Capitolo 22

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Quando Drew si svegliò, il letto era vuoto, Michael non c'era.

Scese le scale, attirata dal profumo di caffè proveniente dalla cucina.

Lì trovò Michael, intento a riempire la ciotola di Jake con i croccantini.

«Buongiorno» disse, appoggiandosi allo stipite della porta ed osservandolo con un dolce sorriso.

«Ehi, buongiorno a te» rispose lui, avvicinandosi per lasciarle un dolce bacio.

«Il caffè è pronto. Non so cosa mangi a colazione, ma ho preparato sia le uova che i pancakes» concluse ricambiando il sorriso.

«Ho già preparato lo zaino. Non sappiamo cosa troveremo là sotto. Ho preso due torce con delle batterie nuove, una corda, acqua e qualcosa da mangiare» disse sedendosi accanto a Drew, mentre stava sorseggiando il caffè.

«Mich, stiamo andando in un ospedale abbandonato, non in gita» disse Drew, ridendo leggermente.

«Beh, non si sa mai. Non sappiamo quanto tempo ci metteremo, quindi è meglio essere prudenti. Se mio padre ha trovato il tunnel solo dopo mesi, chi ci dice che noi lo troveremo oggi, al primo colpo?» Rispose.

«I pancakes sono buonissimi, ed anche le uova. Mi faccio una doccia al volo e poi possiamo andare» disse Drew lasciando la stanza.

«Ah..e comunque mangio sia dolce che salato a colazione» aggiunse, facendogli l'occhiolino prima di scomparire nel corridoio.

Poco dopo, si misero in auto.

«Non credi sarebbe meglio portare con noi Jake?» chiese Drew.

«No tesoro, non voglio rischiare di perderlo. Non sappiamo cosa ci attende, preferisco resti a casa, al sicuro» rispose.

«Hai ragione.."tesoro"» lo prese in giro Drew, marcando l'ultima parola.

«Ehi, mi prendi in giro?» disse guardandola, mentre rideva di tutta risposta.

Come la prima volta, arrivarono al Greenside Asylum e parcheggiarono davanti alla cancellata.

Con il sole, Michael notò che l'edificio non aveva lo stesso aspetto inquietante di allora.

La luce del giorno sembrava attenuare l'atmosfera sinistra che aveva avvolto il luogo durante la loro prima visita.

«Entriamo dalla finestra dell'altra volta, è ancora come l'abbiamo lasciata» disse Drew.

«Beh, ti aspettavi che i fantasmi venissero ad aggiustarla?» rispose Michael ridendo, sorreggendo l'asse di legno penzolante, mentre la ragazza entrava nell'edificio.

«Ok..» Michael sospirò «Dobbiamo cercare delle scale. Non ho visto indicazioni per i sotterranei l'ultima volta. Non penso le appendano per i visitatori, in realtà».

L'ala d'ingresso sembrava molto più impolverata di quanto ricordasse. La luce, che penetrava dagli spiragli delle finestre, tagliava la polvere sospesa a mezz'aria, che fluttuava come spettri eterei.

«Quando siamo andati all'archivio, mi era parso di vedere una scala, una di quelle di servizio. Magari non è quella ma..» Drew non ebbe il tempo di finire la frase.

«Perfetto! Andiamo a vedere se ci porta nei sotterranei!» esordì Michael incamminandosi, carico di adrenalina.

Non fecero fatica a trovare la scala, era esattamente dove ricordava Drew. Un tempo, doveva esserci una porta, ma in quel momento, potevano vedere solamente i cardini arrugginiti.

Scesero le scale.

Gli scalini erano stretti e ricoperti di moquette sudicia.

Quando arrivarono al piano inferiore, si trovarono di fronte ad una scena che sembrava uscita da un film dell'orrore.

Un sotterraneo dove, sempre nei film, le persone venivano fatte sparire.

La luce lì sotto era pessima e dovettero usare le torce per farsi strada nel buio. Non avevano idea della direzione da dover prendere.

La stanza era così vasta, da non riuscire a scorgere i muri che la delimitavano, immersi in un'oscurità che pareva infinita.

«Passiamo per il perimetro. In questo modo, se dovesse esserci una porta, un passaggio, avremo più probabilità di trovarlo» disse Michael, tenendo salda la torcia nella mano destra mentre, con la sinistra stringeva la mano di Drew.

Il tempo sembrava essersi fermato, la stanza era molto più grande di quanto avrebbero mai immaginato.

Tubi, un tempo parte delle condutture, si estendevano sul pavimento, bloccando il passaggio in più punti e costringendoli a deviare continuamente il percorso.

«Guarda Michael!» esclamò Drew, puntando la torcia verso una parete.

«Dove? Io non vedo nulla» rispose Michael, cercando di scrutare l'oscurità.

«Qui» disse Drew, avvicinandosi ed appoggiando la mano sulla parete.

«C'è una porta qui. Guarda, è in ferro» continuò.

«Aspetta» disse Michael, toccando attentamente le fenditure quasi invisibili attorno alla porta.

Ad un tratto, Michael individuò un piccolo pulsante, quasi invisibile, a forma di piccola piastrella e dello stesso colore della parete.

Quando Michael premette il pulsante, la porta si aprì lentamente davanti a loro, rivelando l'oscurità che si celava oltre.

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