Capitolo 4

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Iris

Sono giorni che sento Logan strano e vorrei capire cos'ha, cosa gli passa per la testa.

So che devo dargli i suoi spazi e il suo tempo per metabolizzare quanto accaduto e andare avanti, ma non posso fare a meno di essere preoccupata.

Sono nella mia stanza a fare dei conti, ma non riesco a concentrarmi. Logan è diverso, lo sento, e la preoccupazione nei suoi confronti non mi permette di dare il meglio nel mio lavoro.

Non va bene! Dovrei parlargliene.

Decido di farlo ed esco dalla mia stanza per raggiungerlo nel suo studio, dove credo sia ancora con un cliente.

Quando ho quasi raggiunto il salone, però, mi fermo perché lo sento bisbigliare con qualcuno al telefono.

«Per che ora? Ok, provo a liberarmi» gli sento dire. Parla a voce molto bassa, come se temesse di essere sentito.

Cosa mi stai nascondendo, Mr. Dark?

«No. No, non posso! Non insistere, cazzo, ti ho già detto perché. Lascerebbe il segno e non posso permettere che lei se ne accorga.»

Lei? Sta parlando di me? Che diamine significa "lascerebbe il segno"? Di cosa sta parlando?

«Sì, non provare ad adularmi, non attacca. Lo so che sono bravo!» dice ridacchiando e io ho un sussulto.

Mi porto una mano alla bocca perché sono scioccata da ciò che sto sentendo.

Con chi deve vedersi e quando? Ha detto "lo so che sono bravo". Parla del sesso? Mi sta tradendo con un'altra donna? È questo che sta facendo?

«Sì, va bene, rimaniamo come sempre. Non vedo l'ora che siano le sette, ho proprio bisogno di scaricare la tensione. Sì, a dopo. Ciao» dice, continuando a sibilare, e attacca la chiamata.

Ricaccio indietro le lacrime e torno nella mia stanza senza fare rumore.

Se lo affrontassi adesso sarei una belva e poi sono sicura che non mi direbbe mai la verità. Mi sta nascondendo qualcosa e il suo modo di parlare mi ha dimostrato palesemente che non vuole io scopra la verità.

Ma la scoprirò! Non mi fotti, Mr. Dark!


Quando si fanno le sei e mezzo, vado in cucina per prendere qualcosa da bere. Logan non si è fatto vedere per tutta la giornata e anche questo è strano!

In genere passa sempre da me per chiedere se è tutto a posto o se ho bisogno di qualcosa.

Mi si spezza il cuore all'idea che Logan si stia allontanando da me. Non riesco a immaginare la mia vita senza di lui.

E se mi stesse davvero tradendo? Se "scaricasse la tensione" con un'altra donna?

E se fosse quel Tyson? Ha parlato di segni che non può permettere gli lascino altrimenti "lei se ne accorgerebbe", è così che ha detto!

Già, ma se non si lascia frustare per che cosa lo vede?

Dio, sto impazzendo, non ci voglio pensare.

Perché mi stai facendo questo, Logan? Perché non parli con me? Perché non mi chiedi aiuto? Perché fai qualcosa di nascosto che, a quanto pare, non approverei?

Mi asciugo una lacrima col dorso della mano e prendo un bicchiere di vetro per riempirlo con l'acqua del lavandino.

Quando lo faccio, noto che mi trema la mano. Provo a fermarla con l'altra mano, quella libera, ma continua a tremare.

Mi siedo un secondo e cerco di calmarmi, bevendo, in un sorso, l'acqua che è nel bicchiere.

Lo riposo sulla penisola della cucina e decido di farmi forza e andare da lui.

Quando arrivo alla sua porta, il cuore va a mille e sembra mancarmi il fiato.

Busso forte e sento la sua voce che tuona "Avanti".

«Ciao» sibilo entrando e avvicinandomi di più a lui che siede dietro alla sua scrivania.

«Ciao, Iris. Tutto bene?» chiede senza staccare gli occhi dal foglio che sta esaminando.

«Sì, ehm... mi chiedevo se puoi prestarmi un secondo il tuo cellulare» dico fredda.

Logan alza gli occhi dal foglio e mi guarda.

«Che cosa devi fare?» chiede e, in quel momento, è come se mi avesse conficcato una lama in petto.

Non mi ha mai nascosto nulla, per cui non ha mai avuto problemi a darmi il cellulare per fare una foto o per qualsiasi altro motivo. È sempre stato limpido e ora mi chiede: che cosa devi fare?

Perché mi stai facendo questo, Mr. Dark?

Mi schiarisco la voce, provando a rimanere impassibile, e gli rispondo.

«Devo... devo inviarmi una di quelle foto che ci siamo fatti qualche giorno fa al parco» invento su due piedi perché non saprei cos'altro dirgli.

«Posso farlo io» dice prendendo il telefono dalla tasca della giacca, ma io ribatto subito.

«Perché? Cos'è, hai qualcosa da nascondere?» dico con un sorrisetto.

Logan mi guarda, visibilmente colpito dalla domanda, e mi porge immediatamente il telefono.

«Certo che no! Tieni» dice.

Quando prendo il telefono, le sue dita toccano le mie e io mi sento morire dentro perché è come se non riconoscessi il tocco del mio uomo.

Mi ha mentito, mi sta mentendo, continua a farlo adesso, in questo istante.

Mi sento male, vorrei urlare, piangere.

Prendo il telefono e fingo di cercare qualcosa. In realtà gli attivo la localizzazione col trova amici in modo che io possa rintracciare i suoi movimenti non appena andrà via.

Per sicurezza, mi invio una delle foto che ci eravamo fatti al parco, nel caso dovesse controllare il mio movimento.

«Ecco a te» dico riporgendoglielo.

Logan lo prende, ma continua a guardarmi.

Decido di tentare la prova del nove e gli chiedo:

«Che ne dici se tra una mezz'ora usciamo un po'? Vorrei fare un giro per negozi. Immagino che hai quasi finito qui» dico e lui si muove nervosamente sulla sedia.

«In realtà io... ho già un impegno» dice.

«Con chi?»

«Con... con mia madre. Le ho promesso di passare da lei» inventa, palesemente, e io lo sfido.

«Vengo con te, allora.»

«No. Non... non è possibile!» dice schiarendosi la voce.

«Perché?» chiedo.

«Perché dice di volermi parlare di cose importanti... private. Non so se abbia a che fare con mio padre ma... è meglio che ci vado da solo. Possiamo rimandare a domani il giro per negozi?» chiede.

Io abbozzo un sorriso e annuisco.

«Sì, certo. Nessun problema. Ora torno di là, così finisco. A dopo» dico più veloce di un fulmine e scappo via.

Sento il suo "a dopo" in lontananza e mi chiedo se abbia capito che non sono una stupida, che l'ho beccato! Mi chiedo se gliene freghi qualcosa! Se gli importa che ho capito e che sto male e soffro!

Corro nella mia stanza e mi chiudo dentro, scoppiando in un silenzioso pianto.

Decido che lo seguirò, non appena sarà uscito, e grazie alla localizzazione sul suo telefono, scoprirò dov'è.

Questa volta ti coglierò con le mani nel sacco e non potrai più mentirmi, Mr. Dark!

***

Logan

Sono appena arrivato al Blood, la succursale clandestina della palestra che anni fa frequentavo.

Qui si fanno incontri di lotte di qualsiasi tipo sia tra uomini che tra donne. Ho chiesto a Jake, il capo, la possibilità di giocare i miei incontri col caschetto difensivo e tutte le altre protezioni del caso.

Se non li avessi avuti, ogni volta sarei uscito da qui pieno di lividi e Iris se ne sarebbe accorta.

Non posso permetterlo!

Dopo Tyson, questo è l'unico modo che mi fa scaricare la tensione, che mi illude di poter stare per un po' meglio.

Ho bisogno di provare dolore fisico, ne ho necessità, ne ho fame.

Il dolore fisico può cancellare quello mentale. Lo fa, anche se per poco.

Per quanto io abbia le protezioni, i miei avversari sono forti e i colpi li sento, tutti!

Quando mi cambio, arrivo al ring e saluto il mio avversario con una stretta di mano.

Faccio per mettere le protezioni, ma sento qualcuno urlare.

Ci giriamo tutti per capire cosa sta accadendo e io riconosco la voce di una donna.

Mi avvicino per capire che succede e vedo Iris, che sbraita con un omone che la tiene ferma per un braccio.

«Fammi passare, stronzo!» grida e io corro da lei.

«Toglile le mani di dosso» ringhio sulla faccia dell'omone di cui non ho alcuna paura.

Lui mi fulmina con lo sguardo ma obbedisce, lasciandoci soli.

«Iris, che diamine fai qui?» chiedo arrabbiato.

Come ha fatto a trovarmi?

«No, che diamine fai tu qui! Mi hai mentito» urla.

«Logan!» mi sento chiamare e vedo Jake che si avvicina a noi.

«Amico, lei non può stare qui» dice serio.

«Dammi un minuto» dico, ma lei urla.

«No! Tu ora vieni via con me, adesso!»

«Iris, non posso. Ho un incontro, se me ne vado...»

«Non me ne frega niente! O vieni con me ora o giuro che non ti sposerò, Logan, né tra un anno, né mai.»

«Iris...»

«Adesso, Logan!»

Deglutisco forte e guardo Jake.

«Amico, non puoi lasciarci senza uno sfidante» dice implorante, ma io non ho scelta.

Se si tratta di lei o questo, scelgo lei tutta la vita.

«Mi dispiace, Jake. Prendo le mie cose e andiamo» dico a Iris.

Mi allontano, mentre Jake prova a convincermi a restare, ma non l'ascolto.

In questo momento ho la mia donna super incazzata con cui devo chiarire ed è l'unica cosa di cui mi importa!

Vado via, mentre Jake mi bestemmia dietro. Provo a stringere Iris a me per camminare abbracciati, ma lei si ritrae.

«Ho la macchina qui di fronte» dice. «Ci vediamo a casa!»

Se ne va arrabbiata e io so che non posso biasimarla.

Aspetto che parta e mi metto anch'io in auto, sperando di poter uscire in qualche modo da tutta questa situazione in cui mi sono messo con le mie stesse mani.


Quando arriviamo di sopra, Iris butta la borsa per aria, e senza darmi tempo di dire una singola parola, comincia a urlare.

«Ti rendi conto di ciò che hai fatto? Mi hai mentito! Probabilmente mi menti da giorni. Tu... tu... tu non ti rendi conto di ciò che hai fatto! Io ero convinta mi stessi tradendo, che...»

«Come hai potuto pensare una cosa del genere?» chiedo, ferito.

«Che cosa avrei dovuto pensare secondo te? Eri strano, ho origliato una tua conversazione oggi e...»

«Perché non me l'hai detto quando sei venuta nel mio ufficio?» chiedo.

«Perché volevo veder fino a che punto arrivassi. Mi hai mentito guardandomi in faccia, Logan, perché?»

«Perché ero sicuro non avresti capito, né accettato questa cosa. Usavo le protezioni, non mi sono mai messo in pericolo, ma... ne avevo bisogno, piccola, mi dispiace» confesso.

«Bisogno di cosa?» domanda.

«Di sentire dolore.»

Iris sospira, passandosi una mano sulla fronte.

«Tu... perché non ne hai parlato con Serena?»

«L'ho fatto, le ho detto di questi miei incontri» ammetto e lei sgrana gli occhi.

«A lei l'hai detto ma a me no!»

«Iris non è una questione... dovevo per forza dirglielo. Lei è la mia psicologa!»

«E io sono la tua fidanzata, Logan, la tua futura moglie. Ti rendi conto che con le bugie e i segreti non si costruisce proprio nulla?» urla, esasperata.

«Lo so, hai ragione. Mi dispiace. Non volevo mentirti, non di proposito, comunque. Ma sapevo che se te l'avessi detto tu saresti stata contraria» dico camminando verso di lei.

«Certo che lo sarei stata! Serena, forse, non lo è?» chiede, guardinga.

«Lo è, non per la boxe in sé che è uno sport come un altro, ma per la motivazione che mi spinge ad andare lì. Ma ha anche detto che devo uscirne da solo. Devo convincermi da solo che questa non è la risposta ai miei problemi.»

«E quando accadrà, Logan? Dio, perché continui a desiderare di farti del male? Non capisco.»

«No, infatti. Non puoi capire, Iris, mi dispiace. So che tutto questo ti sembra assurdo, ma è così, per me.»

«Quindi cosa dovrei fare, guardarti mentre ti distruggi nel corpo e nell'anima?» domanda avvicinandosi di più a me.

«No. Forse dovresti avere coraggio, coraggio per tutti e due» esalo e la guardo negli occhi.

«Coraggio per fare cosa?» chiede cambiando sguardo.

«Per lasciarmi andare.»

«Logan, no, ok? Non ci provare! Non te lo permetterò di nuovo!» grida.

«Iris, io... ma non lo capisci che io non posso permettere che sia così, per te? Che sia solo merda, solo buio e niente luce? Solo dolore e sofferenza?

Non posso chiederti questo. Non posso chiederti di stare al mio fianco.»

«Tu non me lo stai chiedendo, sono io che ho fatto una scelta. E ho scelto te, Logan. Ti ho scelto ieri, oggi e ti sceglierò ancora domani, fino alla fine dei miei giorni.

Te lo giuro. Sempre, Mr. Dark» dice, addolcendosi, e io capisco ancora di più di non meritare quest'angelo venuto per salvarmi.

Iris mi carezza il viso e io tremo al suo tocco. La stringo a me, inebriandomi del profumo dei suoi capelli.

«Io... io non merito una donna come te» sibilo sul suo collo.

«Logan... hai solo bisogno di un po' di tempo. Se credi che scapperò a gambe levate ti sbagli di grosso! L'amore è questo: nella buona e nella cattiva sorte, no?» dice sorridendo. Sorrido anch'io.

«Ripeti le parole che dirà il prete da qui a un anno, piccola Rhoden?» chiedo.

«È la verità, Logan. Tu ora hai bisogno di me e io ci sarò. Un giorno potrei essere io ad avere bisogno del tuo appoggio, della tua pazienza.»

«E io ci sarò, piccola, ti giuro che ci sarò. Metterò da parte i miei tormenti per curare i tuoi. Te lo giuro, amore mio. E... perdonami se ti ho mentito.»

«D'accordo, ti perdono. Quindi, dovrò abituarmi alle lotte clandestine, adesso?» chiede.

«No. Voglio smettere. Voglio farlo per te, per noi. Voglio farlo per me stesso. Ci proverò, userò tutte le mie forze.»

«Sicuro?» chiede.

«Sì, sicuro» ribadisco e la stringo a me, nuovamente.

Lotterò per te, piccola Rhoden, perché nulla ha senso per me, nulla mi dà la forza se non la tua presenza.

Farò di tutto per te, perché ti amo e ti amerò fino alla fine dei miei giorni.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro