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𝔻𝕠𝕘 𝔻𝕒𝕪𝕤 𝕒𝕣𝕖 𝕆𝕧𝕖𝕣

Prologo. No Turning Back



È bizzarro. Davvero bizzarro. E lui, di cose strane, può dire di averne viste un bel po'. Eppure, certe volte, le cose più ordinarie lo lasciano senza parole. Completamente.

Bizzarro, sì.

Forse perché, dopotutto, è un ragazzo sensibile ma allo stesso tempo così razionale, che è più propenso a metabolizzare le stranezze piuttosto che il resto; la normalità, ecco. Per questo vedere quella partecipazione di nozze, in un momento stressante come quello in cui si trova ora, in piena sessione d'esame, lo ha destabilizzato così tanto. Non può che essere felice di non essere lui alla guida di quell'auto in cui sta viaggiando, perché la notizia lo ha talmente sconvolto – e, è dura ammetterlo, anche emozionato così tanto, che avrebbe di certo combinato qualche guaio.

Mabel, comunque, ha avuto tutto il tempo di reagire alla notizia siccome è stata lei a dargli la missiva, sebbene stia ancora sorridendo come una bambina di tre anni, mentre imbocca la superstrada che lì riporterà sulla via principale verso casa.

«Tu ci credi che io non riesco a crederci?», esordisce, mentre continua a fissare quelle lettere scritte a mano con uno stile raffinato, certo opera di qualche professionista del settore matrimoniale.

Mabel sbuffa una risata poco elegante, e gli dà una gomitata al volo, prima di svoltare a destra. «Se ci credo? Dipper, c'è mai stata una volta in cui non hai dubitato di qualcosa?»

«Beh, forse un paio», risponde ironicamente e si rende conto di quanta leggerezza senta nel cuore e, l'unico nome che può attribuire a quella sensazione, è nostalgia .

Sì, perché Gravity Falls manca così tanto ad entrambi, e sebbene siano tornati per l'estate subito dopo la prima - quella in cui Bill li ha tormentati per tutta la durata della vacanza - Dipper non può non ammettere a sé stesso che non è più stato lo stesso senza il prozio Stan e, più segretamente, di Ford. Oltretutto non si capacita ancora di come il destino possa essere così dannatamente ironico, certe volte: ha deciso di tornare in Piedmont insieme a Mabel invece di restare a Gravity Falls e studiare con Ford e, l'università che ha scelto, si chiama proprio Stanford. Come se fosse un segno del destino.

Invece non è altro che ironia. Crudele e pungente ironia. 

«Io invece ci credo e, anzi, cominciava a spazientirmi l'idea che Soos non avesse ancora fatto quel passo! Melody non aspettava altro, no? O non credi nemmeno in questo?»

«Ah, non saprei. La vita amorosa di Soos non è stata tra le mie priorità negli ultimi cinque anni», risponde, girandosi ancora tra le mani la lettera, in attesa forse di veder spuntare qualcosa tra quelle righe, o negli angoli del foglio, proprio come succedeva ogni volta che sfogliava il suo diario – o meglio il diario di Ford, e scopriva nuovi misteri e stranezze tipiche di Gravity Falls.

Non fa in tempo a formulare del tutto quel pensiero che Mabel imbocca il vialetto di casa e, con un gesto deciso, tira il freno a mano e spegne il motore, rimanendo però immobile a guardare il parabrezza. Lo sguardo fermo – anzi no, non è fermo, è tornato indietro, e Dipper sa esattamente dove.

«Ehi, tutto okay?»

Sua sorella non risponde immediatamente, ma passa i trenta secondi successivi a tamburellare le dita sul volante; arriccia le labbra come se un ricordo le fosse scivolato sulla bocca e lei ne volesse registrare il sapore.

«Dipper... noi due stiamo per tornando a Gravity Fall, non è così?», chiede, come se non fosse la realtà, come se all'improvviso si fosse creata intorno a loro una bolla. No, non è esattamente questa la sensazione. Forse è un po' come quando ci si sveglia da un sonno lunghissimo e sembra che le ore precedenti al risveglio siano più lontane di quanto dovrebbero. Troppo lontane. Irraggiungibili e sbiadite. Forse mai esistite.

E forse è così, Gravity Falls è ormai lontana, ma forse la sentono ancora più indietro, e Dipper sa che parte di loro ha preferito congelare quei ricordi per non dimenticare e, allo stesso tempo, per non soffrire troppo perché, lo sanno entrambi, tornare non significherà mai rivivere le stesse emozioni, ricreare gli stessi ricordi, e non solo perché ora hanno diciotto anni e sono due adulti. Sanno che è così perché hanno smesso di andarci proprio per quel motivo.

«Sì, è così.»

«Questa volta sarà diverso, vero?», chiede ancora Mabel, e Dipper le lancia uno sguardo confuso, non riuscendo a capire cosa intenda dire; lei sembra intercettare la sua confusione, così sospira e, restituendogli lo sguardo, sorride con un po' di malinconia. «Ci saranno anche loro . Non crederai che il prozio Stan si perda il matrimonio di Soos e, se ci sarà lui, di certo non mancherà nemmeno Ford, non credi?»

«Non... non ci avevo pensato», ammette, e abbassa lo sguardo di nuovo sulla lettera, come se potesse davvero trovare qualcosa da decifrare; come se, improvvisamente, tutte quelle cose ordinarie lo annoino da morire.

Andiamo, Dipper. Come se non fossi cosciente del fatto che dopo quell'estate tutto non ha fatto che essere una noia mortale, pensa, e si sorprende sempre di quanto la sua voce suoni sicura quando è la coscienza a prendere il comando della sua mente.

Sente un sobbalzo nello stomaco, e forse pure nel cuore. Vorrebbe reprimere dentro quel sospiro, ma lasciarlo lì dov'è lo fa sentire come se stesse per morire. Così lo lascia andare via perché sa perfettamente cosa significherà rivedere Ford. Sa perfettamente che, nel corso di questi anni, non ha fatto che chiedersi come sarebbe stato e cosa sarebbe diventato se avesse deciso di restare e studiare con lui. Non che si sia pentito di essere tornato in Piedmont con Mabel ma, certe volte, è inevitabile chiedersi cosa sarebbe successo se avesse detto di sì e basta. E se lo chiede ogni volta in cui fa un esame e lo supera con il massimo dei voti.

Come sarebbe stato diventare suo allievo e restare a Gravity Falls?

Se fossi rimasto non sarebbe andato via nemmeno lui, coronando il suo sogno di viaggiare in giro per il mondo con una barca, un sacco di cose da scoprire e il fratello al proprio fianco, dopo trent'anni passati separatamente.

È l'unica risposta che riesce a darsi, eppure a volte pare non bastare. A volte pensa egoisticamente che le cose sarebbero diverse, che forse le estati sarebbero tutte come la prima passata lì, in quella cittadina sconosciuta dell'Oregon. Magari senza Bill Cipher, certo.

O forse chissà... anche Bill, in un certo senso, gli manca. Dopotutto è stato parte integrante di quel momento dal quale non riescono proprio a staccarsi.

Forse Dipper Pines è ancora lì, a Gravity Falls, in attesa che l'estate finisca.

«Pensi di poterti prendere una pausa dallo studio per andare?», chiede Mabel e forse lo fa per spezzare quel silenzio che fa più rumore di qualunque altra cosa, in quel momento in particolare.

Dipper si risveglia dai suoi pensieri, e ha la sensazione che qualcosa l'abbia colpito dritto in mezzo agli occhi. Alza le spalle e sorride.

«Sono praticamente in pari con tutti gli esami. Posso concedermi un po' di ferie. E tu?»

«Lo studio grafico chiude comunque per le vacanze estive proprio in quel periodo, quindi...»

Non abbiamo altra scelta, pensa Dipper, ed è assurdo come tutto questo abbia, in qualche modo, una sfumatura amara e allo stesso tempo così dolce e malinconica. Perché, forse, a muovere tutto c'è la speranza di ritrovare tutto com'era, immutato; che non si è mosso di un millimetro.

Forse dentro di loro sperano che, quei due dodicenni, siano ancora lì ad aspettare di salvare il mondo. 

Fine Prologo



Note autore: 

No, non mi chiedete nulla. Non so nemmeno io perché io stia pubblicando questa cosa alle 2.17 di notte, oltretutto il giorno del compleanno dei gemelli, dopo mesi e mesi e mesi e mesi di VUOTO ASSOLUTO. Non so nemmeno io perché, ma ho seguito l'onda e non l'ho lasciata più più quindi beccate e portate a casa, sperando che non si areni come OGNI CASPITA DI STORIA. 

AH,  un'avventura ed  è un crossover con Over The Garden Wall, è una Pinescone (non è il centro della storia ma c'è) e ci sarà tanto Ford perché è il mio personaggio preferito insieme a Dipper quindi DAJE.

(guardate quanto è bellino il mio Fordy ♥)

Sperando che questo prologo un po' angst vi sia piaciuto vi do appuntamento a BOH, che spero sia un "a presto". 

P.s.: il disegno in copertina è mio, perciò se vi interessa vi lascio il link di IG qui nei commenti ♥

Miry 

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