Traccia #4: Chi c'è dietro

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Chi c'è realmente dietro la tastiera? Bella domanda, tosta!

Innanzitutto mi presento: mi chiamo Thomas, ho 20 anni e vivo vicino a Udine. Studio alla facoltà di scienze dell'architettura dell'università di Udine e mi mancano due esami per finire il primo anno. Passiamo subito ad altro, così non ci penso troppo e non mi assalgono ansie inutili.

Nel mio tempo libero faccio un sacco di cose diverse, perché mi piace cambiare spesso: guardo la televisione, soprattutto le serie poliziesche, e ascolto la musica. Mi piace cantare, ma solo se sono sotto la doccia, quando non mi sente nessuno e posso essere stonato quanto voglio. Altri miei hobby sono correre, andare in giro in bicicletta e leggere.

La corsa in realtà non è un vero e proprio hobby. Faccio atletica leggera e, quando non posso andare agli allenamenti, infilo le mie coloratissime scarpe di ginnastica e corro sulle piste ciclabili tra i paesi della mia zona. Prima partecipavo anche ad alcune gare, ma ultimamente il tempo è poco e i risultati non sono buoni come vorrei; soprattutto perché prima di una gara mi faccio sempre prendere dall'ansia e ovviamente questo influisce non poco. Inoltre il mio difetto è quello di non riuscire ad allungare il passo, cosa molto importante, specie in partenza; infatti, anche durante l'allenamento, quando facciamo ripetute (in gergo tecnico vuol dire fare più volte la stessa distanza, per esempio dieci volte i sessanta metri), in partenza i miei passi non abbastanza lunghi mi relegano all'ultima posizione dopo solo un paio di metri.

Sto pensando di abbandonare da un paio di anni, ma so che prima o poi dovrò farlo. Un po' mi dispiace, perché da ragazzo ero bravo, e il gruppo attuale è formato da gente molto in gamba, però non si può volere tutto nella vita.

Oltre ad essere uno studente e un atleta (si fa per dire, è un vano tentativo di accrescere la mia autostima), nella mia vita sono anche un animatore. Faccio il catechista dei bambini scalmanati di seconda elementare del mio paese e seguo il centro estivo con la mia parrocchia. Inoltre faccio parte di un altro gruppo di animatori, in cui siamo circa duecento giovani appartenenti a una trentina di parrocchie che vanno dalla bassa friulana fino a Udine. Durante l'anno ci ritroviamo una volta al mese per incontrarci, pregare e formarci cristianamente su un tema (ultimamente abbiamo trattato la Divina Commedia, ma anche il Signore degli Anelli) che poi d'estate proponiamo ai nostri ragazzi ai campi-scuola in montagna.

Il gruppo è formato principalmente da ragazzi delle superiori, che sono gestiti dai responsabili, dei quali, da quest'anno, faccio parte anch'io. Noi responsabili prepariamo gli incontri con il parroco che ci segue e poi condividiamo il tema di cui abbiamo discusso con gli altri animatori. Praticamente, facciamo con loro quello che poi dovranno fare ai campi con i loro animati.

A molti sembra una cosa da sfigati fare gli animatori in parrocchia, andare a Messa, badare a dei ragazzi pestiferi senza avere un contraccambio economico. Tuttavia, io ne sono fermamente convinto, potete chiedere a chi fa queste attività, quello che ricevi in cambio è molto più grande di quello che ti aspetti, e non è così banale come ricevere dei soldi.

Come già detto, tra i miei hobby ci sono anche andare in bicicletta e leggere. Il primo è più dinamico. Mi piace pedalare perché oltre a fare movimento e a non inquinare, posso andare in giro ed essere a contatto con la natura: sentire il vento fra i capelli, il sole che batte sulla nuca, il rumore delle foglie degli alberi che si strofinano a vicenda. È una sensazione fantastica! In realtà sono fortunato perché abitando in campagna posso fare il giro dei paesi pedalando sulle strade che passano in mezzo ai campi. I miei amici di Udine (che non è molto grande come città, ma è la più vicina rispetto a dove abito io) quando si muovono in bicicletta respirano il gas di scarico delle macchine, non hanno la natura che li circonda e sopratutto devono stare molto più attenti a non fare incidenti con le auto. Sono un po' sfortunati, ma loro almeno si svegliano a un orario decente per andare a scuola, e non prendono la corriera.

Mi è sempre piaciuto leggere, da sempre. Finito l'asilo ho cominciato con i libri delle fiabe che mi leggeva la mamma da piccolo e poi, un libro alla volta, ho spiccato il volo. Non ho un genere preferito: spazio con molto piacere dalle fiabe ai racconti gialli, dai thriller ai fantasy e alle storie d'avventura, non riesco proprio a scegliere. Per esempio i cinque libri che attualmente mi aspettano sul comodino sono: "Tre uomini in barca" di Jérome K. Jérome; "Gente di Dublino" di James Joyce; "De architectura" di Vitruvio (questo è per l'università, lo ammetto); "Va dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro; "La banalità del male" di Hannah Arendt. Una lista molto variegata.

Questo perché a me le storie non piacciono in base al genere di appartenenza, porto solo un esempio. Tra tutte le saghe "young adult", penso sia questo il termine tecnico, che negli ultimi anni stanno spopolando ovunque, quelle scritte bene si possono contare sulle dita delle mani. Se dovessi leggere tutte le storie che appartengono a questo genere, finirei con lo strapparmi i capelli dalla disperazione.

C'è un grande balzo dalla lettura alla scrittura: non è semplice come può sembrare. Per questo non tutti ci riescono, per quanto sia facile buttare su carta i propri pensieri, dare un nome a un uomo e a una donna, farli incontrare, innamorarsi e vivere una vita insieme. La scrittura non è solo una bella storia: è molto di più.

Sto divagando, come mio solito: torniamo a me. Io sono stato uno di quei bambini che cambiava il lavoro che voleva fare da grande come cambia il tempo. Sono passato da insegnante a lavoratore del vetro, da veterinario a biologo, e per un periodo anche scrittore. Mi soffermo su questo.

Il piacere della scrittura è rimasto in sordina per molti anni, in cui ho scritto di getto una decina di idee per alcune storie che poi non sono mai venute alla luce. Un giorno avevo una scintilla e la scrivevo; poi, i giorni seguenti, non avevo voglia di scrivere e il racconto rimaneva lì, sepolto tra le pagine. La passione per le storie è ritornata in quarta superiore, grazie alla mia insegnante di inglese. Ci stava preparando per un esame di lingua che consisteva in diverse parti, come comprensione scritta e ascolto. Tra queste c'era anche la competenza di produzione scritta. Potevano capitare vari modelli: lettere o mail formali e informali, lettere di presentazione a colloqui di lavoro, recensioni, testi argomentativi, e storie.

La mia prof ha scelto di testarci sulle storie in un compito in classe ed è rimasta molto colpita da tanti di noi, al punto che ha voluto creare un corso pomeridiano di scrittura creativa. In realtà la sua proposta non è stata accolta con entusiasmo: nella mia classe abbiamo seguito il corso solo in quattro, mentre in totale eravamo circa dieci su tutta la scuola. In seguito ho scoperto che la prof voleva da anni tenere un corso del genere, perché era innamorata della scrittura creativa e voleva passare a noi questo sentimento. Ad oggi posso dire che aveva centrato in pieno il suo obiettivo.

Comunque sia, facendo parte del gruppo la mia voglia di scrivere si è scatenata come una molla repressa per troppo tempo. Scrivere per me è sempre stato un modo per sfogarmi, per ribellarmi. Quando scrivo non c'è nessuno che mi dice come devo fare le cose e soprattutto posso esprimermi come voglio, senza avere paura di quello che gli altri possono pensare. Io sono una persona timida (qualche anno fa lo ero molto di più), per cui me ne sto spesso zitto e lascio parlare i miei personaggi per me. So che non sembra normale, ma fare questo mi ha sempre aiutato.

Finito il liceo non volevo che la fiamma per la scrittura si spegnesse, quindi dovevo trovare un modo per tenerla viva. Avevo scoperto da qualche mese Wattpad, dove però leggevo solamente. Nella spiegazione di un racconto ho trovato un link per un sito di lettura/scrittura virtuale e ho iniziato a scrivere lì alcuni racconti. Poi ho deciso di pubblicarli su Wattpad insieme ad altri testi brevi con cui avevo partecipato ad alcuni concorsi letterari. Un po' alla volta ho cominciato a entrare nei meccanismi di questa comunità e ho trovato tanti ragazzi e ragazze che hanno voglia di scrivere e sanno scrivere bene. Se vi seguo, molto probabilmente siete uno di questi.

Per concludere, volevo ringraziare tutte le scrittrici e gli scrittori di cui sopra, perché ogni vostra opera che ho avuto il piacere di leggere è un dono: siete voi che regalate un pezzo della vostra vita agli altri. A me piace pensarlo in questo modo e posso garantire che è quello che sperimento in prima persona.

(1499 parole)

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