PARTE UNICA

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Si racconta che nella notte di HALLOWEEN nell'Isola d'Elba, dal mare al sorgere della Luna, una nave a forma di tomba, adornata da una salsiccia verde e maleodorante (dovuta ai suoi numerosi secoli) giunge fino al porto della città di Piombino.

La gente del posto avverte il suo arrivo dalla puzza che emana la salsiccia e si rinchiude in casa, spegnendo ogni luce per non attirare l'attenzione dell'equipaggio.

Le persone dicono che si tratta di cadaveri che sfilano gioiosi, portando una bara sulle spalle allestita da rose nere; "Nulla di strano", direte voi invece qualcosa di sinistro si nascondeva sotto i fiori.

Dai petali si intravedevano un arco e una freccia e una sagoma visibile dalla pelle secca e bianca, pareva la statua di un Angelo.

I cadaveri erano uniti da manette quasi come fosse una sorta di catena; giungevano lì ogni anno per commemorare la morte di una persona a loro cara. Solo uno non era legato: quello nell'ultima fila che con un stuzzicadenti tra le dita ossute strimpellava una musica assordante e fastidiosa tanto che la gente al suo passaggio, nel sentirla, erano costretti ad attapparsi le orecchie con le mani.

La curiosità della gente ogni 31 ottobre cresceva sempre più, volevano conoscere l'identità del morto che si nascondeva sotto quei fiori; ma solo dopo anni, un sindaco, come un valoroso generale, si fece coraggio per scoprirlo.

Travestito da cadavere, quatto quatto, mentre stavano passando davanti al comune, sua dimora, vi si intrufolò mettendosi dietro al musicante.

La fila si diresse fino alla piazza principale del paese dove vi era un grande cerchio fatto con dei san pietrini sul pavimento. I cadaveri a quel punto tolsero le manette e vi lasciarono la bara.

Il cadavere con lo stuzzicadente si avvicinò ad essa, suonando una melodia ancora più reboante e molesta.

La sagoma nella bara, come risvegliata da un sonno profondissimo, si destò e con l'arco, tra le paonazze mani, lanciò la sua freccia, ferendo il povero sindaco che si innamorò della più brutta della città e che nessuno voleva. Era così spaventosamente brutta che incuteva ribrezzo anche il solo nominare il suo nome.

La sagoma, Cupido, ( lo capii dall'inconfodibile aroma umano che emanava) si era vendicato dell'uomo che aveva interrotto il rituale di festeggiamento della sua morte.

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