Capitolo 46: CINDERELLA STORY

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La notte Ian ha il turno alla reception. Impiego un po' di tempo per convincerlo ad andare. Non vuole assolutamente lasciarmi da sola. Ashley si propone di restare con me, rinunciando ad una delle feste del venerdì organizzate per il ristretto popolo degli IN a Jacksonville Beach.

"Non ho voglia di vedere Ed e Felicity sbaciucchiarsi, Phoebe ballare circondata da mille ragazzi e deprimermi da sola con un bicchiere di Margarita. Faremo una maratona di film, io e te, tv e popcorn come due vecchie liceali!" propone con entusiasmo.

Ian non sembra molto convinto, tuttavia chiede di chiamare all'hotel per qualsiasi evenienza.

"Vai tranquillo!" Ashley è costretta a spingerlo fuori dalla stanza per evitare che faccia troppo tardi a lavoro.

Lascio che sia Ashley a scegliere i film, compiendo un gravissimo errore. Nessun thriller o pellicola d'azione, ma esclusivamente commedie super romantiche, di quelle che fanno sognare ad occhi aperti qualsiasi ragazzina, soprattutto quelle provenienti dai quartieri più poveri come il mio. Evan si rifiuta di partecipare ad una maratona così smielata e fugge via nell'istante in cui la cugina inserisce il primo dvd.

"Non sono ancora pronto per vedere Cinderella Story" dice sulla soglia. "Scommetto però che per voi sarà una gran bella serata"

"Vai alla festa?" mantengo la porta aperta.

"Farò un salto" dice, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni. Le sue spalle si incurvano mentre i suoi occhi si soffermano un istante di troppo nei miei. "Senti, Holland, so che non è il momento adatto ma...ecco...ti ho lasciato un, un..."

"Biglietto?" sorrido, "sì, l'ho trovato"

Evan sorride di rimando. "Quando avrai i risultati del test?" si affretta a chiedere.

"La prossima settimana, credo"

"E...se andrà tutto bene...tu ed io potremo..."

"Evan?" Lo riprendo. "Io...non vorrei..."

Il volto del ragazzo si rattrista. I suoi occhi fissano a terra. "Se è per quella storia sugli amici con benefici è solo una stupidaggine tra me e Karidja, ma con te, con te sarebbe diverso. Troncherei con lei, è ovvio, romperei qualsiasi possibile beneficio all'istante!"

Le guance di Evan sono così rosse che temo prendano fuoco da un momento all'altro ed io sono in totale difficoltà. Mi sembra orribile rifiutare il suo invito così come mi sembra disgustoso fingere che tra me ed Evan possa esserci qualcosa in più di una bellissima amicizia. Evan è carino, piacevole e tranquillo, ma il mio cuore batte per un altro ragazzo, anche se quel ragazzo è decisamente irraggiungibile.

"Ne riparliamo, okay?"

Evan annuisce. "Okay. Dopo i risultati"

"Dopo i risultati" confermo.

Ashley mi chiama. Si è già posizionata sul letto con tanto di ciotola strapiena di mais.

"Adesso devo andare, tua cugina è impaziente!"

Evan si avvicina a me, trovando il coraggio di sfiorarmi la guancia con un bacio.

"Holly! Muoviti, ti perderai l'inizio!" La voce di Ashley rimbalza nelle quattro pareti come una pallina da biliardo.

"Vai" dice Evan, facendo un paio di passi indietro.

"Vado"

Quando chiudo la porta impiego alcuni secondi prima di capire cosa è successo davvero. Evan mi ha appena chiesto di uscire e non lo ha fatto con un biglietto o un sms, ma a voce, come un uomo vero e proprio. Mi ha anche dato un bacio sulla guancia con una tenerezza che non si vede facilmente in un ragazzo.

Recupero dalla tasca della divisa il bigliettino che mi ha lasciato questa mattina. Lo rileggo ancora una volta. A quanto pare Ashley aveva ragione, i suoi sentimenti per me vanno ben oltre la semplice amicizia. La cosa dovrebbe lusingarmi, invece mi mette in notevole imbarazzo. Cosa dovrei fare? Uscirci insieme oppure dargli un bidone? Ribadire il mio concetto di amicizia? O tentare di conoscerlo meglio? In realtà già lo conosco abbastanza. Ho passato con lui del tempo da sola, ho anche dato da mangiare a dei cigni. E' un tipo apposto.

"Holly, ti vuoi sbrigare?"

Abbandono i miei ragionamenti contorti tra amicizia e amore e raggiungo la mia compagna impaziente.

"Cosa stavate facendo di là, piccioncini?" squittisce, battendo una mano sul materasso perché mi sieda al suo fianco.

"Avevi ragione" le dico, restando in piedi di fronte a lei. "Evan mi ha chiesto di uscire" le porgo il bigliettino.

Ashley preme Pause sul telecomando e spalanca le fauci. Per un attimo il suo aspetto sembra quello di una rana dalla bocca larga. "Vuoi dire che il mio amato cuginetto ci sta sul serio provando con la mia migliore amica?"

Il fatto che Ashley mi definisca come tale mi fa vibrare note calde nel petto. E' piacevole sapere che sono qualcosa di speciale per qualcuno, ed una migliore amica è molto più di qualcosa di speciale.

"Non ci sta provando mi ha solo chiesto un appuntamento"

"Un appuntamento. Holly, un appuntamento è provarci!"

Le sfilo dalle mani la ciotola con i popcorn e mi butto al suo fianco, emettendo un lungo sospiro. Ne ingurgito una manciata, sperando che un po' di sale possa rimettermi in forze.

"E tu cosa hai deciso di fare?" domanda con occhi curiosi e languidi.

"Non lo so" ammetto. Un'altra manciata e un'altra ancora. Dio quanto amo i popcorn!

"Evan è un bravo ragazzo, questo pomeriggio ti ha pure salvata! Sareste una bellissima coppia insieme. E poi, Holly cara, è davvero un buon partito!" mi strizza un occhio.

"Il fatto è che..." Per un attimo vorrei rivelarle la verità. Aprirmi come una scatola di cioccolatini, parlarle sinceramente. Il fatto è che sono innamorata di un'altra persona, Ashley, e quella persona è Ian Somerhalder.
So che è un amore platonico e inconcludente perché lui è sposato e ha una figlia, perché viene da un altro tempo, perché è come un fantasma nella nostra generazione. Ma io sono legata a lui. Lo sono con il sangue e con il cuore. Ho visto la tomba di sua moglie, si è risposata e lo ha fatto con il migliore amico di Ian. Lei non lo ha amato davvero o forse sì, ma il loro amore non è durato nel tempo. Purtroppo tutto questo Ian non lo comprende. Lui vuole tornare indietro, pensa di poter cambiare il futuro. Ma il futuro può essere davvero cambiato?

"Il fatto è che?" Gli occhi grandi e azzurri della mia amica si aspettano una risposta.

"Che non voglio rovinare la nostra amicizia" mi limito a dire, tagliando fuori il discorso Ian.

Ashley preme di nuovo Play. I titoli hanno inizio nel semibuio della stanza. "Sei pessima" afferma, "hai la possibilità di avere un ragazzo davvero in gamba, non come quello scimmione di Hunter, non te l'ho mai detto ma ho sempre pensato che tu fossi troppo per un homo sapiens come lui. E non parlo di Evan così bene perché si tratta di mio cugino, sia chiaro, ma soltanto perché lo penso davvero. E tu che fai? Rimugini a come e se mai potrà rovinarsi la vostra amicizia?" mi scruta, socchiudendo le palpebre, "sei sicura che sia solo per questo? Forse...non ti piace...fisicamente?" indaga. "Guarda che è carino, un po' asciutto ma molto sexy"

"Evan è un bel ragazzo, non è per quello" volgo lo sguardo al film appena iniziato. "Ma hai intenzione di parlare di lui per tutta la sera?"

"Ovvio che no!" si rimpinza la bocca, gettando la testa sul cuscino. "Mi preoccupo solo per la vita amorosa della mia migliore amica, visto che almeno lei può averne una!"

A metà del film riforniamo la ciotola di mais. Ne abbiamo due sacchi abbastanza grandi e con questo tipo di sceneggiatura credo che ce ne occorrano tutti.

"Questo film mi ricorda il cavaliere mascherato, anche io e lui abbiamo ballato in quel modo meraviglioso, con quella bellissima sintonia..." Ashley sogna di fronte ai due protagonisti e al loro incontro magico.

Posso sentire la mia faccia piegarsi in una smorfia. Accidenti! Deve aver preso una bella sbandata per il ragazzo vestito da Zorro. Lo vede davvero ovunque! E, non a caso, la scelta del secondo film è più o meno uguale alla prima mandata.

"Ho già visto Another Cinderella Story, ma dicono che la seconda volta sia pure meglio!"

"Non ne ho dubbi" sbadiglio, sfinita. Il mio tasso glicemico credo che sia prossimo ad un collasso.

"Amo Selena Gomez!" Ashley salta con il sedere sul letto, sembra più eccitata di una bambina appena entrata in un negozio di caramelle.

Prima che il film abbia inizio, cerco la sua attenzione. Devo risolvere la questione di questa mattina circa il test di anatomia.
Così, nonostante la tarda ora, intraprendo il mio discorso serio; "Ashley, mi dispiace che il professor Wilder abbia intercettato il nostro biglietto"

"Non è colpa tua" allunga una mano su una ciocca dei miei capelli. Sono in parte appuntati, in parte sciolti sulle spalle, ma comunque abbastanza lunghi perché lei possa attorcigliarvi due dita per almeno dieci volte. "Quel pezzente di Penn avrebbe dovuto stare fermo! E' colpa sua se mi hanno beccata. Ha fatto rumore con la sedia e mi ha passato il foglietto come se fosse una banalissima Malboro!"

"Credo che le sue intenzioni fossero soltanto quelle di aiutarti"

"Holly, capisco che quei due ragazzi siano tuoi amici, ma mi odiano! Farebbero di tutto per mettermi in difficoltà e farmela pagare per quello che io ho fatto loro fino ad oggi!"

"Non è vero" soffio fuori, "loro non sono così!"

"Non con te, tu fai parte della loro famiglia, in fondo. Li hai aiutati in alcune occasioni, non possono detestarti, anzi! Ma con me non funziona, con me è diverso"

"Tu odi loro, ma loro non odiano te" ribadisco.

"Ne sei davvero sicura? Penn questa mattina mi ha messa seriamente nei guai!" lascia andare i miei capelli, incrociando le braccia al petto e gettandosi distesa sul letto. I suoi piedi si accavallano l'uno sull'altro. Le sue calze verdi di cotone, lunghe fin sopra al ginocchio lasciano intravedere solo una piccola porzione della coscia.

"Si è messo anche lui nei guai. Ha dovuto consegnare il compito proprio come te"

Ashley sbruffa. "Holly, io voglio essere tua amica, anzi sono tua amica, ma non vale la proprietà transitiva. Tutti i tuoi amici non sono anche i tutti i miei amici, chiaro?"

"Chiaro" annuisco, stendendomi al suo fianco.

Dopo Another Cinderella Story, vediamo anche A Cinderella Story: If the shoe fits, o meglio, cerchiamo di farlo perché a metà i miei occhi si chiudono e pure quelli di Ashley. Ci addormentiamo vicine, io abbandonata sulla schiena, lei girata sul fianco. La ciotola di popcorn vuota e la televisione ancora accesa.
***

Non so che ore siano né se stia sognando o meno, ma quando mi sveglio, o almeno credo di farlo, qualcosa o qualcuno mi impedisce di respirare. C'è un peso che mi schiaccia la testa, un volume morbido ma asfissiante.

Apro gli occhi, accorgendomi di essere nel mondo reale. Non sto affatto sognando e quello che è sulla mia faccia ha tutto l'aspetto di un cuscino. Cerco di togliermelo di torno, ma non ci riesco. Una forza maggiore lo comprime così forte da non lasciarmi nessuna via di scampo. Annaspo, incapace di gridare. Stordita ancora dal sonno tento di trovare una via di fuga per poter respirare di nuovo. Muovo braccia, gambe e agito il bacino. Sento come una mano grande e potente schiacciarmi la stoffa contro la faccia, tanto da tapparmi il naso. Grido, ma l'unico urlo che mi esce dalla gola è solo un mugugno sommesso.

"Ti ho detto che avrei trovato un modo per ucciderti, mantengo sempre la mia parola!"

La voce di Tom mi sconvolge. Vorrei gridare, vorrei urlare fino a far vibrare la stanza. Vorrei strappare via le sue mani dalla mia faccia e respirare di nuovo. La mancanza d'aria è più forte di qualsiasi altro bisogno in questo momento. Scalcio e protesto, ma non riesco ad ottenere nient'altro se non ancora più pressione.

"Ehi, Holly, che succede stai facendo un brutto sogno?"

Sento la voce di Ashley ovattata, sento il suo corpo girarsi sul letto e poi un urlo. Potente. Grosso. Uguale identico a quello che vorrei emettere io in questo momento.

Il mio aggressore preme più forte, pigia con tutta la rabbia che possiede. "Maledizione!"

Il letto si alleggerisce, mentre le mie forze vengono pian piano meno, fin quasi ad abbandonarmi del tutto. La mano di Tom Felton preme un'ultima volta, quella decisiva ed io piombo di nuovo nel mondo dei sogni. Un mondo ovattato da voci, grida e trambusto, ma pur sempre lontano.

Quando riprendo i sensi sono stesa sul letto ed ho le gambe tenute in alto da Ashley.

"Holly, Holly, Dio ti prego, fa che si riprenda, fa che si riprenda!"

"Ashley..." sussurro. Ho la bocca impastata e i ricordi sovrapposti e totalmente sfumati.

Gli occhi della mia amica hanno un guizzo di gioia. Le sue braccia lasciano andare le mie gambe, che ricadono come due pesi sul letto.

"Quel fetente stava per ucciderti di nuovo, Holly!" piange. Questa volta però non sembrano lacrime di coccodrillo, è disperata e impaurita sul serio.

Mi porto a sedere, accettando un bicchiere di acqua. Scorgo la ciotola di pop corn in fondo al letto. Le briciole sulle lenzuola e le copertine dei dvd che abbiamo visto sparse a terra.

"E' venuto qui, ha tentato di soffocarti con un cuscino. Io non posso credere che sia vero, non posso crederci!" Ashley continua a piangere, mentre si alza per sistemare il caos che c'è intorno. Il suo bastone da cheerleader è spezzato nel mezzo. Lo raccoglie e lo butta in un angolo. "Gli ho rotto la testa. Gli ho mollato un colpo così forte che credo di avergliela rotta" spiega.

"Dov'è?" mi guardo intorno completamente disorientata.

"E' fuggito, per fortuna, è scappato dalla finestra"

Volgo lo sguardo alla vetrata e mi perdo nel buio della notte. "Ma che ore sono?"

"Le quattro meno dieci" dice Ashley illuminando lo schermo del suo cellulare. "Credo che dovremo chiamare Ian"

Nell'istante in cui Ashley lo dice, una Mercedez grigia si ferma sul cortile, spengendo i fari.

"Immagino che non ce ne sia bisogno" sospiro.

Ian entra nella stanza come una furia, per la seconda volta in un breve arco temporale. Indossa la divisa da lavoro ed ha le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti.

"Stava per soffocarti di nuovo" Non è una domanda, ma una affermazione vera e propria. 

I miei occhi restano incollati all'azzurro mare dei suoi, mentre la mia testa si esprime in un breve cenno affermativo.

"Sono svenuta"

"Anche io" afferma.

Ashley riprende a piangere più forte e singhiozzando si accovaccia ai piedi del letto. "Non possiamo continuare così, non è giusto! Io chiamo la polizia!" afferra il cellulare componendo il 911. 

Ian diviene serio. In un battibaleno le sottrae il telefono dalle mani e la tira in piedi. I muscoli delle sue braccia si contraggono così tanto da mettere in evidenza il reticolo venoso. "Tu non lo farai!"

Ashley trema sotto cotanta prepotenza.

"Ci penserò io a quel bastardo!"

"E come? Tu non puoi farci niente, vuoi ripagarlo della stessa moneta e finire dietro le sbarre? Invece la polizia ci interrogherà, farà dei controlli..."

"La polizia ci prenderà per malati di mente" grugnisce lui, avvicinando il suo viso a quello di Ashley. La tiene ben salda per un braccio. Ha evidentemente paura che possa sfuggirgli da un momento all'altro per chiamare i soccorsi. "Cosa hai intenzione di raccontare agli sbirri? La storia del mio pendolo? Cosa?"

Gli occhi di Ashley sgorgano una notevole quantità di lacrime mentre si abbassano a fissare il pavimento. Ian la lascia andare e lei torna a sedersi ai piedi del letto con la faccia dentro i palmi.

Osservo Ian voltarsi di nuovo verso di me. Sono riuscita ad alzarmi nonostante il costante giramento di testa.

"Prendi le tue cose, verrai a stare da me fin quando non troveremo una soluzione migliore"

Il suo è un vero e proprio ordine ed io non posso fare nient'altro se non preparare la mia valigia.

NOTE AUTRICE

Sera!!! Quante di voi hanno visto questi tre film? Ashley e la sua Cinderella mania ;)
Un abbraccio a tutti lettori e alla prossima!
Serena

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