Parte 11 - La prima occasione

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Cobra si svegliò tardi.

Guardando fuori dalla finestra vide che la pioggia, accompagnata da folate di vento improvvise, cadeva insistente. «Essere sotto le coperte mentre fuori diluvia è uno dei pochi piaceri della vita che mi sia rimasto», pensò con un'espressione beata sul viso. Il brutto tempo lo faceva dormire meglio e più a lungo. Cullato dallo scrosciare dell'acqua si girò dall'altra parte e continuò a sonnecchiare.

Dal torpore uscì molto tempo dopo, con estrema lentezza.

Alzandosi dal letto si grattò una guancia e si avvicinò al portatile. Quindi mosse il mouse per riattivare lo schermo. L'applicazione in primo piano era ancora quella della chat d'incontri lasciata aperta la sera prima.

Ciò che vide gli fece spalancare gli occhi.

«Oh, ma che diavolo succede!? Addirittura, due notifiche! Non ci posso credere», esclamò ad alta voce.

D'impulso si sedette davanti al computer e ci cliccò sopra.

Il primo messaggio era di una appariscente ragazza bionda che lo invitava a fare sesso. Per mettersi in contatto con lei doveva solamente seguire un link che portava a un sito esterno. «Eh, sì... ci mancava solo la zoccola truffaldina», borbottò infastidito. Senza esitazione archiviò la notifica.

Il secondo messaggio era diverso. Proveniva da una ragazza mora di nome Sofia: «Ciao, ho visto il tuo profilo e devo dire che mi piace».

Cobra curvò le labbra in una smorfia di apprezzamento. «Mm... questo sembra più interessante. Chissà se è vero?», si chiese. Non avendo lei aggiunto altro, andò sul suo profilo a controllare cosa avesse pubblicato e si soffermò sulle poche foto che mettevano in mostra il suo fisico asciutto e il suo viso.

Sofia aveva gli occhi verdi e un'espressione vagamente demoniaca. Non era certo una bellezza, ma Cobra non gli diede peso. «Finalmente una ragazza che mi scrive qualcosa di carino», considerò contento.

Era eccitato e, mentre fissava un punto indefinito nella stanza, si chiese: «E ora che le scrivo?». Si concesse un momento per riflettere ma poi, sentendo la pancia borbottare, rimandò a dopo: «A stomaco pieno si ragiona meglio», sentenziò.

Quindi si alzò dalla poltrona e aprì il frigorifero. Prese il cartone del latte, riempì una tazza e lo scaldò nel forno a microonde. Per placare la sua fame, colmò la ciotola di cereali e si sedette a fare colazione. Dopo aver terminato, si piazzò nuovamente davanti allo schermo.

Le dita gli tremavano, ma era pronto.

Voleva provare a rispondere con qualche frase seducente, ma la mancanza di esperienza lo bloccava e l'emozione gli accelerava i battiti del cuore. «Devo giocarmi bene le mie carte», rifletté ad alta voce. «Dovrei cominciare con qualche domanda semplice. Un buon inizio potrebbe essere qualcosa sulla sua vita o sui suoi hobby».

Senza tentennare incominciò a digitare sulla tastiera.

«Ciao Sofia, è un piacere conoscerti. Cosa fai nella vita? Hai un lavoro? Studi?», scrisse, cercando di mantenere un certo distacco e un tono disinvolto. Si rese conto che quelle domande erano fin troppo banali, ma non gli venne in mente nulla di più creativo. Dopotutto, lei sul suo profilo aveva solo quattro foto in croce in cui appariva vestita come un'esile adepta di chissà quale setta occulta e parlare di quello gli sembrava poco opportuno.

Nell'attesa, Cobra puntò il bagno. Si diede una rinfrescata, si fece la barba e tornò indietro chiudendosi velocemente la porta alle spalle. Un segnale acustico lo avvisò di una risposta in arrivo. Era di Sofia. L'emozione lo sovraccaricò di adrenalina.

«Non faccio nulla di particolare, lavoro come segretaria in un'azienda. E tu cosa fai?», chiese lei di rimando.

Sebbene fosse consapevole della inconsistenza della sua vita e della sua scarsa esperienza nel mondo reale provò, comunque, a costruire attorno a sé uno spessore che gli desse importanza. «Lavoro e studio da casa, mi occupo di trading online», scrisse Cobra, cercando di darsi l'aria della persona di successo.

«Ma dai, invidio un po' chi lavora da remoto. Almeno non devono sopportare i colleghi in ufficio. La convivenza forzata, a volte, è durissima», commentò Sofia accompagnando il testo con una faccina disgustata.

«Capisco. Dalle tue foto ho notato che tieni molto alla tua forma. Fai qualche tipo di sport?», le domandò Cobra.

«Diciamo che quando posso cerco di andare in palestra. Sono i risultati che lasciano a desiderare. E tu come occupi il tuo tempo? Cosa ti piace fare?», chiese Sofia.

«A me piace molto camminare, fare yoga, guardare serie tv, leggere libri e navigare su internet. Inoltre, quando riesco, studio per laurearmi in scienze bancarie. Ho ancora qualche esame da fare...», raccontò, evidenziando i suoi interessi e i suoi presunti obiettivi riposti nel cassetto.

Sofia, senza indugiare oltre, cambiò tema: «E in una ragazza cosa cerchi? Mi piacerebbe conoscere meglio quali sono le caratteristiche che in una lei ti affascinano».

La questione lo disorientò un po' e lo lasciò perplesso. «Me lo chiedo pure io», abbozzò Cobra serrando le labbra. «Una risposta a questa domanda non è che sia facile da trovare...», rispose.

Sofia, tuttavia, insistette: «Non volevo metterti in difficoltà. Era solo per capire se c'è qualche corrispondenza tra il mio modo di essere e le tue aspettative. Preferisco andare subito al sodo per evitare di far perdere tempo a entrambi».

Cobra pensò per un momento e poi rispose: «Intelligenza, calma e compostezza. Non sopporto le donne col megafono in mano, quelle che cercano di dominarti o di importi il loro modo di fare o il loro punto di vista. E tu cosa cerchi in un uomo?». La parola "uomo" la scrisse intenzionalmente. In realtà Cobra non si era mai visto come un oggetto del desiderio femminile, ma la preferì alla parola "ragazzo" perché trasmetteva meglio l'immagine di maschio adulto con esperienza.

Sofia inviò una faccina col viso sorridente e poi continuò: «Sono attratta da coloro che hanno doti diverse dalle mie. Sono affascinata da chi si distingue. Da quelli che sanno ottenere ciò che vogliono. Con che intensità vivi la tua vita?».

Cobra fu di nuovo spiazzato. Ci ragionò sopra. Non poteva certo elencarle tutte le sue nevrosi e i suoi problemi esistenziali. E non era certo uno di quelli che passava dal fare paracadutismo acrobatico sulle alpi alle immersioni nell'oceano profondo tra gli squali. Restò quindi sul vago: «Mah... nel complesso, cerco di stare bene e di vivere il momento, senza pensare né al passato né al futuro. L'intensità varia e dipende dal contesto».

Poi prese un sacchetto di patatine, lo aprì e lo mise di fianco al computer. Ogni tanto ne prendeva una per smorzare l'ansia. «Speriamo che cambi argomento», mormorò con preoccupazione tra sé e sé.

«Mi piace il modo in cui ti poni. Sei una persona interessante», replicò Sofia.

Quella risposta gli fece scattare un sorriso. Era felice che lei non gli avesse chiesto ulteriori dettagli sulla sua personalità. Visto il momento positivo e spinto dall'entusiasmo - col cuore in gola - provò a tirare fuori tutta la sua determinazione e la invitò a uscire: Che ne dici di organizzare qualcosa? Di vederci di persona?».

All'idea che lei accettasse se la faceva già sotto, ma voleva essere deciso, fare il maschio alfa, chiedeva come se fosse una cosa che faceva abitualmente e a cui non dava molta importanza.

La riposta di Sofia non tardò ad arrivare: «Sì, potremmo. Ma solo nel fine settimana».

Cobra fece un salto sulla sedia.

«Sì!», gridò.

Si stupì enormemente. Non poteva credere che fosse così facile ottenere un appuntamento. Eccitazione e insicurezza si fusero in un mix esplosivo, facendogli battere il cuore a mille. La sua mente era in preda a un turbinio di pensieri, di ansie e speranze. Nel suo profondo aveva sempre pensato che non avrebbe mai avuto l'opportunità di incontrare una ragazza dal vivo e ora, invece, Sofia gli offriva la possibilità. Per lui era giunto il momento di agire.

Finalmente aveva la sua occasione.

«E vai!».

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