Epifanie

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Il motivo per cui ho deciso di pubblicare queste riflessioni (gran parte delle quali erano chiuse in un diario) è perché questo tipo di patologir diventa sempre più diffuso, eppure la maggior parte delle persone non ha idea di cosa sia. Ogni grido di aiuto viene liquidato con frasi del tipo "ma prendila con filosofia", "ti fai troppi problemi" o"c'è chi sta peggio". Questa condizione mentale può essere mortale, ma nessuno sembra accorgersene finché qualcuno non ci resta secco ed ecco che tutti si dimostrano all'improvviso affranti e sorpresi.

A un certo punto, stanca di sentire soltanto cazzate e luoghi comuni, ho deciso che avrei fatto qualcosa per sensibilizzare le persone intorno. Ma come? Io non sono un medico, né ho la possibilità di dichiarare troppo apertamente cosa accade nella mia testa senza che lo stigma sociale mi colpisca (e di riflesso quelli a me più cari). Allora ho pensato di farlo nel modo che mi viene più semplice e in un luogo dove i nomi hanno poca importanza

La storia che sto scrivendo e a cui mi sto aggrappando non è ancora del tutto su carta. Un giorno lo sarà. Ma nel frattempo, almeno, ho raccontato la mia.

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È strano. 

Tre suicidi nel giro di una settimana.  

E tutti liquidati con "ma era un ragazzo così solare".

Ogni volta che mi capita di sentire notizie come questa, mi sento come un soldato che vede cadere sul campo un compagno di battaglia. E c'è ancora chi crede che questo male sia solo una questione di stato d'animo. 

Certe notizie mi confondono. Mi chiedo se davvero ne sia anch'io affetta, visto che non sono mai arrivata a tanto. A volte quasi, lo so. Sul ciglio del precipizio, ma non l'ho fatto comunque. Mi chiedo se davvero io sia stata più forte o se invece il mio demone non sia soltanto più debole del loro. Mi chiedo se i veri coraggiosi siano loro, che hanno trovato lo stomaco di dire basta, o io che ho resistito anche trascinandomi fino a tempi migliori. 

Che poi sono dubbi idioti. Lo so che la vera forza è combattere anche quando tutto sembra perduto. Che quando ti porti una guerra nella testa non hai altra scelta che combattere. 

Ma forse sono più fortunata, io ho trovato un motivo per farlo. L'arte, la musica mi hanno tenuta in vita. Questa storia che ho dentro e che devo raccontare mi sta tenendo in vita. 

Potrei usarla anche per fare altro. Per far capire alla gente la vera entità di questa follia. Per aiutarli a riconoscerla. Questa battaglia non mi avrà, io arriverò fino alla fine. E, anche se solo dovessi smuovere un granello di polvere, voglio farne parte. 

(febbraio 2017)

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