Un ragionamento un po' personale

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Farò finta di non essere sparita da tempo immemore e vado direttamente al dunque.
Voglio essere sincera e diretta come sono sempre stata.
Nel precedente capitolo ho avuto modo di ricordare che questa storia ormai viene aggiornata, spesso un po' a casaccio, già da un anno.
Il tempo è volato senza che manco io me ne accorgessi.
In un anno ho buttato giù un sacco di argomenti.
Argomenti divertenti.
Argomenti scomodi.
Argomenti curiosi.
Argomenti tristi.
Tangi argomenti.
Ricordo ancora quando scrissi il primo capitolo intitolandolo "Iniziamo".
Ad oggi è ancora uno dei capitoli di cui vado più fiera insieme a tanti altri riempiti di idee, opinioni e informazioni.
Spesso mi ritrovo a rileggere tutto quel che ho scritto fino ad ora ma è da un po' di tempo a questa parte che qualcosa non mi torna.
C'è qualcosa che mi lascia perplessa ogni volta che rileggo alcuni capitoli.
È un piccolo particolare quel che ogni volta mi fa rimanere stranita ma è più importante di quanto sembri, anche perché apre un discorso molto ampio che va ben oltre la passione per un certo tipo di musica e quel che ne deriva.
Probabilmente alcuni storceranno il naso.

Io mi son sempre definita metallara.
Mi son sempre definita Blackster.
Ho sempre parlato da persona interna alle realtà che stanno attorno a certi generi musicali perché lo sono.
Mi sono sempre sentita a mio agio facendo in questo modo e ancora oggi mi sento così.
Nonostante tutto ho smesso già da un po' di definirmi come metallara, come Blackster e come qualsiasi altra cosa.
Perché?
Perché io fondamentalmente non sono metallara.
Io non sono Blackster.
Io non sono niente. Io sono io e ciò che sono non può essere sintetizzato in uno o più termini.
Rileggendo i capitoli più vecchi dove ancora mi definivo in quel modo non mi rivedo più per quel piccolo particolare.
"Io non cambierò mai, al massimo migliorerò" dicevo sempre nello stesso periodo in cui ho iniziato a scrivere su questa piattaforma piena di pubblicità ingrata e pure un po' stronza.
Dopo un anno di continua lotta con il nome "Metal" portato stampato fieramente in fronte non è cambiato niente eppure oggi non riesco e non voglio definirmi ancora metallara.
No, non ho smesso di fare headbanging.
Non ho smesso di portare le maglie delle band e di andare in giro con più catene addosso di un carcerato.
Non ho smesso di provare una passione pura e unica quando ascolto, consapevole di essere una fra pochi, qualche band Black Metal.
Non ho smesso e mai smetterò di descrivere le sensazioni che si provano nel vedere la gente che cambia strada appena ti incrocia in piazza solo perché sei vestito di nero.
Così come non smetterò mai di combattere i pregiudizi per cui noi persone che risultano strane veniamo discriminate.
Non perderò mai la passione per questo genere unico.
Semplicemente... non mi definisco più, non mi etichetto più.
Questo è...
Scusate il ritorno solo per questa riflessione ma volevo e dovevo farla.

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