il gelsomino notturno

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E s'aprono i fiori notturni
     nell'ora che penso a' miei cari.
     Sono apparse in mezzo ai viburni
     le farfalle crepuscolari.
     Da un pezzo si tacquero i gridi:
     là sola una casa bisbiglia.
     Sotto l'ali dormono i nidi,
     come gli occhi sotto le ciglia.
     Dai calici aperti si esala
     l'odore di fragole rosse.
     Splende un lume là nella sala.
     Nasce l'erba sopra le fosse.
     Un'ape tardiva sussurra
     trovando già prese le celle.
     La Chioccetta per l'aia azzurra
     va col suo pigolio di stelle.
     Per tutta la notte s'esala
     l'odore che passa col vento.
     Passa il lume su per la scala;
     brilla al primo piano: s'è spento...
     È l'alba: si chiudono i petali
     un poco gualciti; si cova,
     dentro l'urna molle e segreta,
     non so che felicità nuova.

Giovanni Pascoli.

Il gelsomino notturno fu pubblicata nel 1903 nei Canti di Castelvecchio.
Fu composta in occasione del matrimonio di un amico di Pascoli, Gabriele Briganti.
La poesia è costituita da sei quartine di novenari, a rima alternata.

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