Capitolo 16 - Notte di Natale

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Maya e Masumi

Finalmente le prove della Dea Scarlatta cominciavano ad avere un senso! La signora Tsukikage aveva rivelato il perché degli strani esercizi che aveva fatto fare ad Ayumi e a lei e tutto ora tornava. Si sarebbero alternate nei ruoli della Dea e di Akoya sfruttando le loro peculiarità nelle varie scene.

Aveva dato la risposta al signor Hijiri per l'invito in montagna e in quell'occasione aveva preteso che lui si trattenesse qualche minuto in più. Alcune volte lo aveva visto nei posti che frequentava e in altri casi aveva intravisto uomini che non conosceva e quando lui le rivelò che erano le sue "ombre scarlatte" lei era arrossita per la vergogna e Hijiri aveva sorriso dolcemente. Così le aveva spiegato gli ordini del suo capo e che non avrebbe più dovuto temere alcunché. In effetti dall'aggressione sotto il parcheggio della Rainbow non era più accaduto niente. Sapere che Masumi le aveva assegnato delle guardie del corpo silenziose e invisibili la fece sciogliere come neve al sole.

Dalla sera del ristorante non lo aveva più rivisto né sentito, ma parlava spesso di lui con Saeko che le aveva riferito che stava sistemando alcune delle società che per anni erano state gestite da suoi collaboratori e necessitavano di una mano più ferma. Le raccontò dell'invito in montagna e del suo desiderio di portargli un regalo per Natale.

- Non ho idea di cosa potrebbe fargli piacere... - mormorò Maya mentre provava un semplice paio di decoltè blu con un tacco un po' più alto.

Non riuscirò mai a camminare con queste!

- Se si trattasse di un regalo aziendale saprei aiutarti molto di più - sospirò Saeko e sporse un braccio per sostenerla quando inciampò - Però potresti puntare su qualcosa di invernale... che tenga caldo... - le suggerì quando si sedette sbuffando.

- Di caldo? Come un maglione! - Maya si tolse le scarpe lasciandole alla commessa e corse rapida al reparto uomo di quella prestigiosa boutique. Saeko la seguì sorridendo: era scalza e aveva il volto raggiante.

- Questo? - era nero, a corde, con il collo che si rigirava, in assoluto quello che preferiva vedere sui ragazzi d'inverno. Saeko annuì. C'erano anche di altri colori, ma lei aveva scelto immediatamente quello nero.

- Molto bello, piace anche a me e sono convinta che gli starebbe benissimo - il tessuto era di ottima lana morbida e calda.

- Allora è fatta! - esclamò stringendolo a sé sotto lo sguardo sorridente di un'altra commessa - Però mi piacerebbe portare dei dolci... - aggiunse sommessamente.

- All'angolo di questa strada c'è un negozio che mio figlio adora - si intromise la commessa - Vendono dolciumi di qualsiasi forma, alcuni sono importati dagli Stati Uniti -

- Andiamo! - gioì Maya picchiando un pugno sul palmo della mano e partì.

- Maya! - la chiamò Saeko - Dobbiamo pagare e poi... le scarpe - le fece notare gentilmente. Lei arrossì tirando fuori la lingua, tornò a prendere le sue scarpe, la giacca e la sua borsa nell'altro reparto, pagarono e si immersero nella via piena di passanti fino al negozio di dolci.

Hijiri si presentò puntuale come sempre. Le aprì la portiera e prese la sua piccola valigia mettendola nella bauliera dell'elegante auto nera. Rei era rimasta fino al giorno precedente e le aveva raccontato ogni cosa. L'amica aveva ascoltato stupefatta e alla fine l'aveva abbracciata e avevano pianto insieme.

- Grazie, signor Hijiri - gli disse, lui si voltò e le sorrise dolcemente.

- È un piacere per me, signorina Kitajima - accese l'auto e partì.

Era nevicato e la città aveva cambiato completamente aspetto, chissà com'era la foresta di cui parlava Masumi!

Quando ci sono stata per Helen Keller era estate... c'era un lago e ricordo molti alberi intorno alla villa, ma non mi mossi dalla casa... Tra una settimana ci sarà la prima della Dea Scarlatta! La signora Tsukikage non sta bene, la vedo stanca e consumata... ma io ho bisogno di lui, devo vederlo, non riesco più ad aspettare!

- Posso sedermi accanto a lei, signor Hijiri? - domandò dopo circa mezz'ora di viaggio. Lui la fissò nello specchietto, poi accostò e lei scese di corsa salendo dall'altro lato.

- Che freddo! È noioso stare dietro da soli... - si giustificò arrossendo e fregandosi le mani.

- Condivido - rispose pacatamente Karato.

Sono davvero sfacciata, ma è tanto che voglio fargli alcune domande...

- È tanto tempo che conosce Masumi? - gli chiese titubante dopo qualche attimo, mentre l'auto riprendeva la sua corsa.

- Da quando eravamo molto piccoli -

- Oh... e com'era da bambino? - si ricordò la risposta che gli aveva dato in quello strano giorno in cui visitarono il planetario e passeggiato fra le bancarelle di quella festa.

- Serio, suo padre non gradiva che facesse mostra dei suoi sentimenti, atteggiamento che giudicava debole e inutile - Karato le rispose tenendo lo sguardo sulla strada.

Avanti, domandaglielo!

- Lui ha... - perse quasi la voce, arrossì e abbassò la testa - Ha avuto molte fidanzate? - cacciò fuori tutto il fiato per la vergogna e tenne gli occhi sulle mani in grembo. Karato sorrise ed evitò di guardarla.

- Una, Shiori Takamiya -

- Oh... - si sentiva il volto in fiamme e non riuscì ad aggiungere altro.

Karato avvertì la sua indecisione e il suo imbarazzo così si propose prima che lei sprofondasse nel sedile.

- Lei mi ha chiesto quante fidanzate, se vuole sapere con quante ... - ma Maya lo interruppe.

- No! No! Davvero io... ho capito e poi... non è importante - arrossì violentemente contorcendosi le mani.

Ma come mi viene in mente di chiedergli queste cose! Che penserà di me?

- Non è un uomo che ama mostrare le sue conquiste, in ogni campo. È riservato e raramente parla della sua vita privata - aggiunse Karato quando lei si chiuse in un mutismo imbarazzato - La prima volta che l'ho visto mostrare le sue emozioni è stato per lei, signorina Kitajima -

Per me? Ma io... non capisco...

- Era in una situazione molto delicata e sono convinto che anche lei è riuscita a immaginare i suoi... dubbi e le sue difficoltà - aggiunse ancora quando lei non disse niente - Lei era una ragazza molto giovane e lui... -

- ...era un uomo - sussurrò Maya terminando il suo pensiero continuando a fissare la strada.

Le sue emozioni... le rose scarlatte!

- Gestiva le aziende di suo padre, era stato educato per quel ruolo fin da bambino, ma grazie a lei la sua vita è cambiata - Karato sorrise senza distogliere lo sguardo dalla guida.

Maya si voltò a fissarlo.

Signor Hijiri quanto sa in realtà di Masumi? Quanto in là potrei spingermi a farle delle domande per avere delle risposte?

Invece restò in silenzio. Era terrorizzata da ciò che avrebbe potuto sapere così si chiuse in se stessa e il signor Hijiri rispettò quello stato di calma.

Il viaggio infine ebbe termine e l'auto riuscì a raggiungere agevolmente la villa, la strada era pulita sebbene tutto il paesaggio intorno fosse di un bianco abbagliante. C'erano luminarie e addobbi esterni che rendevano ogni cosa magica.

- È una vera meraviglia! - esclamò Maya uscendo di macchina e infilandosi subito il cappotto. Il fiato usciva in condense vaporose, gli alberi parevano cristallizzati e cespugli e prati erano completamente coperti di neve. La villa aveva cambiato aspetto così circondata dalla neve bianca e Maya si trovò immediatamente immersa nello spirito natalizio.

- Sì, davvero suggestivo - concordò Hijiri che si coprì e prese la valigia risalendo il breve vialetto. Non fece in tempo a raggiungere le scale di legno che la porta si aprì e ne uscì Masumi. Indossava un giubbotto caldo, sciarpa, guanti, cappello e scarponi. Prese la valigia e l'appoggiò nell'ingresso chiudendo la porta.

- Grazie, Karato. Vuoi prendere un tè? - gli domandò posandogli una mano sulla spalla.

- No, riparto subito - rispose scuotendo la testa.

Si voltarono entrambi e osservarono Maya che stava toccando con un dito un ghiacciolo che pendeva dal ramo di un albero. Era completamente affascinata e dimentica di ciò che aveva intorno.

- Hai fatto tutto ciò che ti ho chiesto? - sussurrò Masumi guardandola rapito.

- Sì, come sempre - annuì Karato sorridendo. Scese le scale seguito dal capo e si avviò alla macchina. Quando Maya sentì la portiera aprirsi si girò di scatto e il suo sguardo incontrò quello di Masumi. Il suo volto si illuminò e cercò di raggiungerlo senza cadere.

- Indubbiamente le fai un bell'effetto... - constatò Hijiri sorridendo e salendo in macchina.

- Sì... e ancora mi domando come ciò sia possibile - mormorò Masumi guardandola stupefatto.

L'auto ripartì nell'istante in cui Maya lo raggiunse.

- Ciao Maya - la salutò Masumi sorridendo, lei rispose con un sorriso birichino, poi gli lanciò la palla di neve che teneva dietro la schiena e scoppiò a ridere felice scappando.

Masumi si riprese dall'attimo di meraviglia, raccolse della neve e gliela tirò. Si rincorsero ridendo e lanciandosi la neve, complici di una felicità che sapevano preziosa dato che per loro era difficile trascorrere del tempo insieme.

Maya si abbandonò fra le sue braccia quando non riuscì più a scappare.

- Presa... - le sussurrò nell'orecchio, il respiro veloce per il gioco appena terminato.

- Ho le mani ghiacciate nonostante i guanti! - ansimò lei gettandogli le braccia al collo.

- Dentro ci aspetta un tè caldo, andiamo - le prese la mano e la guidò in casa.

Nell'istante in cui varcò la soglia Maya ricordò ogni cosa anche se c'erano dei mobili diversi e gli addobbi natalizi. Lì aveva trovato la sua Helen Keller e tutto grazie al suo ammiratore delle rose scarlatte.

- Stai ricordando, vero? - le chiese Masumi osservando il suo volto dalle guance arrossate, la bocca schiusa che respirava affannosamente. Lei annuì.

- Anche a me è accaduta la stessa cosa quando sono arrivato - si tolse il giubbotto e tutto il resto appendendoli in un guardaroba dietro la porta. Prese il suo cappotto e lo appese. La precedette nel salotto e quando Maya entrò si fermò di nuovo.

L'ho incontrato in questa stanza... la scala, il divano, il tavolo in cui sono inciampata quando mi sono bendata...

Masumi si fermò voltandosi e lei gli corse fra le braccia.

- Maya... - sussurrò il suo nome con tale devozione che Maya si commosse per la felicità.

- Eri tu... come ho potuto non capire... mi dispiace io sono stata una stupida... - singhiozzava.

- Non dire così... la responsabilità è solo mia... perdonami se puoi - sussurrò lui stringendola forte come allora. Ma, a differenza di quella volta, le prese il volto fra le mani e la baciò con passione, spezzando quell'attesa che aveva vibrato fra loro nell'aria fin da quando si erano visti fuori.

- Avevo così voglia di vederti! - gli sussurrò sulle labbra appoggiando poi la testa al suo torace.

- Anch'io, Maya... anch'io - ripeté con voce arrochita dal desiderio. La prese per mano e l'accompagnò al divano, il tè e le tazze erano pronte sul tavolino. Il camino era stato acceso e in casa c'era caldo.

Solo abbracciarla mi fa perdere il contatto con la realtà... quando la bacio io rischio ogni volta di perdere il controllo... e l'unica cosa che vorrei è...

Bevvero in silenzio, unica compagnia lo scoppiettio del fuoco, mentre fuori il sole del tramonto cedeva il passo alle tenebre della notte.

Masumi fece per alzarsi, ma Maya lo fermò.

- No, per favore non accendere la luce - lo pregò alzandosi e raggiungendolo. Gli si mise cavalcioni mentre lui emetteva un suono di sorpresa.

Maya... ogni volta con te è una scoperta, nessuna è riuscita a meravigliarmi come fai tu!

- Io sono proprio una frana in tutto e mi dispiace - iniziò titubante e Masumi sussultò quando gli appoggiò le mani sulle spalle - Ma noi siamo due metà che si sono ritrovate e non mi importa cosa pensino gli altri. Il filo rosso che ci lega è vicino ora e vorrei che tu non lo spezzassi mai - sussurrò con voce ansimante piena d'emozione.

Il filo rosso! Anche lei pensa la stessa cosa...

Maya lasciò scorrere le mani lungo le braccia fino a trovare le sue mani. Le prese e le appoggiò sui propri fianchi espirando tutto il fiato quando sentì il tocco.

Che sensazione... il cuore sta per scoppiarmi... dove trovo questo coraggio? È il terrore che tutto svanisca in un sogno? Che niente sia vero?

- Devi solo pazientare ancora un po' e tutto andrà a posto, Maya, te lo prometto - sussurrò lui facendo risalire le mani sulla schiena nuda sotto il maglione. La sentì rabbrividire e l'avvicinò a sé per baciarla. Maya partecipò con ardore incrociando le mani fra i suoi capelli e godendo di ogni attimo di quell'unione fremente.

Quando lui mi tocca perdo la cognizione del tempo e delle cose... quando mi bacia io...

Si tolse il maglione di scatto e lo stesso fece fare a lui.

- Toccami, per favore - lo implorò col respiro accelerato e il corpo che avvampava, stringendogli i capelli in un atteggiamento di possesso di cui si stupirono entrambi.

- Maya... - mormorò appoggiando le labbra sul collo morbido.

Non posso più starti lontano Maya, non posso permettere che altri ti guardino con le mie stesse idee in testa, non spezzerò mai quel filo, lo rafforzerò!

Scoprire che aveva il suo stesso desiderio acceso gli fece schizzare il sangue nelle vene. Lasciò scivolare le mani lungo la schiena e afferrò le sue natiche perfette e sode. Quanto gli era mancato poterla toccare così! Si alzò tenendola stretta mentre lei lo baciava dietro l'orecchio inspirando il profumo dei suoi capelli.

- Hai un odore buonissimo - mormorò Maya con il respiro accelerato e lui sentì la sua lingua sulla pelle in quel punto così sensibile. Quasi scoppiò a ridere, nessuna l'aveva mai baciato o leccato dietro l'orecchio ed era una sensazione incredibile! Con lei che lo toccava in quel modo trovò difficile salire le scale.

- Maya...? - protestò Masumi afferrando la balaustra e lei per tutta risposta cercò le sue labbra costringendolo a fermarsi. Avrebbe dovuto restare sul divano e spogliarla lì...

Riprese il controllo con un borbottio basso seguito da una risatina di Maya, raggiunse la camera e l'adagiò sul letto, sempre in stile occidentale come quello che c'era a Izu. Si spogliarono così in fretta che alla fine avevano il fiato corto entrambi. Masumi la distese sul letto forse in modo troppo brusco, ma lei non parve accorgersene. Maya si lasciò coprire dal suo corpo asciutto e atletico godendo al tocco con ogni muscolo teso. Esattamente come a Izu non c'era luce nella camera e Maya si sentì più a suo agio, non era ancora pronta a vedere davvero ogni cosa... o sì?

- Toccami - gli chiese quasi angosciata accettando le sue labbra mentre la mano di lui scivolò fra le gambe, incapace di mantenere il controllo.

Era completamente eccitata e Masumi si trovò ad affondare nel suo miele liquido, stupito e assolutamente coinvolto. Lo mandò così fuori di testa sentirla così bagnata da fargli avvertire delle fitte rapide all'inguine. Riuscì a strusciare le sue dita forse per un minuto quando lei gli afferrò la mano ansimando.

- No! Basta! Così io... - tirò su la sua mano e se l'appoggiò al petto.

- Maya... - la baciò ancora e la sentì infilarsi sotto di lui.

- Ti prego, ti prego! - mormorò disperata con gli occhi serrati. Premeva contro di lui, ondeggiava e sentì che lo afferrava ai fianchi. Se a Izu aveva condotto lui il gioco adesso sembrava che lei non potesse aspettare. E neanche lui.

Entrò dentro di lei senza alcun ostacolo stavolta e si sentì avvolto completamente. Lei gridò soddisfatta inarcandosi e lo fece eccitare ancora di più.

- Sì, per favore! - affondò le unghie nei suoi bicipiti tesi, il messaggio era chiaro...

Spinse ritmicamente, ancora e ancora finché non fu al limite. Lei s'inarcò contro di lui lamentandosi e lui cambiò ritmo. Maya gli veniva incontro ad ogni spinta in una danza perfetta. L'orgasmo esplose violento per entrambi e per lei fu così intenso da farle uscire le lacrime.

Si udivano solo i loro ansiti, più acuto quello di Maya, più profondo quello di Masumi.

- Maya, stai bene? - l'aveva sinceramente stupito, di tutto si sarebbe aspettato tranne un'accoglienza del genere, ma non era riuscito a controllarsi in alcun modo. Lei mormorò qualcosa di incomprensibile e gli passò le mani lungo tutta la schiena fino a toccargli le natiche.

Oh... perfette... la prossima volta accenderò una luce...

- Maya... - sussurrò Masumi senza ottenere risposta.

Ma di cosa mi meraviglio? A vent'anni ero anche io così...

Gli venne da ridere, ma si controllò.

- Scusami... io... sono un po' nervosa... - disse infine. Teneva gli occhi chiusi, forse si vergognava per come l'aveva desiderato, ma non voleva che prendesse quella strana abitudine.

- Guardami, Maya - il chiarore della luna esterna forniva tutta la luce necessaria in quel momento. Lei aprì gli occhi e guardandola gli sembrò incredibile di aver appena fatto l'amore con lei in modo così frenetico e passionale.

- Scu-scusami... - ripeté portandosi le mani alla faccia.

- Ti amo Maya e mi piaci così passionale. Mi piace quando mi desideri tanto quanto ti voglio io e mi piace che tu me lo faccia vedere. Fuori il mondo guarda, io sono un uomo riservato, ma quando siamo io e te... non c'è alcun motivo per vergognarsi ad esternare le proprie emozioni. Io l'ho fatto per troppi anni ed è una prigione che non ti auguro di visitare... -

Maya lo fissò sorpresa. Anche a Izu si era comportato in modo completamente diverso dalla vita pubblica che conduceva. I movimenti, le espressioni del volto, le parole che le aveva detto. E anche lei si era lasciata andare anche se sicuramente era più spontanea di lui nella vita di tutti i giorni.

Annuì lentamente sorridendo.

Lo sospinse puntando le mani sul petto, lo fece sdraiare e lei si mise in ginocchio da un lato fissandolo.

- Maya...? - era sorpreso e sorrideva.

- Chiudi gli occhi - gli disse appoggiando le mani sulle ginocchia.

- Perché? - sorrideva ed era incuriosito.

Maya si sporse verso la piccola lampada che era sul comodino e l'accese. Era tenue, ma illuminava quanto serviva.

- Per favore - insisté lei.

Masumi la fissò per un istante, lei era di una sfumatura che andava dall'arancione al viola intenso... però era bellissima, i capelli scompigliati, la pelle serica e liscia, gli occhi luminosi. Per non metterla ancor più a disagio chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi.

Non sapeva cosa stava facendo, era immobile e sentiva solo il suo respiro vibrante.

- Quanto sei alto? - gli chiese tossicchiando imbarazzata. Lui sorrise, avrebbe voluto aprire un occhio per osservarla, ma si trattenne.

- Un metro e ottanta credo... -

- Oh... - sussurrò nel silenzio della stanza.

Non sono abituata ad usare imprecazioni... ma qui ce ne vorrebbe una... nudo è davvero uno schianto... come fa ad essersi innamorato di una come me? Era proprio destino...

La sua pelle era chiara e aderiva perfettamente alla muscolatura evidente e proporzionata. Il suo petto era ampio e delineato e terminava con gli addominali in rilievo che mettevano in evidenza i fianchi stretti e le lunghe cosce. Azzardò anche un'occhiata , si coprì la faccia con le mani avvampando e si girò di scatto verso di lui per vedere se guardava. Appurato che aveva gli occhi chiusi tornò a guardare la sua virilità circondata dai riccioli dello stesso colore dei capelli. Non era eccitato e in quella posizione era quasi carino...

Oh bene, ho soddisfatto la mia curiosità!

Ridacchiò tappandosi la bocca.

- Maya, che stai facendo? - le chiese curioso portandosi le mani dietro la testa.

- Oh! Niente! - sussultò - Adesso non aprire gli occhi, va bene? -

Masumi sorrise di nuovo e incrociò le caviglie.

Maya si spostò avvicinandosi restando sempre in ginocchio e gli posò le mani ai lati del collo. Lo vide sussultare e corrugare la fronte.

- Fermo - sussurrò con voce un po' tremante.

Passò le dita sulle clavicole, ai lati del torace, lungo il fianco, come se ne disegnasse la forma. Aprì completamente i palmi e li appoggiò uno su ogni capezzolo, ma anche così facendo non riusciva a coprire tutto il pettorale. Lasciò scivolare la mano lungo il bicipite piegato, percorrendo la forma del muscolo teso che in quella posizione metteva in risalto le spalle ampie. Strisciò l'indice lungo la curva del gomito e quando raggiunse il polso lo prese e lo tirò verso di sé.

Appoggiò la mano sulle proprie cosce nude, aperta. Era grande almeno il doppio della sua. La girò e passò l'indice su ogni dito.

- Non. Aprire. Gli. Occhi. - sillabò con il respiro veloce. Lui sorrise ancora, ma rimase immobile sebbene quella tortura lo stesse facendo impazzire. Sembrava lo stesse analizzando. Sentì che gli sollevava la mano e quando venne in contatto con la pelle di lei si rese conto che gli aveva fatto toccare un seno. Si impose di non spalancare gli occhi per la sorpresa, ma si irrigidì serrando i denti.

- Fermo - mormorò lei con il fiato corto.

- Non è facile... Maya... - sibilò lui a denti stretti reprimendo l'istinto di sdraiarla e farci l'amore.

La sua mano lo copriva perfettamente, sembrava che fossero disegnate per la sua misura. Masumi chiuse le dita dolcemente e lei sospirò.

Oh... ho il cuore che mi batte all'impazzata...

Interruppe il contatto, adagiò il braccio giù e lui lo riportò in alto, con la mano dietro la nuca.

Tornò con lo sguardo sull'inguine e non riuscì a impedire che una nota sorpresa uscisse dalle sue labbra. La sua virilità era completamente eretta e aveva l'aspetto che si era immaginata.

- Sono pur sempre un uomo... cosa ti aspettavi toccandomi così e posando la mia mano sul tuo seno morbido e perfetto? - le disse mantenendo gli occhi chiusi e facendola avvampare.

- Zitto! - gli intimò voltandosi di scatto.

Sono così prevedibile che sa cosa sto facendo anche se non vede? Arrogante e presuntuoso... vediamo se si aspetta anche questo...

Ci aveva fantasticato a lungo nei giorni precedenti. Si spostò per mettersi più comoda, abbassò la testa, dischiuse le labbra e lasciò che la punta le scivolasse dentro. Masumi sussultò e spalancò gli occhi pieni di meraviglia e accesi di desiderio. Vide la sua bocca scendere e avvolgerlo completamente, aveva gli occhi chiusi e le mani poggiate sulle ginocchia.

Sei pazza! Vuoi farmi morire! Sei imprevedibile...

Maya era così impegnata in quella nuova e curiosa attività che non si rese neppure conto che Masumi si era quasi messo seduto. Il suo sapore era salino e lievemente amaro, le riempiva completamente la bocca, ma era eccitante e, da come lo sentiva respirare, a lui piaceva. Probabilmente tanto quanto a lei piaceva la sua bocca nel suo centro. Saliva e scendeva lentamente e si rese conto che riusciva a tenerne in bocca solo metà così avvicinò la mano chiudendola a pugno. Era la prima volta che lo faceva, ma immaginò che andare a tempo avrebbe aumentato il piacere.

È duro, ma sembra raso contro la mia pelle... mi fa impazzire strusciarlo così con le labbra...

Masumi emise un borbottio gutturale e si distese di nuovo stringendo gli occhi e Maya seppe che stava facendo la cosa giusta.

Dovrò impormi più autocontrollo del solito per non immaginare questa scena durante una riunione o mentre guido...

Sentiva le sue labbra morbide e il calore della sua bocca che sfregavano perfettamente a ritmo con la sua piccola mano. Si era immaginato di tutto, ma di sicuro non questo né quello che gli stava ribollendo dentro. Ad ogni passaggio della sua bocca piacevoli fitte si diramavano dall'inguine e quando si accorse che le andava incontro sollevando il bacino si rese conto di essere pericolosamente vicino a venire.

- Basta, Maya... - le disse con voce roca prendendola per le spalle.

- Perché? - si lamentò lei con una smorfia. Masumi per poco non scoppiò a ridere, sconvolto per il fatto che le piacesse.

- Perché voglio venire insieme a te... - era innocente e genuina e lo stava facendo impazzire. La spostò in modo che le salisse cavalcioni e quando si appoggiò alla sua pancia sentì che era bagnata.

- Vuoi spegnere? - le chiese vedendola arrossire, ma lei scosse la testa facendo ondeggiare i capelli.

Fece scorrere le mani lungo le sue cosce fino alla vita e lei si abbassò per baciarlo.

- Questo è il mio sapore? - le chiese Masumi, lei arrossì e annuì - Preferisco il tuo - e riprese a baciarla avidamente. Strisciò le mani su quella pelle liscia e ne portò una fra le sue gambe infilandole immediatamente un dito dentro. Maya sussultò, ma il suo bacio si fece più esigente. Fece scorrere il dito avanti e indietro, lentamente mentre con il pollice sfregava il suo centro più sensibile.

Quando iniziò a gemere e a seguire il suo movimento, lui tolse il dito, l'afferrò per la vita ed entrò dentro di lei. Maya strinse la coperta sotto le sue mani e spalancò gli occhi. Sentirlo dentro in quel modo le provocò una scossa intensa che preannunciava l'orgasmo.

Le teneva le mani sulla vita o sulle natiche e la faceva salire e scendere a ritmo con il suo bacino che faceva entrare e uscire la sua virilità creando quell'attrito incredibile ed eccitante. Si staccarono dal bacio guardandosi, i loro occhi lucidi pieni di desiderio. Gemettero insieme e Maya sentì che aumentò il ritmo così lo assecondò, era vicina... vicina...

Quando Masumi venne dentro di lei sentì il liquido caldo invaderla e un attimo dopo anche il suo orgasmo eruppe violento e intenso in quella strana posizione. Si guardarono raggiungere il piacere insieme e per entrambi fu emozionante vedere quell'eccitazione sul volto dell'altro.

Maya si lasciò andare ansimante appoggiandosi su di lui. Masumi la cinse con le braccia stringendola e le baciò la fronte chiudendo gli occhi e godendo del momento.

- Questa cosa sta iniziando a incuriosirmi... - mormorò Maya dandogli dei piccoli baci sul petto.

- Il sesso? - ruotò le braccia e la fece distendere accanto a sé mettendola sotto la coperta e infilandosi a sua volta.

- Sì - rispose lei accoccolandosi fra le sue braccia e posandogli la testa sul torace.

- Quante volte puoi...? - gli chiese mentre lasciava scorrere una mano pigra sui suoi addominali.

- Non lo so - ammise sorridendo - Non mi sono mai testato. Ora ad esempio due... -

- Da cosa dipende? - chiese ingenuamente seguendo la forma di quelle onde rigide.

- Da quanto sono stanco... da quanto recentemente l'ho fatto... dalla donna che è con me... - le rispose con voce bassa e profonda. Maya sollevò la testa arrossendo.

- La... donna? Che significa? -

- Con te è diverso... non è mai stato così per me, mai. Sei davvero la mia metà, mi completi in ogni cosa, anche in questa. Capisco cosa desideri e, non te ne sei accorta, ma tu lo capisci di me. C'è una sintonia perfetta nei movimenti, nelle sensazioni che proviamo e probabilmente tutto questo concorre nel farmi avere gli orgasmi più intensi che abbia provato finora - le confidò senza alcuna vergogna. Maya invece arrossì completamente.

Come siamo passati dal bisticciare nei foyer a parlare di sesso?... ogni volta che lei è coinvolta succedono sempre delle strane cose...

- Cosa senti quando...? - abbassò gli occhi e si riadagiò sul suo petto caldo.

- Contrazioni, prima deboli e lontane, poi più intense e vicine. Sembrano piccole scosse. Partono dall'inguine e quando arriva l'orgasmo risalgono lungo la spina dorsale fino al cervello, ma si avvertono anche nelle gambe - cercò di rendere a parole quella incredibile sensazione.

- E tu? Cosa senti? - le chiese dopo un attimo di silenzio. Maya sembrò rifletterci poi sollevò la testa e si appoggiò a un gomito.

- Una cosa simile, ma tu l'hai descritta come qualcosa di verticale, per me invece è come un'esplosione, tonda - e lo mimò con le mani - Parte dall'inguine e quando raggiunge l'apice si dirama da lì investendo ogni cosa. Tremo anche... - abbassò lo sguardo e si adagiò di nuovo.

Restarono in silenzio per un po', Masumi le passava le dita fra i capelli e lei lo accarezzava sulla pancia lentamente.

- Tu fai anche da... da solo? - mormorò dopo un po' con la voce che andava a scemare. Masumi rise e le stampò un bacio sulla fronte.

- Non più, ma da ragazzino sì - le confessò senza alcun pudore - E tu? - se credeva di farla franca con lui, cascava male... La sentì muoversi a disagio e sorrise fra sé.

- Sì - gli rispose espirando tutto il fiato.

- Ti farò perdere l'abitudine - le sussurrò sensuale passandole una mano dietro la schiena e facendola rabbrividire. Lei tirò su la testa scandalizzata e lui catturò le sue labbra. Maya gemette e si strusciò mettendosi meglio. Le bastò quel bacio per eccitarsi di nuovo e non riuscì a trattenere un mugolio di approvazione profonda quando lui guidò la sua mano sulla sua erezione chiudendole le dita intorno. Gliela strinse un po' e la mosse su e giù lentamente. Maya lo sentì gemere soddisfatto e ne fu immensamente felice.

Spostò la sua mano in mezzo alle gambe, voleva fargli sentire cosa provava quando la baciava in quel modo e Masumi strusciò appagato le dita in quel nucleo caldo e bagnato constatando in lei la sua stessa eccitazione.

La fece distendere a pancia in giù lisciandole la schiena con le mani. Passò sulle natiche e quando Maya si voltò a guardarlo di scatto si rese conto che era completamente concentrato su quello che stava facendo e lo lasciò fare. Le accarezzò i fianchi e le cosce, poi separò delicatamente le gambe e iniziò a toccarla muovendo due dita in mezzo alle labbra bagnate e lasciandole scivolare avanti e indietro con una leggera pressione. Maya sussultò e sospirò, lui si chinò su di lei e le baciò il collo e la schiena senza smettere di torturarla in quel modo delizioso.

Le mise un braccio intorno alla vita e la sollevò quanto bastava a distendersi sotto di lei nonostante l'esclamazione di sorpresa che lei ebbe. L'afferrò per le natiche e la costrinse a scendere finché la sua bocca poté affondare in quell'invitante calore. Maya arrossì dalla testa ai piedi senza comprendere perché le facesse ancora quell'effetto.

Questa... è una cosa davvero incredibile!

Emise una nota languida e roca e Masumi fece entrare e uscire la sua lingua più volte dentro di lei succhiando e leccando. Spostò la sua attenzione nel punto che sapeva le avrebbe dato più piacere, lo afferrò con le labbra tirandolo e succhiandolo e lei gemette inarcandosi.

- Smetti per favore - lo implorò, mentre sentiva le prime fitte dipanarsi dall'inguine e inondarla completamente. Si spostò di scatto impedendogli di continuare dato che lui sembrava non averla ascoltata. Maya ansimava col volto arrossato e lui sorrideva compiaciuto. Si accoccolò in mezzo alle sue lunghe gambe, evitò di guardarlo e lo sentì trattenere il respiro.

Allora piace anche a te eh... nonostante la sicurezza che sembri avere, questo ti disorienta...

Le sue labbra si allargarono in un sorriso, avvicinò la bocca alla sua erezione e posò le labbra sulla base toccando la pelle bollente con la lingua, poi prese a salire e scendere lentamente, senza mai arrivare in cima.

Masumi spalancò gli occhi vedendola accucciarsi in quel modo così sensuale e quando sentì le sue labbra aderire come una piccola ventosa scattò su, appoggiandosi ai gomiti.

Non è certo la prima volta... ma mi sta facendo impazzire... e come farò a non vedermela davanti così ogni minuto della giornata?

Maya gemette e socchiuse gli occhi quando salì un altro pochino e trovò quel delizioso filamento che univa le due parti. Lo succhiò e sfregò con la lingua, lo sentì gemere di nuovo e sorrise compiaciuta.

- Maya... - sussurrò con voce roca e impaziente.

Lei staccò le labbra e sollevò lo sguardo imponendosi di non arrossire.

- Sì? C'è qualcosa che vorresti io facessi? - gli domandò con sguardo innocente. Masumi assottigliò lo sguardo carico di desiderio.

- Sì... - ammise con il sangue che gli bruciava nelle vene.

- E cosa? - insisté Maya passando la lingua dalla base fin quasi alla cima. Da dove le venisse tutta quell'audacia lo ignorava, ma decise di lasciar perdere. Voleva farlo capitolare almeno una volta, dimostrargli che imparava rapidamente e poteva stare al suo passo.

Quando la lingua morbida e bagnata passò per tutta la lunghezza lui sperò vivamente che alla fine lei lo prendesse in bocca invece si fermò con sua enorme frustrazione. Batté i denti fra loro e Maya sorrise.

- Maya... - la minacciò lui con un sibilo ferale.

- Sì? - sussurrò lei passando di nuovo la lingua e soffermandosi a leccare quel filamento curioso. Masumi trattenne il fiato di nuovo, ma lei tolse le labbra.

- Prendilo... - sibilò fissandola.

- Così? - allungò una mano e la chiuse intorno alla base spessa stringendo lievemente. Lui borbottò qualcosa ed espirò deluso.

- In bocca - si decise infine a chiederle con voce gutturale. Maya socchiuse gli occhi lucidi, allungò l'altra mano avvicinandola alla prima e, stringendo l'asta rigida con entrambe, affondò le labbra sulla punta morbida e calda con un sospiro soddisfatto.

Masumi sibilò lasciando andare la testa all'indietro ed emise una nota così lussuriosa che Maya si sciolse dentro.

Sì, decisamente ti piace... e piace anche a me fartelo...

Senza fretta iniziò a salire e scendere con la bocca e con le mani applicando una lieve pressione. Sentiva i suoi umori salati mescolarsi alla sua saliva e succhiò, mordicchiò e leccò godendo di ogni sensazione che le dava sentire in bocca la sua parte più sensibile e riempiendosi le orecchie dei suoi lamenti soddisfatti.

Distese le mani lungo i suoi addominali accarezzandolo e affondò con la bocca fin dove riusciva a tenerlo dentro, stringendo le labbra. Strisciò lungo i fianchi, le cosce, al loro interno, riportò una mano sull'asta e con l'altra abbracciò delicatamente il sacco sensibile subito sotto. Masumi soffocò un grido di meraviglia e lussuria e spalancò gli occhi.

Questo sarà difficile da cancellare dalla memoria... come farò in ufficio... non ci voglio pensare... e come fa a fare queste cose assurde con quell'apparente ingenuità?

Maya avvertì un sapore particolarmente intenso che non somigliava a niente che aveva mai assaggiato, era tiepido, salato e leggermente amaro, ma anche acre, che la fece rabbrividire.

Masumi si tirò su di scatto prendendola per le spalle.

- Basta, ragazzina! - ringhiò con occhi infuocati e pieni di desiderio. Lei sussultò ma poi ridacchiò.

- C'è qualcosa allora che ti fa perdere il controllo! - quella era una mania, di mantenere sempre il controllo, che doveva avere radici molto profonde. Masumi la distese senza troppe cerimonie e lei si lasciò guidare senza opporsi. Non vedeva l'ora di sentirlo dentro di nuovo da quando aveva smesso di leccarla.

- Sì... - mormorò catturandole le labbra - Tu - aggiunse col fiato corto entrando dentro di lei senza più poter attendere.

Maya si inarcò facendogli spazio e rovesciò la testa all'indietro. Il ritmo iniziale era costante e lento, perfetto, con il suo peso premeva perfettamente sul fulcro esigente, avanti e indietro, e lei si adeguò subito, andandogli incontro ad ogni spinta.

La baciò sul collo e passò a succhiare il seno e Maya credette di perdere la ragione. Quando sentì le scosse pervaderla gemette e iniziò a muoversi più rapidamente e lui la seguì aumentando l'intensità e la frequenza delle sue spinte.

Passò un braccio sotto la sua schiena inarcata stringendola a sé e lei gridò il suo nome infilandogli le unghie nelle spalle.

- Sì, Maya! Vieni, vieni... - le sussurrò nell'orecchio ansimando e spingendo rapido, e quell'incitamento fece esplodere anche lui. Rallentò per godere fino all'ultimo di quella sensazione dirompente finché anche Maya rilasciò la tensione e si distese morbida.

Uscì delicatamente da lei affiancandola e questa volta Maya non protestò, sembrava svenuta e lui ridacchiò.

In realtà non so se sarò capace di reggere un ritmo del genere con te...

- Perché ridi? - gli domandò abbandonata sul letto con gli occhi chiusi e il respiro accelerato.

- Sembri soddisfatta - constatò passandole lievemente una mano lungo il corpo che rabbrividì.

- Lo sono... - mormorò lei stirando i muscoli come un gatto.

- Buon Natale... - le sussurrò nell'orecchio posandole un bacio sulla guancia.

Maya aprì gli occhi e si trovò a fissare i suoi di un azzurro intenso, quasi blu. Allungò le mani prendendogli il volto e si sollevò per baciarlo, poi si adagiò stretta accanto a lui che le passò un braccio dietro mentre lei poggiava la testa sul suo petto.

- Ho sonno... - mormorò piano chiudendo di nuovo gli occhi.

Masumi le lisciò i capelli ascoltando il suo respiro che si quietava mentre nella sua testa si rincorrevano mille pensieri diversi, ma il più importante era legato all'oggetto che teneva nella tasca dei pantaloni. Girò la testa verso la finestra e vide la luna riflessa dal biancore della neve.

Avrò il coraggio di farlo?

***

Maya aprì gli occhi e si stirò nel letto dalle lenzuola candide. L'aria in casa era calda, anche se era nuda non sentiva freddo e, si rese conto, non sentiva più l'imbarazzo che aveva provato in passato. Si girò lentamente e lo vide in piedi davanti alla grande finestra. Fuori il cielo stellato era reso argenteo dalla luce lunare. Indossava solo un paio di pantaloni di tessuto morbido. La luce della luna segnava il suo contorno, le spalle ampie, la schiena diritta, i fianchi stretti e le lunghe gambe. Lo vide passarsi una mano fra i capelli, guardava fuori qualcosa, era completamente assorto.

Se mi fermo a riflettere su ciò che sta accadendo penso che potrei impazzire... Come posso essere qui con lui in questo modo? Potremo mai smettere di nasconderci e dire a tutti che età e rango non hanno importanza e che ci amiamo?

Maya si avvolse nel lenzuolo e lo raggiunse con passo lieve. Lui allargò un braccio e lei si lasciò avvolgere.

- È una notte bellissima - disse Maya guardando fuori, la luna si riversava sui dintorni imbiancati dalla neve, ogni cosa brillava come in un paese delle favole. Il cielo era punteggiato da miriadi di stelle luminose.

Masumi si voltò a guardarla e lei sollevò gli occhi sorridendo felice. Si scostò leggermente e le sfiorò una guancia con una mano. Maya si appoggiò sfregando il volto e chiudendo gli occhi per il sentimento che le riempiva il cuore.

- Maya... - sussurrò lui e la sua voce calda e profonda l'avvolse come un bozzolo.

- Sì? - rispose lei appoggiando le mani sul suo petto caldo.

- Io ti amo. Mi vuoi sposare? - la vide spalancare gli occhi e gioì di quella reazione. Sollevò la mano sinistra e le mostrò un anello che teneva fra pollice e indice e che brillava come una delle stelle del cielo. Maya osservò per un attimo il bellissimo diamante con il cuore che le martellava in petto poi tornò a guardare i suoi occhi che la fissavano pieni di aspettativa in attesa della sua risposta.

Perché me l'hai chiesto adesso? Io... ancora non so come andrà lo spettacolo... come posso legarti a me se non dovessi riuscire? Sei un uomo di successo e io una nullità, non voglio che...

- Io... - rispose balbettando e Masumi si scurì in volto - ...era così tanto che sognavo queste tue parole, anche la mattina in cui volevi cedermi la Rainbow io in realtà credevo che... - parlò rapida e veloce - ...ma ora non è importante. Ti chiedo solo di aspettare la prima della Dea Scarlatta... Ci sono delle cose che devo sistemare... - mormorò titubante osservando il suo sguardo turbato.

- Pensi di essere inadeguata? - le lesse lui nel pensiero e lei annuì abbassando lo sguardo per la vergogna. Stava per aggiungere che non gli importava chi lei sarebbe diventata, ma Maya gli mise un dito sulle labbra zittendolo.

- Aspettami... - lo implorò di nuovo. Masumi le sollevò il mento e la baciò.

- Aspetterò sperando che mi darai la risposta che desidero più di ogni altra cosa al mondo - le sussurrò sulle labbra stringendo l'anello nella mano.

Ancora non hai compreso le parole di Akoya che mi ripeti sempre? Età, aspetto e rango non contano niente per me, non mi importa chi diventerai, l'importante è che tu sia mia...

**************

NOTA

Mi scuso per la lunghezza del capitolo, originariamente era diviso in due, ma non aveva la stessa efficacia, quindi l'ho riunito.

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