Capitolo 18

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Quando arrivò alla residenza, Drew lo stava aspettando in veranda.
Scese dall'auto e, con un grande sorriso, la raggiunse.
Era, ancora una volta, seduta a terra, ma questa volta sulle sue gambe c'era Jake, che si stava facendo coccolare come un bambino desideroso di attenzioni.

«È proprio un cane venduto» disse avvicinandosi a Drew.
«Quando sono arrivata ha iniziato ad abbaiare, non sapevo se scendere o meno dall'auto. Poi però, ha iniziato a scodinzolare...e siamo finiti qui» disse lei.

«Non va molto d'accordo con gli estranei, ma forse in te ha subito sentito che c'è del buono» rispose Michael accarezzando la testa di Jake.

«Hai scoperto l'identità del corpo ritrovato a Greenside?» Chiese con un briciolo di tristezza negli occhi.

«Possiamo entrare? Inizia a far freddo qui. Ti preparo una tazza di caffè e, nel mentre, ti racconto tutto» rispose gentilmente Drew.

Michael acconsentì con un cenno del capo, per poi aprire la porta d'ingresso, facendosi eseguire da Drew fino alla cucina.

«La faccenda è strana» iniziò Drew «Appena sono arrivata al laboratorio, l'ispettore Stone stava uscendo. Sono subito andata da Erick a chiedere informazioni sul perché si trovasse lì, ma lui non c'era. Ho trovato un fascicolo sulla sua scrivania...ed ho sbirciato» fece una breve pausa per versare il caffè nelle tazze.

«Ok, continua, non tenermi sulle spine Drew!» esordì Michael.

«Michael, non ti piacerà quello che sto per dirti, sappilo. La vittima è Joseph Buckley, quarantasette anni, nato a Newport e residente a Bustonville dal 1986. Sono risaliti alla sua identità grazie alle impronte digitali, era stato arrestato per traffico di medicinali un anno dopo il suo arrivo qui» abbassò lo sguardo, quasi come per paura che Michael avesse collegato il nome al puzzle della sua vita.

«Pensi...pensi che sia quel Joseph?» chiese lui, con gli occhi quasi sgranati dallo stupore, ma anche velati di paura.

«Fammi continuare» Drew si alzò dallo sgabello posto al tavolo da pranzo, iniziando a camminare nervosamente.
«Il fascicolo era abbastanza completo. Quando Joseph si trasferì qui, aveva trentun anni. L'anno dopo, a trentadue, come ti ho detto, venne arrestato, ma uscì su cauzione dopo pochi mesi. Dal 1997 non ci sono più notizie su di lui. Come se fosse svanito nel nulla.
E...sorpresa sorpresa..iniziò a lavorare all'ospedale psichiatrico di Greenside nel 1989, come inserviente».

Gli occhi di Michael si spalancarono, come se cercassero di afferrare ogni dettaglio in un istante. Le sopracciglia si alzarono, arcuandosi verso l'alto, e la bocca si aprì impercettibilmente «Quindi...deve essere lui, per forza» disse con quasi un bisbiglio.

Drew annuì «Si, credo che potremmo dire quasi con certezza che si tratta dell'amico di tuo padre.
Michael, prima di andarmene ho controllato anche i referti dell'autopsia, questa è una cosa molto strana. Erick ha scritto che il cadavere mostrava segni di congelamento. Parte dei vestiti erano come...incollati alla pelle, la quale presentava molte ustioni da freddo».

«Cosa significa? È stato chiuso in una cella frigorifera?» chiese Michael.

«È una possibilità, ma voglio prima parlarne con Erick. Ora scusami, ma devo tornare in laboratorio» disse dirigendosi verso la porta.
«Va bene. Aggiornami per favore e...grazie» rispose Michael, lasciandole un dolce bacio sulle labbra.

La guardò allontanarsi, fino a quando non divenne un puntino invisibile.

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