5- incontri e sogni...

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Reiju rientrò nella sala comune dei Serpeverde e trovò Sasuke, Ino e Light sui divanetti.

-Ciao Reiju.- la salutò Light alzando lo sguardo dal libro che aveva in mano per poi tornare a leggerlo.

-Mi hai portato la mela?- chiese Ryuk passando attraverso un muro. Era il fantasma della casa di Serpeverde.

Reiju frugò nella sua borsa dei libri e allungò una mela al fantasma che la afferrò e la addentò ghiotto.

-In teoria il cibo non dovrebbe passare attraverso a voi fantasmi.- chiese Ino interrogativa.

-In realtà io sono uno shinigami, non un fantasma.- puntualizzò Ryuk a bocca piena. -Sono un dio della morte, ma sono stato confinato in questa scuola come fantasma rappresentativo di questa casa dall'antico fondatore, Salazar Serpeverde.-

-Scusa, non puoi liberarti?- chiese Sasuke.

-La mia magia non è abbastanza potente. Solo l'erede di Serpeverde, colui nelle quali vene scorrei il sangue di Salazar, può liberarmi.- rispose lo shinigami. -A suo rischio e pericolo.- aggiunse in tono lugubre.

Sasuke sbuffò infastidito.

-Hai un'altra mela Reiju?- chiese Ryuk come se nulla fosse.

-Accontentati di quella che hai avuto, per poco non rischiavo di farmi scoprire nelle cucine!- rispose la ragazza.

-Puoi sempre farle comparire per magia.- suggerì lo shinigami.

-La magia lo proibisce: non si può far comparire cibo dal nulla con la magia.- si intromise Light.

-Se le vuoi tanto, perché non vai tu a prenderle?- chiese Ino.

-Non ne ho voglia.- fu la secca risposta. In quello dal dormitorio maschile arrivò Itachi.

-Tanto per cambiare non hai voglia di fare niente, eh Ryuk?- commentò. Poi aggiunse. -Io vado a sgranchirmi le gambe prima di cena. Ci si vede in Sala Grande.- e uscì.

~

Robin si trovava in biblioteca ed era intenta ad osservare i dorsi dei libri esposti sullo scaffale, poi ne scelse un dall'aspetto antico, di colore marrone e rilegato finemente, lo prese in mano e iniziò a sfogliarlo. Era un libro che parlava di fiabe e leggende antiche, con grandi illustrazioni. Sentì dei passi nel corridoio affianco, oltre lo scaffale che stava esaminando, che si facevano sempre più vicini. Li sentì fermarsi alla sua altezza. Erano passi pesanti, di un ragazzo.

-Dopo tutto questo tempo?- chiese il ragazzo dall'altra parte.

Robin sorrise. Lo aveva riconosciuto. -Sempre.- rispose continuando a sfogliare il libro. Quella era una frase che conoscevano solo loro due e che usavano per riconoscersi quando dovevano parlare ma non volevano creare sospetti. -Sei stato bravo alla partita contro Grifondoro.- disse lei continuando a leggere.

-Se non fosse stato per il colpo di fortuna di Luffy, il boccino l'avrebbe preso mio fratello e avremmo vinto.- commentò Itachi prendendo un libro in pelle nera dallo scaffale.

-Dai, non prendertela.- lo addolcì Robin rimettendo il libro che aveva in mano a posto. -Come hai detto tu è stato un colpo di fortuna. Sono sicura che vincerete lo spareggio. Ho sempre tifato per voi.-

Lui sorrise. -Gli altri sospettano qualcosa tra noi due?-

La ragazza scrollò le spalle sfiorando il dorso delle copertine dei libri. -Alla partita Asuna ha notato che mi guardavi e ovviamente è andata a sbandierarlo ai quattro venti, ma mi è semplicemente bastato rispondere con indifferenza.-

-Tu sei dannatamente brava a fare l'indifferente.- le disse Itachi.

Robin prese un altro libro dallo scaffale e incontrò i suoi occhi neri dal buco tra i libri. Sorrise.

-Sei bella quando sorridi.- disse il ragazzo rimettendo giù il libro che aveva preso.

-Stai zitto, così mi fai arrossire.- rispose Robin affondando il viso nel libro che stava sfogliando. Era imbarazzata dal complimento, ma le piaceva quando lui lo faceva. -Comunque se domani avrete Tsunade vi conviene stare attenti, oggi era particolarmente di cattivo umore.- cambiò discorso.

A Itachi scappò una risatina. -Secondo me si fa degli strani incantesimi per rimanere giovane e bella.-

Anche lei si mise a ridere. -Vero? Lo penso spesso anche io. Mia madre mi ha detto che è stata anche sua insegnante ed era esattamente identica a com'è ora!- poi Robin rimise a posto il libro che aveva in mano. -Ora devo andare, gli altri mi aspettano in sala comune.-

-Meglio che vada pure io.- rispose Itachi. -Ti amo.-

-Anche io.- la ragazza spinse avanti il libro che aveva appena messo giù, in modo che sporgesse in fuori dalla parte di Itachi. -Ti consiglio di leggere questo.-

Lui lo prese e guardò dall'altra parte dello scaffale in cerca della ragazza, ma lei era già sparita. Aprì il libro che gli aveva dato e in mezzo alle pagine trovò un biglietto. Lo prese riponendo il libro al suo posto e lo lesse, poi prese dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta e la appoggiò sul foglietto.

-Incendio!- disse. Dalla punta della bacchetta uscì una piccola fiamma che bruciò il biglietto e poi si spense. Itachi rimise la bacchetta in tasca e uscì dalla biblioteca.

~

Zoro si trovava nel campo da Quidditch e si stava allenando a fare pesi. Il cielo era azzurro e il sole coperto da una nuvola. Il ragazzo continuava a sollevare pesi, si stava preparando per lo spareggio con Grifondoro, quando sentì dei passi leggeri alle sue spalle.
-Ehi Zoro...- la voce di una ragazza. Il cuore del ragazzo fece un salto nel petto riconoscendo quella voce. Si girò e si trovò davanti una delle sue migliori amiche, con luminosi occhi azzurri e lunghi capelli color ebano.
-Volevo chiederti se ti andava di...-
Un colpo sordo.
L'immagine della ragazza venne rotta in mille pezzi da un libro e Zoro aprì di colpo gli occhi mettendosi a sedere. La ragazza non era vera. Il libro sì. E anche lo sguardo infuocato della professoressa Izumi puntato su di lui. Notò il suo pesante volume di trasfigurazione appoggiato sul suo banco e ipotizzò che l'avesse sbattuto da qualche parte per svegliarlo. Probabilmente sulla sua testa. Si era addormentato di nuovo a lezione, dannazione.

-Roronoa Zoro, se non dormi abbastanza durante la notte sei pregato di andare a dormire più presto, non di addormentarti in classe!- lo rimproverò la professoressa. Aveva lunghi capelli neri raccolti in una coda, pelle pallida e sottili occhi scuri. -Oppure fatti preparare del sonnifero dai tuoi compagni, studierete pozioni per qualcosa no?- poi di punto in bianco Izumi vomitò una piccola quantità di sangue. -Ecco, mi hai anche fatta stare male...- la professoressa rimproverò Zoro agitando la bacchetta per pulire. Succedeva spesso a Izumi di vomitare del sangue, aveva avuto un incontro ravvicinato con la magia nera tempo addietro.
-Tornando a noi...- si riprese la professoressa. -Di cosa stavamo parlando, Roronoa?-

Zoro si agitò sulla sedia. Non aveva ascoltato la lezione, stava dormendo. Cercò con lo sguardo un aiuto in giro per la classe qualcosa che c'entrasse con trasfigurazione. Incantesimi? Bacchette? Trasfigurazione?

-Scambio equivalente.- gli sussurrò una voce da dietro.

Zoro sentì il suggerimento, ma si era appena svegliato, e per di più in modo brusco, quindi capì fischi per fiaschi.
-Scampo polivalente.- disse.

Izumi assottigliò gli occhi in un'espressione molto poco rassicurante. Zoro intuì di aver sbagliato. Gli venne ripetuto il suggerimento e stavolta lo disse corretto.

Izumi assottigliò le labbra in un sorriso. -Bene allora, Nico Robin ci fornisci la definizione di "scambio equivalente" visto che sai tutto tanto da averlo suggerito a Zoro?-

Robin si irrigidì seduta sul suo posto, dietro a Zoro. -Lo scambio equivalente è il principio che sta alla base di tutta la magia, e implica che un oggetto può essere trasformato in un altro oggetto purché i due abbiano la stessa massa e non vi sia perdita né aggiunta di materia.-

-Esattamente.- rispose Izumi. -Capito Roronoa?- il ragazzo rispose prontamente con un cenno della testa. Poi si girò e sussurrò un "grazie" a Robin che gli rispose con un sorriso.

Finita la lezione gli studenti si allontanarono dall'aula diretti alla lezione successiva.

-Come ha fatto la professoressa Izumi a scoprirti?- chiese Reiju a Robin. -Gli incantesimi di moltiplicazione ridimensionata di parti del corpo sono il tuo forte.-

-Non è difficile beccare un sussurro, anche se non vedi che è comparsa una bocca dietro l'orecchio la voce si sente comunque...- rispose lei.

-Aspetta.- si intromise Zoro. -Vuoi dire che hai fatto comparire la tua bocca dietro il mio orecchio e mi hai suggerito con quella???-

-In che altro modo avrei dovuto fare?- si giustificò Robin.  Poi, notando che il ragazzo si stava controllando con le mani se avevamo ancora l'incantesimo addosso, aggiunse con un sorriso. -Tranquillo, l'ho fatta scomparire.-
Ma Zoro non era ancora del tutto rassicurato.

Law lo prese in giro. -Magari così riesce anche a suggerirti la strada per non perderti per i corridoi della scuola! Hahaha!-

Zoro divenne un po' rosso. -Io non mi perdo! È colpa della scuola che cambia forma!- si difese.

-Guarda che in realtà sono solo le scale a cambiare.- gli fece notare Ino.

-Facciamo così: dopo le lezioni ti portiamo a visitare la scuola, così che ti rimanga impressa la mappa per bene.- disse Sabo ridendo.

-Oppure lo portiamo a fare il giro della scuola con i primini!- intervenne Asuna. Tutti scoppiarono a ridere.

Robin affiancò Zoro. -Dai non te la prendere.- gli disse. -Stanno solo scherzano.-

In quello Law guardò l'orologio e sbarrò gli occhi. -Se non ci sbrighiamo arriviamo tardi a Storia della Magia!- disse spezzando l'atmosfera scherzosa.

-Merda, Rayleigh ci ucciderà!- disse Temari, e tutti partirono di corsa verso l'aula di Storia della Magia.

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