Epilogo

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-Marinette!- urlò Chat entrando dalla finestra della stanza della corvina.

La ragazza per lo spaventò di quell'urlo improvviso rischiò di cadere a terra, ma venne afferrata prontamente.

-Um... La mia lady è sempre impacciata, eh?- commentò lui, dandole un bacio sulla fronte.

Lei si limitò a sorridere per poi staccarsi e riprendere il silk and peel in mano, decisa più che mai a continuare quello che stava facendo prima che il suo fidanzato entrasse.

-Che cos'è quell'aggeggio infernale?- chiese preoccupato il biondo, ricevendo come risposta una risata.

La guardò per qualche secondo dubbioso, quando però vide la macchinetta in funzione scappò sul soppalco della ragazza.

Si sdraiò sul letto, sciogliendo la sua trasformazione e fissò il soffitto assorto. Pensare a come la sua vita fosse cambiata dalla battaglia contro Papillon, avvenuta appena qualche mese prima, lo faceva ridere. Ora si potevano definire una vera e propria famiglia.

In realtà famiglia era una parola grossa per definire il rapporto che si era creato con i suoi genitori. Il vero problema non era sua madre che, anche se sembrava uscita da un'altra epoca, si era comunque rivelata la stessa donna di cui aveva un magnifico ricordo; la persona che gli impediva di pensare a quella come una vera famiglia era suo padre.

Ormai aveva persino smesso di chiamarlo padre e non gli rivolgeva neppure la parola; era impossibile per lui perdonarlo dopo tutto quello che aveva fatto. Non riusciva a capire come invece Marinette fosse riuscita a perdonarlo, dato che quella che era stata messa più in pericolo era stata lei. Quella situazione era irrazionale e, nonostante fosse suo padre, sapeva che avrebbe dovuto passare la sua vita in prigione, non nella sua villa con di nuovo sua moglie al fianco.

Era una felicità che non meritava.

Marinette lo chiamò dal piano di sotto, interrompendo i suoi pensieri. -Gattino mi alzi la cerniera?- chiese uscendo dal bagno.

Adrien a quella richiesta scese velocemente dal soppalco e afferrò per la vita la sua fidanzata, avvicinandola di più a sè.

Gli baciò piano la scapola, continuando poi la sua scia di baci verso il collo della ragazza, ma venne prontamente fermato.

-Volevi per caso saltare il pranzo?- chiese irritata lei.

Sotto quello sguardo Adrien si sentì minuscolo e tremendamente colpevole, eppure era solo quella la verità: non voleva fare un pranzo per riappacificarsi con suo padre, nè ora nè mai.

-Colto con la zampa nel sacco- rispose fissandola con un espressione da bambino e sperando nella compassione della sua fidanzata.

Marinette si mise una mano sulla fronte divertita dal comportamento infantile di Adrien, ma si disse che era stato anche per quello che si era innamorata di lui. Prese quindi un grosso respiro e riaprì gli occhi pronta per il suo lunghissimo discorso per convincerlo.

Quando però si ritrovò di fronte la faccia ancor più buffa del ragazzo non potè fare altro che scoppiare a ridere.
-Tira questa cerniera, gattaccio- affermò minacciandolo con lo sguardo.

-Comunque sarebbe stato divertente continuare quello che stavamo facendo, non credi?- chiese malizioso Adrien avvicinandosi a lei; chiuse la zip velocemente e le mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi gli lasciò un bacio sulla nuca.

Il biondo alzò lo sguardo verso lo specchio per osservare la ragazza e senza accorgersene si mise a fissare la piccola cicatrice che le era rimasta nel collo; era quasi impercettibile ma ogni volta gli ricordava cosa avesse tentato di fare suo padre.

Quando Marinette lo vide così assorto a fissare un punto indefinito della stanza si girò verso di lui, prese il suo volto tra le mani e lo guardò cercando di capire cosa non andasse.

Adrien la fissò -Sto bene tranquilla, solo... Solo non sopporto quello che mio padre ci ha fatto- disse a denti stretti.

-Non era in sè... Ora però è qui con noi e vuole recuperare il suo pessimo rapporto con te; dovresti dargli una possibilità di perdono. È pur sempre tuo padre- parlò Marinette con voce estremamente seria.

-Hai paura di tuo padre, umano?- chiese una voce squillante proveniente da una tasca della giacca di Adrien; poco dopo da essa ne uscì un Plagg più sfrontato che mai.

Marinette si girò di nuovo, lasciando il portatore e il kwami intenti a litigare nuovamente per qualche motivo assurdo e contro ogni logica.

La corvina sorrise di fronte allo spettacolo che vedeva dallo specchio.

Quella sua avventura era durata così tanto tempo che se ne stupiva ancora oggi, non riusciva a credere che ora Papillon non ci fosse più e che era davvero la fidanzata di Adrien. Inoltre aveva conosciuto la madre del ragazzo e poteva affermare tranquillamente che, oltre all'aspetto, i due erano due gocce d'acqua anche nel carattere; a parte per le battute squallide, quelle erano state ereditate da Gabriel.

Ripensando a cosa li avesse portati lì in quell'esatto momento le ece scendere una lacrima di gioia, che non passò indisturbata al ragazzo di dietro a lei.

-Ti amo- mormorò il biondo, che la stava abbracciando da dietro. Plagg, dietro di loro, simulò un conato di vomito sinceramente disgustato.

-Anche io- mormorò la corvina, godendosi a pieno quel calore e quella tranquillità che gli abbracci di Adrien le donavano.

-Ora, nonostante io non abbia per niente voglia di andare a quel pranzo, credo che mia madre mi farebbe un'enorme lavata di capo per essere arrivati in ritardo, quindi andiamo, sù!- parlò il ragazzo, ormai rassegnato ai piani creati dalle donne della sua vita.

Si diressero così verso la casa del biondo, mano nella mano e con un sorriso che avrebbe illuminato il mondo intero.

In quel momento, se avessero chiesto a Marinette come fosse la sua vita, lei avrebbe risposto semplicemente: felice.

Infondo è la felicità il sentimento a cui tutti dovremmo aspirare e lei solo con Adrien si sentiva immensamente felice.

Angolo me

FINALMENTE FINITAAAAAAAA

Ora escono i ringraziamenti.

Buonanotte (ho scritto queste due parti alle due di notte :D)

GAIA💚

[Riscritto 03/11/2019]

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