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Era diventata ormai una tradizione, la cui origine si perdeva nella nebbia dei miei ricordi. Non riuscivo a ricordare una viglia di Natale in cui non avevamo fatto il Gioco. Certo, modalità e regole erano cambiate da quando ero appena una bimba, ma la sostanza restava la stessa: era un segreto tra noi cugini, qualcosa da mantenere nascosto ai nostri genitori. Non che a loro importasse cosa facevamo noi, a loro importava solo poter passare la vigilia nella grande sala, mangiare pasticcini, ridere e raccontarsi i fatti dell'ultimo anno. Nel nostro piccolo rifugio, il vecchio sottoscala, noi sentivamo gran parte di quello che si dicevano, soprattutto quando i toni si facevano più alti.


All'inizio eravamo solo io, le gemelle Sarah e Lara, indistinguibili, e la piccola Ambra, poi il numero dei giocatori era cresciuto. Prima di tutto era arrivato Peter, figlio del precedente matrimonio di uno zio, poi aveva iniziato a prendere parte al gioco anche la sorellina delle gemelle, Mary, ed infine Sarah si era fidanzata con George. Era stato un fidanzamento deciso dai genitori, ma pareva che tra i due fosse nato un tenero sentimento e che questo avesse reso infelice Lara, che ora non poteva più condividere ogni cosa con la sua gemella. Nonostante tutto ciò che succedeva nelle nostre vite il gioco era un appuntamento fisso, come l'andare al ballo di apertura della stagione. Ovviamente sapevamo che presto sarebbe terminata quella tradizione, perché Sarah e George una volta sposati avrebbero dovuto trascorrere il tempo nella sala insieme agli adulti. Consapevoli che quello poteva essere l'ultima volta ci accingemmo a prendere tutto il necessario affinché il gioco cominciasse. Quella sera faceva particolarmente freddo, aveva nevicato tutto il giorno. Un tempo saremmo stati felici di correre fuori in mezzo alla neve, al buio, immaginando nemici ovunque, ma ora non più, stavamo diventando grandi, perfino la più giovane del gruppo, Mary, ormai era quasi una ragazza.

-Quest'anno il gioco sarà un po' diverso- aveva annunciato Lara appena eravamo arrivati a casa sua, dove ogni anno si teneva la cena della vigilia. Inizialmente avevo pensato che si trattasse della presenza di George a rendere diverso il gioco. In effetti mi aveva stupito che ci fosse anche lui e potevo giustificare il fatto solo che fosse anche amico di Peter oltre che fidanzato di Sarah.

-Si tratta di un gioco che Lara ha comprato in un negozio solo ieri- mi aveva confidato Peter con la sua voce dolce. Adoravo Peter, così sorridente, così intelligente. Diverse volte avevo parlato con lui di Omero e di Virgilio, discutendo su chi dei due fosse più bravo.

-Sai già in cosa consiste?- gli avevo chiesto, inspirando il suo profumo.

- Lara non ne vuole parlare-

Normalmente la scelta ricadeva sempre su giochi oscuri, qualcosa che contrastasse con l'atmosfera di leggerezza e spensieratezza del Natale che tutti noi non sopportavamo. Quell'anno poi tutte quelle decorazione non facevano che buttarmi nella più cupa tristezza, forse proprio perché avevo intravisto Sarah e George baciarsi sotto il vischio di nascosto. Io non avevo nessuno da baciare di nascosto...e purtroppo colui che avrei voluto baciare era fuori dalla mia portata.

Fui la seconda ad arrivare nel sottoscala, Lara era già là, nel suo lungo vestito verde, identico a quello della gemella, i lunghi capelli ramati sciolti, i grandi occhi scuri sotto le folte ciglia, il viso simile a quello di una bambola di porcellana.

-Sei già arrivata- mi disse, intenta a sistemare una piccola casa delle bambole in mezzo al tavolo.

-Fa parte del gioco?- gli chiesi. Pareva quasi la sua casa, solo che era completamente nera, con le finestre rotte ed il cancelletto deformato. Pareva una casa disabitata e metteva un po' di tristezza, ma anche di paura.

-Esatto, quest'anno voglio provare qualcosa di diverso-

Mi avvicinai alla casa, improvvisamente attratta. Mi parve quasi di poter vedere una piccola luce che proveniva da una finestra.

-Ferma- mi disse Lara –nessuno la può toccare prima del gioco-

Restai immobile, la mano tesa nell'atto mancato di toccare la casetta.

-Ti prego, non toccarla, è una regola del gioco- ripeté Lara con un tono che mi mise i brividi.

-Va bene- abbassai la mano, lottando con la tentazione di alzare la casetta e scoprire se la finestra era davvero illuminata.

-Il negoziante mi ha detto che sarà un gioco davvero entusiasmante- disse Lara, intenta a sistemare le sedie su cui ci saremmo seduti.

-Il solito negoziante?-

-Oh no! Si tratta di un piccolo negozietto molto carino, buffo che non lo avessi mai notato prima, sembrava comparso dal nulla!-

-In quale via?-

Lara me la disse.

-Strano, non ricordo nessun negozietto che vende giochi lì-

-Neppure io, ma non ha importanza- scosse la testa –ho letto le istruzioni, non sembra complicato-

-Vuoi che ti dia una mano?-

-Assolutamente no, voglio essere io colei che gestirà questo gioco- sorrise, un sorriso stranamente sinistro.

Ed in quel momento arrivò Ambra. Era bellissima nel suo vestito turchese, i capelli legati come se fosse stata ancora una bambina. Avevo sentito dire che i genitori avevano in progetto di farla sposare molto presto. Vedendola così dubitavo che fosse pronta per il matrimonio, ma avevo imparato che spesso la soluzione migliore è il silenzio.

-Che bella casetta!- esclamò non appena fu entrata.

-Non è da toccare- urlò subito Lara.

Ambra si bloccò, sorpresa da quella reazione.

-Non si tocca- ripeté Lara.

-Ho capito, anche se mi sembra esagerato-

-Queste sono le regole del gioco-

-Non è che vuoi imbrogliare?-

Lara non rispose, pareva troppo indaffarata anche solo per ascoltare le nostre parole. Quel gioco doveva davvero essere interessante se mia cugina ci metteva tanto energia perché potessimo giocare al più presto.




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