Episodio 3(mendo)

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Innanzitutto da notare che in quella sottospecie di titoli che precedono ogni puntata compaiono solo i nomi degli attori, perché tanto chissene dei personaggi, noi siamo qui esclusivamente per il bel faccino degli attori. Uuuu!

Bernardo sì, sembra proprio un veneziano, ha la faccia lungarina e un po' viscida dei veneziani (e qui tanto sono sicura che Hoel mi ammazza, ma ne sarà valsa la pena).

Iniziamo con la scena dell'entrata a cavallo di Ludovico corredata da un bel "fate largo al duca reggente!" perché naturalmente Ludovico mica aveva un titolo, noooo, mica era anche duca di Bari, nooo, lui esisteva solo perché esisteva il nipote da reggere, e dunque sia: fate largo al duca reggente. (Che poi all'epoca avrebbero gridato "fate largo al Moro" direttamente).

Qui venivamo a scoprire che Ludovico, impoverito, ha dato in affitto il castello, mentre lui con la famiglia si è ridotto a vivere in un tal "Palazzo Sforza" che in verità è la stalla adiacente alla casa di zu Pino u Cuntadino, perché vi giuro che abbiamo cercato su tutte le carte, ma di Palazzo Sforza proprio non c'è traccia.

Subito il caro amico di Leonardo, Masino Tommasi (perché? non lo sapevate che Masino è il diminutivo di Tommaso?) da buon fiorentino si lamenta che a Milano ci siano più donne che soldati... ma dico? dove ti credi di essere finito? A Roma? A Venezia? Non è mica piena di prostitute Milano!

Appena giunto a PALAZZO SFORZA, Leonardo ha la visione rivelatrice di una serie di cadaverini, tra cui una donna in primo piano, che dal cortile vengono gettati su un carretto... ora: 1) la scena non ha senso, perché non viene neppure spiegata in seguito; 2) non mi risulta che Ludovico fosse Galeazzo Maria, perciò non aveva cadaveri di cui disfarsi con la raccolta dell'umido del lunedì mattina. 

Invitato ad entrare dal ciambellano (e cu ja?) Leonardo viene avvertito del modo in cui avrà a rivolgersi al duca e alla duchessa, e giustamente qui c'era da aspettarsi che Leonardo ribattesse con qualcosa del tipo: "mo', perché io volevo chiamare Beatrice bella uagliona".

Dopodiché veniamo a scoprire che Leonardo è pure tardo, perché appena incontra Ludovico manco saluta e parte subito in quinta con la mostra dei suoi disegnini, e qui mi viene da pensare a quel documentario della BBC ridicolo dove c'è un Leonardo che irrompe a forza nella sala da pranzo di Ludovico e senza manco presentarsi si mette a gridare: IO HO MODO DI APPRESTARE PONTI AGILI ET FORTI, mentre un Ludovico a dir poco interessato continua beatamente a gustarsi le sue fette di prosciutto senza rivolgere lo sguardo a Leonardo manco per sbaglio. Signori e signori: gli ameri-cani.

Forse Leonardo non aveva ancora capito che per conquistare il cuore di Ludovico avrebbe dovuto mettersi a cianciare di agricoltura e giardinaggio.

A quel punto compare Beatrice vestita da prostituta orientale - che i produttori cercarono di spacciare per la "Castità" - con una gonna a dir poco trasparente, che entra in scena ballando la danza di Mastro Ciliegia. Ludovico, sempre sincero, esordisce con un BRAVAH, consapevole che altrimenti la moglie non gliel'avrebbe data quella notte e manco quella dopo. La faccia schifata di Leonardo lascia intendere il tutto.

Da notare comunque che Beatrice nella serie ha qualcosa del tipo quarant'anni, ma agisce e parla come una quindicenne, per modo che non voglio dirvi cosa sembra... vabbe'. Cos'è? Erano finite le attrici ventenni?

Quindi inizia a pregare Ludovico di prendergli un cucciolo e Ludovico, mirando quella notte alla doppia razione, le consente di adottare Leonardo in qualità di Mangiafuoco. 

Leonardo: "ma, signor duca reggente, io son nato pittore, non scenografo!"

Ludovico: "e quindi? io son nato agricoltore e faccio il duca. Non tutti possiamo avere tutto dalla vita!"

Ricordate Bernardo Bembo? Quello che faceva l'ambasciatore? Ecco, ci siamo sbagliati. A quanto pare si occupa di "accordi commerciali", almeno così riferisce Cateronza. MA DECIDETEVI. O FA L'AMBASCIATORE O FA IL MERCANTE. SANTA PACE.

Vi giuro, preferivo la versione in lingua russa che almeno non capivo una m****** e non mi innervosivo a questa sorta di maniera. 

Cateronza: "mamma mia quant'è estenuante a vita di corte!". E che vuoi? L'applauso? Torna a battere il marciapiede se ti pare, che manco degna d'essere chiamata cortigiana sei. Chissà perché Bembo s'è presa per amante una spogliarellista che non sa manco leggere quasi quasi, con tutte le cortigiane che c'erano a Venezia.

Ci manca solo che le chieda di spo... NO. NO. GLIELO HA CHIESTO. MA SEI SCIMUNITO? BOH. SE LA SARA' FATTA TUTTA FIRENZE!

Avanti veloce. Avanti veloce. E qui scopriamo che Leonardo non è un tipo molto atletico, e manco il suo amico attore, dato che dopo circa tre passi di corsa sono tutti e due con un fiatone che pare stiano morendo.

Leonardo si sente solo, perciò vaga per il castello ficcando il naso anche dove non dovrebbe. Incontra il duca Gian Galeazzo - nella realtà un duca ubriacone, manesco e distratto, nella serie un ragazzo dall'animo profondamente sensibile, agnello sacrificale nelle mani del malefico zio Ludovico - il quale subito si presenta chiedendo a Leonardo quale sia il suo uccello preferito.

Leonardo: "quello che non vola, mio duca"

Gianni: "e quale uccello è questo mai?"

Leonardo: "se volete vederlo ve lo mostro, e ve lo faccio pur tenere in mano!"

Gianni: "oh, con molto piacere!"

E Gianni non fu mai più lo stesso. Difatti due minuti dopo afferma di detestare la caccia, quando in realtà non faceva altro dalla mattina alla sera se non cacciare in giro per il ducato. Be', contenti i produttori contenti tutti...

Quindi inizia a spararne di tutti i colori, dicendo persino che sua madre l'ha abbandonato da bambino perché non lo voleva... ma cos? hai sbattuto la testa, figlio mio? Bona di Savoia se ne andò praticamente in esilio per questioni politiche dopo il bisticcio col cognato Ludovico, mica perché non volesse il figlio. Sua madre pensava a lui come tutte le madri.

Talmente si sente ispirato dalle disquisizioni filosofiche di Gian Galeazzo sugli uccelli, che poco dopo Leonardo si mette letteralmente a volare per il cortile, scagazzando in testa agli ignari cortigiani.

Bernardo Bembo ha bisogno di soldi, perché ha speso tutto a donne e a vino, quindi prega Caterina di vestirsi più seducente per spillare quattrini al Moro, peccato che "più seducente" valesse a dire coi capezzoli in bella mostra, dato che quando glielo chiede lei porta già uno scollo profondissimo. Questo sì che amore vero. Ma soprattutto questo sì che è rispetto verso la donna a cui hai appena chiesto la mano.

Da notare che in questa serie gli scacchi fanno conversazione impegnata come il vino fa coito. Si vede proprio che non hanno mai giocato a scacchi sti qui.

Adesso la situazione è complicata, prestatemi la vostra attenzione. Dunque, succede questo: Leonardo ha conosciuto un attoruncolo sodomito e fastidioso che di notte gli ruba la pittura velenosa per avvelenare di nascosto il Moro su ordinazione di re Luigi di Francia, perché si vede che in questa serie Carlo Ottavo ha sbattuto la testa anzitempo, e dunque tanti saluti alle guerre d'Italia. Ma si sa che per gli americani tutti i re di Francia si chiamano Luigi.

L'attoruncolo però, che noi chiameremo Pasquino, di botto si pente, suda, non si capisce, lo scopo è avvelenare il Moro e accusare Leonardo, ma Pasquino proprio non se la sente e perciò chiede a Leonardo: "Vieni in Francia con me!"

Leonardo: "scusa ma non ti conosco"

E mi pare giusto.

Quindi Pasquino si rassegna a portare a termine il proprio piano malefico.

Il ciambellano - è sempre il maggiordomo! - mette del veleno sul pelo del cane del Moro, che a proposito si chiama con un nome improponibile: Megastomo. Ma è greco???

Ludovico fa assaggiare tutto al suo assaggiatore (ovviamente ciccione, sennò che assaggiatore era?) però siccome è zozzone, non si lava le mani, gli viene un cornavirus fulminante e cade stecchito al suolo tremando. I servi, i cortigiani, i musicisti, tutti insomma se ne stanno lì impalati come deficienti, non cambiano manco espressione. Solo Beatrice, temendo che non le avrebbero girato la pensione del marito, si getta a terra piangendo e implorando Leonardo di salvarlo, perché giustamente i medici di corte erano in ferie.

Leonardo assai sollecito si pronta per fargli un bocca a bocca, a quel punto Ludovico si mette a sedere e giura di stare benissimo.

Per festeggiare la repentina guarigione - ma anche in onore del suocero Ercole d'Este che appunto era zoppo - Ludovico si presenta in cortile con un bastone, perché a quanto pare questi sono gli effetti del veleno secondo gli americani, quindi si siede in attesa dello spettacolo.

Qui assistiamo ad un bacio sodomitico in pubblico, perché Pasquino si fa venire la molto felice idea di baciare Leonardo davanti a tutti, un attimo prima della rappresentazione, senza mostrare nessun rispetto verso i duchi, perché ovviamente mica siamo nel XV secolo, nooo, mica a quel tempo i sodomiti venivano chiusi in casse piene di paglia e arsi vivi in pubblica piazza, nooo, quindi vi pare che problema ci fosse a baciare un uomo con la lingua in pubblico?

Appunto, notate bene: il bacio tra uomini esisteva ed era perfettamente normale (solo a stampo però), e aveva valore di saluto o di dimostrazione di grande gioia, nessuna connotazione sessuale, e per questo non scandalizzava proprio nessuno. Il marchese Francesco Gonzaga si mise infatti a baciare in bocca stradiotti (i ferocissimi mercenari greci e albanesi di Venezia) quando questi gli presentarono le teste mozzate dei francesi. Però il bacio tra Pasquino e Leonardo era sessuale eccome, avrebbe scandalizzato eccome.

Quindi no, Ludovico non gli avrebbe fatto semplicemente l'occhiolino come Babbo Natale alla vigilia. Quindi no, Beatrice non si sarebbe messa a ridacchiare compiaciuta. Come minimo Ludovico si alzava e gli diceva: "Leonardo, cosa fai? Mi baci l'attore protagonista davanti a tutti? Ma io ti faccio arrestare come a Firenze!"

Ma qui non siamo nel XV, siamo nel XXII secolo, perciò tutto normale e inizia lo spettacolo. Dovete sapere che a quel tempo non esisteva ancora Sky e non c'era la possibilità di mettere in pausa o di mandare avanti veloce la rappresentazione, quindi il metodo più veloce era uccidere direttamente il protagonista. Ah, bei tempi!

Perciò ad un certo punto vediamo Dracula... ehm, pardon, volevo dire Galeazzo Sanseverino, che si alza con la faccia di chi s'è scocciato delle cavolate rappresentate, entra in scena, accoppa Pasquino ed esclama: "eo, quando ci vuole, ci vuole!" 

Insomma, quella avrei voluto essere io in quel momento, esasperata dell'enormità delle scemenze presenti in questa serie, immaginando che Pasquino fosse lo sceneggiatore. 

Qui assistiamo ad una inversione dei ruoli: cioè Beatrice, sconvolta, piagnucolosa, nasconde il viso nel braccio del marito, Ludovico invece, uomo tutto d'un pezzo, si alza e comincia a fare discorsi sul potere e sul tradimento, terrorizzando chi di preciso se Pasquino è morto? Insomma, Ludovico ha un momento molto alla Galeazzo Maria

Poi, come se non bastasse, si accosta a Leonardo e comincia a fargli pure discorsi filosofici sull'amore, come se Leonardo avesse appena perduto l'amata consorte invece che un tizio che conosceva da due giorni e che aveva baciato cinque minuti prima per caso. Cioè, invece di arrestare Leonardo che aveva una sorta di relazione con il principale sospettato e di interrogarlo gli fa i massimi sistemi sull'amore? Complimenti a Ludovico, davvero avanti coi tempi. Voglio il divorzio.

E qui mi misi a cantare Alleluja perché finalmente era finito l'episodio e potevo andare al gabbinetto, che pure il cesso si sarebbe rivelato più interessante di ciò che avevo appena visto.

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