Capitolo 9

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Regola numero 1: vivi a New York e ami Gossip girl? Va bene, fallo. Ma evita il Bronx e l'Upper East Side.

Regola che ho sempre rispettato dal mio quattordicesimo compleanno, fino ad adesso, almeno. Sì, esatto perché se non fosse per Isobel che ci sta facendo cenno di entrare dentro un locale, dall'insegna illuminata dal neon blu, con la scritta Lux, non avrei mai pensato di mettere piede dentro il quartiere più chic e lussuoso di New York City: l'Upper East Side.

Sono una semplice ragazza del Lower e sebbene abbia una disponibilità economica in grado di permettermi solo di vivere in un quartiere di New York, ciò non significa che voglia avere a che fare con persone che pensano solo a farsi i soldi e a sprecarli in alcool, come se comprassero un pacco di caramelle. Le persone di qui, perlopiù ricche e viziate, ti guardano dall'alto al basso, come se fossi spazzatura solo perché sei di un altro quartiere.

Appena entriamo dentro, mi accorgo che il colore del neon dell'insegna che c'è fuori non è casuale. Infatti anche all'interno i neon sono blu e sono collocati tra le mura nere del locale. Quando ci immischiamo tra la folla e ci avviciniamo a dei divanetti neri in pelle, riesco a osservare le ballerine che danzano su un palco. Una di loro fa dei passi intorno a un palo e ciò mi fa pensare che sia una ballerina pol dance, data la maestosità in cui si muove. Le ballerine hanno addosso un top e delle mutande nere in pizzo e hanno un corpo longilineo. Magre e alte. Bionde e more, tranne una che ha i capelli rossi. Ed è proprio lei che appena vede un ragazzo castano, smette di ballare e scende dal palco.

«È McKenzie» sento dirmi da Isobel. Appena mi volto verso di lei, la indica con un cenno di testa «lei, la rossa è McKenzie, lavora qui da nove mesi ed è la sorella di Freya» abbraccia una ragazza rossa dall'aspetto simile a quello della ragazza poco distante da noi. «lei è Freya» ridacchia Isobel staccandosi da lei, mantenendo un caloroso sorriso.

La rossa, Freya, è una ragazza dagli occhi di un azzurro chiaro, labbra carnose, naso a patata e dai capelli che le arrivano fino al seno. Sul viso ha un leggero make-up, tra cui l'eye-liner, l'illuminante sulle gote e un rossetto rosa nude. Addosso ha un vestito corto, verde chiaro, il quale è allacciato dietro alla nuca e lascia le spalle scoperte, e dei tacchi a spillo, neri. Anche lei ha qualche piccolo tatuaggio sulle braccia e una 'x' su una caviglia. Ci sorride e ci indica i divani, come per dire 'sedetevi, prego'. Josh si lancia con tutto il suo peso su uno di essi e Ryan si siede accanto a lui, senza neanche presentarsi.

«Siete dei maleducati, che sciocchi. Noi siamo...» inizia a dire Chloe tendendo una mano verso la rossa «Chloe, la bionda è Lily, loro sono Josh e Ryan» ci indica e io non sapendo cosa fare, annuisco.

«Io sono Freya» la saluta dandole due baci sulle guance, per poi farlo con me «siete degli amici di Isobel?»

«Ci conosciamo da poco, ma sì» cerco di dire guardando Isobel e poi Freya.

«Io l'ho appena conosciuta, ma in compenso conosco tuo fratello. Un gran coglione» afferma Josh, afferrando qualche nocciola da un piattino collocato sopra al tavolo nero, collocato davanti al divano. Lo fa senza alcun tipo di cattiveria, ma come se fosse un'abitudine dire il nome di Nicholas e collegarlo al suo soprannome.

E mentre penso a lui, l'unico e solido pensiero che il mio cervello riesce a mantenere coerente da un ora piena è: non venire, o almeno, non voglio vederlo.

Isobel scuote la testa sorridendo e si siede accanto a lui «non è troppo tardi per conoscerci. So che ti chiami Joshua e sei il migliore amico di Lilith; e tu sai che mi chiamo Isobel e sono la sorellina di Nicholas, è un buon inizio per conoscerci».

Josh allunga un labbro all'insù e sorride compiaciuto «certamente. Sono qui apposta»

«Ma se neanche volevi venire» ridacchia Ryan.

«Beh, non importa. Adesso sono qui» gli risponde divertito Josh.

«A me non importa se hai un astio con mio fratello, sai? Spero solo che tu sappia distinguere me e Nicholas. Siamo legati dallo stesso sangue, amo mio fratello e non sputo nel piatto in cui ho mangiato, ma io sono Isobel Price, non la sua ombra» chiarisce Isobel, con un tono abbastanza serio.

Sembra quasi che sia abituata a esserlo e che sia stanca di questo.

«Ehi amico, non è difficile fare come dice. Nicholas ha un cazzo, lei una vagina. Sta a te scegliere se preferire l'uno o l'altro» sentiamo dire da una voce maschile che proviene dalla mia destra. Quando mi giro verso di lui, noto che è il ragazzo castano che un attimo fa era con la ragazza rossa, che però al momento, non è più con lui. Ha un ciuffo che gli ricade sulla fronte, gli occhi di un marrone scuro, un sorriso contagioso, è alto e ha le spalle larghe. Addosso ha una camicia e una canotta bianche, la quale quest'ultima è inserita dentro a dei jeans scuri, con una cintura nera. Al collo porta una collanina argentata e alle mani non indossa anelli. Sulle braccia ha tre tatuaggi, in particolare un numero: il 13, disegnato sull'avambraccio interno.

Scoppio a ridere senza pensarci e Josh fa lo stesso, il che fa scoppiare a ridere anche lui stesso.

«Lui è un grande esperto di natura umana» mormora Isobel, scuotendo la testa. «Stare troppo tempo con mio fratello ti procura danni celebrali alle battute»

«Sei fuori forma» lo prende in giro Freya.

«Ma se Nicholas non è divertente come lo sono io, per non parlare di te coquette. Sembra che hai un palo in culo, per non dire cazzo perché quello invece di farti sorridere, ti farebbe godere e basta» si rivolge a lei in tono sincero.

Il suo linguaggio mi ricorda a tratti Nicholas, se non totalmente.

«Wow! Che linguaggio scurrile!» esclama Isobel.

«Smettetela ragazzi. Dai, su. Non iniziare anche te, stasera. Nicholas non c'è, dovrebbe esserci pace e armonia» afferma Freya.

Pace e armonia senza di lui? Sicuramente. Perché quando c'è lui, le emozioni che si presentano sono solo tormento e tensione.

«Teoricamente» aggiunge il castano, sedendosi accanto a me. Alza lo sguardo sulla sottoscritta e aggrotta la fronte «non ti siedi? Vuoi stare in piedi?»

«Ehm, sì scusa...» mi siedo accanto a lui e mi mordo il labbro.

«Cosa?» esclama sorpreso «perché mi chiedi scusa? Lo dicevo per te, stare in piedi tutta la serata ti farà venire mal di gambe. Accomodati, c'è così tanto spazio».

Sorrido davanti alla sua gentilezza inaspettata «grazie».

«Io comunque sono James» si presenta, rivolgendosi a tutti.

Gli tendo subito la mano «sono Lilith, ma tutti mi chiamano Lily»

«Hai un nome raffinato, mi ricorda un fiore» confessa di punto in bianco. Invece di ricambiare la stretta di mano, cosa che fanno tutti al giorno d'oggi, mi lascia un bacio delicato sul palmo.

Nessuno prima d'ora me lo aveva mai detto. È un complimento elegante e innocente, piacevole da sentirselo dire.

«Oh» sussulto sorpresa «a me i fiori in realtà piacciono».

«Anche a me!» esclama Isobel, sorridente.

James scuote la testa e lascia la mia mano «sì ma tu mi ricordi solo una coquette» si rivolge a Isobel, puntando un dito verso di lei.

«Beh in effetti non sei così lontana da essere una ragazza coquette» commenta Chloe, dandogli corda.

«E poi lo stile coquette è raffinato e dolce» dico per poi afferrare una patatina dal piatto accanto a quello delle nocciole, sopra il tavolo. «A me piace, anche se a dirla tutta non è così male anche l'old money»

«Sì, va beh, a te piacciono i soldi» mi prende in giro Josh, ridendo.

«No, non è vero!» esclamo «sto parlando dello stile di abbigliamento. D'altronde su TikTok a me spuntano video solamente di questo. Sei una clean girl o una messy girl? Preferisci un ragazzo old money, starboy o un golden retriever?» Sono piena di questi video, anche se mi imbarazzo a dirlo. Siamo dentro un locale notturno e stiamo parlando di TikTok. Certo, oggi lo usano tutti ma è un po' fuori luogo parlarne adesso, nonostante sia stato James a farmi venire in mente questo pensiero.

«Anche a me!» sbotta Chloe, euforica «da quando ci compaiono gli stessi TikTok?»

«Magari da quando esistono i repost» mormora Josh, come se fosse scontato «ma solo a voi compaiono questi video, fidatevi»

«Beh, con tutto il rispetto, io mi sento una clean girl» afferma James, mettendosi una mano sul petto e dandoci corda. In questo modo, senza neanche rendersene conto, non ci fa sembrare strane neanche per un attimo.

«Cavolo, non si direbbe, sai» lo prendo in giro, divertita.

James sembra un tipo davvero ironico. Isobel, James e Freya sono diversi talmente tanto da Nicholas a primo impatto, il che mi risulta strano pensare che siano amici, anche se in realtà lo sono. Come fanno a sopportare una persona come lui? È solo un tormento che va a minacciare le persone come ha fatto con Josh e si diverte a passare da delle labbra ad altre. Inoltre è infantile e si comporta come tale.

«Oh ma così mi offendi, dopo la routine di prodotti che applico su questo viso angelico, solo per farlo risultare così bello» indica il suo viso, emettendo una piccola voce tenera.

«Beh, ci credo» ridacchio.

🌷🌷🌷

«Adoro il fatto che era di fragole! Amo quella torta» commenta Chloe, ridacchiando.

Dopo aver parlato per tutta la serata di ogni argomento che sembrava venirci in mente, come se non fossimo dentro a un locale notturno pieno di ragazzi che ballano, con una musica alta da sovrastare le nostri voci; ma bensì in una cerchia di amici che parlano di qualsiasi cosa per far passare il tempo, Freya ha deciso di raccontarci qualche aneddoto successo all'interno del Lux. Come ad esempio quello in cui durante il compleanno di Ethan, un ragazzo che fa parte del club Luxury (il club di cui fanno parte le persone che frequentano il Lux e che allo stesso tempo sono amici di Nicholas), aveva appena soffiato le candeline e Freya, che voleva mangiare frettolosamente la torta alle fragole che aveva nel piatto, è inciampata su James, sporcandogli il collo e il viso di torta.

«Adori?» domanda sconcertato James «io odoravo di fragole, che è diverso! E poi io ne sono anche allergico».

«Oh è vero, infatti era diventato così rosso che sembrava un peperone» commenta Freya, indicandolo con la mano.

«Ma come fai a essere allergico alle fragole!» sbotta Ryan, scioccato.

«E non sei andato all'ospedale?» domando preoccupata.

«No, per fortuna il rossore e il prurito mi è passato un po' alla volta dopo aver preso un antistaminico» mi spiega.

«Cazzo amico, menomale. Poteva finire peggio» commenta Josh.

«Cos'è che poteva finire peggio?» ci domanda qualcuno dietro di me e non ci serve molto a capire chi ha appena parlato. Non mi serve più neanche vedere l'espressione facciale di Josh, perché la voce è diventata così famigliare che si distingue dalle altre, a prescindere.

«Ehi Nic» lo saluta James, sorridendogli. Nicholas lo saluta con un cenno di testa e si siede vicino a Chloe.

«Credevo che non saresti passato» borbotta Isobel, irrigidita.

«Mi sei mancata anche tu, sorellina» ridacchia per poi guardare Josh e poi me.

«È giusto così, è il vostro locale» cerco di dire a Isobel, con l'obiettivo di tranquillizzarla.

«Hai sentito la biondina, è il nostro locale. Quindi, possiamo stare quanto vogliamo» si rivolge a Isobel, afferrando un pacco di sigarette che stranamente porge anche a Josh «Joshua Brixel è un piacere vederti qui».

Josh scuote la testa «grazie ma no. Anzi, forse è il caso in cui ce ne andiamo. Che dite ragazzi?» ci domanda e io annuisco, alzandomi in piedi.

«Sì, dovremmo andare. È mezzanotte passata» osservo l'ora dal mio orologio Casio, di color argento, che ho al polso.

«Di già? È stato un piacere conoscerti, Lilith» mi saluta James. «Anche a voi. A presto!»

«Ciao Lily» mi saluta Freya, abbracciandomi.

Abbraccio anche Isobel e mi blocco quando sono davanti a Nicholas. Vorrei non salutarlo, ma se non lo faccio sembrerà che ce ne stiamo andando solo perché è arrivato lui. E forse, in parte è vero. Senza dire niente e senza farsi vedere, mi sfiora la coscia con la mano. Deglutisco e gli scocco un occhiataccia.

«Non c'è bisogno che te ne vai quando arrivo io» mi sussurra a bassa voce.

«Hai manie di protagonismo» affermo con lo stesso tono.

«Forse, o tu continui a fare i capricci». Mi dà una leggera pacca sulla coscia ed emette un sorriso beffardo. «non ti avrei mai vista in un locale dell'Upper East Side».

Neanche io, in realtà. «Non sto facendo i capricci»

«Vedo che però di ciò che ci siamo detti non hai capito un cazzo e ti stai comportando come una bambina» ribatte in tono serio «ma litigare con te, d'altronde, non è tra le mie priorità»

«Neanche nelle mie. Il litigio che c'è stato oggi è stato infantile e mi dispiace» gli dico sinceramente. «La situazione è complicata. Prendersela con te solo perché mi parli qualche volta e le altre volte mi ignori, non aveva senso. Non ne ho il diritto, noi neanche ci conosciamo».

«Non mi importa niente del litigio di oggi. Ero nervoso per la partita e mi innervosisce che tu sia qui. Fine della storia».

Annuisco e borbotto con il labiale un «okay».

È stato solo un litigio imbarazzante che voglio dimenticare al più presto. Mi sono comportata come se pretendessi da lui fedeltà, quando in realtà cercavo solo un po' di rispetto. E non ne avevo neanche il diritto di chiederlo, di mostrargli che mi dà fastidio che stia con altre ragazze. Non c'è niente tra di noi, a lui non importa di me e io voglio stargli lontana. Sono arrabbiata con me stessa, sono cose che mi sono sempre ripetuta sin da quando lo conosco. Ormai dico e penso le stesse cose, sto diventando ripetitiva. Ma forse, è meglio così. Più lo dico e più me ne convinco. Ma perché allora non imparo nulla?

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