Prologo

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Luglio 2023

Se c'è una cosa che ho imparato in quasi 23 anni di vita è quella di non fidarsi delle persone. Perché poi va a finire che dopo aver condiviso esperienze indimenticabili ed esserci promessi che saremmo rimasti insieme per tutta la vita quella persona sparisce.

Fa come una stella cadente: si vede a prima vista ma poi piano piano scompare e non torna più.

Posso confermare con certezza che è il mio caso. Mi chiamo Evelyn Parisi, ho 22 anni e vengo da Sant'Agata di Militello, un paesino sperduto della Sicilia in provincia di Messina. Al contrario di tante ragazze della mia età da piccola non ero appassionata di estetica o altre cose da femmine, come per esempio le bambole o la danza.

Andavo matta per gli sport, in particolare per il basket. Ho sviluppato questa passione grazie a mio padre, il quale allenava la squadra della città, il Sant'Agata Basket. Ogni domenica mia madre mi portava al palazzetto a vedere papà fare il suo lavoro. Mi divertivo molto ad osservare i vari movimenti dei giocatori, esultavo ad ogni canestro e guardavo gli atteggiamenti di mio padre con i suoi ragazzi.

A volte mi metteva anche paura quando si arrabbiava.

Crescendo però mi resi conto che il mio obiettivo non era diventare una cestista, perché ero letteralmente negata ma soprattutto non ero molto alta. Uno dei requisiti più importanti per giocare a basket. In compenso, volevo lavorare in quell'ambito.

E fu lì che scoprii anche la passione per la medicina. Tutto nacque quando ascoltai mio padre parlare con mia madre di alcuni infortuni che avevano colpito i suoi giocatori, allora io stetti ad ascoltare con curiosità e mi sentii aprire un mondo. Non ricordo quanti anni avessi, ma sicuramente ero ancora troppo innocente per capire.

Sicuramente ricordo che a 3 anni, quando iniziai l'asilo, mi trovai in classe insieme ad un bambino del posto. Si chiamava Giordano Bortolani.

La causa dei miei problemi.

Aveva un viso dolce, tranquillo e paffutello. Non poteva fare male nemmeno ad una mosca. Lui mi adocchiò a prima vista, anche se agli inizi lo ignoravo completamente. Quando però mi resi conto che non si allontanava da me nemmeno sotto tortura, decisi di lasciar perdere e incominciai a legare con lui.

Nel momento in cui disse che gli piaceva il basket mi si illuminarono gli occhi. Avevo finalmente trovato qualcuno con cui parlare della mia passione.

Da lì in poi diventammo migliori amici, diventammo inseparabili. Per il momento.

In seguito scoprii da mio padre che la mia famiglia e quella di Giordano erano legate. Lui e il padre Lorenzo erano amici ancor prima che io e Giordano nascessimo.

Che strano il destino, eh?

Sta di fatto che il nostro rapporto si intensificò così tanto al punto di arrivare a considerare Giordano come un fratello. Quando ero triste lui era sempre pronto a tirarmi su il morale, andavamo a vedere le partite sia del Sant'Agata sia dell'Orlandina, la squadra in cui giocava suo padre, facevamo insieme ogni attività all'asilo. Addirittura giocavamo anche a basket insieme, seppur io facessi completamente schifo.

Avevo trovato un amico veramente importante...Potevo contare su di lui in ogni momento.

Ma tutto questo non fu destinato a durare a lungo. A 5 anni, tutto ad un tratto, Giordano sparì. Non veniva più al campetto, non veniva più a scuola. Era sparito completamente dalla vita di tutti i giorni.

Quando chiesi a mio padre se sapesse dove fosse finito Giordano, lui mi disse che tutta la famiglia Bortolani aveva lasciato Sant'Agata di Militello per tornare a Milano, essendo Lorenzo di quella città.

Qualcosa si ruppe in quel piccolo cuoricino. Il mio migliore amico era andato via senza dirmi niente, ma soprattutto senza avermi salutato un'ultima volta.

Mi aveva abbandonato.

Essendo piccola, non avevo capito che lui se ne fosse andato via per sempre. Credevo che sarebbe stato su a Milano per un periodo di tempo limitato e poi sarebbe tornato in Sicilia. Aspettavo ogni giorno con trepidazione un suo ritorno.

Un ritorno che però non si è concretizzato.

Diventando grande presi consapevolezza che non avrei più rivisto Giordano. Mi ero illusa per tutti gli anni scolastici, dalle elementari alle superiori. Speravo però almeno che lui si ricordasse di me se un giorno ci saremmo rivisti.

Impossibile anche questo.

Ma se a 5 anni avevo perso Giordano, avevo trovato in compenso Samantha. L'eccezione alla regola. L'unica persona di cui riesco a fidarmi e con cui infatti ho un rapporto che dura da quasi 20 anni. A dire la verità, Samantha la conoscevo già a 3 anni, come con Giordano, solo che non ci parlavo molto spesso. In compenso loro due erano così amiconi che ad una certa ero diventata gelosa.

Per fortuna poi ho cambiato opinione.

Anche a lei piacciono gli sport, solo che a differenza mia le piace la pallavolo. E la pratica pure, infatti è ruolo centrale. Mi capitava qualche volta di andare a vederla, rimanevo veramente affascinata dai suoi movimenti e dal suo talento.

Adesso sarà molto più complicato andare a vederla a causa del lavoro. Ma nonostante tutto il nostro rapporto rimarrà sempre lo stesso e potremo confidarci su qualsiasi cosa.

Nonostante io avessi tutto nella mia vita, mi mancava qualcosa. O meglio, qualcuno.

Quel qualcuno era Giordano. Avevo testa solamente per lui. Ogni tanto mi fermavo a pensare, mi immaginavo che un giorno ci saremmo ritrovati e ci saremmo abbracciati forte con le lacrime di gioia in volto.

Anche se io lo odio ancora per avermi abbandonata.

Nonostante i pensieri e la tristezza, riuscii a prendere costantemente buoni voti a scuola, tanto che uscii dalla maturità con 89. Fui molto fiera di me stessa in quell'occasione, perché ero riuscita ad andare avanti e a superare l'abbandono. Una cosa non molto facile.

Terminate le superiori, decisi di voler studiare medicina all'università, mentre Samantha prese la strada dell'economia e del marketing. A prima vista mi incuriosì l'Università degli Studi di Milano, perciò provai a fare il test d'ammissione, che superai brillantemente.

Un sogno che si realizzava.

Nel 2020, in piena pandemia, io e tutta la mia famiglia, che nel 2016 si era allargata con l'arrivo del mio fratellino Federico, ci trasferimmo tutti a Milano. Lì iniziava un nuovo capitolo della mia vita.

Avevo l'opportunità di poter costruire il mio futuro, ma anche di riallacciare il mio passato. Infatti, credevo che avrei potuto ritrovare Giordano, essendo lui salito per far spiccare il volo alla sua carriera di cestista.

Il mio primo obiettivo si è concretizzato lo scorso aprile, infatti mi sono laureata in Medicina e Chirurgia. E' solo il secondo in cui mi sono sbagliata di grosso...

Per quale motivo? Giordano non è stato a Milano per tutto questo tempo. E' andato a giocare in squadre in tutta Italia con lo scopo di farsi un po' di esperienza, addirittura lo scorso anno si è fatto anche qualche mese in Spagna. Mio padre nonostante tutto aveva mantenuto i contatti con Lorenzo.

Quando lo seppi nel 2020 mi sentii presa per il culo. Mi ero fatta il mazzo per trasferirmi definitivamente a Milano e per ritrovare il mio migliore amico per poi venire a scoprire che lui se n'era andato. Vedendo poi la frequenza con cui finiva in prestito iniziai a pensare che lo facesse apposta ad allontanarsi da me.

Ma tutto questo non mi distrasse dallo studio e dall'iniziare una vita indipendente. Nel 2021 lasciai la mia famiglia e andai a vivere da sola in un piccolo appartamento in centro a Milano. In quello stesso periodo presi Zack, un Golden Retriever dal pelo rosso, così avrei colmato un po' l'assenza dei miei genitori e del mio fratellino. Siamo diventati subito amici.

Terminata l'università, decisi di mettermi in azione per cercare un lavoro come medico. Contattai ogni singolo ospedale della zona, ma ogni mio tentativo si concludeva con o nessuna risposta o una risposta negativa. Ad una certa mi rassegnai e decisi di fermarmi col mandare le richieste.

Finché a fine giugno mi viene un lampo di genio. E se mi fossi proposta all'Olimpia Milano?

Ci riflettei su qualche giorno, finché agli inizi di luglio mi presi coraggio e scrissi una mail di richiesta alla squadra. Già pensavo che mi avrebbero risposto con un no secco.

E invece avvenne tutto il contrario. Quel pomeriggio l'Olimpia mi rispose che si era liberato un posto come medico sportivo e che ne stavano cercando uno nuovo. Mi fissarono il colloquio due giorni dopo.

Stetti sveglia giorno e notte lavorando sul curriculum e sulla lettera motivazionale da mandare. L'ultima sera prima del colloquio riuscii a mandare tutto quanto. In quel momento sentii una liberazione interna, potevo finalmente riposare i miei occhi e il mio corpo.

Il giorno dopo ebbi il fatidico colloquio, di mattina presto. Alle 9:00.

Durante il viaggio per arrivare fino alla sede morivo d'ansia. Sudavo copiosamente, avevo una leggera nausea, mi batteva il cuore a mille.

Era una delle occasioni più importanti della mia vita.

Arrivai con qualche minuto di anticipo, ma mi chiamarono subito e mi fecero entrare. Riuscii a parlare e a spiegare bene le motivazioni della mia richiesta di entrare a far parte di quell'ambiente.

Risultato? Sono stata ammessa. Il mio sogno stava per diventare realtà.

E oggi faccio ufficialmente ingresso nello stabilimento sportivo dell'Olimpia Milano.

Nella speranza di fare un ottimo lavoro, ma soprattutto quella di ritrovare Giordano...

Angolo autrice

Salve a tutti, che abbia inizio questa nuova avventura 🥰

Ecco a voi il prologo, in cui si parla bene o male della nostra protagonista, Evelyn, dalla sua infanzia fino al conseguimento del lavoro.

Quindi da qui si deduce che lei e Giordano già si conoscevano e che purtroppo la passione per il basket di lui li abbia costretti ad allontanarsi.

Vi avviso già che il prossimo capitolo sarà il primo giorno di lavoro della nostra protagonista. Secondo voi che cosa succederà mai? Lei ritroverà Giordano?

Non vi dico niente, ci vediamo nel prossimo capitolo 🥰

P.S. Presto organizzerò i giorni e gli orari di pubblicazione come Dio comanda, ve lo prometto 🫶🏻

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