Capitolo 2: Come fantasmi

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Qualche ora dopo esser partito Ennio decise di fermarsi in una radura per pranzare insieme alla sua squadra quando sentì uno strano rumore proveniente dalla foresta.
-Cosa o chi è che fa questo rumore inquietante? Giuro che se lo trovo lo incenerisco. Disse guardandosi intorno Vilu.
-Ragazzi non perdiamo la calma. Disse Benjamin, cercando di calmare gli animi.
Ma dopo pochi minuti come era iniziato quel rumore come era cominciato si interruppe improvvisamente facendo calare nuovamente il silenzio nei dintorni.

- Chissà cos'era- Chiese incuriosita ma allo stesso tempo spaventata Elisa

- Probabilmente era solo un pokemon che vive nella foresta niente di preoccupante- Disse Enrico cercando di calmare la sua sylveon.

-S-si p-pr-probabilmente h-hai r-r-ragione tu- balbettò la sylveon agitata.

-Mangia un po' fifona che ti passa la paura- Disse Enrico porgendo alla sua pokemon uno spiedino di bacche.

- Io sono coraggiosissima!- disse offesa Elisa.

-Come vuoi te- disse Enrico accarezzandola sulla testa.

Quando però anche Enrico stava per prendere il proprio spiedino di bacche dai cespugli sbucò un'attacco palla ombra ,che gli sfiorò la testa, per poi esplodere vicino ad un'albero, che si sradicò, cadendo vicino alla sua squadra con un grande tonfo. Quando tutti si girarono per vedere chi fosse stato a lanciare quell'attacco notarono che era stato un Umbreon shiny che si avvicinava minaccioso verso Elisa seguito da un Dusknoir , un Houndoom e infine quello che pareva essere il loro allenatore, una figura incappucciata armata di due coltelli alla cinta.

-Elisa, usa magibrillio a raffica! Vilu tu invece utilizza ondacalda!- ordinò Enrico alle sue due pokemon, tentando di sparare con la pistola alla figura incappucciata.

Quello che ne risultò fu una baraonda di colpi, mentre i suoi pokemon continuavano ad attaccare i nemici essi rispondevano con altrettanti colpi, lo scontro tra i potenti attacchi provocò un immenso polverone che si diradò solo dopo pochi secondi, durante i quali però il conflitto a fuoco era continuato.

Quando la cortina si diradò rivelò i cadaveri della figura incappucciata e dei suoi pokemon, analizzando bene il corpo Enrico notò che la figura aveva l'effige di una lupa tatuata sul collo e un coltello con un dente di lupo inciso sulla lama.

-Conosco questi simboli, sono di una squadra al servizio di Von Kider, il loro obbiettivo è eliminare tutti i superstiti sparsi per la zona, se ce li hanno messi alle calcagna vuol dire che qualcuno è riuscito ad individuarci. E se così fosse allora significa che da oggi in poi dobbiamo darci alla completa macchia. Constatò Enrico

- Ma non lo stavamo facendo di già ? Domandò perplesso Ario

- In un certo senso sì. Ma quello che intende Enrico questa volta è differente, perché prima dovevamo semplicemente scappare ma adesso la situazione è cambiata, se ci hanno messo una squadra di assassini alle calcagna quello che dobbiamo fare è scomparire del tutto, facendoli credere di essere morti. Ho ragione?- Gli spiegò Tulipano.

- C'hai preso in pieno. Questo cadavere è irriconoscibile, possiamo farlo passare per il mio; Vilu usa Lanciafiamme; bruciacchiamo il corpo prima di inscenare la nostra morte. -Disse Enrico esaminando il cadavere.

Dopo che l'Arcanine ebbe usato lanciafiamme contro i corpi Enrico e la sua squadra scomparirono nella foresta fiduciosi che nessun'altro li avesse visti...ma purtroppo così non fu...

- Hai visto ? Ne abbiamo uno molto forte a quanto vedo. Tu che ne pensi Elisa ? - Chiese Roberta, appollaiata su di un albero,alla sua fedelissima vice.

- Vivevamo nella stessa città, siamo cresciuti insieme, è sempre stato una persona coraggiosa, furba, forte e bella. Uffa, è veramente uno spreco doverlo uccidere...ma gli ordini sono ordini.- Disse di fianco a lei Elisa Maria Lippi, la fedelissima amica e vice di Roberta.

- Vacci piano con gli ormoni, siamo in guerra, poi penseremo ai ragazzi. Gli rispose Roberta.

- Si, hai ragione.- disse con tono  malinconico Elisa

- Torniamo al Quartier Generale, dobbiamo fare rapporto a Von Kider, dopo di che anndremo ad ucciderlo di persona.- Disse con un diabolico sorriso Roberta.

- Perché ho questa strana sensazione ? Ho ucciso tante persone di ogni genere ed età perché con lui è diverso ? Mi sento come se non lo volessi uccidere, come se ci fosse qualcosa che mi stesse bloccando. Forse è perché siamo cresciuti insieme? Perché eravamo migliori amici da piccoli ? Perchè m piaceva quando andavamo alle medie ? Io dopotutto non lo vedo da quando avevamo 13 anni. Non è possibile che io provi ancora qualcosa per lui. Pensò Elisa mentre si dirigevano verso il proprio Quartier generale.

- A me invece sembra ovvio; sei innamorata di lui. Ti sei innamorata della persona che dobbiamo uccidere... non capisco se sia una qualcosa romantica tipo Romeo e Giulietta o qualcosa di dannoso... propenderei per la seconda.- Le disse ridendo Roberta.

- L'ho detto ad alta voce?- chiese Elisa

-L'hai detto ad alta voce...- le rispose Roberta

- Oh. Comunque...IO NON SONO INNAMORATA DI LUI!- Urlò Elisa

- Tu lo dici.- rispose Roberta

- Mo' vat...- disse Elisa digrignando i denti.

- Neghi l'evidenza mia cara Elisa.- rispose Roberta

- Ti faccio vedere io l'evidenza se non la smetti di insinuare cose non vere.- Gli rispose arrabbiata Elisa.

- Va bene... se lo dici tu-disse Roberta alzando gli occhi al cielo

- Ecco il quartier generale , siamo arrivate.- constatò Elisa alla vista dell'edificio.

Dopo esser entrate nel Quartier generale Elisa e Roberta furono immediatamente ricevute dal generle  Von Kider nel suo ufficio.

- Kosa avete da dirmi rakazze?- chiese Von Kider con il suo accento tedesco che spesso si premurava di nascondere.

- Enrico Manghi, il ragazzo che ci ha ordinato di uccidere non è come gli altri...- Cominciò Roberta

- Ha ucciso senza molta difficoltà il Visconte Deristi, uno dei nostri migliori uomini, nessun soldato era mai riuscito a metterlo in difficoltà, lui invece è riuscito ad ucciderlo senza alcuna difficoltà.- concluse Elisa

- Kapisco... dopotutto è sempre stato così, fin da piccolo, giusto Elisa ? Ed è anche colui che ha arrestato uno dei criminali ricercati più pericolosi degli ultimi 20 anni.- disse Von Kider con freddezza, recuperando la compostezza che lo contrassegnava e ricominciando a nacondere il suo marcato accento tedesco

Il discorso di Von Kider innescò sul viso della Lippi una reazione di malinconia.

- Si, signore, è sempre stato così- disse Elisa con una leggera malinconia

- Immagino che la tenente Lippi frema dalla voglia di vendicarsi su quello che ha arrestato suo Padre, Luca Lippi il Duca di Parma che regnò per poche settimane, arrestato a Violapoli il 3 settembre 1993 dopo 18 anni di latitanza e giustiziato ad Amarantopoli tramite impiccagione pochi giorni dopo.- disse Von Kider con la sua proverbiale compostezza.

- Si, signore.- rispose Elisa.

- Su. Andate, e portatemi il cadavere di quel B******o- disse Von Kider

Uscendo dalla stanza Elisa pensò e ripensò al fatto di di dover uccidere il suo ex-migliore amico, per il quale provava qualcosa quando avevano 13 anni, sentimento che ormai si era estinto poiché non si erano visti da allora.

- No. Non lo voglio uccidere.- sentenziò alla fine nella sua mente Elisa

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