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"Il ghiaccio non ha futuro. Tutto quello che ha è il passato racchiuso dentro di sè. Il ghiaccio può preservare le cose in questo modo – estremamente pulite, distinte e vivide come se fossero ancora vive. Questa è l'essenza del ghiaccio."
-Haruki Murakami


Misurava la stanza a grandi passi, in tutte le direzioni e senza fermarsi un attimo. Le mani erano strette in due pugni serrati, rigidi. Il labbro inferiore intrappolato tra i denti, mentre il sapore metallico del sangue si sostituiva rapidamente alla salivazione. Ne sentiva persino l'odore, non solo proveniente dalla ferita alla spalla destra, che sua madre aveva provveduto a medicare; e che ora doveva essersi riaperta con la smaterializzazione.

No, il sangue ormai era andato a fondo, troppo, si era insinuato sotto le palpebre, era divenuto l'unico ed indiscusso protagonista di tutti i suoi sogni.

Aveva paura.

Draco Malfoy era spaventato, terrorizzato, all'idea che la porta di quella casa diroccata non si aprisse. Atterrito e paralizzato dall'orrore alla sola ipotesi che lei potesse non venire, che quei cinque minuti di ritardo si trasformassero in un'insopportabile eternità.

Come to me
In the night hours
I will wait for you
And I can't sleep
Cause thoughts devour
Thoughts of you consume

Un suono metallico, tre colpetti secchi. Il segnale. Nonostante il cuore prese a battergli a ritmo frenetico, la prudenza dovette prendere il sopravvento sull'istinto, Draco impugnò la bacchetta, stringendola talmente forte che le nocche quasi gli divennero bianche.

Si avvicinò alla porta, piano, ogni mossa che poteva essere l'ultima; poi, stringendo i denti e dandosi forza, la spinse forte.

Di fronte a lui non vi erano mangiamorte, o membri dell'ordine pronti a catturarlo e portarlo al quartier generale per fargli sputare informazioni a forza di torture. Certo, anche da lì si intravedevano i segni della guerra: strade deserte e negozi chiusi, macerie ed eco di grida lontane eppure ancora dolorose.

Ma la guerra, tutto, in quel momento, per lui, passò in secondo piano.

Perché ora aveva davanti lei. Era venuta, era ancora sua, era viva. E questo bastava, perché era ciò per cui aveva pregato disperatamente, ciò a cui pensava ogni secondo, ogni attimo, persino quando era in missione.

Era viva. Era lì.

Le sue labbra si aprirono e richiusero un paio di volte, mentre se ne stava immobile, la bacchetta abbassata, a cercare di imprimersi per bene nella mente la sua figura. Così avrebbe potuto ricordarla, per darsi forza, quando si fosse trovato al cospetto del Signore Oscuro.

Fu lei ad entrare, chiudendosi la porta alle spalle. Ed ancora, lì, immobili, al centro di una stanza impolverata, che li salutava ed accoglieva dopo tanto tempo e paura, dopo altre morti ed illusioni, pronta a custodire ancora una promessa, ancora un bacio.

Ancora non sapeva cosa le avrebbe detto, quando Hermione gli volò fra le braccia. Ed allora le parole andarono direttamente a farsi benedire, le lacrime rimasero a fatica incastrate fra le ciglia, pericolosamente propense a sgorgare fuori dalla commozione e dal sollievo. A differenza di quelle della ragazza, che ora singhiozzava tra le sue braccia.

Le mani cercarono disperate il suo volto, ne asciugarono le lacrime con delicata lentezza, accarezzarono ogni lembo di pelle e le sue labbra le baciarono la fronte quasi veneranti.

Anche lei lo accarezzò, maldestramente, con dolcezza, mentre continuava a piangere. Gli strinse forte i capelli, avvertendo di nuovo tra le dita la piacevole sensazione che danno i fili di grano biondo, così dannatamente puri e semplici.

I can't help but love you
Even though I try not to
I can't help but want you
I know that I'd die without you

Avrebbe voluto dirle talmente tante cose.. troppe, infinite, così tante che non gli uscì neanche una parola.

E, di nuovo, le sue mani le accarezzarono freneticamente i capelli, gli occhi, le labbra, le guance scavate dalla fame e dalla durezza di una guerra che sembrava eterna. Avrebbe voluto rimproverarla, dirle, per la medesima volta, di fuggire, di smetterla di andare dietro a quell'idiota di Potter e continuare a rischiare la vita. Avrebbe voluto dirle che gli era mancata, che ogni giorno era stato una scheggia nel suo cuore, che ogni ordine di Voldemort era stato un Cruciatus, con il terrore costante di perderla, di vederla morta o, peggio, di doverla catturare.

Avrebbe voluto, appunto.

Perché non ce la fece. Non riuscì ad articolare parola, a schiodare lo sguardo dal suo. Quei bellissimi occhi castano scuro, in cui si rifletteva il terrore celato nei suoi. Occhi giovani, di due ragazzi appena maggiorenni, che combattono una guerra da cui è impossibile fuggire. E la morte. Visibile, palpabile, che quasi li seguiva tentata. Minacciandoli ogni secondo, tentandoli di vendere se stessi piuttosto che l'altro. Perché, come in ogni storia triste che si rispetti, qualcuno doveva morire.

Oh, ma la loro non era una storia triste. E, a pensarci, non era nemmeno una storia. Era un dietro le quinte, piuttosto, un piccolo sottotesto, una clausola sbagliata, tenuta nascosta fra le righe di una guerra importante. Un segreto che i libri di Storia della Magia non avrebbero mai conosciuto.

Eppure, era un fiore, colorato, quasi di speranza, che sbocciava in un campo devastato, razziato dalla guerra e dall'odio di uomini neri, anch'essi devastati e distrutti dentro.

Draco la baciò.

Cercò le sue labbra quasi con disperazione, trovandole immediatamente, schiuse per lui, dopo tanto tempo, solo per lui. E le accarezzò con dolcezza, le baciò a stampo un paio di volte, delicatamente, con il timore di farle male che quasi lo uccideva. Con la costante paura che quella volta fosse l'ultima, che lei non sarebbe più tornata, che lui non avrebbe potuto più aspettarla.

Ma non aveva motivo di temere. Perché Hermione sarebbe rimasta sempre con lui, anche a costo della vita, del rischio, della paura. E si vedeva da come lo stringeva a sé, disperatamente, approfondendo il bacio; che presto, da casto e lento, si trasformò in rabbioso e quasi violento. Mentre entrambi sfogavano in esso un dolore che li lacerava dall'interno.

Stay with me a little longer
I will wait for you
Shadows creep
And want grows stronger
Deeper than the truth

-Draco..- il sussurro della ragazza parve una supplica, ma lui non si fermò.
Anzi, la strinse ancora di più a sé. Faceva così male. Desiderarla e non poterla avere, amarla ed essere costretti a guardarla combattere al fianco di un altro ogni singolo giorno, ma, soprattutto, faceva male doverla lasciare andare quando finalmente era tra le sue braccia.

Ora era lì, sua. Per poco, un tempo infinitamente piccolo se messo a confronto con quello che passavano lontani, ma bastava. Bastava se lei era viva, se stava bene; se ancora gli permetteva di baciarla e di stringerla, fosse anche solo per pochi secondi ed a rischio della loro stessa vita. Fosse pure quel nonostante tutto che scrivono nelle fiabe, ma che poi, quando ti trovi nel bel mezzo di una guerra, capisci essere rischioso.

-Draco..- tentò ancora Hermione, prendendogli il viso fra le mani per fermarlo e poggiando la fronte sulla sua -..sono qui per dirti una cosa importante..

Ma il resto del discorso fu interrotto da un suo stesso singhiozzo, dolore di una donna che respinge un amore in cui vorrebbe annegare. Ed allora le loro braccia si strinsero, il viso di lei premuto contro il cuore di lui, quello di lui fra i capelli ribelli e crespi di lei.

-Quattro mesi.- mormorò in risposta lui, baciandole il collo. Sembrava il rantolo di un animale ferito.

Quattro mesi. Più di centoventuno giorni senza vederla una sola volta, senza toccarla.
Era passato anche più tempo, altre volte, ma adesso la situazione peggiorava sempre di più. La Seconda Guerra Magica procedeva, Harry Potter e Voldemort continuavano a scappare e rincorrersi, come un gatto ed un topo. Era sempre stata così, questa storia. Loro due che combattono ed il resto del mondo che li osserva, che passa in secondo piano solo per aiutare l'uno o l'altro.
Ma, dietro le quinte, c'è sempre la vera storia.
Quella di un mangiamorte innamorato, che rischia la vita in ogni momento. Quella della migliore amica del prescelto, la strega più brillante della sua età, che perde la testa per un cattivo.
E, visto che siamo dietro le quinte e non sul palco, un lieto fine è difficile. Perché tra l'apparenza e la realtà c'è un sipario, ma la lotta non cambia.

Draco lo sapeva. Era sicuro di cosa volesse dirgli, del perché lei fosse lì. Lo aveva intuito dalle righe striminzite, diligentemente in codice, che gli aveva mandato. Dai caratteri tremuli, la carta stropicciata e crespa, perché le lacrime di lei dovevano averla bagnata in precedenza. Ed allora, preoccupato, l'aveva portata alle labbra; baciando pateticamente un pezzo di pergamena vecchio, strappato.

I ricordi sono belli, consolano. Ma, certe volte, si ha bisogno di qualcosa di reale da tenere fra le mani, stretto, forte, in modo da essere sicuri che non possa scivolarci via.

Draco la sentiva sempre più debole, scivolare; e, per quanto la parte più coraggiosa di lui ne fosse felice, per lei, per salvarla, ogni volta rinforzava la stretta e la riavvicinava a sé.

Aveva paura.
Paura di non riuscire a dirle addio.

-Ti amo.- sussurrò Hermione, parole che riemergono dalle lacrime.

I can't help but love you
Even though I try not to
I can't help but want you
I know that I'd die without you

La voce aveva tremato, le mani si erano serrate più forte dietro la sua nuca, avvicinandolo. I denti avevano punito la lingua, maledetta, che si era lasciata sfuggire quelle due paroline. Proibite. In quei tempi, quasi più di una maledizione senza perdono.

Proibite e pericolose. Soprattutto per loro.

Draco rimase immobile, le lacrime congelate, le labbra serrate in una linea sottile. La allontanò da lui con uno strattone, quasi disperato, e si voltò, dandole le spalle.

Non glielo aveva mai detto, nemmeno quando lo aveva capito, vedendolo quasi morto ai piedi di Lupin, durante un attacco. Lì si era resa conto di quanto tenesse a lui, avesse bisogno di vederlo vivo, salvo, anche a costo della sua vita.
E si era messa in mezzo.

A pensarci in quel momento, sapendolo salvo, si sentiva una stupida.

Draco l'aveva sgridata quella volta, era infuriato. Doveva lasciarlo lì, anche a morire se necessario, invece di rischiare a quel modo di essere colpita. E lì aveva capito che anche lui l'amava. L'amava e basta. In modo semplice, sorprendentemente puro e naturale.

Ma dirlo, quella era tutt'altra cosa. E faceva più paura del nome di Voldemort, ammetterlo ad alta voce. Ammettere, a se stessi per primi, di amare il nemico, colui che si dovrebbe uccidere nel peggiore dei modi.

Erano dei folli, entrambi. E li avrebbero fatti a pezzi. Draco ne era sicuro, conosceva la realtà, le storie che vanno a finire male, conosceva a memoria l'odore della morte, del sangue, le urla dei torturati. Non avrebbe sopportato di vedere la sua mezzosangue lì.

-Non dire sciocchezze.- disse duramente.

-Non è una sciocchezza.- ribatté seriamente Hermione, facendo ancora un passo verso di lui, incerta.

-Tu non mi ami.- ripeté ancora Draco, prendendosi la testa fra le mani, la voce spezzata.

-Draco..

-Ripetilo!- le urlò, voltandosi; e questa volta le lacrime sgorgarono senza che potesse fermarle -Dimmi che non mi ami, dimmi che-

-So che anche tu..- Hermione si interruppe, non sapeva bene cosa dire -..che senti qualcosa.. Io.. io ne sono convinta.

Gli prese il viso tra le mani, con una lentezza quasi dolorosa. E, sempre con calma e dolcezza, poggiò la fronte su quella di lui, continuando intanto ad accarezzarlo come un bambino. Come lei si aspettava, neanche dopo due secondi, le braccia di lui l'avvolsero e la strinsero forte. Stavolta timorose, incerte, tremanti, come le mani che vagavano fra i suoi ricci ancora sporchi di sangue, dall'ultimo scontro con i ghermitori.

-Tu hai una vita, Hermione. Una vita fuori da questo buco e fuori da me.- sussurrò alla fine lui, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare tra le sue braccia, esausto.

-Potrei rinunciarci.- mormorò lei sulle sue labbra, sempre piano, quasi temesse che un'esplosione potesse farli saltare in aria da un momento all'altro.

-Non voglio che tu lo faccia!- scattò subito il ragazzo, afferrandola per le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi -Quando questa guerra finirà avrai un futuro, delle cose da fare. Non voglio che rinunci a.. a tutto quello che potresti avere, ad essere felice, solo per.. per me.

-Rinuncerei a me stessa per stare con te.

-Non te lo permetterò, non ti lascerò fare una pazzia del genere.

-Come pensi di impedirmi di amarti?- gli chiese con tono di sfida, le sopracciglia alzate in una vaga e malinconica imitazione della bambina saccente che era un tempo.

-L'Oscuro Signore è sempre più debole.- disse lui, sfiorandole il naso con il suo e chiudendo gli occhi, per impedire alle lacrime di tradirlo ancora -Quando vinceran.. vincerete la guerra, i mangiamorte-

-Tu non sei uno di loro!- lo interruppe lei, mentre le lacrime le inumidivano le labbra secche -Non dirlo, Draco.. troveremo una soluzione, l'abbiamo sempre trovata..

Lui serrò le labbra, asciugandole ancora qualche lacrima. Non doveva soffrire così, maledizione, non per lui!

I can't help but be wrong in the dark
Cause I'm overcome in this war of hearts
I can't help but want oceans to part
Cause I'm overcome in this war of hearts

-Non c'è una soluzione.

-Invece sì! C'è sempre una soluzione. E la troveremo, insieme. E, se questa stupida fiaba vuole finire male, noi fuggiremo dal libro prima che si chiuda! Scriviamo una fine diversa, diversa da quella che tutti si aspettano. Una che sappia di felicità..- gli accarezzò ancora una guancia, sorridendo fra le lacrime -Ti prego, Draco..

Ad ogni parola, la speranza defluiva lontana da lei, il sangue pulsava più lentamente, i battiti del cuore si sincronizzavano al ritmo di una melodia più lenta, più triste. Dolore. Perché loro erano dietro le quinte, non su un palco vero; ed il loro libro si stava già chiudendo, li stava schiacciando.

Lui la baciò, ancora, con più passione di prima. E scivolarono in ginocchio, soli, su un pavimento impolverato e pieno di travi rotte. Ma non importò a nessuno dei due.

Ed il freddo cessò di essere. Come se il tempo si fosse fermato. Un attimo solo, infinito, per sempre, come a voler conservare una felicità dimentica. Perché, ciò che è accaduto un attimo fa, segretamente, è già un ricordo. E, allora, fermiamo questo stramaledetto tempo. Congeliamolo, con il freddo che una guerra spaventosa ci ha scatenato dentro, con il ghiaccio che ha gelato i nostri cuori. E sorridiamo, per un solo istante, che congeleremo e faremo esistere in eterno. Lasciamo che l'inverno non finisca, come dei bambini che sperano invano, all'arrivo della primavera, che i loro pupazzi di neve non si sciolgano.

E, se il fuoco di esplosioni lontane minaccerà di sciogliere l'incanto, proteggiamo la nostra magia. Egoisticamente, forse, ma facciamolo. Rendiamoci intoccabili, indistruttibili, più forti di una realtà che ci si riversa addosso, della paura che abbiamo l'uno di perdere l'altra.

Il ghiaccio non può ferirci, scottarci se ci avviciniamo troppo. Il ghiaccio può aiutarci a conservare i ricordi, perfetti, vividi e puri, combatte il tempo che passa. Combatte noi stessi. E poi, cosa più importante, si scioglie. E non lo fa perché c'è qualcosa più forte di lui, assolutamente. No, il ghiaccio si scioglie per insegnarci che niente dura per sempre e che, prima o poi, anche il più meraviglioso degli incanti può sciogliersi. Eppure, possiamo creare altri ricordi. Ininterrottamente, perché l'inverno tornerà e noi sorrideremo ancora.

I can't help but love you
Even though I try not to
I can't help but want you
I know that I'd die without you

Hermione si staccò da lui, le labbra gonfie per il bacio troppo lungo, gli occhi lucidi e le guance in fiamme.

Lui ne sorrise, intenerito, sorprendendosi di come una donna tanto forte e bella potesse avere il cuore puro e somigliare tanto ad un bambina. Si sentì orgoglioso di poterla tenere tra le braccia, anche se solo per poco, nonostante ci fosse una guerra e rischiassero la vita ogni secondo, lui si sentì felice.

E mentre una lacrima scivolava sul suo viso chiaro, se la stava già asciugando con stizza, quando Hermione la raccolse con le labbra. Delicatamente, baciandogli la guancia rasposa. E poi, ancora, la fronte, le palpebre ed il taglio che aveva sopra il sopracciglio sinistro. Lo accarezzava disperatamente, con desiderio, esattamente come lui stringeva lei.

Sembrava volergli dire: "Ferma il tempo. Soffiaci sopra e congelalo fra le tue mani."

E lo avrebbe fatto, se avesse potuto. Avrebbe fermato l'orologio, gli avrebbe staccato le lancette con rabbia e le avrebbe distrutte. Oppure, semplicemente, l'avrebbe baciata ancora. Perché questo era l'altro modo per fermare il tempo, per lasciare fuori la guerra.

L'aveva odiata per tanti anni.. ed ora non avrebbe neanche più vissuto senza di lei.

-Ghiaccio.- disse d'un tratto Hermione, guardandolo negli occhi.

-Come?

-Ghiaccio.- ripeté lei, sorridendo -La nostra storia gira intorno al ghiaccio. Freddo, come il tuo cuore, che ho sciolto con il mio amore. Gelido, come l'inverno che ospita questa guerra. Scivoloso, come la strada verso la sconfitta delle tenebre.- prese fiato -E congelato, come vorrei che fosse il tempo adesso.

Draco ne sorrise, commuovendosi a quelle parole dolci. Ma non ebbe neanche il tempo di baciarla, come tanto avrebbe desiderato, che bruscamente il calore di un fuoco oscuro sciolse il loro amato ghiaccio. Sbloccò il tempo, lasciandolo correre e scivolare veloce; in una corsa che aveva molta strada da recuperare.

E ci fu un'esplosione, terribile, che, ancora una volta, sapeva di oscuro.

Il fuoco vince sempre.
È più forte, chimicamente, scioglie il ghiaccio con il suo calore, impedendo che di esso rimanga anche una sola lacrima tiepida.

Eppure, in questa storia, risponde al fuoco il freddo di un "protego", con il quale i due amanti si erano protetti.
Eppure, questa volta, vinse il ghiaccio di un inverno incolore, al quale attribuiamo sempre il male e il buio, ma che in realtà è sempre dalla nostra parte.

-Vattene!- le urlò Draco, mentre il suo incantesimo di protezione si distruggeva lentamente.

I can't help but be wrong in the dark
Cause I'm overcome in this war of hearts
I can't help but want oceans to part
Cause I'm overcome in this war of hearts

-Io rimango con te.- gli rispose lei, in un sussurro, prendendogli una mano gelata fra le sue e stringendola forte.

-Hermione..- si voltò verso di lei, spaventato -Il ghiaccio è destinato a sciogliersi.

Un bacio rapido, rubato, a stampo.

-E, dopo che si sarà sciolto, spegnerà il fuoco.

Spazio Autrice:
Buon anno a tutti! Questo è lo speciale 2017!
Si tratta della mia prima one shot, quindi non siate troppo duri.
Vi chiedo di commentare e farmi sapere se vi è piaciuta, magari darmi dei consigli.
Un bacio, alla prossima!

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