36 | Sei congedato

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CAPITOLO 36
Sei congedato

Parcheggio la Kawasaki, apro la porta ed entro dentro come una furia, non lo guardo nemmeno in viso, bensì lo lascio davanti alla porta del bagno da dove stava uscendo. Raggiungo frettolosamente il frigorifero, lo apro, tiro fuori l'anguria, la poggio sul bancone, prendo un coltello, taglio malamente il centro e ficco un pezzo in bocca, mastico e mando giù.

Lui, invece, mi fissa da lontano in silenzio con le sopracciglia corrucciate. I pantaloni e la camicia bianchi in seta, i piedi nudi e i capelli scompigliati.
Sono passati ben cinque giorni. Cinque da lunedì. È sabato. La mia influenza è completamente svanita e ora posso uscire finalmente di casa senza che Ethan, che mi sta osservando confuso, mi riporti a casa di forza perché devo stare tra le mura segregata siccome non devo contagiare nessuno.
In questi cinque giorni oltre a consumare un sacco di fazzoletti, paracetamolo e vomitare, ho tenuto le distanze sia da Nicholas che da Logan. Non oso affrontare nessuno dei due perché non ho idea di cosa fare esattamente nel caso me li ritrovassi davanti.
Probabilmente Nicholas lo sbatterei al bancone della cucina data la mia astinenza dal sesso, Logan invece... credo gli darei una botta in testa per farlo svenire, lo trascinerei nella sua stanza del campus e gli farei credere che tutto quello che è successo tra di noi è stato solo un suo sogno.

«Fame chimica post influenza?» sento chiedere.
Non rispondo, prendo altra anguria e la mando giù per poi mi appoggio al bancone della cucina di spalle alla credenza.

«È stato... dolce!» dico d'un tratto piagnucolando non so nemmeno io perché dannazione! Non lo so. È stato fottutamente dolce e... romantico, credo, non lo so, non ne ho idea. Cazzo... ma cosa c'è che non va in me?

«Chi?» chiede Ethan avvicinandosi.

«Ho fatto la brava, okay? — alzo improvvisamente le mani al cielo col coltello tra le dita ed Ethan indietreggia rapido evitando che lo accoltelli — Non l'ho strangolato! Non l'ho fatto! Anzi non ho fatto niente, mi sono messa in silenzio tipo vampiro che dorme in una bara da tremila anni e ho lasciato che facesse tutto lui ma... Non lo so... merda...» biascico, prendo un tovagliolo e mi pulisco le dita.

Ethan fa il giro dell'isola e si poggia di spalle al bancone di questa, porta le braccia conserte e mi guarda per alcuni istanti.
«Il tuo ex?»

Mi fermo proprio quando stavo per mettere in bocca altra anguria.
«Quando... quando l'ho conosciuto tu non hai la più pallida idea... lui era così...» mi fermo dal farneticare e ci penso su gesticolando col pezzo di anguria in mano. «Spavaldo!» esclamo.

Ethan alza un sopracciglio.
«Era... così dannatamente spavaldo, erotico e... illegale. Cioè, era così... così bollente che probabilmente avrà scatenato lui il surriscaldamento globale, capisci?» chiedo e metto altra anguria in bocca insieme alle dita per pulirle.
«Se ha provocato il surriscaldamento globale, dovrebbe fare una raccolta fondi per il Polo Nord che si sta sciogliendo. Gli orsi polari sono a rischio estinzione» gesticola con un dito e in automatico lo guardo male.

«Lui è... dolce! Capisci?!» quasi strillo. Ethan fa una smorfia al che scuoto la testa non capendo la sua reazione.
«Era sesso puro. Cioè più lo guardavo e più diventavo tipo un reattore Arc di Tony Stark ambulante a due gambe!» dico, poggio il coltello sul bancone e afferro un altro tovagliolo.
«All'inizio credevo fosse un ragazzo cattivo... poi l'ho conosciuto e... era gentile e premuroso e... cazzo, era così dolce e romantico, mio Dio... era tipo la perfezione, capisci?» alzo le mani in aria.

Ethan alza le sopracciglia.
«E ora che è stato dolce e romantico, come quando l'hai conosciuto, qual è l'aspetto negativo? Non va ben-»
«Non lo so!» replico e butto la carta nel cestino dell'immondizia.
«Lui... è stato perfetto anche adesso ma... mio Dio, non lo so... cioè» mi fermo e lo guardo. «Cioè se fosse stato più...» lo indico con le mani.

Ethan aggrotta la fronte.
«Come me?» chiede incerto indicandosi a sua volta.
Spalanco gli occhi. «Cosa?! No! Ma che schifo!»
«E menomale, perché noi due non faremo mai e dico mai sesso» fa disgustato e prende l'anguria rimettendola nel frigorifero.
«Non stavo parlando di te!» replico. «Anzi, non stavo affatto parlando di nessuno ma non lo so... la Ronnie di due anni fa sarebbe impazzita dopo un momento del genere» mi passo sconsolata le mani sul viso e salgo sul bancone cercando fare qualcosa con i miei pensieri e capire il bug nel mio cervello così da correggerlo e godermi questo momento.

«Il punto è che tu non sei più la Ronnie di due anni fa, il che è del tutto normale» commenta Ethan chiudendo il frigorifero e si volta, guardandomi.
«E una volta che scopri che l'uva più in alto è più buona, non vorrai più cogliere quella in basso.»

La sua ultima frase mi lascia intontita. «Che?» chiedo infatti.
«Sto dicendo che tu hai scoperto Nicholas» dice andando a chiudere la porta che dà sulla veranda dove c'è la piscina perché sta tirando del vento che la fa sbattere di continuo. Inutile dire che resto di sbieco.
«E questo che c'entra? Tra me e Nick non c'è niente se non sesso e basta» replico del tutto contrariata alla cosa.

Che dovrebbe significare che adesso conosco Nicholas? Lui non mi ha cambiata, io sono io e basta. Nicholas è stato solo la mia prima volta e... tutte le altre volte negli ultimi tre mesi ma oltre al semplice contatto carnale non c'è nient'altro.
Improvvisamente sabato notte torna in testa con prepotenza e anche le sue labbra contro le mie.

No, non è stato niente. Quello che è successo è capitato solo perché lui mi aveva chiesto di rifare quello per cui ho pensato che avessi qualche problema, per cui ho mandato a rotoli la mia prima volta con Logan, ma non è stato nient'altro che questo è non ricapiterà mai più.

«E sabato dove sei stata?» chiede Ethan lanciandomi un'occhiata.
Resto in silenzio per alcuni istanti.
«Da lui» rispondo con fare tranquillo.
Alza un sopracciglio. «E che avete fatto?»
«Niente...?»
«Tu e lui non avete fatto niente? Ma se due settimane fa mi avete consacrato la piscina per un buon quarto d'ora? E c'ero io letteralmente a qualche passo che provavo a bermi in santa pace un Daiquiri?»
Arrossisco copiosamente. Merda.

«Non è successo niente sabato perché lui aveva la febbre. Anzi, sono perfino andata a prendergli il paracetamolo e l'ho aiutato ad andare in camera da letto perché stava malissimo» racconto omettendo però tante cose, tipo lo sfogo sulla mia vita sentimentale, il mio attacco di panico e poi... la parte finale. Un brivido mi attraversa l'interno coscia al solo ricordo di come la febbre non sia stato affatto un ostacolo per noi due.
Maledizione, quando stiamo insieme o litighiamo per poi fare sesso oppure parliamo di cose tranquille o drammatiche e... facciamo sesso.
Credo di star diventando una ninfomane.

«Tu sei stata gentile con lui senza avere in cambio il suo pene? Ma davvero?»
Ethan mi riscuote dai miei pensieri di getto come una secchiata d'acqua gelida. Alzo il viso e gli punto lo sguardo addosso, lo trovo a sbattere teatralmente le ciglia.
«Ma perché credi che sia una sorta di Cthulhu? Guarda che so essere buona a volte quando vedo qualcuno in difficoltà» rispondo offesa e mi porto le braccia a consente.

Ethan però riduce di colpo gli occhi in due fessure e mi analizza come un cobra facendo dei lenti passo in mia direzione. Lo guardo inevitabilmente stranita.
«Che... stai facendo?» chiedo.
«Perché sei sulla difensiva?»
Alzo le sopracciglia ridendo come di conseguenza.
«Cosa...? Io non sono sulla difensiva!» replico piccata.
Lui si avvicina ancora e si piazza davanti.

«Hai una faccia colpevole, tipo di qualcuno che sta nascondendo qualcosa. Che hai combinato?»
Caccio una risatina, forse troppo stridula. «Ma che dici?» chiedo e continuo subito dopo. «Io non ho fatto un bel niente!»

Lui però non è della stessa opinione. Mi guarda ancora e ancora e poi spalanca gli occhi d'improvviso.
«Voi... siete due pazzi!» gracchia come una ragazzina liceale portandosi le mani alla bocca.
Corruccio le sopracciglia.
«Come?»
Ethan però resta a fissarmi incredulo come se avesse appena scoperto l'ottava meraviglia nel mondo.
«Avete scopato con la febbre...»

Sbianco.
«C-cosa?» balbetto e mi maledico subito. Lui, invece, scoppia a ridere, raggiunge il bancone e ci si poggia di spalle lasciandosi cadere fino al pavimento.
«Oh, mio Dio... voi siete pazzi, matti da legare...» continua ancora ad occhi sgranati. «Lo sapete che c'è il rischio di schiattare se si fa sesso con la febbre? Voi non state bene... cioè credevo di essere io — si indica con un dito — uno malato di sesso, ma voi due mi avete di gran lunga superato» commenta e poi di piega in avanti sul pavimento facendo una sorta di strana adulazione satanica.
«Nicholas mio padre, Ronnie mia madre. Adottatemi. Oh, potentissimi dèi della Lussuria, voglio essere vostro discepolo. Sacrifico tutto quello che mi chiederete: un agnello, un cervo, mia nonna, una Karen, ma voglio essere parte del vostro culto...»

Lo guardo sbigottita.
«Ma la pianti?» chiedo con esasperazione. Ethan si alza, le ginocchia per terra e solleva il mento.
«Senti, sono venuta qui perché ho bisogno di un consiglio, perciò puoi essere serio?» chiedo scocciata.
«Serio è il mio secondo nome» replica lui con un sorrisetto da imbecille. «E che vuoi che ti dica? Ti avevo espressamente detto di stare alla larga dal tuo ex e di vivere nel presente, ma tu no!» fa teatrale e si rimette in piedi. «Ora che vuoi fare? Metterti di nuovo insieme a lui? Avete fatto sesso due volte. Sulla barca era così entusiasta per una semplice uscita con te, quindi immagina ora che gli passerà per la testa...»

Sbarro gli occhi.
«C-che... che vuoi dire?» chiedo preoccupata. Ethan aggrotta la fronte.
«Si vede proprio che non hai mai avuto una vera relazione» commenta scuotendo la testa e sospira pesantemente. «Ora per lui state insieme.»

Cosa?
Resto per diversi secondi ammutolita.
«Logan e io stiamo insieme?» chiedo di nuovo, credendoci a stento. Ethan annuisce.
«Se due ex finiscono a letto non una ma ben due volte allora stanno di nuovo insieme. Tu che pensavi?» alza le mani al cielo disperato.

Logan e io stiamo insieme.
Suona strano...

«E ora sei venuta qui per lamentarti che tu hai fatto il Conte Dracula in ibernazione mentre lui faceva il Missionario e non parlo del Missionario Cattolico in giro per il mondo a diffondere la Parola di Dio» continua e di getto mi sento andare in fiamme per l'imbarazzo. Ethan mi guarda in silenzio per troppi, veramente troppi istanti e caccia uno sbuffo d'aria. «Almeno ti è piaciuto?»

«C-cosa?» balbetto stordita. Lui mi guarda serio.
«Ti è piaciuto? Sì o no?»
Esito. Esito tantissimo.
«Io... sì... cioè, forse lo avrei preferito in un altro modo ma lui ha detto che se a me piacciono delle cose le possiamo provare e... che non c'è problema, ecco... sì» e mi muto di colpo.
Ethan inclina lievemente la testa d'un lato e mi rifila un'occhiata insistente.

«Ti è piaciuto, sì o no?» ripete senza mollare la presa e di colpo mi innervosisco.
«S-sì?» ironizzo stizzita.
Lui aggrotta le sopracciglia, sembra dubbioso a riguarda ma decide di lasciar perdere.
«Quindi con Nicholas è finita.»

Non è una domanda, ma un dato di fatto eppure la cosa mi crea uno strano fastidio nel petto.

«Beh... Sì, no? Cioè... se Logan e io ora stiamo insieme, sì? Non sarebbe normale se nel frattempo io andassi a letto con un altro, cioè... cioè sarebbe tradimento, no? Sarebbe tradimento? Sì, sarebbe... sarebbe un tradimento.»

Oh, mio Dio... Ma come sono finita in una situazione del genere?

Ethan indugia prima di riaprire bocca. «Spero tu abbia fatto una buona scelta» dice lasciandomi spaesata. In viso ha un'espressione indecifrabile, sembra a tratti delusione e non ne capisco il motivo. «E che non hai buttato all'aria qualcosa di giusto solo perché non riesci a lasciarti alle spalle un pezzo del tuo passato.»

E se va in veranda. Rimango in cucina, in silenzio, il rumore del ventilatore, solo io con i miei pensieri e quel fastidio nel petto che aumenta di colpo, si duplica tanto è persistente.

Il pensiero anziché a Logan e al fatto che dovremmo essere una coppia, fugge a Nicholas. Alle sue tremila camicie, all'odore di caffè il mattino, lui di spalle intento a preparare la colazione, che mi dà il buongiorno e poi mi mette il piatto di pancakes alla Nutella sotto il viso con quel suo cappuccino buono da far paura... lui e le serate mentre lo guardo cucinare, quando fa i dessert e mi chiede di passargli qualcosa per poi dirmi di smetterla di mangiargli gli ingredienti...

È tutto finito, quindi.

Dovrei essere felice. Lui non è stato altro che una valvola di sfogo e nient'altro, anzi l'ho odiato dal primo istante in cui l'ho visto perché così sicuro di se stesso, perennemente composto, elegante e così sincero da far schifo, ma invece mi sento strana, come se qualcuno mi avesse ficcato la mano nel petto stringendo in una morsa violenta i miei organi fino a farli diventare poltiglia.

Io amo Logan.
È lui che ho sempre voluto e adesso sto bene, non bevo, non fumo più erba, sono di nuovo in me o quantomeno sono una nuova versione di me ma sto bene, è questo l'importante, posso finalmente avere una vera relazione, quello che alla fine ho sempre desiderato con lui.
Sì, va bene così. Logan è quello che voglio, che ho sempre voluto in cuor mio sin dal primo giorno in cui l'ho visto nell'appartamento di Adrien. Lui mi ha rapito pian piano l'anima, mi è stato accanto quando più avevo bisogno e io mi sono innamorata di lui.

Logan è quello giusto.

Il ricordo di lunedì torna però a galla come di conseguenza. Lui sopra di me, a muoversi mentre mi bacia e io ricambio, i minuti che passano, l'impulso di cambiare i ruoli e il terrore di sbagliare di nuovo e rovinare il momento. Io che sono rimasta al mio posto e poi... quando se n'è andato via dal mio monolocale, nel letto sono rimasta a fissare il soffitto con una sottile frustrazione dentro allo stomaco. Le mie dita che sono scivolare poi in basso, che hanno iniziato a muoversi lentamente sulla clitoride e i miei occhi chiusi. Ansimando ho raggiunto il culmine del piacere, quello che non sono riuscita a raggiungere con lui.

Maledizione.
No, no, no, Ronnie, stai calma: ansia da prestazione. Ecco cos'è.
È solo questo e non c'è nient'altro. Solo questo.

Non riesco ad essere sincera con me stessa perché se lo fossi... ammetterei quello che ad occhi chiusi ho immaginato, chi ho immaginato nella mia testa mentre mi toccavo e mi contorcervo dal piacere.

Merda... sono persa. Sono completamente un disastro madornale.

***

Il Pink Ocean è meno affollato oggi.
Domenica l'ho trascorsa da Ethan. Non ho avuto minimamente il coraggio di salire sulla Kawasaki e tornare a casa, avevo troppo il terrore di non saper come comportarmi con Logan nel caso si fosse presentato sotto casa mia magari per uscire da qualche parte.
Quindi onde evitare di combinare altri pasticci, mi sono rifugiata come un eremita nella piccola villetta di Ethan, ma oggi ho il lavoro, quindi eccomi qui a servire i clienti, la testa alle ordinazioni e basta.

Poggio la Coca-Cola, il frullato di banana e kiwi, la Redbull e il Margarita analcolico sul tavolo, premo il vassoio contro il grembiule e faccio per uscire da gazebo ma sbatto contro il petto di qualcuno. Cazzo.

«Mi dispiace... non l'avevo vist-» alzo il viso pronta per rifilargli un sorriso cordiale come sempre mi dice Ethan di fare perché il cliente ha sempre ragione e bla bla bla, ma non appena incrocio il suo sguardo il sangue mi si gela nella vene.

Cazzo.

Mi rivolge un sorrisetto, gli occhi bassi miei miei e il mio cuore che inizia a pompare tanto di quel sangue che sento vacillarmi le gambe.
«Quindi devo essere un cliente per sentirti chiedere scusa? Mhm... va bene» ammicca maliziosamente. Oggi non è in divisa da poliziotto, ma con la solita camicia bianca, le maniche tirate su e il suo classico stile Old Money che mi fa deglutire pesantemente.

Gli occhi dai suoi azzurri si spostano rapidamente alla mia destra, al bancone del bar, e si puntano in quelli di Ethan che fisso nella disperata ricerca di darmi una mano d'aiuto perché non ho la più pallida idea di come uscire da questa situazione.

«Che ci fai qui?» gli chiedo però, tornando con lo sguardo su di lui quando Ethan alza le mani al cielo, le sventola, mima un "e io che ne so?!" e poi mi punta un dito contro e con la stessa mano mina un colpo di pistola alla tempia. Sì, mi servirebbe.

Nicholas mi lancia un'occasione silenziosa, sembra sovrappensiero.
«Non ti vedo da una settimana.»
Alzo un sopracciglio.
«Sì, lo so. Ognuno ha la sua vita, no?» replico e gli passo di fianco raggiungendo Ethan che non appena vedo muovo le labbra in un "cosa devo fare?", lui però non dice niente, anzi guarda alle mie spalle, afferra una bottiglia di Rum e mi ignora completamente.
Stronzo.

«Sei arrabbiata?»
Chiudo per un istante gli occhi, tiro un profondo respiro e mi volto. Trovo Nicholas a fissarmi stranito.
«No, sto semplicemente lavorando» rispondo cercando di mascherare il nervosismo perché non so come affrontare tutto questo e non immaginavo di doverlo fare mentre lavoro. Devo dirgli che qualunque cosa c'era tra noi due non esiste più perché non può continuare, ma non so da dove iniziare.

Nicholas si avvicina a me, più di quanto non dovrebbe, alza una mano e mi porta alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio. Sento brividi rovistare nelle mie carni. Il suo viso è a qualche centimetro dal mio e non va bene, non va assolutamente bene.

«So che non ti piace chi invade il tuo spazio personale quindi non ho voluto disturbarti, ma se vuoi stasera preparo qualcosa e ceniamo insieme...» mormora facendomi andare in fiamme il corpo perché so bene il modo in cui finiscono le nostre serate di questa tipo, ovvero senza vestiti, molte volte prima ancora della cena.

«I-io... non... non lo so, non c-credo... non...» farnetico in difficoltà. Merda, non so mentire affatto, forse dovrei migliorare questa abilità, adesso mi servirebbe.
Nicholas, dinanzi il mio atteggiamento, rimane visibilmente confuso.

«C'è qualcosa che non va?» chiede spostando la mano sul mio viso e io rabbrividisco copiosamente, non solo per il suo tocco, la memoria che scopre ricordi di noi due, lui con la febbre, la sua bocca sulla mia... ma anche l'ansia.

Sì, Nick, tipo tutto. Ma non posso dirglielo così.
Merda, mi vorrei prendere a schiaffi.

Il campanellino suona, qualcuno è entrato ed essendo rivolta di viso verso l'ingresso non mi è per niente difficile spostare lo sguardo oltre le spalle di Nicholas e... Merda.

Ma è uno scherzo del destino o cosa?

Logan è appena entrato, i suoi occhi si puntano su di me, poi su Nicholas il quale mi nota a fissare altro e quindi si gira. La mano che aveva sul mio viso è ancora lì. Lo vedo guardare Logan, che ricambia lo sguardo, occhi scuri che si puntano poi sulla mano di Nicholas sul mio viso.
E avanza.

La giacca di pelle questa volta è tornata, tutto fasciato in abiti neri, i capelli corvini e gli occhi scuri, sembra a tratti tutto il contrario di Nicholas, i suoi occhi azzurri nonostante la eterocromia e i capelli mori, che veste abiti chiari, che è elegante da mozzafiato.

Non appena ci è vicino, con una mano nella tasca dei pantaloni cargo, solleva un dito e indica la mano di Nicholas, puntandogli gli occhi addosso e tirando su l'ombra di un sorriso.
«Ti... dispiacerebbe toglierle quella di dosso?»

Il sangue mi si gela doppiamente nelle vene. Cazzo.
Nicholas resta stranito, si guarda la mano, poi me che non so cosa dire o fare, e infine la toglie e la alza come a indicarla a Logan.
«Sì, proprio quella.»
«Vuoi che faccia altro?» alza le sopracciglia Nicholas. Lo guardo con la coda dell'occhio e pare... divertito. Ma che diavolo...

Logan scuote la testa.
«Nicholas, giusto?» chiede con uno sguardo talmente affilato che rimango sbigottita.
Nick, al mio fianco annuisce.
«Eri un soldato, no?»

Dove vuole arrivare?

Nicholas rimane per un secondo in silenzio.
«Sì» risponde semplicemente con una calma disarmante.
Logan fa un passo, le mani ficcate nelle tasche, solleva leggermente lo sguardo e gli fa cenno con la testa verso l'ingresso.
«Sei congedato.»

***
Angolo autrice

RAGAZZI MA DI COSA CAZZO STIAMO PARLANDO. OH MIO DIO AHAHAHAHA UNA LOTTA TRA TITANI MIO DIO STO MORENDO
AAAAAAAA

Il punto è il seguente: Logan ma tu lo sai che questo ha ammazzato uno a mani nude solo perché gli ha sparato al cane?
No?
Molto male.

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