L'ultima battaglia parte II

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Quel giorno fummo tutti schierati ai nostri posti, e nessuno si mosse da lì se non per dei bisogni fisiologici, restammo un giorno e una notte vigili a fissare quell'esercito di ombre che si era fermato vicino le nostre alte mura, c'era una calma surreale che non prometteva nulla di buono, solo non riuscivo a capire quando noi o loro avremmo fatto la prima mossa. I soldati erano nervosi e stanchi, i nervi facili all'ira, c'erano soldati giovani come me che tremavano anche se l'aria era calda, molti vomitavano, vidi alcuni farsela anche addosso, l'ansia e la paura erano le nemiche peggiori, soprattutto per chi come me non era avvezzo a certe cose .
Alle volte ci fissavamo per ore e nei nostri occhi si poteva leggere sempre la stessa cosa, l'attesa. Sapevamo tutti che l'avremmo rimpianta, ma in quel momento ci stava uccidendo. Non riuscivo a capire il perché i nostri generali non ci davano l'ordine di iniziare il combattimento.
Stava diventando una guerra psicologica, il primo che avrebbe ceduto, sarebbe stato il fattore scatenante. Passammo tre giorni in questo modo, ci fissavamo in silenzio sotto il vento caldo che continuava ad incalzare, il sole poi non voleva proprio emergere da quelle nubi oscure che sembravano essere state create appositamente, come servissero a favorire quell'esercito tenebroso e oscuro. <<guardate!>> un soldato gridò con tutto il fiato che aveva in gola prima di essere trafitto da una lancia a tre punte che lo trapassò da parte a parte. Infondo dalle file di quel grande esercito, si era materializzato un immenso essere tutto nero, con delle corna giganti ed una coda a tre lame, avanzava senza tenere conto dei suoi, schiacciandoli o afferrandoli e dividendoli a metà, la sua forza era così devastante che se sarebbe arrivato alle porte ci avrebbe distrutti. <<Arcieri in posizione, mirare e scoccare!>> dalle mura partirono centinaia di frecce, altrettante furono scagliate dai nostri alleati che si trovavano più distanti rispetto a noi, gli uomini di Terech poi con le loro cavalcature iniziarono l'attacco diretto proprio verso quel mostro. La battaglia aveva avuto inizio.

Le ombre cercavano in ogni modo di raggiungere le nostre mura, ma noi dal canto nostro con l'uso del fuoco, delle lance e delle frecce riuscivamo a respingerli e finché Terech ed i suoi sarebbero riusciti a tenere lontani la bestia tutto sarebbe andato per il verso giusto. I nostri soldati e quelli alleati situati all'interno delle mura difronte la porta erano in attesa che gli fosse dato l'ordine di attaccare, come la cavalleria situata ad est e ad ovest pronta a chiudere a cerchio gli attaccanti. Tutto sembrava dovesse filare per il meglio, quando alla fine della giornata le nostre truppe ormai esauste cominciarono a vacillare, fu in quel momento che vidi Maia e Terech cadere a terra, insieme ad altre cavalcature, il mio urlo disperato si perse tra le altre urla, la bestia fu così libera di riprendere la sua corsa. Nessuna freccia poteva fermarla, io che mi trovavo nel bastione centrale, mi sentivo inerme, non potevo fare nulla se non osservare, rilegate lì come ultima via di fuga. Vidi quell'essere enorme giungere sino alla prima barricata e infrangerla come fosse stato solo legno marcio, con le sue enormi braccia fendeva colpi ai suoi come ai nostri soldati, provocando morti a non finire, con tutta quella forza bruta, si scagliò anche contro la porta centrale, i soldati si prepararono a respingerla, gli arcieri continuavano a sparare frecce inutilmente, con tre soli colpi decisi la porta venne giù. Il murò crollo sotto i piedi degli arcieri che caddero rovinosamente a terra, ci furono teste schiacciate e mani frantumate, chi si trovava sotto la porta non ebbe scampo, sulla sua testa piombarono chili e chili di massi rocciosi che li uccisero, alcuni morirono subito altri soffocarono lentamente, era una scena davvero raccapricciante. Quando la polvere si dissipò, dall'immensa voragine creata della gigantesca creatura, vidi i nostri nemici entrare senza sosta all'interno della seconda cinta muraria, i nostri soldati cominciarono l'attacco sostenuti dagli arcieri e dalla cavalleria che era stata chiamata in loro soccorso, <<da soli non c'è la faranno mai!>> guardai mia madre <<dobbiamo andare anche noi>> <<noi dobbiamo restare qui, in protezione dell'ultima roccaforte>> <<molto bene! Restate voi, io vado! Non guarderò altra gente morire>>. Presi coraggio e cominciai a correre verso il luogo in cui stava avvenendo il massacro, <<la lasciate andare?>> chiese una ninfa <<si, è il suo destino, questo è ciò che è chiamata a fare, proteggere il suo popolo>> <<ma ancora non ha recuperato le forze ed è inesperta, non ricorda ancora molte cose>> <<lo so, ma è oggi il giorno in cui è chiamata a rispettare il suo patto, non un altro giorno>>.
Correvo stringendo a me l'elsa della spada ed il manico dello scettro, solo lui avrebbe potuto fermare quella bestia enorme. Quando arrivai sul campo di battaglia, la scena era davvero orribile, c'erano corpi feriti e mutilati ovunque, uomini morenti o in fin di vita e poi c'era la bestia che schiacciava e strappava dividendo a metà vite, <<tu! Sono qui!>> al mio richiamo questa si voltò, gli uomini vedendomi arrivare con lo scettro in mano esultarono, <<io penso a lei, voi pensate agli altri>> <<si, signora>>.
Gli uomini mi sfrecciavano vicino intenti nel loro corpo a corpo con le ombre, mi guardavo intorno, ma non vedevo molti soldati alleati e questa cosa mi insospettiva molto, comunque in quel momento non avevo tempo per pensare ad altro dovevo sbarazzarmi di quella bestia. Quando lei si mosse verso di me, io fui agile e riuscii a schivarla, colpendola con la spada, ma come immaginavo questa non ebbe nessun effetto sperato, così la riposi nel fodero ed estrassi lo scettro, in tanto avrei distrutto lei poi in un modo o nell'altro mi sarei impegnata per far tornare il sole.

Eravamo immobile e ci fissavamo, poi impaziente ed aggressiva si scagliò su di me, la bestia cercava di infilzarmi con le sue corna, ma io ero protetta dalla barriera che avevo invocato, gli uomini intorno a me nel frattempo mi difendevano dagli attacchi delle altre ombre, così che potessi concentrarmi solo sulla bestia. Il mio momento arrivò quando pronta per caricarmi un'altra volta, si sbilanciò perdendo in parte l'equilibrio, fu in quell'istante che io gli scagliai contro la mia magia. La sentii urlare di dolore ed il mio cuore gioì, quella era per Terech, gli altri colpi che seguirono furono per tutte quelle persone che aveva ucciso, dopo altri cinque colpi, la vidi accasciarsi a terra inerme, c'è l'avevo fatta.
Gli uomini rincuorati dal non avere più una bestia del genere intorno cominciarono ad attaccare, nel frattempo spinte dal mio esempio anche le ninfe erano entrate in gioco, e così riuscimmo a respingere la prima ondata, a quel punto mi ritirai nel bastione centrale, convinta di voler far tornare il sole, sapevo che né avevo la capacità doveva solo ricordare come si faceva. Arrivata al bastione, poggiai lo scettro a terra ed io mi inginocchiai accanto ad esso, poi lo presi tra le mani e cominciai a concentrarmi, poco dopo la signora delle ninfe si uni a me <<ti aiuto>>, spinta dal suo esempio, cominciai a pronunciare le sue stesse parole, che nella mia lingua volevano dire:
Rispondi scettro, canta l'ultimo canto, risplendi adesso, ora brilla luce che mai più sarà spenta
Dormiente il sole non può restare, signore della vita, per noi torna a brillare.
Canta l'ultimo canto, rispondi scettro invoco il tuo potere.
Dormiente il sole non può restare, signore della vita, per noi torna a brillare.

Poco dopo, cominciai a sentire una forte energia scaturire dallo scettro e da noi, sentii allora il vento cessare e spiragli di luce cominciare a comparire dal cielo, le nuvole non si dissolsero però del tutto, ma almeno ora l'eterno buio era svanito, e quelle ombre cominciavano a rallentare la loro marcia, il mio intuito mi aveva guidata bene, quelle creature non sopportavano la luce del sole.
Mi sentivo sfinita, avevo usato ogni goccio della mia energia, ma la battaglia continuava e quindi decisi di tornare in mezzo ai soldati, di tanto in tanto scorgevo anche i nostri alleati, ma erano troppo pochi rispetto al loro numero.

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