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9 gennaio 2001

Saltai ancora la scuola, avevo bisogno di smaltire le emozioni negative del giorno precedente.

Quando entrai nella palestra le ragazze erano già tutte arrivate. Avevo preferito non essere tra le prime per evitare che mi chiedessero cosa avessi deciso. Lo avrebbero visto con i loro occhi.

Feci un cenno con la mano e ricevetti saluti calorosi da alcune, curiosi da altre e indifferenti da un paio. Kevin e Simone mi mandarono dei baci, ma non andai verso di loro. Mi fermai nel gruppo di Mathias, il quale, intento a mettere un cd nello stereo portatile, mi stava guardando dal riflesso sullo specchio. Si girò e mi sorrise per un attimo, tornando subito dopo serio.

«Ma che fai? Ci abbandoni?»

Dedicai un sorriso composto a Kevin e riportai l'attenzione sul mio nuovo gruppo. Sara, Giulia e Clara mi guardarono con riconoscenza mentre Gisella mi scrutò con astio. Aveva paura le togliessi la scena? Forse doveva. Non mi piaceva entrare in competizione ma mi scattava qualcosa dentro quando notavo degli atteggiamenti del genere. Milena invece faceva finta di niente, come se non si fosse comportata da traditrice e avesse messo in crisi più di una persona.

«Iniziate a scaldarvi», Mathias si rivolse alle altre. «Ginevra, vieni un attimo qui.» Forse era la prima volta che mi chiamava per nome, suonò strano.

Mi avvicinai e lui prese a parlarmi a bassa voce.

«Sono contento tu sia venuta, hai preso una decisione da persona matura.» Restò in silenzio un secondo, poi riprese: «Ma credo che non si siano comportati correttamente e sono più che convinto che questo sia un grande errore per lo spettacolo. Quindi, se tu ti fidi di me e in questi giorni darai il massimo, io farò in modo che non ballerai».

Annuii anche se non avevo capito molto.

«Verrai ripresa, come le altre. Sono state messe ancora più telecamere quando sei mancata, sia qui che nella sala canto, Dari ne ha fornite diverse. Perciò, quello che farai verrà ripreso e visto da tutti. Ma devi fidarti di me.»

Annuii nuovamente senza parlare. Che ci fossero altre telecamere non mi piaceva affatto, del resto me ne era bastata una per distruggermi, quindi alla fine non cambiava molto.

«Perfetto. Concentrata. Ti serve che ti faccia vedere qualcosa?»

«Mhmm no, un po' ho visto. Proviamo e vediamo.»

Si aprì in un sorriso.


Iniziammo con la coreografia per la quale avevo aiutato Milena. Mi fece mettere davanti e venni incenerita dallo sguardo di Gisella. Mi diede solo lo stimolo per dare il meglio che potevo.

A metà canzone erano poche quelle che mi seguivano e Mathias tratteneva a stento un sorriso soddisfatto. La mia presenza le disorientava, erano abituate ad andare con i loro tempi, ormai ballavano compatte e uniformi, però sbagliando.

«Comunque è così la coreografia», mi indicò perfido alle altre.

Cominciò a spostarmi dietro, in mezzo, defilata ai lati e ci fece ricominciare più volte. Il risultato era lo stesso.

Cambiò canzone e coreografia, che eseguii divertendomi. Simone e Kevin si avvicinarono a Mathias, col quale scambiarono qualche parola. Prima di tornare alle altre ragazze, mi fecero dei segni di apprezzamento. Gisella stava diventando verde dalla rabbia e Milena chiese di essere spostata avanti. Temeva di non essere vista e apprezzata come meritava, immaginai. Si era data la zappa sui piedi da sola e iniziava ad accorgersene.

Era più divertente e facile di quanto pensassi e, visto che anche Mathias ci stava provando gusto, ci fece cantare mentre ballavamo, rivelando in quel modo che l'unica che non fosse a corto di fiato ero io.

Proseguimmo con un'altra coreografia di cui però avevo avuto modo di vedere ben poco, quindi chiesi di guardarla mentre ballavano le altre. Al termine Mathias mi mostrò dei movimenti che le ragazze avevano sbagliato o appena accennato, poi provai anche io. Persi sicuramente qualche passo ma non mi fermai mai, improvvisando e seguendo la musica. Per me non voleva dire eseguire dei passi che avevo imparato a memoria, i movimenti mi venivano da dentro appena ascoltavo la musica.

Alla fine della lezione corsi a farmi la doccia. Volevo sbrigarmi per dire due parole a Marzio, scusarmi per essere sparita così. Sarebbe stata dura sapendo quello che stava vivendo ma dovevo riuscire a non fargli capire che conoscevo la sua situazione. Mi scesero delle lacrime, ero sotto il getto d'acqua e cercai di sfogarmi prima di uscire e affrontare il mondo esterno. Quando mi calmai, mi avvolsi nell'accappatoio e andai ad asciugarmi i capelli.

Sara mi si affiancò poco dopo e prese a piastrarsi la frangia.

«Grazie.»

La guardai intenerita. «Non devi ringraziarmi, è giusto così.»

«No che non lo è», dallo specchio fulminava Milena alle sue spalle.

Feci spallucce. «Non preoccuparti.»


Quando entrai in sala, la luce che entrava dalla finestra per un attimo mi accecò, impedendomi di riconoscere subito Damien che stava parlando con Nicholas e mi dava le spalle. La mia attenzione cadde su quel viscido, era da un po' che non lo vedevo, mi salì un senso di nausea. Marzio era seduto insieme a Steve e Giorgio vicino agli strumenti, andai direttamente lì. Sentivo lo sguardo di Nicholas e Damien mentre gli passavo accanto, salutai ad alta voce in modo da rivolgermi a tutti, proseguendo fino a quando non arrivai a mezzo metro da Marzio.

«Scusami se non sono venuta le ultime volte», tutto d'un fiato. Steve era immobile, di sicuro sperava che non me ne uscissi con qualcosa riguardante la malattia.

«Non ti preoccupare», Marzio sembrava serio, più serio del solito.

«Ti giuro che recupero.»

Soppesò le mie parole. «Ok.»


Dovevo complimentarmi con me stessa, ero riuscita a tenere fede a due propositi: ballare e chiedere scusa a Marzio. O meglio, ballare sapendo di essere vista dagli altri e mantenere la calma mentre chiedevo scusa a Marzio senza scoppiare a piangere, angosciata com'ero. Ora mancava il terzo proposito: cantare come facevo prima che arrivassero Damien e Keira. E farlo davanti a Damien. Niente dubbi né pensieri. Lo avrei fatto e stop. Dovevo togliermi dal centro del mio mondo e metterci Marzio per quel poco tempo che gli restava. Oddio, gli restava poco tempo. Un groppo alla gola e la vista annebbiata dalle lacrime.

«Dai, su ragazze! Accelerate i tempi!» Urlò Steve e dalla palestra uscirono tutte le altre insieme.


Prendemmo posto e Marzio senza dare indicazioni iniziò a suonare il piano, un lungo interludio per poi farmi segno di iniziare a cantare. La canzone era "Get here" e mi si aprì uno squarcio nel petto. Cantai da sola, come meglio potevo, sperando di non piangere. Quando terminammo, Sabina domandò a Marzio se fosse una nuova canzone da inserire nello spettacolo.

«No, mi andava solo di ascoltarla», abbozzò un sorriso mesto.

Cercai di non incrociare lo sguardo di Steve, da quel momento in poi, qualsiasi frase avessi udito da Marzio, l'avrei letta con un significato diverso da quello che avrei dato fino a un paio di giorni prima.

Iniziammo a cantare pezzi meno emozionanti e più ritmati, io mi muovevo con la musica nonostante la presenza di Damien. Con lui cantai delle canzoni che avevamo già provato, ma lo guardavo dritto negli occhi senza provare il solito profondo imbarazzo. Marzio era palesemente soddisfatto.

Si poteva affermare che anche il terzo proposito fosse stato onorato.


«Vieni con noi?»

«Sì, un attimo e arrivo.» Flavia e Viviana uscirono e mi aspettarono fuori.

Damien mi aveva fermata quasi sulla porta chiedendomi come mai avessi cambiato idea e fossi tornata. Quando Flavia ci aveva interrotto non avevo ancora risposto. Quindi attesi che si chiudesse la porta d'ingresso e tornai a lui.

«Sono una persona molto incostante.» Malgrado l'interruzione, non avevo trovato risposta migliore. Inarcò un sopracciglio ma non domandò oltre.

«E hai cambiato idea anche sul biglietto?»

«No», sorrisi, «però devo dirti che è stato un regalo bellissimo e già solo che tu ci abbia pensato mi ha fatto immensamente piacere.» Rimase di stucco. Lo salutai e uscii.

Quarto proposito: comportarmi bene con Damien, fatto.


Mentre tornavamo a casa chiesi per quale motivo si fossero trattenute tutte negli spogliatoi prima delle prove e Flavia mi raccontò Sara e Gisella avevano discusso. Le altre erano rimaste più che altro per dare manforte a Sara.

«Gisella ha iniziato borbottando qualcosa sul fatto che hai creato un dramma per quel video e ora non hai problemi a ballare nonostante sappia di essere di nuovo ripresa.»

«Capisco.»

«Capisci? Ma è solo un'invidiosa!»

«Sì ma voglio tagliare le gambe a queste discussioni perché non fanno bene all'armonia del gruppo, già sembra si sia spezzato qualcosa e non mi piace. Spero solo che la pensino così giusto lei e Milena.»

«Milena non si è pronunciata, probabilmente si è resa conto di aver sbagliato ma non lo vuole ammettere. Per il resto nessuno pensa che tu voglia metterti in mostra o altro, quindi tranquilla. Anzi, mi sembra strano che poi tu abbia scelto di cedere», Viviana parlava sprofondata nella sua sciarpa.

«Ero molto indecisa, però mi sono imposta di provarci senza farmi troppi film mentali, vediamo se ci riesco.» Mi doleva non essere del tutto sincera con loro, ma non sarebbe stato giusto tradire così Marzio solo per sfogarmi e sentirmi meglio.


Oleta Adams, "Get Here", Circle of One. Fontana, 1990.


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