Faccia pulita e occhi sinceri

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Nasciamo, cresciamo e moriamo. 

Un ciclo infinito che si ripete eternamente senza mai spezzarsi. 

Ma non possiamo ridurre la nostra esistenza ad una semplice lista di azioni più o meno volontarie che compiamo: la Vita è fatta di molto altro, che può sembrare invisibile al primo sguardo, ma che si percepisce sotto la pelle, dentro le ossa, riempiendoci completamente. 

E tutto questo è così stranamente spettacolare che ci fa quasi paura. 

Ma è qualcosa a cui non possiamo sottrarci. E' qualcosa di immenso e di immateriale che la nostra mente umana fa fatica a comprendere. Ma esiste e noi non possiamo farci nulla.

Questo qualcosa è l'Amore.

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Siamo cresciuti imparando a catalogare e a distinguere ogni cosa dal proprio contrario.

Il Bene dal Male. 

Il Facile dal Difficile.

E il Bello dal Brutto. 

Ed è in quel momento che abbiamo iniziato a giudicare ogni cosa. Eravamo innocenti bambini che muovevano i loro primi passi sul mondo e, senza averne conoscenza, dividevamo le persone "belle" da quelle "brutte". 

Ma come facevamo a decidere cosa rientrava in una categoria e cosa no? La famiglia. 

Il primo luogo sociale in cui veniamo a contatto con gli altri. 

E allora il babbo era brutto quando aveva la barba che ci graffiava le guance e la mamma era poco attraente quando non aveva i colori sulla faccia. 

Insomma tutto influenza tutto, come è naturale che sia. 

E qui arriviamo a Chiara.

Una ragazza di vent'anni che conduceva una vita tranquilla e normale. 

Due genitori amorevoli, una sorellina di quindici anni con cui andava sempre d'accordo e una carriera universitaria appena avviata che andava a gonfie vele. Insomma una vita apparentemente perfetta.

Ma quando una cosa sembra non per forza lo è veramente ed è proprio questo il caso.

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«CHIARA, BIANCA SVEGLIATEVI!» urlò la madre affacciata allo stipite della porta «Fate presto altrimenti faremo tardi». 

«Sì, ora ci sbrighiamo» risposero le due sorelle, alzandosi dal letto. 

Era una mattina come tutte le altre. La madre le svegliava e poi portava prima Bianca alla fermata del bus e poi Chiara alla stazione che l'avrebbe condotta alla sua facoltà universitaria. 

E questo tutti i giorni perché Chiara era una pendolare. 

Non si sentiva pronta a trasferirsi in un'altra città, lontana dalla sua famiglia, perché per lei loro erano tutta la sua vita. Purtroppo le amiche che aveva al liceo avevano preso strade diverse e lei aveva perso i contatti con loro, a causa anche della sua poca voglia di uscire la sera. 

Perciò non voleva perdere l'unica cosa stabile che aveva: il suo unico punto fermo. 

«Scendo, ci vediamo stasera. Ciao mami.» 

Chiara scese dall'auto e come ogni mattina si diresse verso il binario in attesa del treno. 

In quei momenti d'attesa molti pensieri le passavano per la mente, principalmente riguardanti lo studio; ma quella mattina una ragazza, passandole davanti, le rattristò la giornata. 

Chiara la osservò: aveva un pellicciotto nero che le arrivava alla vita, dalla quale partivano due gambe magre avvolte in jeans super aderenti, che terminavano in un paio di stivaletti col tacco che fecero voltare ogni essere di sesso maschile verso l'interessata. I capelli le svolazzavano a causa del gelido vento di fine Gennaio senza però scompigliarle l'acconciatura perfetta. Aveva un rossetto rosso fuoco a coprirle le labbra e una linea di eyeliner tracciata con precisione geometrica sulle palpebre. Infine sfilava in maniera così naturale da essere certi facesse la modella di professione. 

Chiara si girò e vide che gli sguardi di tutti coloro che aspettavano il treno erano rivolti a quella ragazza, perfino quelli che si trovavano sugli altri binari. 

Pensò che lei non sarebbe piaciuta a nessuno e si guardò: portava un lungo giubbotto che le arrivava alle ginocchia e un paio di pantaloni che terminavano in modo scomposto all'interno delle sue scarpe da ginnastica. I capelli le volavano davanti alla faccia ed era certa che l'effetto non fosse per nulla cinematografico ma più simile ad una centrifuga. Il viso era pulito e imperlato da qualche brufoletto di passaggio. 

Chiara non amava seguire le mode e neppure truccarsi. Non amava fare shopping e non usciva quasi mai con le sue amiche. Insomma si poteva dire fosse una ragazza casa e chiesa, giudiziosa e timida, che cercava di disturbare il meno possibile e di passare inosservata. 

Ma purtroppo per lei qualcuno l'avrebbe notata. 

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