Capitolo 3

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Natalie

Riemersi di soprassalto da un buio profondo e senza fine. Appena aprii gli occhi mi si parò dinanzi il viso di Angelica segnato dalla morsa della tensione. I suoi occhi, prima verde chiaro, sembravano due pozze scure, ricolme di paura. 

Quando si accorse del mio risveglio, la ragazza mi strinse subito tra le braccia «Non ci posso credere… ha funzionato, sei viva.» sussurrò vicino al mio orecchio. Istintivamente ricambiai la sua stretta, sentendo il cuore più leggero, come se mi stesse trasmettendo tutto il suo sollievo, attraverso il nostro semplice contatto. 

«Se non allenti la presa potrei morire per davvero.» dissi ironica, mentre un debole sorriso compariva sulle nostre labbra.

Sarebbe stato tutto molto idilliaco, se non  fosse che il terreno sotto di noi tremava sempre più forte. Gli spalti si stavano sgretolando, mentre delle profonde crepe divoravano il terreno. Tentai di alzarmi, ma una forte fitta al fianco mi mozzò il respiro, rendendo le mie gambe improvvisamente molli. «Tutto sta crollando, che facciamo? Non c'è via d'uscita!» strillò Angelica, sovrastando il rumore dei detriti che cozzavano l'uno con l'altro. «C'è sempre un modo per uscire da questo Inferno», i miei occhi si incatenarono ai suoi e cercai di trasmetterle tutta la sicurezza possibile.

«Ti fidi di me?» chiesi sollevandomi in piedi a fatica e tendendole la mano. Lo sforzo mi causava scariche di dolore lancinanti, ma riuscii a non darlo a vedere. 

Lei, senza un attimo d'esitazione, l'afferrò e una scarica elettrica attraversò il mio corpo, come se mi stesse donando le forze che mi mancavano. Il dolore iniziò a scemare e mi sentii immediatamente più potente. 

Insieme, eravamo pronte a tutto. 

Mi voltai verso il grosso cancello di ferro e notai come le sue sbarre si erano incrinate sotto il peso dei massi che vi erano crollati sopra. La loro deformazione, però, ci forniva un varco dal quale fuggire.  «Lì!» indicai l'uscita ad Angelica e iniziai a correre, tirandola per un braccio, attenta a evitare i detriti che minacciavano di sotterrarci vive. Gli spalti, intorno a noi, cedevano sempre di più e una voragine in continua espansione si stava allungando al centro dell'arena. Dovevamo affrettarci, altrimenti ogni via di fuga sarebbe stata ostruita.

Attraversammo il cancello, infilandoci tra le sbarre deformate, e ci ritrovammo in una galleria già rovinosamente dissestata, con la pavimentazione che si sbriciolava. Una sottile nebbia grigiastra riempiva l'ambiente, invaso dall'odore dei calcinacci distrutti. «Attenta a dove metti i piedi!» mi avvertì Angelica, mentre ci addentravamo in quella trappola mortale. Se non l'avessimo attraversato rapidamente, avremmo rischiato di fare la fine dei topi. Soffocate da diverse tonnellate di cemento e pietrame. Camminammo alla cieca, ostacolate dalla polvere che ci bruciava negli occhi e affaticava i polmoni. L'unico contatto che avevo con Angelica, che mi confermava la sua presenza al mio fianco, era la mano che mi stringeva con forza, mentre ci trascinavamo verso l'uscita. 

«Siamo salve.» esclamò Angelica qualche attimo dopo, inspirando a pieni polmoni l'aria all'esterno della galleria. Io, però, non ne ero così sicura. Eravamo sbucate in una stradina laterale di quella che pareva essere un'intera città. Gli edifici, però, non sembravano quelli di Baltimora. Il Limbo si era spostato? Oppure era solo un insieme di rovine che non corrispondevano alla realtà? 

Qualunque fosse la risposta, era meglio uscirne il prima possibile. «Non siamo ancora fuori pericolo, dobbiamo fuggire dal Limbo.» affermai cupamente, scrutando ogni angolo della via dove ci trovavamo. Angelica, ancora piegata sulle ginocchia a riprendere fiato, mi lanciò un'occhiata esasperata «Sei come la mia coscienza, una guastafeste che ha sempre maledettamente ragione.» 

Si raddrizzò, per poi guardarsi attorno. Il terremoto non si arrestava e il rischio di essere colpite da qualche detrito, o un intero palazzo traballante, era tutt'altro che remota.

«Allora, visto che non ci tengo a farmi schiacciare da un balcone volante» accennò alle case intorni a noi «Direi di correre da qualche parte, tenendoci vicine ai muri. È più difficile essere colpite.»

«Ma dove dovremo andare?!»

«Non ne ho idea, sei tu la sensitiva.» mi rivolse un sorriso nervoso, per poi afferrarmi per un braccio e trascinarmi con lei verso il palazzo più vicino. «Non senti niente che ci indichi la giusta direzione?» domandò con un tono al limite della disperazione. 

«Non è così che funziona! Non sono un GPS, io… » mi interruppi, non sapendo come giustificarmi. Vidi Angelica fissare nuovamente la strada. Che cosa stava pensando?

«Seguimi. Costringeremo il tuo istinto a guidarci.» Esclamò all'improvviso, slanciandosi verso una biforcazione in fondo alla via. Io strabuzzai gli occhi, ma mi affrettai a seguirla. Il Limbo stava crollando e noi avevamo già perso troppo tempo.

«Destra o sinistra, Natalie?» urlò la ragazza, mentre correva di fronte a me. La risposta mi arrivò subito alla mente, ma l'energia che percepivo era talmente debole che non sapevo più se fidarmi. «Sinistra!» strillai infine.

Senza un secondo d'esitazione Angelica eseguì la mia direttiva, senza guardarsi indietro. Vedere la fiducia che riponeva in me mi fece acquisire più sicurezza. L'avevo guidata per l'intero percorso all'interno dell'arena, perché non potevo farlo di nuovo?

Corremmo a perdifiato, evitando le cascate di detriti e saltando le voragini, fino ad arrivare alla piazza centrale di quella città infernale. L'intera pavimentazione presentava dei simboli demoniaci, ma ormai niente poteva spaventarmi. Perché il portale, la nostra via di salvezza, era proprio lì, di fronte a noi. 

«Ce l'hai fatta Natalie! Siamo qui!» Angelica mi sorrise, riconoscente, mentre ci avvicinavamo con cautela. La luce bluastra che scaturiva dal portale ci investì, portando un po' di colore in quel regno in bianco e nero. «Senza di te sarei rimasta bloccata in quella stradina.» confessai senza vergogna. Non c'era niente di male ad ammettere di aver chiesto aiuto. Ma adesso era ora di uscire da quell'Inferno, quindi dovevo tornare la Natalie di sempre.

«Sei pronta? Dobbiamo entrare,» urlai con decisione, per sovrastare il frastuono intorno a noi,«qualsiasi cosa accada non lasciare la mia mano, intesi?» Angelica fece un segno di assenso con la testa deglutendo vistosamente.

Non c'era più tempo, cominciai a correre tenendo stretta la sua mano ormai sudata. Appena varcammo il portale il tempo e lo spazio sembrarono sospesi, come congelati e i miei sensi divennero più acuti. Percepii il desiderio di Angelica di voltarsi e subito urlai per farla desistere «Non voltarti! Ti prego, non guardare indietro.»

Non volevo succedesse ancora, non poteva rimanere indietro. 

Eravamo quasi arrivate alla luce accecante, mi voltai un'ultima volta di lato e mi scontrai con i suoi occhi profondi. Era come se la sentissi parlare nella mia testa 

«Qualsiasi cosa succeda, Natalie, sappi che non ti dimenticherò mai. Grazie di tutto.»

«Grazie a te, Angelica.»

La luce si fece più intensa e una sensazione di benessere mi pervase, istintivamente misi una mano a parare gli occhi da quella fonte luminosa. Sentii come un formicolio alla mano che poco prima stringeva quella di Angelica e tutto diventò improvvisamente buio. 

Avvertii un calore confortante e mi lasciai andare a un sospiro di sollievo, le lenzuola mi avvolgevano di nuovo. Inspirai profondamente e mi lasciai ricadere sul voluminoso cuscino. Chiusi gli occhi esausta, ma appena le mie palpebre si socchiusero ebbi una nuova visione.

In un'altra camera da letto, in un'altra città, Angelica si stava guardando intorno, confusa e incredula di essere riuscita a uscire da quell'incubo. 

Il suo viso pallido risaltava nel buio della notte, senza più i segni della fatica o del dolore, mentre i capelli rossi lo incorniciavano dolcemente. 

Tutto, però, durò come un battito di ciglia. Un attimo prima c'era, quello dopo non potevo più vederla. Eppure, ero sicura che avesse voltato la testa nella mia direzione, anche solo per un istante, come se anche lei potesse vedermi sana e salva. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro