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Trascorrere il pranzo in compagnia di Rebecca si era rivelato entusiasmante.
Aveva avuto da ridire su praticamente ogni cosa, dalla cameriera -che aveva sorriso a quell'altro giovane cliente e non a lei- alla carne -a suo parere cruda e che per questo non poteva essere servita.

Beth tentava di trattenere le risate ad ogni intervento della piccola, ripresa un'infinità di volte da sua madre, sempre invano.

Alec, d'altro canto, le batteva il cinque e le faceva l'occhiolino di tanto in tanto, dimostrandole il proprio appoggio.

Quando finalmente si erano alzati per pagare Serena aveva tirato un sospiro di sollievo, scusandosi col personale per la pessima ora di lavoro che la bambina pestifera aveva fatto loro passare.

Sembrava alquanto imbarazzata della sua inabilità di gestire sua figlia -d'altronde chi non lo sarebbe stato- ma tentava in ogni modo di darsi un tono e sembrare autorevole.

"Allora, come procedono i preparativi per il matrimonio?" aveva quindi domandato Alec mentre tutti insieme camminavano alla volta il vicino parco.

Rebecca, decisa a non tenere per alcun motivo la mano di sua madre, saltellava qua e là intorno a quel bizzarro e improvvisato trio, sempre sotto la stretta sorveglianza degli occhi vispi di Serena, alla quale non sfuggiva alcun movimento.

A quanto aveva capito Beth, quell'uomo da cui Alec aveva ricevuto un pugno sul naso anni addietro era l'attuale compagno di Serena, ed erano ormai prossimi al matrimonio.

Alec non ne era del tutto entusiasta, ma era tuttavia consapevole di non possedere voce in capitolo, per cui si limitava ai soliti convenevoli di sorta.

"Bene, adesso siamo qui solo noi due per vedere l'abito da sposa e da damigella" aveva detto dopo aver riacciuffato Rebecca prima che scavalcasse il cancello aperto del parco.

Era una bambina anche troppo vivace per la sua età, ma probabilmente necessitava di sfogare in qualche modo le sue frustrazioni, l'incapacità di comprendere perché i suoi genitori non vivessero assieme, perché sua madre stava sposando un uomo diverso da suo padre.

"E tu sei contenta di fare la damigella al matrimonio di mamma?" aveva domandato Bethsabea -che fino ad allora non si era intromessa in quella conversazione- dal momento che Rebecca la fissava insistentemente e non accennava a smetterla.

"Will dice che mio padre è un bastardo" aveva asserito con nonchalance, scuotendo le spalle e riprendendo a saltellare sull'erba.

Serena era arrossita di colpo mentre Alec aveva indurito la mascella e messo su un espressione tra le più serie del suo repertorio.

"Rebecca! Ma cosa dici?!" l'aveva immediatamente ripresa la madre, non appena era stata in grado di respirare nuovamente e dunque di proferire parola.

"Non è lei che dovresti rimproverare" l'aveva immediatamente bloccata Alec, carezzando le docili braccia della bambina che si era rifugiata da lui per sfuggire alle grinfie di sua madre.

Avevano una complicità del tutto particolare nonostante non passassero molto tempo insieme, era come se Alec fosse veramente capace di capirla, l'unico al mondo in grado di accontentarla e farsi ubbidire.

Ovviamente da quel momento in poi la situazione era abbastanza degenerata poiché Alec si era limitato a parlare per monosillabi e Serena, forse per tentare di farsi perdonare dal suo ex, aveva insistito per convincere Beth a presenziare alla cerimonia.

Inutile sottolineare il suo imbarazzo, in bilico tra una donna appena conosciuta e un uomo con cui stava instaurando un rapporto, ma fu Alec a rispondere per lei.

"Puoi contarci".

Era stato lapidario, dopodiché aveva accompagnato Rebecca e Serena a casa della madre e aveva tirato fuori il cellulare per discutere con Will.

Beth non sapeva perché avesse il suo numero o come se lo fosse procurato, ma avrebbe preferito che non l'avesse mai fatto dal momento che si stavano urlando contro telefonicamente.

"No, non hai capito, non devi parlare in quel modo davanti a mia figlia!" aveva sbraitato Alec continuando a percorrere il corridoio in tutta la sua lunghezza.

La casa era vuota poiché i suoi genitori erano fuori per le cure di Josephine e Ryan aveva un appartamento proprio con la sua compagna.

"Io sono suo padre" continuò ad urlare, in risposta ad un poco elegante nonché maleducato "Tua figlia, pft, sai a malapena chi è".

Alec era ovviamente furibondo e non riusciva a capacitarsi dei toni che quel troglodita -parole sue- stava utilizzando con lui.
Aveva ricevuto un educazione ad hoc, non era tra le sue abitudini solleticare a quella maniera le corde vocali.

"Alec, basta" lo supplicò Bethsabea per la milionesima volta.
Era completamente rosso in viso e una vena gli pulsava sul collo in maniera alquanto preoccupante. Inoltre, a momenti avrebbe fatto a pezzi la casa, e non pensava che ciò che sarebbe andato del tutto a genio a suo padre, qualora l'avesse scoperto.

"Non credo affatto che venire al matrimonio accompagnato possa danneggiare mia figlia" urlò ancora, rafforzando la presa sul cellullare al punto di avere le nocche completamente bianche. 
Beth non l'aveva mai visto così arrabbiato.

"E TU STAI SPOSANDO SUA MADRE" sbraitò puntando il piede a terra.

"Vaffanculo William" proferì infine, gettando il telefono sul divano e riprendendo con difficoltà a respirare regolarmente.

"Alec, non dovresti ascoltare ciò che dice" tentò Bethsabea, inconsapevole che a momenti gli sarebbe uscito il fumo dalle orecchie e si sarebbe trasformato in una teiera.

"No, il problema è che ha ragione, sono un grandissimo bastardo" si rassegnò, sospirando sulla spalla della donna e lasciando che fosse lei a carezzargli i capelli e sussurrargli all'orecchio che era stato sì giovane e stupido, ma che era cambiato o almeno ci stava provando.

Nemmeno lei credeva a tutto ciò che stava affermando, ma in quegli istanti erano le uniche cose che Alec avrebbe voluto sentire.
E lei le disse.

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