21. PARLI DEL DIAVOLO...

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Non mi ero mai sentita così. Non avevo mai provato un sentimento del genere.
Mi sentivo protetta in quel momento: avevo Louise al mio fianco, come anche Jasmine e Tom. Per non parlare di Brandon.

Passammo il pomeriggio in stanza: io leggevo, e ogni tanto facevo una pausa su Instagram, mentre Louise si riposava sul letto.
Decisi di chiamare Brandon, per chiedergli se fosse tutto okay:
«Sì sto bene, i miei genitori mi hanno chiamato. Erano preoccupatissimi.» disse.
«Mi dispiace.» mi scusai: mi sentivo in colpa per tutto ciò che aveva passato a causa mia.
«Per cosa?»
«Per averti messo in guai di questo tipo. Mi sento troppo in colpa. Mi dispiace anche per Jason, perché ha subito i nostri stessi guai, anche se in quel momento non c'entrava nulla.»
«Joanie, rilassati. I miei non sono arrabbiati, non é colpa tua. Cerca di stare calma, va bene?» mi tranquillizzò, o almeno ci provò.
«Va bene, ora vado, ci sentiamo dopo.»
«A proposito.» continuò a parlare. «ti va di uscire oggi, tutti e quattro? Magari invito anche Dave!» mi propose.
«Brandon, non so. Jasmine é ancora scossa, non so se ci darà il permesso.»
«Va bene, se non puoi non é un problema, non voglio crearti ulteriori guai.»
«Non mi dai nessun tipo di problema, magari le chiedo. Se accetta, ti mando un messaggio.»
«Perfetto, a dopo!»

Chiudo la chiamata. Ero indecisa se chiedere a Jasmine di uscire; ero sicura che avrebbe detto di no.

Mi giro verso Louise e cercai di svegliarla.
«Louise, mi senti? »
«Cosa c'è? » chiese lei, ancora assonnata.
«Secondo te, possiamo chiedere a tua madre di uscire questo pomeriggio, con i ragazzi? » le chiesi.
«Beh, si incazzerebbe di sicuro. Voglio dire, oggi é venuta a prenderci in centrale. » disse, come se stesse spiegando la cosa più ovvia al mondo. « Posso capire la sua preoccupazione. » concluse, alzandosi a sedere sul letto.
«Hai ragione, allora non importa, dirò a Brandon che non possiamo. »
«Aspetta Joanie, potremmo anche solo provare a chiedere. » in quel momento, mi sembrava che Louise volesse rischiare. E non poco.
«Louise, non credo che sia una buona idea. Dirò a Brandon che usciremo domani, non é un problema. »

In quel momento, appena finii la frase, sentii bussare alla porta.
Mi alzai dal letto, attraverso la stanza e apro.
Parli del diavolo e spuntano le corna.
Jasmine varcò la soglia della nostra stanza, davvero entusiasta.
«Ragazze, volete uscire con noi? Andiamo a fare una passeggiata.»
Io e Louise ci guardammo, indecise se chiederle o meno di uscire con i ragazzi.
Poi Louise prese coraggio, e iniziò:
«In realtà, mamma... volevamo chiederti se potevamo uscire con i ragazzi.» Louise sembrava terrorizzata, e anche io. «Ovviamente se non é un problema.»
Il suo sorriso si spense all'improvviso. Fece un respiro profondo, alternato da sguardi nervosi.
«Jasmine, va tutto bene?» le chiesi, come se stessi sfiorando con un solo dito un orso che dorme.
«Ragazze, ma allora non avete imparato nulla oggi?!» disse, alzando la voce. «Non so se vi ricordate, ma questa mattina siamo venuti a prendervi in una centrale di polizia!»
«Ci tengo a ricordare che non é stata colpa nostra.» dissi io, in maniera calma.
Jasmine si girò di scatto verso di me.
«Signorina, non osare rispondermi mentre sto parlando! Se sto parlando io, nessuno deve interrompermi. Appena finisco, puoi parlare.» sembrava proprio incazzata.
«Mi dispiace ragazze, ma oggi non uscite con i ragazzi!»
«Ok mamma, ma potremmo almeno sapere il reale motivo per cui non possiamo andare con loro?» disse Louise, cercando di capire la situazione.
Non capivo cosa intendesse; mi girai a guardarla, in maniera confusa.
«Non é solo perché siamo finiti in centrale, vero?» continuò Louise. In quel momento ero più confusa che mai.
«Jasmine, cosa stai cercando di dirci?»
Lei fece un altro respiro profondo, nervosa, poi disse:
«Sto cercando di dire che i ragazzi hanno una pessima influenza su di voi, specialmente quel Brandon!» io non potevo crederci.
L'aveva detto davvero. Credevo che le piacessero, che li trovasse simpatici.
«Ma cosa stai dicendo?» le chiedo, incazzata.
«Vorresti negarlo, Joanie? Da quando state insieme a quei ragazzi, vi state cacciando in moltissimi guai, tra l'altro, anche molto seri!» sembrava si stesse liberando di un enorme peso, un peso che portava dentro da un bel po'. «Tornate tardi la sera senza avvisare, o magari non tornate proprio in albergo; finite in centrale per colpa delle loro conoscenze. Io sono venuta qui in vacanza per rilassarmi, non per preoccuparmi di due tizi che conoscete da pochissimo tempo!»
«Mamma, ti sbagli. Brandon e Jason sono dei ragazzi meravigliosi. E poi siamo finiti nei guai per colpa di altre persone, e lo sai benissimo.»
«Jasmine, posso capire le tue preoccupazioni, se fossi in te, anch'io sarei davvero arrabbiata, ma esattamente, perché dici queste cose solo adesso, solo dopo averti chiesto di uscire con loro?» ero letteralmente furiosa: ciò che diceva non aveva senso, ma cercai di mantenere un tono abbastanza calmo.
«Non so se hai capito cosa è successo esattamente ieri sera, ma se vuoi posso ripeterlo.» continuai. Sembrava non aver capito a pieno. «noi siamo finiti nei guai per colpa di Corinne e Michael, i due idioti che hanno chiamato la polizia dando un falso allarme. Loro hanno dato inizio alla rissa, a seguito di un paio di insulti che Michael mi aveva gentilmente dedicato. Brandon mi ha difeso, ha provato a far capire a quel ragazzo che ha sbagliato, nella maniera sbagliata, ma ci ha provato. E se mi permetti di dire un'altra cosa, Jason ha anche provato a calmare la situazione. Ha provato in tutti i modi di far calmare Brandon, cosa che ha sempre fatto da quando l'abbiamo conosciuto; é per questo motivo che Louise si é innamorata di lui. Ed é il coraggio di Brandon che mi ha fatto perdere la testa. Mi ripeto, posso capire le preoccupazioni, ma non dare ai ragazzi la colpa.»

Jasmine sembrava sentirsi in colpa. Aveva uno sguardo strano.
«Mi dispiace ragazze.» si scusò. Forse sono stata troppo dura con lei, parlandole in quel modo. «Non avrei dovuto dirvi queste cose. Spero mi perdoniate.» finì lei.
«No Jasmine, mi scuso io, forse non avrei dovuto risponderti in quel modo.» non potevo non scusarmi: sono stata un po' bastarda, lo ammetto.
Louise si alzò dal letto, andò ad abbracciare la madre, che allungò un braccio nella mia direzione, per farmi capire che voleva abbracciare anche me.
«Ragazze vi voglio un mondo di bene. Vi prego, la prossima volta che uscite, state più attente. Non voglio che passiate i guai.»
Io quasi piangevo, mentre Louise già aveva delle lacrime sulle guance, che le attraversavano il volto.
«Se volete, potete uscire, non é un problema.» concluse Jasmine.
«Non ti preoccupare, sarà per un altro giorno. Oggi verremo con voi, se non disturbiamo.» dissi, sorridendo.
«Assolutamente, certo che potete venire con noi, sono venuta qui proprio per avvisarvi. Preparatevi allora.»
«Certo mamma.» disse Louise.

Jasmine uscì dalla stanza, io e Louise ci guardammo, un po' perplesse.
«Mio dio, si stava tenendo tutto dentro da un bel po', secondo me.» disse lei, continuando a guardare la porta.
«Cerca di capirla, non é facile badare a tre ragazzini in vacanza, specialmente se uno di questi é un bambino e gli altri due sono degli adolescenti come noi due.»
«Hai ragione.»

Avvisai Brandon, senza dirgli ciò che disse Jasmine. Lui aggiunse:
«Non importa, sarà per un'altra volta.»

SPAZIO ALL'AUTRICE
Ciaoo come va?
Domandina: vi sta piacendo la storia? Che ne pensate in generale? 🥰

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