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Bob

 I miei occhi sono inchiodati allo schermo del computer, fissando la scena che si svolge di fronte a me come un film dall'esito incerto. Cloe e Ophelia mangiano con appetito, ma il mio stomaco si stringe all'idea di cosa possano aver ricevuto da Jake. Un senso d'impotenza mi opprime mentre sono costretto a osservare la mia amata e mia sorellina intrappolate in questo incubo.

All'improvviso, la porta si apre di nuovo con un cigolio sinistro, e Jake fa il suo ingresso per recuperare il vassoio. La sua presenza mi fa rabbrividire di disgusto, ma quando cerca di toccare i capelli di Ophelia, un ringhio rabbioso scappa dalla mia gola. La mia mano si protende istintivamente per proteggere mia sorella, ma è troppo tardi.

Jake afferra il polso di Cloe con violenza, il suo tocco crudele come una lama affilata.

«No!»

Urla la disperazione dentro di me, nella vana speranza che il mio grido possa raggiungerla, proteggerla da questo mostro.

Cloe cerca disperatamente di liberarsi, i suoi occhi disperati incontrano i miei con una richiesta silenziosa di aiuto. Ma Jake la trascina via senza pietà, portandola via dalla mia vista come una preda nelle grinfie del suo carnefice.

Mi volto verso Martin, il mio cuore martella contro il petto come un tamburo di guerra.

«Dobbiamo trovare altre telecamere».

Ma la mia mente è in preda al caos, l'angoscia mi avvolge come un manto oscuro mentre la paura si insinua dentro di me come una serpe velenosa. Mi sento impazzire.

Il mio cuore batte furiosamente mentre Martin si mette subito al lavoro, i suoi movimenti rapidi e precisi mentre cerca freneticamente altre telecamere nascoste. L'angoscia mi attanaglia mentre aspetto, sperando contro ogni speranza che possa trovare una soluzione a questa situazione disperata.

All'improvviso, l'immagine cambia sullo schermo del pc, e il mio stomaco si torce in un nodo di puro terrore. Jake porta Cloe in una stanza buia e desolata, e il mio cuore si spezza in mille pezzi al solo pensiero di cosa lei possa star provando in questo momento.

I miei occhi si incollano allo schermo, incapaci di distoglierli dalla scena davanti a me. Vedo Jake legare le mani di Cloe con una corda, il suo tocco crudele e possessivo mentre si avvicina a lei. Un brivido di rabbia mi percorre la schiena mentre lo vedo sfiorarle la guancia con un gesto malizioso.

Anche se l'immagine è lontana e distorta, riesco comunque a distinguere una lacrima che solca il volto di Cloe. Il mio cuore si spezza all'idea di vederla soffrire, intrappolata in questo incubo senza fine.

«Martin, dobbiamo fare qualcosa! Non possiamo lasciarla in mano a quel mostro!»

Il respiro si blocca nel mio petto mentre Monroe rompe il silenzio pesante che ha avvolto la stanza con una constatazione cupa.

«Quel bastardo di Jake è stato furbo».

Dice con voce serrata, il suo volto contratto dall'ira repressa.

«Ha piazzato quelle telecamere in modo da non lasciare indizi su dove si trovino».

La mia mente ribolle di rabbia impotente mentre assimilo le parole di Monroe.

Reyna, di solito riservata e controllata, irrompe improvvisamente in un grido di sofferenza. Il suo urlo riecheggia nella stanza come una lama affilata, tagliando l'aria carica di tensione. Posso sentire il suo dolore vibrare nell'aria intorno a noi, un eco della stessa agonia che sento dentro di me.

Guardo di nuovo lo schermo del pc, la vista di Cloe che lotta disperatamente per liberarsi dallo stretto controllo di Jake è come un pugno nello stomaco. La sua determinazione e il suo coraggio nel volto dell'avversità mi riempiono di ammirazione, ma allo stesso tempo mi straziano l'anima. Vorrei poter essere lì con lei, proteggerla da questo mostro che cerca di spezzarla, ma sono intrappolato qui, impotente di fronte alla mia impotenza.

Jake accarezza i capelli di Cloe con una malvagità perversa, la sua mano crudele che si muove con un'insolenza sprezzante. La vista è come un colpo al cuore per tutti noi, un dolore condiviso che ci lega in un nodo di angoscia e disperazione.

Un brivido di paura mi attraversa la schiena mentre lo schermo del computer diventa improvvisamente nero, come se avessimo perso improvvisamente il contatto con il mondo esterno. Il mio stomaco si contrae in un nodo di tensione, mentre guardo fisso lo schermo, sperando che si riaccenda e ci restituisca la vista di Cloe e Ophelia, anche se so che è un desiderio velleitario.

«Che cosa è successo?»

Chiedo, la mia voce è un sussurro sommesso ma carico di angoscia.

Martin è il primo a parlare, la sua voce è tesa mentre cerca di mantenere la calma di fronte a questa nuova minaccia.

«È stato Jake, come se volesse impedirci di vedere cosa sarebbe successo».  

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