusione si dipinse sul suo volto.

-Mi ha mentito- disse solo.

-Ci puoi raccontare cos'è successo l'ultima notte?- chiese Tyler.

-Lo sai già- rispose brusco.

-Non mi hai mai detto tutto... io ti ho supportato anche se non mi hai detto che cos'è successo, di cos'avete parlato tu e Jessi dopo che me ne sono andato?-

Sam sospirò stancamente. –Abbiamo parlato di molte cose... era strana quella sera e... avevamo già litigato-

-Per cosa?- chiese Tyler.

-Era incinta... non te ne sei accorto?-

Quelle parole furono come un fulmine a ciel sereno. Sam quindi sapeva. Strinsi la mano di Tyler per dargli coraggio.

-Non lo sapevo- mentì Tyler.

Sam si strinse nelle spalle. –Il bambino non era mio, sono sempre stato molto attento- sospirò –e lei stessa ha ammesso che aveva avuto una storia con un altro, anche se non mi ha mai voluto dire con chi- chiuse gli occhi –sono così stanco di questa storia-

-Avresti dovuto confidarti, avrei potuto aiutarti- sussurrò Tyler.

-Per dirti cosa? Che l'amavo così tanto che non m'importava di essere tradito? Avrei tenuto comunque Jessi, non l'avrei lasciata, ero disposto a riconoscere il bambino-

Nella stanza calò un silenzio carico di dolore e fu come se la maschera che copriva il volto di Sam, che lo faceva sembrare così tranquillo, fosse caduta. Vidi il dolore, la rabbia, forse anche l'invidia.

-L'ho affrontata, le ho detto che l'avrei perdonata, ma volevo il nome del padre di quel bambino-

-E lei non te l'ha detto- dedusse Tyler.

-No, non voleva dirmelo- sospirò –se n'è andata, è uscita ed è corsa via nella notte, non so che fine abbia fatto- si passò una mano tra i capelli.

-E non l'hai più sentita da quel momento-

-No, mai più-

Per alcuni secondi nessuno parlò. Non sapevo cosa dire. Guardai Tyler e vidi che aveva un'espressione assente.

-Più volte mi è sembrato di vederla e una volta... è una sciocchezza- mormorò Sam, lo sguardo basso.

-Cosa?- lo incalzò Tyler.

-Una volta mi è sembrato di sentire la sua voce al telefono... qualcuno mi ha chiamato e dall'altro capo del telefono c'era la sua voce- Sam scosse la testa. –Non era certamente vero-

O forse sì, forse Jessica era viva.

-Cosa ti ha detto?- chiese Tyler.

-Una parola: dimenticami- si voltò verso di me –potrebbe essere stato un messaggio dal mio inconscio, giusto?-

-Potrebbe- mi ritrovai a mormorare. Cos'altro avrei potuto dirgli? In effetti nulla mi garantiva che lui avesse davvero sentito quelle parole.

-Jessi non potrebbe mai volere che io lo dimentichi, vero?- chiese, lo sguardo speranzoso.

Nessuno rispose. Il silenzio, in quella stanza illuminata dagli ultimi raggi del sole, divenne insopportabile.

-Quanto tempo dopo la sua scomparsa hai ricevuto quella chiamata?- chiesi per rompere quel soffocante silenzio.

-Non so... uno, due giorni-

Uno o due giorni. Forse Jessica non era morta. O almeno non era morta la sera della sua scomparsa.

-La ama ancora- mormorai, mentre Tyler mi riaccompagnava alla consorellanza. C'era poca gente in giro per il campus.

-Molto triste- commentò Tyler, al mio fianco.

-Già... era disposto addirittura ad accettare il bambino-

-Il frutto di un tradimento-

-Anche se lei fosse viva non penso che rivoglia Sam-

-Non lo penso neppure io- sospirò -credi che la voce che ha sentito al telefono fosse di Jessica?-

-Non lo so-

-Se fosse sua vorrebbe dire che è rimasta viva almeno qualche giorno dopo la presunta scomparsa- mormorò incerto. Non voleva sbilanciarsi e dire che Jessica poteva essere ancora viva. Sentii lo stomaco stringersi in una morsa, ma lo ignorai.

-Potrebbe essere- concordai.

–A questo punto mi chiedo se sia il caso di parlare con Dick, di capire se lui sa qualcosa di tutta questa folle storia visto che era legato a Valery-

-Potresti parlargli tu questa sera- gli proposi –così non ci sarò io e tu non sarai geloso- lo provocai con un sorrisetto.

-Non sono proprio geloso- disse subito.

-Sì invece e anche tanto- lo canzonai teneramente. Eravamo arrivati davanti al cancelletto della mia consorellanza.

Lui rise. –Va bene, gli parlerò... domani sera rimarresti alla confraternita? Magari riesco a mandare Sam in un'altra camera... oppure potrei preparare qualcosa di carino per noi due- si fermò e mi attrasse a sé.

-Non so, lo sai come sono le regole- dissi.

Lui all'improvviso mi baciò sulle labbra. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al movimento delicato della sua lingua.

-Trova una scusa- mi sussurrò quando il bacio terminò –ho proprio voglia di passare un po' di tempo con te-

-Non ne stiamo già passando parecchio?- lo provocai.

-Non abbastanza per me- disse lui, accarezzandomi il braccio.

Sentii la mia pelle prendere fuoco, ma cercai d'ignorare quella sensazione. -Sentilo, sentilo- mi limitai a dire.

-Se domani ti fermi da me ti coprirò di baci- continuò.

-La cosa si fa bollente allora-

-Molto bollente-

Risi. -Va bene, penserò a una scusa-

Una voce provenne dall'ingresso della consorellanza.

-Piccioncini!-

Non dovetti voltarmi per sapere che si trattava di Abby.

-Devo andare- sussurrai.

-Ci sentiamo più tardi- mi diede un leggero bacio sulla punta del naso.

Lo strinsi a me, quindi mi voltai e corsi via. Il cuore in gola. Arrivata alla porta mi girai. Tyler era fermo dove l'avevo lasciato. Gli mandai un bacio sulle punte delle dita e, a malincuore, mi voltai ed entrai.

NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate delle rivelazioni di Sam?

Lunedì non potrò pubblicare, cercherò quindi di postare il prossimo capitolo già domenica.

A presto ❤

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