40 - L'identità degli "Elementis"

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- Abbiamo la stessa età del Mondo Magico, nati ognuno da un elemento che nessun altro possiede, oltre ai quattro che già conoscete. Perciò dominiamo un quinto elemento che è la nostra maggior fonte di potere, la nostra essenza. La Morte, nata da energia negativa con il compito di uccidere e sfamarsi di anime, la Vita creata da energia positiva in modo da dare alle anime buone la possibilità di rinascere. Poi Buio e Luce, creati da una simil fusione delle due energie contrastanti in modo che l'uno possedesse una minima parte dell'altra.-

Arun se ne stava seduto su una roccia, il mento poggiato sul braccio il cui gomito poggiava sulla gamba, il tono di voce misto tra il neutro e l'annoiato. I ragazzi se ne stavano semaduti anch'essi in ascolto, osservando quel ragazzo la cui aura era mutata. Non era più totalmente negativa ma possedeva anche qualcosa di positivo, infatti sulla schiena di Arun vi erano un paio di ali angeliche, anche se nere.

Era quello il segno distintivo tra Irius, il vampiro, e Arun, l'equilibrio, ed erano lievemente diversi tra loro caratterialmente: il primo era freddo, malizioso e a tratti ammaliante; il secondo invece più giocoso e meno freddo. E a detta sua, Niamas era la sua parte angelica e quindi benevola ma non l'aveva mostrata loro. Lo odiava.

- Tutti e quattro inizialmente dovevamo dividerci per proteggere una delle quattro parti del Mondo Magico. Ma le voci si sparsero in fretta e le persone bramavano potere, dovendo cambiare sistema. Cancellammo molte prove della nostra esistenza, o le falsificammo come la storia degli Elementis che creai. Così io e Vita proteggemmo una metà del mondo, Luce e Morte l'altra metà. Andò tutto a meraviglia per svariati secoli, fin quando i Grandi Maestri non vennero a trovarmi chiedendomi degli Elementi. Rifiutammo la richiesta ma parlarono con Vita in quanto era l'unica di cui si fidassero e a cui chiesero di dividersi da noi. Ma rifiutò di nuovo e quegli idioti hanno pensato di prendere comunque gli Elementi, che finirono in mano ad Orion. Loro non possono fare niente contro di lui ora, motivo per cui non provano nemmeno a rimediare al loro sbaglio e lasciando il lavoro a noi.-

Il vento spirava lieve, il silenzio regnava nel campo dove Arun aveva appena finito di parlare riassumendo le cose in modo sbrigativo.

- Visto? Non sapete tutto.- disse loro inclinando la testa da un lato e con sguardo malizioso. Quei ragazzini lo guardavano come sconcertati, confusi, una marea di emozioni miste tra loro che lui sentiva chiaramente.

- Se quel che dici è vero, perché fino ad ora non avete fatto niente nemmeno voi?- domandò un po' incredulo e dubbioso André. Non riusciva a capacitarsi del fatto che esistesse un ibrido davanti a sé, come potevano due energie opposte a stare in una persona sola?

- Voi angeli, sempre diffidenti. Se non abbiamo fatto niente è perché Luce cominciò a distaccarsi da noi fin quando non scomparve all'improvviso nel nulla. La cercammo invano, non c'era alcuna traccia e nel mentre dovemmo continuare a nasconderci. Orion ci cercava per impadronirsi del nostro potere che cercavamo di placare, nascondere, tenere sotto controllo ma questo ci indeboliva. Fui catturato dopo qualche anno seguito da Vita, lasciando Morte alle prese con l'intero mondo Magico dopo aver temporaneamente bloccato Orion.-

- Il preside ha detto che vi hanno tolto gli Elementi dato che avevano paura di voi.- disse Flora in un sussurro e Arun fece spallucce.

- Sì, la più temuta e ritenuta pericolosa era ed è Morte, seguita da me e Luce in quanto ibridi e a volte perdiamo il controllo dell'energia negativa, più lei che io.- si lamentò sbuffando.

A quel punto un'altra aura si percepì nell'aria, o meglio, altre tre: Amara, il preside e un insegnante si stavano avvicinando a loro, con la differenza che la corvina proveniva da un punto differente e che li sorpassò ignorandoli, gli altri due che si fermarono confusi tra i ragazzi fissando Arun. E lui, ovviamente, era troppo preso dal studiare la vampira che non aveva detto una parola.

- Vorresti andare fuori dal portale?- le domandò e lei si voltò appena a fissarlo.

- Devo chiedere il tuo permesso ora?- ribatté lei acida facendolo ridacchiare maligno.

- Abbiamo appena rilevato persone fuori da qui, sono normali abitanti del Mondo Magico che probabilmente saranno dalla parte di Orion. È troppo pericoloso.- disse il preside, facendo ridere Arun e beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza che lo fissò.

- Sono da fermare fino a prova contraria, prima che trovino questo posto.-

- Uccidendoli solo perché ne hai voglia? Penso che, se rimanessimo qui, non ci troveranno comunque.- intervenne l'insegnante. Amara, a quel punto, gli si avvicinò, le braccia al seno più che infastidita oltre che nervosa.

- Non hai capito bene con chi hai a che fare vedo. Non ho solo voglia di uccidere idiota, io ne ho bisogno, e se non saranno loro a morire sarete voi se continuate a volervi nascondere di questo passo.-

- E spargere sangue così facilmente? Sono pur sempre persone quelle là fuori.-

Amara scosse la testa.

- Lo dirò un'ultima volta, la guerra non è un gioco. O vivi o muori. Noi non abbiamo problemi, sta a voi scegliere se lasciare che tutti sopravvivano illesi oppure... ne trattò beneficio solo io dalle vostre morti. E se non faccio nulla, il Mondo Magico va in rovina. Ma non mi aspetto che voi altri capiate dato che non possedete il compito di tenere in equilibrio questo mondo.- concluse acida, fredda, i suoi occhi rabbiosi che lo scrutavano e sembravano leggere la sua anima.

- Vuoi una mano?- le domandò invece Arun annoiato.

- Osa solo provarci.- ribatté lei guardandolo seria e lui ridacchiò.

- Non fare troppi casini che le altre si lamentano.-

- Pretendono troppo.- finì, non dicendo più altro e voltandosi e svanendo in una nube nera.

- Vorresti sapere cosa combinerà vero?- domandò poi il ragazzo al preside che annuì. Arun subito schioccò le dita e apparve come una nuvola nera da cui si vide il mondo esterno. Era una specie di portale e dava loro la possibilità di osservare la prateria che si estendeva per chilometri e lì, radunati, una cinquantina di uomini sembravano aspettare qualcosa.

- Festeggiamenti?- domandò proprio Amara apparsa in una nube nera seduta su un masso in mezzo a loro.

- Ma è scema?- esclamò Lukas. Non era una cosa positiva presentarsi così davanti a dei nemici.

- Nha, siamo solo un po' folli, non stupitevi.- disse Arun ridacchiando già maligno. Sapeva bene cosa sarebbe accaduto. Amara sembrò guardare ogni uomo con disprezzo mentre scese dal masso e le persone intorno erano sull'attenti e la accerchiarono, solo un paio di metri a dividerli da lei.

- Che maleducati, non vi presentate nemmeno?- continuò lei ad istigarli. Uno di loro le si avvicinò di scatto volendola colpire di spalle ma, in una frazione di secondo, lei si mosse e di quell'uomo non rimase altro il corpo steso a terra inerme e il suo cuore grondante di sangue in mano alla corvina che alzò il braccio e lasciò che il sangue colasse e raggiungesse la sua bocca, leccandosi le labbra lentamente una volta finito e osservando qualche d'uno di loro e sorridendo maligna.

All'improvviso si sentì un vento ghiacciato che immobilizzò la maggior parte di loro, sembrava portar via ogni energia e si accasciarono terra eccetto Amara che rimase in piedi come divertita.

- Distruzione e silenzio portate fine a questo destino di bellezza rigogliosa.- iniziò a dire camminando tranquilla tra i loro corpi sofferenti.

- Spezzate le catene della vita e lasciate alla Morte il loro spirito.- continuò. Intorno a lei, ad ogni suo passo, l'erba iniziò a seccarsi e a morire a colpo d'occhio. Lei sapeva cosa stessero provando, le loro grida di dolore erano forti e così soavi. Sembrava che un peso fosse caduto addosso ad ognuno, l'energia stava scivolando via dai loro corpi o almeno alla maggior parte. Qualcuno era più resistente e riuscì a rialzarsi e a cercare di raggiungerla per colpirla, invano. In qualche modo e in poche mosse li faceva cadere a terra, li prendeva per la gola strappandogli la testa di netto solo mordendoli con i canini affilati del vampiro quale era, altri diventavano statue e poi polvere. Sangue, urla, dolore. E poi ancora, sangue, ossa rotte, lividi, carni squarciate. Uno schiocco di dita e creò una folata di vento che scaraventò quelli ancora vivi contro il terreno, alberi e massi. Scricchiolii di ossa rotte, le ultime urla di dolore.

- Ritirata!- sentì dire da una manciata di uomini, gli unici rimasti vivi. Le bastò guardarli e dal terreno che tremò sbucarono braccia scheletriche che li intrappolarono, portandoli via con sé sotto terra. Solo uno ne rimase e cercava di correre via indisturbato. Amara ridacchiò appena svanendo in una nube nera e riapparendogli davanti. Subito lui si bloccò di fronte al suo sguardo, a quegli occhi luminosi e vividi.

- Mai scappare dalla Morte quando ha già messo gli occhi su di te.- gli disse sussurrandoglielo all'orecchio dopo essersi avvicinata e poco dopo l'uomo cadde a terra inerme. Dopodiché creò un tornado di fuoco bruciando la maggior parte di loro, ormai c'era solo il silenzio.

- Che noiosi.- disse stiracchiandosi un po' mentre camminava tra i cadaveri, le mani avvolte in una specie di luce del colore dei suoi occhi. Dai corpi privi di vita iniziarono a spuntare una luce simile ma di colore grigiastro: anime, ed erano attratte da quello che Amara stava canticchiando nella Lingua Antica, raggiungendola e fondendosi con la luce da lei creata che poi svanì una volta che di anime non ce ne erano più. Poi svanì pure lei.

- Che silenziosi!- si lamentò Arun quando interruppe quella specie di portale guardando i volti degli altri, chi sconcertato dalla vista del sangue e chi della velocità e indifferenza della corvina nell'uccidere.

- Ancora non capisco perché abbiate più paura di lei di me quando so fare di peggio, e ancora non so se ritenermi onorato per essere nella lista dei più pericolosi o offendermi per essere solo secondo.- sbuffò il ragazzo portandosi le braccia al petto infastidito.

- Brucia la sconfitta per caso?- disse Amara riapparsa accanto a lui con finto tono innocente.

- Prima o poi ti raggiungerò e dovrai scendere dal tuo piedistallo.- ribatté subito guardandola a modo di sfida e lei ridacchiò maligna. E come Arun, era diversa da come l'avevano sempre vista: gli occhi di colore vivido come iridescenti, la sua energia forte, indosso vestiti neri mai visti prima.

Consisteva in un top in pelle da cui partivano svariate cinghie intrecciate sul petto, schiena e ventre che lo univano a dei pantaloncini anch'essi in pelle, un leggero e trasparente tessuto a fare da gonna i cui bordi strappati finivano all'altezza delle caviglie. E anche lei come Arun aveva dei tatuaggi neri di piume e rose nere, alcune di esse morte, con sfumature viola-rosso come i suoi occhi.

Anche i suoi partivano dal braccio sinistro fino alla spalla dove vi era un teschio tra quelle piume, e rose lo avvolgevano. Poi le piume e rose ne formavano un altro dal piede sinistro allo stinco, e un altro ancora dalla coscia destra fino a metà pancia.

- Non ci penso nemmeno. E comunque...-

Arun non fece in tempo a rendersi conto dei movimenti della vampira che lei riuscì a spedirlo dritto contro la parete rocciosa a molti metri di distanza spaccandola, e che in parte cadde addosso a lui, con solo un pugno. Quella forza sconcertò i ragazzi ancor di più del fatto che un Custode si era intrufolato nella loro scuola.

- Avevamo un conto in sospeso da risolvere.- continuò lei stiracchiandosi come se niente fosse.

- Ma andiamo, non potrai avercela con me per l'eternità!- tossì il mezzo vampiro impolverato e intento a ripulirsi dopo esser tornato tra loro.

- Voi due non vi si può lasciare soli per due minuti che distruggete tutto!- si lamentò una voce che collegarono facilmente a Nives che atterrò tra i due Custodi, le sue ali bianche completamente guarite. Come Arun e Amara possedeva anche lei dei tatuaggi ma di colore bianco con venature azzurrognole come i suoi occhi. Erano piume e fiori di qualsiasi genere e le coprivano il braccio sinistro partendo dal dorso al polso, poi sulle clavicole, intorno alla caviglia destra che arrivava al ginocchio.

Indosso un leggere vestito bianco che le lasciava scoperte le spalle con delle maniche lunghe cadenti e leggere, un cinturino in stoffa a sottolinearle il punto vita, mentre un solo orecchino sul lato sinistro con una semplice piuma faceva capolino tra i capelli grigi. Guardava la polvere e i massi a terra contrariata.

- Io non sistemo.- continuò mentre qualcun altro atterrò accanto a lei con ali bianche ma meno luminose del primo Angelo.

- Chi è rinato dalle sue ceneri! Ho un favore da chiederti...- iniziò subito a dire Arun avvicinandosi a Selene e poggiandole un braccio sulle spalle.

- No, sistemi tu.-

- Oh, ma andiamo Sel!-

- Usa il tuo lato angelico, non posso usarlo sempre io.- continuò la chiara spingendolo verso il lavoro che non voleva fare allontanandolo da sé. Alla fine il ragazzo si arrese e raggiunse la parete rocciosa mentre Nives ridacchiò e Selene fece altrettanto. Amara nel frattempo se ne andò e subito dopo fu seguita dall'angelo, lasciando i ragazzi con l'ultima Custode: la Luce.

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Ehilà! Eccomi qui con un capitoletto che in parte avevo già e non toccavo da tempo. Sto già guardando per finire le Figlie della Notte a cui mancano pochi capitoli alla conclusione e spero di poterli pubblicare entro pochi giorni. Appena finita, cercherò di riprendere questa storia e concluderla non volendoci anche qui moltissimo e a quel punto passerò a Shatter e riuscirò a gestire il meglio il tutto senza confondermi con le storie ahaha. Grazie per la pazienza! <3

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