Parte 2

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Salita in macchina mi accorsi di aver dimenticato i regali. Potevo essere così stordita? Così corsi in casa a prenderli e poi di nuovo giù nell'auto, pronta a partire. Pregai la mia buona stella di non aver scordato altro, non avrei davvero potuto sopportare le urla isteriche di mia madre.

Girai la chiave e... niente, la macchina non si accese, nessun segnale di vita.

Ti prego, non puoi farmi questo, non oggi. Su, da brava, cerca di impegnarti.

Ci riprovai, una, due, tre volte: al quarto tentativo la mia scassatissima ma fedele compagna si decise a partire.

Il viaggio proseguì senza intoppi e arrivai sana e salva a destinazione.

Non avevo ancora visto gli addobbi natalizi preparati quest'anno dalla famiglia Brandon e rimasi stupefatta. Anzi, no, decisamente atterrita.

Avevano scambiato la casa per un albero di natale? Ogni angolo era costellato di lucine: niente era lasciato al caso. Tutto era stato sistemato in modo da creare una figura natalizia. Sul tetto c'era un enorme stella cometa e ai suoi lati due angeli con le braccia spalancate, come se volessero abbracciarla. Alle finestre erano appese ghirlande o alberi di natale lucenti e colorati. Ciò che più mi lasciò sconcertata però, fu il maestoso presepe montato nel giardino di fronte alla villa, formato da statue a grandezza umana, luminose.

Che cosa avrebbero pensato i nostri ospiti di noi? Che eravamo dei maniaci del Natale? Forse avrei dovuto spiegare a mamma e papà che non esisteva nessun premio del tipo "Miglior casa addobbata" o "La casa più lucente del 2012". O magari no, se loro erano felici così, non sarei stata certo io a rovinargli la festa.

Però, santo cielo, era pieno giorno, avevano idea di quanto avrebbero consumato di corrente elettrica? Potevano almeno accenderle dal tardo pomeriggio in poi!

Mi diressi verso la porta e venni accolta dalla voce squillante di mia madre.

"Oh tesoro mio, meno male che sei arrivata! Tuo padre è un disastro in cucina! Devi venire subito ad aiutarmi con il tacchino arrosto."

Possibile che ci fosse sempre una tragedia in atto in casa mia?

"Poso i pacchetti sotto l'albero e ti raggiungo subito." Le presi le mani tra le mie e la confortai:

"Mamma, stai tranquilla, rilassati. Sarà un successo la cena, come sempre. Non capisco di cosa ti preoccupi tanto. Di mia sorella, suo marito e qualche cugino? Sono della famiglia, non potrebbero mai disprezzarti per qualcosa."

Mi guardò allarmata, come se si fosse appena ricordata di un particolare importante e mi disse:

"Oh piccola mia, non so proprio come ho fatto a dimenticarmene. Quest'anno non saremo solo noi Brandon. Abbiamo invitato anche i nostri amici di New York, i Campbell, con loro figlio Paul."

"Che cosa? Hai invitato Paul? Quel Paul? Ma mamma, quando eravamo più piccoli mi faceva sempre i dispetti e mi chiamava con quell'orribile soprannome, Lizzy spaghetti", proruppi inviperita.

"Oh Lizzy, non fare la sciocca. Ora è un prestigioso avvocato, sai? Non si ricorderà nemmeno di te. Figurati se potrà ripensare a come ti prendeva in giro."

"Per favore non parliamone più, andiamo a cucinare".

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