28 ~ La fine di un'era

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Mary uscì per prima dal nascondiglio. Sbadigliò e, con il naso in su, fiutò l'aria. Dopo una stiratina, lisciò i baffi con la lingua e si diresse verso la torre. Michelle deglutì e la seguì, standole dietro con la coda tra le gambe.

"Non avrai mica paura, Michelle..." rise Billy.

La dalmatina si girò e lo guardò malamente, facendogli una linguaccia. "Vai tu davanti, 'coraggiosone'..." sbraitò.

L'entusiasmo del cucciolo si trasformò in terrore. "Va... va bene..." balbettò.

Mary e Michelle scoppiarono a ridere. "Ha, ha. Adesso sei tu il fifone!".

"Vi... vi faccio vedere io se... se sono un fifone...". Drizzò la coda e passò avanti a testa alta, ma con le zampette tremanti. Intanto le cagnette ridacchiavano.

Girarono attorno alle decine di corpi di cani stesi a terra senza vita chiudendo gli occhi.

"Aig!" esclamò Billy andando a sbattere contro la parete. Si massaggiò il naso con la zampa e si rimise a camminare tra le risate delle compagne. Corsero veloci su per le scale.

Tutti i cani dei venti si erano alzati in volo, lasciando vuota la terrazza. Erano rimasti solo Sissi, Lily, Wild ed Ettore. Quest'ultimo era steso a terra, ferito gravemente su un fianco e sulla pancia. Tutti piangevano, credendolo morto.

Mary si avvicinò e fiutò. Una lacrima bagnò il piccolo muso e cadde addosso al corpicino del beagle. Poi giunsero gli altri due compagni che si acquattarono.

Mentre tutto sembrava perduto, Ettore respirò. E poi lo fece di nuovo. "È vivo!" gridò Sissi.

Il cucciolo si alzò sulle delicate zampe e aprì gli occhi. "Sì che sono vivo. Perché non dovrei esserlo?" disse. Tutti sorrisero e lo abbracciarono.

~•~•~

Dopo poco Billy chiese: "Dove sono Scarlett e Storm?".

Sissi ed Ettore li caricarono sulle spalle e li fecero salire sul muretto. I piccini guardarono in giù. Videro i due immensi corpi senza vita. Le ali erano ancora legate dalla corda. Sorrisero.

"Abbiamo vinto, ragazze!" gridò Billy saltellando. Non si rendeva conto di essere sul ciglio del burrone. Ma almeno le sue ali erano libere e svolazzanti.

Mary e Michelle lo raggiunsero e si misero a ballare. "Urrà, viva la libertà" cantarono presi da un'indicibile euforia.

~•~•~

"Che male... ma dove sono i cagnacci?" disse l'aquila guardando una ferita sull'ala.

"Penso che siano sulla torre..." esclamò il drago.

"State tranquilli. Ci penso io" intervenne il ragno. Si alzò e corse sulla scala. Le otto fini zampette si muovevano veloci sui gradini, e in pochi secondi arrivò a destinazione.

Vide i cani che festeggiavano e non esitò a sparare a raffica le sue ragnatele. Nessun cucciolo scampò a questa trappola a parte... Ettore.
Quando riaprì gli occhi dopo averli chiusi per non vedere la scena, si accorse che le sue zampe erano libere.

"Ettore, fai qualcosa!" mugolò Sissi dimenandosi nella ragnatela che si stringeva sempre più attorno al suo corpicino. Il beagle corse subito giù per le scale spremendo le meningi per ideare un buon piano. Le ferite gli facevano male, ma cercava di non pensarci. Ebbe un'idea. Si nascose sotto ad una tovaglia.

~•~•~

"Cosa dovremmo fare con quei cani?" chiese il drago strofinandosi le mani.

"Io credo che dovremmo... mangiarli!" esclamò l'aquila.

I tre si leccarono i baffi e fecero per andare sulla torre a recuperare i corpi dei cani quando Ettore entrò in azione. "Bof, bof, sono il fantasma di Ettore il beagle. Fate attenzione... Non vi azzardate a torcere nemmeno un pelo ai miei compagni o mangerò le vostre anime come stuzzichini...".

I mostri si spaventarono molto, sentendo quella voce fioca e inquietante. "Andiamo a vedere in cucina, magari è lì il fantasma" disse il drago. E abbandonarono la stanza.

Ettore sorrise e zampettò fino alla grigia parete dove erano sbucati i portali per la prima volta. Si sedette e respirò affannosamente. Sentì tremolare la voce mentre ripeteva la formula: "Spirito dei portali, io ti invoco".

Un portale blu si aprì nel bel mezzo della parete e ne uscì un muso canino con occhi di diamanti. "Chi ha osato disturbarmi?" disse. Poi voltò le gemme preziose nelle pupille verso il piccolo cane terrestre.

"Io... io sono Ettore. Ho... ho bisogno del tuo aiuto" balbettò spaventato.

Lo spirito lo guardò e gli disse: "Sei molto coraggioso, cucciolo. Ma non sei tanto furbo...".

Ettore deglutì. Mugolò: "Ti prego... Scarlett e Storm sono morti. Tu non regnerai più con loro nel male, ma, se mi aiuterai, farai del bene e allora sì che ti sentirai felice".

Lo spirito guardò Ettore. Mai prima di allora aveva visto un cane così determinato. Capì che aveva ragione: si era comportato male, e aiutando quel cucciolo avrebbe rimediato ai suoi errori. "Ok, piccoletto. Ti aiuterò" disse.

In quel momento tornarono i tre cattivi. "Ah, sei tu il fantasma!" gridò l'aquila infuriata rivolta a Ettore. E si slanciò sul cane.

Lo spirito aprì la bocca da cui uscì una nuvoletta bianca. Vi caricò sopra l'aquila, il ragno e il drago e li portò via con sé.

"Grazie" sussurrò il beagle mentre il portale si chiudeva, mettendo fine alle incessanti grida dei mostri.

Ettore, dopo aver osservato spegnersi la luce celeste, volò in cima alla torre. Vide i compagni ancora imbozzolati. Con le unghiette e gli affilati dentini liberò Sissi dal setoso bozzolo. Non ebbe il tempo di mugolare che la sentì sussurrare: "Ettore, ce l'hai fatta!".

Raggiante, il cagnetto corse a liberare tutti gli altri, che ripresero a respirare e a muoversi. In quel momento le calde fiamme che sovrastavano le guglie si spensero, accompagnate da un vento leggero.

"È finita, finalmente!" pensò Ettore. Con stupore si accorse che i due tagli che aveva sul ventre e sul fianco si stavano rimarginando per poi, dopo pochi secondi, scomparire completamente.

Sissi gli leccò il muso e si strusciò, facendolo arrossire. Wild guardò Lily che abbracciava Michelle e sorrise grattandosi una zampa. Lily ridacchiò e prese in braccio la sorella. I tre si abbracciarono e cominciarono ad ululare, seguiti dagli altri cani. Rimbombava nell'aria quel coro di voci che si disperdeva nell'infinito, mescolandosi al vento.

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