-Cosa sta succedendo?- chiese Peter –Perché io di questa storia non capisco proprio nulla-
Peter e George avevano spostato un divanetto davanti alla porta per bloccarla. Dall'altra parte potevamo sentire dei rumori, lo zampettare dei ragni immaginavo.
-Ce lo stiamo chiedendo tutti- mormorai.
-Lara, nostra sorella è...- la frase morì in bocca a Sarah che scoppiò in un pianto isterico. George le cinse le spalle con un braccio, ma qualcosa sul suo volto pareva dire che era stufo della reazione di lei.
-Io non pensavo che fosse vero, era solo un gioco-
-Come si chiamava il negozietto in cui l'hai comprato?- le chiesi.
-Non me lo ricordo- si lasciò cadere su una poltrona e nascose il viso tra le mani. Tremava.
-Perché hai voluto provare questo gioco?- urlò Sarah.
-Non può essere vero- mormorò Ambra.
-La colpa è nostra, non avremmo dovuto lasciare Mary indietro- mormorò Lara –il gioco dice di restare uniti, solo così si può vincere-
-Dov'è la porta per il giardino?- chiesi in un sussurro, cercandola disperatamente.
-Non c'è, non c'è, a quanto pare il gioco non la prevede- mormorò Lara.
Inspirai a fondo. –Quindi dobbiamo arrivare in soffitta-
-Non ce la faremo mai- mormorò Sarah –quante prove dobbiamo superare?-
-Una per ogni stanza in cui abbiamo posto il nostro nome- disse Lara.
- Mary aveva paura dei ragni, sono le nostre paure che fanno scegliere a quale prova saremo sottoposti- disse Ambra.
-Allora dobbiamo affrontare le nostre paure- disse Peter.
-Esatto-
Mary era così spaventata dai ragni da rimanere paralizzata quando li aveva visti, non si trattava solo di affrontare le nostre paure, dovevamo combattere con ciò che maggiormente ci terrorizzava.
-La prossima stanza è quella che ho scelto io- mormorò Sarah.
Il salottino infatti portava direttamente in sala da pranzo.
-Possiamo tornare in corridoio, se i ragni se ne sono andati possiamo raggiungere il sottoscala e togliere i nomi dalle stanze della casetta- propose George –forse così il gioco s'interromperà-
-Non funzionerà, l'Ombra ci prenderà- mormorò Lara, alzando il viso. Aveva gli occhi rossi per le lacrime.
- Cos'è l'Ombra?- chiesi in un sussurro.
-Non lo so, è qualcosa che insegue i giocatori-
-Perché li insegue?- chiese Peter.
Lara indugiò un attimo prima di rispondere. –Per prenderli e portarli via con sé, questo è ciò che dicono le istruzioni-
-Ma è tremendo- mormorò Ambra.
-Il negoziante è stato molto chiaro su questo: l'Ombra non ha buone intenzioni e farà di tutto per prenderci, quindi bisogna stare molto attenti-
Annuii. –Allora dobbiamo impedire all'Ombra di prenderci - ovviamente era più facile a dirsi che a farsi.
-Ciò vuol dire che dobbiamo muoverci- disse Peter –prima che quella cosa, qualsiasi cosa sia, ci raggiunga-
-Dobbiamo andare in sala da pranzo?- chiese Sarah spaventata.
-Ti proteggeremo noi- le disse George, stringendola a sé. Notai lo sguardo infelice di Lara che si posava su di loro.
-Già, Sarah, devi stare in mezzo a noi e non ti succederà nulla- insisté Peter, ma io sentivo che il tono della voce non era il solito sicuro e un po' sfacciato, ma pareva vibrare di qualcosa di molto simile alla paura.
-Ma ho paura- mormorò Sarah.
-Non abbiamo altra scelta- le dissi con il tono più dolce che riuscii a trovare –dobbiamo procedere, stanza dopo stanza, e quando arriveremo in soffitta finalmente tutto sarà finito ed ogni cosa tornerà alla normalità-
-E Mary?-
-Non è detto che sia morta- dissi, pur non credendo a quello che stavo dicendo.
-Forse dobbiamo arrivare alla fine del gioco per riaverla- intervenne Ambra.
-E se non ci arrivassimo?- chiese Sarah.
Il pensiero era talmente orrendo che non volevo pensarci.
-Ci arriveremo- intervenne Peter –non c'è altra scelta-
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