La ragazza si svegliò un imprecisato numero di ore dopo con un forte mal di testa e la schiena e le braccia che le bruciavano come quella volta in cui era caduta nella scarpata. Con una smorfia di dolore si mise a sedere e scoprì che un ammasso di riccioli biondi era appisolato sul suo letto dell'infermeria e si stava destando, lo sguardo confuso.

«Dio, Anne, mi hai spaventato a morte» la rimproverò, allontanando la sua mano da quella della ragazza. Non ricordava con precisione cosa fosse successo, sapeva solo di aver perso i sensi perché era sicura di essere uscita quella sera.

«Ho detto all'infermiera che ti ho trovato nel corridoio dei dormitori» spiegò, rendendole nota la versione che avrebbe dovuto riferire anche lei, «La maglietta si è strappata in più punti, ti ho messo la mia felpa così non si vedono i graffi».

Lei gli sorrise dolcemente, ringraziando chi aveva intercesso perché quella sera uscisse anche lui e la trovasse.

La fissò qualche istante, poi domandò all'improvviso, abbassando il tono di voce, «Chi è Roxanne?»